*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e
alcune relative al sesso. Non sono particolarmente eccessive e descrittive,
tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo genere di situazioni, è
pregato di non continuare a leggere.*
Un'ancora nel buio
Capitolo 2
Non era stato facile convincere Draco Malfoy a
seguirla senza fare storie e in cuor suo, era convinta che avesse accettato
quella costrizione solo ed esclusivamente perché gli avrebbe permesso di uscire
da quell’inferno che osavano definire prigione di massima sicurezza.
Neppure il cambiamento avvenuto, quando i Dissennatori erano stati banditi,
dopo la caduta di Voldemort, era servito a rendere migliore quel posto. I
secondini erano pur sempre Auror e lei sapeva bene cosa significava. Nessun
Auror, che conosceva, poteva essere definito rispettoso nei confronti di
presunti o, peggio ancora, dichiarati Mangiamorte.
Silente le aveva lasciato precise istruzioni in
merito. I primi tempi, finché non avessero trovato una sistemazione migliore,
lei e Malfoy, avrebbero dovuto vivere a Grimmauld Place n 12.
Lì per lì, l’idea non le era per nulla piaciuta e
continuava a non essere convinta di quella decisione. D’altronde, però, non
essendo nessuno per criticare un’idea del Generale, si era limitata ad
obbedire, sperando vivamente che suo fratello non s’intromettesse.
Avevano utilizzato un nuovo tipo di Metropolvere,
che il Ministero aveva ideato per i trasporti dei prigionieri più difficoltosi,
mettendo a punto un sistema, grazie al quale non avrebbero avuto modo di
fuggire. Erano spariti insieme da Azkaban e si erano ritrovati nel camino della
cucina dell’ex Palazzo dei Black. Ad attenderla, Ginny aveva trovato Remus
Lupin.
Il suo ex professore, le aveva tolto di dosso il
peso del biondino, che gravava sulla sua spalla. Peso esiguo, date le
condizioni in cui versava. “Tutto apposto?!”
Ginevra annuì, lanciando un’occhiata in tralice al
corpo inerme di Draco. Subito prima di permettere loro di andar via dalla
prigione, i secondini avevano proceduto all’iniezione obbligatoria, eseguita
ogni qual volta un detenuto doveva abbandonare Azkaban. Lo avrebbe reso
incosciente per un po’, evitandole problemi. Problemi che però, lei credeva impossibile
esistessero, con il Draco Malfoy che aveva ritrovato in quella cella.
Lo trasportarono al piano di sopra, in quella che
una volta era stata la camera di Sirius.
“Perché qui?!”
Lupin la guardò confuso. “E’ al secondo piano, più
isolata… e ha un bagno in camera. Mi sembra il posto adatto, no?!”
“Harry non la prenderà molto bene, lo sai, vero?!”
Gli occhi dell’uomo, furono attraversati da una
luce strana. Fu un istante e poi il suo sguardo tornò normale. “Lo so, ma dovrà
accettarlo. Non mi pare il caso di farti fare avanti e indietro da una camera
all’altra. Si tratta di una stanza… in fondo.”
“Per me e per te è una stanza, per Harry è qualcosa
di più… suppongo, ma forse mi sbaglio.”
Lupin le sorrise gentile, prima di adagiare il
corpo privo di sensi di Draco sul letto. “Non sembra neppure lui…”
Lo sguardo azzurro di Ginny, indugiò un poco sulla
figura del Mangiamorte. “Vero?! L’ho notato anche io… ma è pur sempre un
Mangiamorte e quindi-”
“…quindi non sottovalutiamolo.”
^^
Quando il torpore che lo aveva avvolto qualche
tempo prima, lo abbandonò, Draco intuì che c’era qualcosa che non andava. Era
seduto su qualcosa di troppo comodo, per essere il letto della sua prigione e
istintivamente, com’era abituato a fare da tanto, troppo tempo, serrò gli occhi
cercando di capire se c’era qualcuno con lui in quel luogo.
I sensi, ormai sviluppati grazie alla cecità, lo
avvertirono della presenza di un’altra persona. “Chi c’è?!”
“Ti sei svegliato… finalmente.”
