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Autore: 00Miss_Black00    29/04/2013    5 recensioni
Stiles dice sempre quello che gli passa per la testa?! Mpf.. poveri illusi, non avete idea di cosa potrebbe succedere se Stiles dicesse VERAMENTE tutto quello che gli passa per la testa..
Impossibile dite? Be, a meno che non ci sia di mezzo una maledizione..
Dal testo:
[-NO SCOTT NON L’HO DETTO! Io..- Stiles guardò Scott con gli occhi talmente sgranati che Scott penso che sarebbero potuti schizzare fuori dalle orbite da un momento all’altro
-Io .. l’ho pensato.. L’ho pensato Scott!!
-Emh.. no. Ti dico che l’hai detto. Come hai anche detto qualcosa a Derek del tipo “il licantropo più figo del mondo”..
-OMMERDA.. ommerda Scott..]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chiedo immensamente perdono per averci messo così tanto ad aggiornare T.T 
per farmi perdonare vi prometto che il prossimo (ed ultimo) capitolo lo posterò davvero presto, vi darò giusto il tempo di leggere questo :3
Buona lettura cuccioli <3
MiSS

*****

E come previsto, quella sera erano tutti riuniti a casa di Derek, che doveva illustrargli le sue idee su come scoprire maggiori informazioni sul branco degli Alpha.
Mentre Derek stava dando istruzioni ad Erica su come infiltrarsi in uno dei Club di Beacon Hills, dove secondo lui avrebbero dovuto trovarsi alcuni degli alpha, Isaac si era avvicinato a Scott.
-Di un po’.. che ha Stiles?- gli sussurrò guardando in direzione di una poltrona sul fondo del salotto.
Sulla poltrona c’era Stiles con un cappuccio che gli copriva quasi completamente gli occhi, e una grande sciarpa che gli copriva il resto della faccia. Vedendo Isaac che lo guardava, il ragazzo tirò fuori una mano dalla tasca e gli fece un cenno di saluto.
Isaac rispose al cenno poco convinto, mentre aspettava una risposta dall’amico.
- È malato. È molto malato. Una terribile influenza. – disse Scott senza battere ciglio.
-Ed è.. contagiosa?-  chiese preoccupato Isaac
-Ah.. no, perché?- rispose l’altro distrattamente.
-Per..la sciarpa-  spiegò il biondo accennando con una mano a Stiles.
-Ah! Si.. si è contagiosa..- Isaac lo guardava dubbioso -..credo..- aggiunse
Isaac decise che era meglio non fare altre domande e si concentrò sulle parole di Derek.
-Invece per quanto riguarda voi..- iniziò a dire Derek – ho bisogno che controlliate delle cose all’interno della vostra scuola..
Tirò fuori una carta con la  planimetria dell’edificio.
-Allora..questa entrata non ha il lucchetto, quindi dovreste entrare senza problemi e.. Stiles?
-Mh?- mormorò Stiles dal fondo della sala
-Se magari venissi un po’ più vicino potresti vedere anche tu..- gli disse bruscamente Derek.
-Aemh.. certo..
 
Oddio lo sapevo che non era una buona idea venire qui.. Succederà qualcosa di orribile, me lo sento..
 
Stiles si alzò dalla poltrona e si avvicinò lentamente a Derek e Scott.
-Allora..- riprese Derek quando Stiles fu vicino a loro – Potete entrare domani dopo la chiusura.. dovete seguire questa strada, vi porterà nei sotterranei..- Derek scorreva il dito sulla mappa per mostrare ai ragazzi il percorso.
 
La mappa.. lamappalamappalamappa.. il percorso.. entriamo da qui.. domani notte.. concentrati Stiles!
Concentrati.. segui il piano. SOLO il piano. Non il suo dito che si muove. NO. SOLO-IL-PIANO.
 