Non aveva modo di guardare in faccia la donna che
gli stava parlando (perché di donna si trattava, questo lo poteva capire dalla
voce), ma era quasi sicuro che stesse sorridendo divertita. Lo capiva dal tono.
“Chi diavolo sei?!”
Stavolta la risatina fu udibile. “Sempre molto
gentile, vero Malfoy?!”
Quel modo di pronunciare il suo cognome, era tipico
di chi lo disprezzava. “Non vedo perché dovrei mostrare gentilezza, a qualcuno
che non ha nemmeno avuto l’educazione di presentarsi.”
“Cosa ti cambierebbe?!” Gli domandò la voce, con fare
indispettito. “Avrai capito che sono un Auror, no?! Non penso che i tuoi
compagni Mangiamorte si prenderebbero il disturbo di venirti a liberare, quei
pochi che sono sopravvissuti… intendo. Inoltre non penso che i secondini ti
avrebbero lasciato andare così facilmente.”
Draco si spostò una ciocca dagli occhi, vincendo la
tentazione di aprirli. “Voglio sapere con chi diamine sto parlando. Ne ho tutto
il diritto.”
“…e io ho quello di non dirtelo, Malfoy.”
Il rumore del bussare sulla porta, distrasse i due
ragazzi dalla conversazione tutt’altro che piacevole. “Avanti.” Mormorò la
rossa, combattuta tra l’idea di tacere sulla sua identità, evitandosi così
problemi e quella di svelargli che era una Weasley, scatenando le ire del
prigioniero. Oddio, doveva smetterla di chiamarlo a quel modo. Era libero,
ormai. Era un cittadino come tutti gli altri.
“Disturbo?!”
Ginevra sporse il capo, trovandosi davanti il volto
di Harry. Non aveva l’aria propriamente felice e le bastò guardarlo, mentre
gettava occhiate qua e là nella stanza, per intuirne il motivo. “No, vieni…
entra.”
Il biondino fece schioccare la lingua, spazientito.
“Se non vi è di troppo peso, razza di… lasciamo perdere! Si può sapere chi
diamine sie-”
La rossa sussultò, portandosi accanto ad Harry e
studiando attenta, la reazione di Malfoy. Si era bloccato tutto ad un tratto e
si massaggiava le tempie, il che non seppe come, ma non le fece presagire nulla
di buono.
“Tu sei… Potter. Ho riconosciuto la tua voce…”
Il moro si fece più avanti, calcando bene il suono
dei passi sul pavimento di legno. “E se anche fosse, Malfoy?”
“Cosa… cazzo ci faccio in questo posto? Perché sei
qui e chi è quell’altra?!” Chiese furibondo, tentando invano di alzarsi dal
letto.
Harry lo spinse di nuovo giù, sorridendo
soddisfatto. “Sta’ calmo. Se avessimo voluto farti del male, lo avremmo già
fatto… siamo Auror, non sporchi assassini come te.”
“Non mi preoccupo di questo, so difendermi… non
riuscireste a farmi niente.”
“Ne sei proprio sicuro?!” Soffiò compiaciuto il
soldato, a pochi centimetri da lui, sfuggendogli subito dopo. “In fondo sei
cieco e senza forze. Potrei ucciderti e dire che è stato un incidente, non
credo che i miei colleghi si farebbero tanti problemi a mantenere il segreto…”
“Adesso basta!!” Li interruppe Ginevra arrabbiata.
“Harry piantala di provocarlo. Sai perfettamente che tutto quello che dice,
adesso vale meno di zero, quindi non abbassarti al suo livello.”
Draco fece scattare la testa di lato, curvando le
labbra in un sorriso malefico. “Potter! Ti sei fatto la ragazza?!”
Ginny per poco non si lasciò sfuggire di mano
l’asciugamano, che aveva afferrato dalla sedia. L’aveva riconosciuta. Si
schiarì la voce, benché non ne avesse bisogno. Mossa tattica, voleva guadagnare
tempo… non sapeva cosa rispondere. Harry, fermo a poca distanza da lei, non
l’aiutava di certo, impassibile nella sua tranquillità.
“…quanto sei spiritoso, Malfoy.” Sibilò pungente,
raccattando ciò che aveva fatto cadere e tornando a guardarlo. Perché diamine
non apriva quegli occhi? Le sembrava di parlare con… con… non sapeva neppure
lei, però era fastidioso. “Noto che il sarcasmo da serpente non ti ha
abbandonato. Bene, ma qua siamo nel mio territorio e… prima che tu inizi ad
insultarmi o ad offendere la mia famiglia, sappi che la tua salute e
quant’altro, da oggi in poi dipendono da me.”
“Mi stai minacciando… Weasley?!” Pronunciò
il suo cognome come era solito fare ai tempi di Hogwarts.
Ginevra sbuffò in modo perfettamente udibile.
“Chissà… forse sì, forse no. Ora se vostra maestà fosse così gentile, da
rinfoderare la lingua biforcuta di cui è dotato… sarebbe il momento di farsi un
bagno.”
Le guance di Draco, si tinsero di un rosa molto
tenue. “E me lo fai tu, Weasley?” Domandò con tono malizioso, curvando
le labbra in quella che pareva essere l’ombra di un ghigno.
“…oh sì, certo.” Ribatté piatta Ginny, posandosi un
dito sulla bocca e facendo segno ad Harry di non dire una parola.
Dal canto suo, il moro faticò non poco a trattenere
una risatina, nascondendosi dietro una mano e soffocando il tutto con la scusa
di schiarirsi la voce. “Allora io… me ne vado. Buon bagno, furetto.” Uscì,
sbattendo la porta.
Il ringhio sommesso, che fuoriuscì dalla gola di
Malfoy, non fece né caldo, né freddo alla rossa che con massima tranquillità,
si limitò ad aiutarlo ad alzarsi dal letto, guidandolo poi verso il bagno di
cui era dotata la camera da letto. “Guarda che io scherzavo, Weasley, non ho
alcuna intenzione di… farmi fare il bagno da te.”
“Figurati se ho voglia di perdere del tempo,
guardandoti in certe condizioni, Malfoy… mi pare ovvio che non sarò io a
lavarti.”
Il biondino si bloccò, cercando a tentoni un
appoggio e aggrappandosi con forza allo stipite della porta, che aveva
individuato. “E chi allora?!”
Ginevra sbuffò scocciata. “Un elfo domestico.”
“Non se ne parla!”
“Malfoy non ho intenzione di rischiare uno
svenimento ogni qual volta mi avvicino a te. Sono secoli che non fai un bagno…”
Replicò concisa, trattenendosi per pura umanità, dall’alzare il volume della
voce più di quanto già non stesse facendo.
Draco ebbe l’impulso di aprire gli occhi, ma si
frenò. “Faccio da solo allora…”
“Non puoi! Rischieresti di farti male…”
Il tono di Draco si fece più duro, secco. “E cosa
te ne importa?!”
La ragazza si fermò a metà tra la camera e il
bagno. Non aveva mica tutti i torti il biondino. Cosa importava a lei? Era solo
uno stupidissimo incarico e di certo non le avrebbero detto niente, se avessero
ritrovato il prigi- Malfoy con qualche livido di troppo. Inoltre la rendeva
nervosa quel vizio di tenere gli occhi chiusi… lei era abituata a confrontarsi
con le persone, scambiandosi normali sguardi… anche d’odio se necessario!
“Non provocare Malfoy… non mi costa nulla mollarti
qui, in mezzo alla stanza.” L’altro cercò di parlare, ma lei lo anticipò, con
stizza. “…se non lo faccio, è solo perché sono un Auror serio. Non mi va di
trovarmi in situazioni imbarazzanti a causa tua, quindi d’ora in poi si fa come
dico io!”
^^
“E così… oltre ad occuparti a tempo pieno di lui,
devi accompagnarlo da Piton una volta alla settimana?!” Chiese sconfortato Ron,
abbandonando la tazza di caffè fumante sul tavolino di metallo.
Ginevra sospirò, annuendo appena. “Sì, stanno
perfezionando la sua cura… di conseguenza, almeno una volta ogni sette giorni
devo accompagnarlo per dei controlli.”
Harry salutò di sfuggita un collega, di passaggio
lungo uno dei corridoi del quartier generale, poi le sorrise. “Vedila così.
Quei controlli servono a togliertelo di torno, pazienza se ti tocca subire la
presenza di Piton…”
“…la fai facile tu…” Biascicò poco convinta la
rossa, sorseggiando una tazza di thè e lasciandosi sfuggire una smorfia, dopo
essersi scottata. Il moro non riuscì a trattenere una risatina.