-Stiles.- disse secco Derek voltandosi a guardare Stiles
-Eh? – il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri e cercò di capire se dalla sua testa poteva essere uscito qualcosa di imbarazzante
-Che stai facendo?- gli disse il licantropo spostando lo sguardo sulla sua spalla. Dove si era appena poggiata la mano di Stiles.
-CAZZO!!- Stiles tolse subito la mano, come se scottasse e l’afferrò con quell’altra per impedirle di muoversi.
Tutti i presenti li guardavano allibiti. Scott, dopo lo shock iniziale, era corso in aiuto dell’amico.
-Emh, andiamo, ti porto a casa.- gli aveva detto trascinandolo fuori di casa. Stiles non disse una parola fino alla macchina. Poi, una volta salito, emise un lungo lamento, e sembrava che stesse per mettersi a piangere.
-Oh no, no, Stiles! Cerca di rilassarti ora!
-Oh mio Dio.. oh mio Dio Scott.. non.. non riesco a respirare.. credo..credo di avere un attacco di panico..
-No no no! Aspetta!- Scott tirò fuori dal suo zaino l’inalatore e lo passò all’amico
-Tieni, respira, su!- Costrinse Stiles a prendere un paio di boccate dall’inalatore. L’altro iniziò a respirare di nuovo normalmente.
Si girò a guardare Scott con il volto che si piegava in una smorfia di disperazione
-Scott.. uccidimi.- gli disse seriamente.
-Che.. cosa?! Ma sei impazzito?
-Uccidimi Scott! O lo farà lui!- urlò tirandolo per la maglietta.
-Ma lui chi?! Che stai dicendo?!
-Derek..- sospirò Stiles lasciandosi sprofondare nel sedile –Derek mi ucciderà.. l’ho appena abbracciato cazzo.. la prossima volta potrei.. ficcargli la lingua in bocca o.. toccargli il pacco.. Mi taglierà la gola con i suoi artigli Scott! E mi lascerà agonizzante a terra a morire dissanguato.
-Ma che cazzo.. Stiles! Piantala! Non succederà nulla di tutto questo.- Disse Scott mettendo in moto l’auto
-Adesso andiamo a cercare quel cazzo di nano, gli facciamo togliere la maledizione, inventiamo una scusa plausibile per giustificare il tuo comportamento con gli altri, e tutto tornerà come prima. Ok Stiles? Guardami Stiles! Guardami e dimmi “si andrà tutto bene”
Stiles si girò a guardarlo con gli occhi lucidi e iniziò a muovere la testa su e giù.
-Si.. andra tutto.. tutto.. in pezzi! IO andrò in pezzi.. pezzi di corpo di Stiles dilaniati dalle fauci di un lupo.
-STILES! Piantala.. è qui che l’hai incontrato l’altra sera?
-Mhmh..- mormorò Stiles.
-Ok, allora andiamolo a cercare!
I due scesero dall’auto ed iniziarono ad ispezionare la porzione di bosco intorno a loro.
-Dove sei brutto nano di m..-Iniziò ad urlare Stiles, che evidentemente si era ripreso, ed ora voleva solo staccare la testa a quello gnomo che gli stava rovinando la vita
-SHHHH!- lo zittì Scott –Che fai?!? Lo vuoi far incazzare ancora di più?!
Stiles prese un lungo sospiro e alzo le mani in segno di resa.
-D’accordo. Fai tu.- disse a Scott.
Scott si guardò rapidamente intorno.
-Signor..emh.. Signor Gnomo! Ci sente? Il mio amico, qui, voleva chiedere scusa per il suo comportamento!
Scott guardò Stiles come per incoraggiarlo a dire qualcosa di utile alla situazione.
-Si.. Signor Gnomo.. io.. mi dispiace molto, e se lei potesse evitare di rovinarmi la vita gliene sarei grato!
Silenzio. Solo silenzio.
Stiles e Scott si guardarono per un momento. Poi Stiles sbottò
-Esci fuori nano del cavolo! Affrontiamoci da uomo a uomo!
-Piantala Stiles!!- lo assalì Scott coprendogli la bocca con una mano. Stiles gliela morse.
-Ahhh! Ma sei scemo?!
-Mi stavi soffocando!
-Senti, questo coso non vuole farsi vedere. Forse potremo provare a chiedere a Deaton se ne sa qualcosa- provò Scott
-Oh certo, lo gnomo e il genio della lampada, sicuro andranno d’accordo..
-STILES! Cerca di essere serio per un momento..
-Serio?!  Scott io sono sconvolto! Non riesco ad essere serio, vedo solo buio e distruzione nel mio futuro, se continuo ad avere questa cazzo di maledizione addosso.. posso aspirare al massimo ad una vita di reclusione in qualche monastero e..- Stiles si immobilizzò e guardò Scott con gli occhi sgranati – Non ho neanche mai scopato! Andrò in un monastero vergine e morirò vergine!
-Stiles!!!- Scott lo prese per le spalle e lo scosse un paio di volte. –Piantala di dire stronzate. Andiamo a casa, domani datti malato. Dopo la scuola ti passo a prendere e andiamo da Deaton. Per ora non mi viene in mente una soluzione migliore.
-Si.. ok, hai ragione..- Stiles diede una pacca sulla spalla dell’amico –Andiamo, dai..
Qualcuno però li aveva seguiti, incuriosito dall’atteggiamento di Stiles, e li guardava nascosto dietro un albero. E sentendoli parlare aveva capito cosa fosse successo a Stiles. E sapeva anche come funzionava la maledizione dello gnomo, ma non disse nulla, rimase li nascosto, mentre la sua mente diabolica elaborava un piano per prendersi una piccola vendetta su Stiles.
 