I tre, furono raggiunti da una trafelata Hermione.
“Ron! Il Capitano vuole vederci… riguarda l’attacco dei Nuovi Mangiamorte,
quello dell’altra sera, ci sono novità!” Lo richiamò, cercando di agganciare nervosamente
il mantello blu da Auror. La lunga treccia crespa, dondolava sulla spalla.
Il rosso sbuffò, scuotendo la testa. “Maledetti
teppistelli… non ci lasciano vivere tranquilli nemmeno un attimo!” Salutò
entrambi con un cenno veloce e raggiunse la ragazza, aiutandola a sistemarsi la
divisa, per evitarle un crollo di nervi di primo mattino.
Le labbra di Ginny si stirarono in un sorriso.
Adorava guardare Hermione e Ron insieme, quando non litigavano. Lo diceva fin
dai tempi della scuola che quei due erano fatti l’uno per l’altra. Sobbalzò
appena, quando sentì un braccio di Harry cingerle la vita e trarla a sé,
stringendola in una morsa decisa, ma leggera. “…dai, non in pieno quartier
generale…”
“Ma se non c’è nessuno!” Replicò Harry, sorridente,
con la testa nascosta nell’incavo del suo collo. Con un gesto veloce della
mano, le spostò la treccia d’ordinanza dietro la spalla e le affondò i denti
nella pelle candida, succhiando appena.
La ragazza appoggiò le mani, piccole e affusolate,
sul petto largo dell’amico, cercando di allontanarlo. Senza successo. Qualche
istante dopo, a pochi centimetri dalla sua spalla, spiccava un bel segno rosso,
magistralmente ricoperto dal moro con l’acconciatura. “Uh fa malino, c’hai
messo impegno eh…?!” Tastò appena la parte offesa, provocandosi una fitta
leggera.
“…che ci posso fare, ne avevo bisogno.” Ribatté
facendole un sorriso giocoso e toccandole la punta del naso con l’indice. “Ora
è meglio che vada, altrimenti quell’aguzzino dell’allenatore mi farà fare gli
straordinari. Tu devi tornare dal malato, vero?!”
Ginevra annuì, con espressione sconfortata. “Mi
tocca… ah no! Prima devo passare in tribunale!”
“Ancora quella faccenda?!” Domandò perplesso Harry,
grattandosi la nuca e passandosi un dito sul naso. “-Acc… devo abituarmi alle
lenti, mannaggia.- ma scusa, non avevi già risolto tutto?!”
“Purtroppo no.” Disse, abbassando lo sguardo. “…lo
credevo, ma a quanto pare non basta essere Auror ed essere qualificate, servono
requisiti che devono controllare un milione di volte!”
Il giovane Potter scosse la testa. “Mi spiace. Non
capisco, eppure tu saresti perfetta secondo me. Anche se…”
“No, non chiedermelo di nuovo, Harry… ti prego.” Lo
anticipò lei, con occhi supplichevoli. “Bastano già le paranoie di mio
fratello. Sì, sì… ne sono più che convinta, davvero.”
Il ragazzo sorrise incoraggiante. “Mi fido delle
tue scelte, Ginevra. Ora scappo, ci vediamo più tardi…” Le stampò un bacio,
all’angolo della bocca, arruffandole un po’ la parte di chioma libera dalla
treccia, con una mano.
Quando rimise piede a Grimmauld Place n.12, si
pentì di non essere rimasta al quartier generale degli Auror. Aveva lasciato
Draco Malfoy profondamente addormentato, tenuto sotto controllo dall’elfo
domestico che le avevano messo a disposizione. Lo trovò perfettamente sveglio,
seduto sul letto e con un umore pessimo.
“Oh la carceriera è tornata.”
Ginny scrollò le spalle, infastidita. “Carceriera?
Vuoi che ti riporti ad Azkaban? Magari lì ti trattavano meglio, Malfoy.”
La bocca pallida e secca di Draco, si curvò in un
ghigno dei suoi. “…ma come siamo permalose, Weasley!”