 Il giorno dopo Stiles rimase chiuso in casa per tutta la mattina, non usci dalla sua stanza neanche per salutare il padre che andava al lavoro, accusando una brutta influenza e sostenendo che fosse meglio non avere contatti con nessuno.
Aspettò trepidante l'arrivo di Scott, e ogni minuto che passava sembrava un'ora.
Quando finalmente sentì l'auto di Scott imboccare il suo vialetto, dopo essersi accertato che fosse davvero lui, corse giu per le scale e si catapultò in macchina.
-Com'è andata oggi?- gli chiese premuroso Scott
-Mmh..- mugugnò l'altro per tutta risposta.
 
A dire il vero vorrei urlare e piangere e uccidere quel maledetto gnomo che ha deciso di portarmi al suicidio.
Vorrei che non fosse mai successo.. vorrei non aver mai detto o fatto tutte quelle cose imbarazzanti.. vorrei che Derek non fosse continuamente nella mia testa, nei miei pensieri, forse così il problema sarebbe meno grave...
 
Scott lo guardava seriamente dispiaciuto.
-Hai sentito tutto vero?- chiese Stiles sapendo gia quale fosse la risposta. E infatti Scott si limitò a muovere leggermente la testa su e giu.
Intanto erano arrivati davanti allo studio veterinario di Deaton.
Quando entrarono, il dottore si stava occupando di una cagnolina con dei problemi ad una zampa. Non si stupì più di tanto nel vedere i due, ma i ragazzi non ci fecero caso.
-Ragazzi.. che succede?- chiese,  terminando la fasciatura alla zampa della cagnolina.
 
Santo cielo sembra davvero il genio della lampada! Colpa di quel pizzetto, sicuro.. e non vorrei dire ma mi sembra che le orecchie siano leggermente a punta.. oh cavolo. L'ho fatto di nuovo.
 
-Prego?- gli chiese Deaton incuriosito.
-No ecco, il problema è che uno gnomo ha maledetto Stiles. - intervenne Scott mentre Stiles cercava di tenere a freno la mente. -e ora lui dice e fa qualsiasi cosa gli viene in mente senza rendersene conto!
-Caspita.. sul serio quindi..- disse il dottore lisciandosi il pizzetto con due dita. -Non preoccupatevi, ho quello che fa per voi.- continuò avvicinandosi a degli scaffali ed estraendone un vecchio libro polveroso.
Lo aprì ad una certa pagina ed indicò alcune righe, mentre leggeva:
-”Quando le tenebre oscureranno la mente, solo il sangue può liberarla”
-Aspetta, sangue?! Sangue in che senso?- lo interruppe preoccupato Stiles.
-Sangue di animale. Di procione sembrerebbe. -spiegò Deaton
-E cosa dovremmo farci con questo sangue di procione?- chiese allora Scott
-Un rituale, no?- rispose il dottore come se fosse una cosa scontata. -Stiles deve tingersi la faccia e il petto con del sangue di procione, disegnarsi sulla pelle dei determinati simboli, e poi eseguire una danza vicino ad un particolare albero, di solito un pioppo bianco è perfetto..
-cioè devo ammazzare un procione?- Stiles aveva smesso di ascoltare da quando Deaton aveva detto “sangue di procione”
-No non devi ucciderlo tu. Dev'essere già morto..
-CIOE' MI DEVO SPIACCICARE IN FACCIA DEL SANGUE DI PROCIONE PUTREFATTO?!
-è sicuro che funzionerà?- domandò dubbioso Scott al suo capo.
-Sicurissimo. - Asserì Deaton -questo è l'unico modo per fermarlo. È come se tu gli stessi offrendo un sacrificio, se lui accetterà, dopo ti lascerà in pace.
-Non so cos'è peggio sinceramente.. - Stiles non si sentiva per niente rassicurato. Neanche Scott era molto convinto, ma, per il momento, quella sembrava l'unica  soluzione possibile.
-Daccordo.. e c'è un momento in cui è meglio attuare il rituale? -Scott stava prendendo nota del necessario, deciso ad attuare il piano quanto prima per aiutare l'amico.
-Questa notte sarebbe perfetto. - disse Deaton consultando un calendario lunare -se la danza dovesse funzionare, lo gnomo si farà vivo e romperà la maledizione..
-Bene.. ho segnato tutto.. possiamo andare.-  fece Scott avviandosi alla porta dello studio, Stiles dietro di lui, si rigirò un attimo verso Deaton -Un'ultima cosa... saprebbe mica dove possiamo prenderlo un procione morto?- domandò prima di uscire.
-Ne investono parecchi ultimamente, fatevi un giro sul ciglio della strada, qualcosa trovate sicuro.
-Che rituale di merda...- mormorò Stiles mentre usciva dallo studio.
 
Quando i due ragazzi furono usciti Deaton tornò al suo lavoro, non prima di dire rivolto alla porta del ripostiglio –Non credi che sia una cosa troppo cattiva?
La porta del ripostiglio si aprì e ne uscì Peter Hale.
-Sicurissimo.. ricorda che mi ha dato fuoco per la seconda volta nella mia vita, con una molotov! Sai che vuol dire farsi lanciare addosso una molotov?!
-Stavi per uccidere i suoi amici..
-Non l’avrei mai fatto..- disse il licantropo incrociando le braccia offeso.
-Non lo so.. mi ha fatto tenerezza..
-Ti ha chiamato genio della lampada.
-Beh, tecnicamente non l’ha proprio detto..- rifletté Deaton. Peter alzò un sopracciglio.
-Oh la pianti di fare l’angelo custode?! È solo uno scherzo.. e poi la maledizione è a tempo, lo sai anche tu, quindi comunque finirà..
-Bah.. io però non ci vengo a vederlo saltellare nel bosco pieno di sangue di procione.- concluse il dottore mentre sistemava le ultime cose per chiudere lo studio.
-Ah, io invece non voglio proprio perdermelo!- sostenne  Peter giocherellando con un barattolo che il dottore prontamente gli tolse dalle mani.
-Andiamo, devo chiudere!- disse prendendo le chiavi  spingendo il licantropo fuori dallo studio.
 

******

NB: SIAMO CONTRARI ALLA VIOLENZA SUGLI ANIMALI- Nessun animale verrà veramente ucciso per realizzare questa fanfic °-°
:3

   
 
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