Ne era sicura. O smetteva di usare quel tono quando
pronunciava il suo cognome, o l’avrebbe pagata molto cara. “Ma come siamo
rompipalle Malfoy.”
Un lungo fischio uscì dalle labbra del biondino.
“Ollallà, che finezza! Una vera signora…”
Ginevra borbottò qualcosa di ancor meno signorile,
fortunatamente a bassa voce. “Non sono una signora, furetto dei miei stivali,
sono un Auror. E bestemmio anche! Ora, ringrazia che sei cieco, altrimenti
t’avrei fatto un occhio nero.”
“Cosa c’entra il fatto che sono cieco?!” Sbottò
risentito il giovane, incrociando le braccia al petto e voltando la testa nel
punto in cui, pensava ci fosse la sua interlocutrice.
La rossa sollevò un sopracciglio, con fare altero.
“C’entra che così non c’è soddisfazione.”
Draco si lasciò scappare un brontolio. “…aspetta
solo che riprenda l’uso degli occhi-”
“Non vedo l’ora, Malfoy, non vedo l’ora.”
Un leggero scricchiolio, avvisò entrambi
dell’entrata di qualcuno. Ginny abbassò lo sguardo, trovandosi di fronte il
piccolo elfo domestico, con in mano il vassoio della colazione. I medici che
seguivano Draco, gli avevano prescritto una dieta particolare. Doveva
recuperare tutto il peso e le sostanze, che aveva perso durante quei due anni
rinchiuso nella prigione.
“E’ arrivata la tua colazione…”
Il biondino scostò le coperte, allungando le
braccia verso il vuoto. “Passamela…”
Ginevra aggrottò la fronte. “Come diamine pensi di
poter mangiare da solo?!”
“…secondo te, come ho fatto fino ad ora?!”
“Malfoy, lì ti davano pane e acqua, non mi sembra
tanto difficile tenere in mano una pagnotta e una tazza. Qui si parla di cibo
molle e soprattutto bollente…” Lo riprese sarcastica. Chiuse gli occhi e
inspirò profondamente. Doveva calmarsi o l’avrebbe preso a sberle.
Draco fece spallucce. “Me la caverò, di certo non
mi va di essere imboccato come un bambino.”
“…oh e invece lo farai.”
“Non ci penso neanche lontanamente!” Fece
scandalizzato il biondo. “Piuttosto non mangio!”
Gli occhi blu di Ginny saettarono. “Oh fa’ come ti
pare. Puoi portare via il vassoio…” Si rivolse all’elfo domestico, facendogli
però segno di diniego con la testa e successivamente, invitandolo ad uscire con
un gesto della mano. Aveva ancora il vassoio, stretto nell’altra.
Le guance di Draco si imporporarono appena, quando
un rumore sordo riecheggiò nella stanza. Aveva fame, maledizione, eppure lui
era un Malfoy, non poteva abbassarsi a chiedere in quel modo. A lui toccava di
diritto mangiare! “Oh al diavolo. Fatti riportare quella maledetta colazione,
Weasley!”
“Fame?!” Chiese ironica la rossa, sedendosi sul
letto. “…ma guarda che non tocchi nulla, se non ti fai aiutare.”
“Piccola vipera…”
La ragazza sorrise trionfante. “Grazie del
complimento…”
Quando il piatto con uova e pancetta fu a metà,
Draco sembrò spazientirsi. Doveva essere un gran sacrificio, per uno come lui,
calarsi ad un tale livello, da avere bisogno di aiuto anche per piccole cose
come quella. “Non… non azzardarti a dire in giro di questa… questa cosa!
Chiaro?!”
Ginevra lo guardò perplessa, sbattendo gli occhi.
“Tranquillo! Non ho certo intenzione di rovinarmi la reputazione, andando a
spifferare ai quattro venti che faccio da balia a te.”
Il biondino ebbe un fremito di rabbia. “La tua
reputazione?! Sono io che vengo imboccato come un neonato… è la mia
reputazione che andrebbe in malora!”
“Quale reputazione, Malfoy?!” Commentò sardonica
lei, con un versetto compiaciuto. “Quella che ti sei bruciato quando sei finito
ad Azkaban?! O quella che ti sei costruito come sporco assassino?!”
Ginny ebbe la certezza che se non fosse stato
cieco, Draco l’avrebbe fulminata col solo sguardo. Eppure il ragazzo continuava
a fremere, stringendo convulsamente le lenzuola nei pugni serrati, bianchi per
lo sforzo. Si ostinava a stringere gli occhi e a sfogare la frustrazione
digrignando i denti e provocando uno stridio fastidioso.
“Non preoccuparti…” Aggiunse con voce più dolce,
sorridendo seppur non vista. “Non lo dirò a nessuno, Malfoy.”
Il ragazzo si rilassò, appena.
Continua…
________
Eccomi qui con il secondo capitolo. Ho preferito mandare questo,
prima del nuovo capitolo de “Il Morso del Serpente”, che è quasi pronto, poiché
ho notato che la trama vi ha entusiasmato tanto ^^ e di questo, credetemi, ne
sono davvero felice.
Volevo prendere qualche riga, avvisandovi che con tutta
probabilità la mia partenza per Roma è spostata di 15 giorni. Di conseguenza
dovrei, dico dovrei, riuscire a terminare almeno una delle storie e
probabilmente, proprio Il Morso del Serpente, che è la più breve. =)
Ringrazio immensamente tutti coloro i quali hanno recensito questa
storia ^^
Mary1986: spero di aver fatto sufficientemente
presto ^^
Yuna: Harry… eh, non è mica solo eh *-* non
so se avevate capito il fatto del “rapporto speciale”, ma anche se teoricamente
Ginny ed Harry sono single, in realtà… non lo sono… ehm, come faccio a
spiegarlo? ^^’’’
_Kristel_: grazie del votone ^^ sei sempre molto
gentile. Sono contenta che la trama ti ispiri… spero che continui a piacerti =)
Sissichi: dunque, la complicità tra Harry e
Ginny non è sempre amichevole. Dipende dai giorni, dall’umore di entrambi e da
taaanti altri fattori =) Diciamo che è un rapporto che, da due come il moro e
la rossa, non ci si aspetta ^^
MaryAngel: ecco la reazione di Malfoy. In
perfetto stile Malfoyano, direi =P Ci saranno sviluppi… ovviamente ^^
Sabryy: eccomi qui con l’aggiornamento!
Grazie mille del voto e del complimento!! ^^
Malesia: grazie =) gentilissima… spero che
l’aggiornamento sia di tuo gradimento… (zam zam! C’era pure la rima XD)
Serena: ^^ oddio, sti complimenti mi fanno
arrossire… mi ci dovrò abituare ancora. *-* sono felice che la storia ti
piaccia…
Angele87: purtroppo io ho fin troppa
ispirazione, ma capita spesso che abbia “nuove” ispirazioni e mi impantano
sulle vecchie storie (vedasi NpS)… mi darò da fare per non trascurarne nessuna
^^
Vega: ecco sì, appunto. Un rapporto tra
Ginny ed Harry “così” non è mai stato… scritto. O almeno nelle storie che ho
letto io. C’è sempre stato amore platonico, o amore travolgente, o amore
traballante… ma mai solo questioni fisiche. E cosa c’è di meglio di un rapporto
strano, per far imbestialire il biondino? XD
RachelDickinson: grazie dei complimenti. ^^ Spero di
essermi sbrigata abbastanza. Purtroppo sto seguendo 4 longfic e taaante oneshot
che ho in mente, di conseguenza… vado a rallentatore -.-
Marian86: ^^ sono felice che ti piaccia il mio
lavoro. Grazie del voto °.° e sì, cioè povero Draco sì… ma in fondo non è per
sempre, le cure tra i maghi esistono… e poi mi piace l’idea di un Draco che,
per una volta, è costretto a farsi aiutare! (a me no! ndDraco il tuo parere non conta ndLettori ah grazie -.- ndDraco prego! ^^ ndLettori)
Tink: a distanza di pochissimo tempo eccoti
il nuovo capitolo! Ehi!! Quello de Il Morso Del Serpente è stato inviato…
visto? Spero che ti siano piaciuti entrambi ^^
Pallina: grazie mille dei complimenti *-* beh,
come sai io non ho particolari preferenze tra la coppia H/G e quella D/G, anche
se ammetto che preferisco scrivere una D/G, rispetto ad una H/G… forse perché
Draco riesco a caratterizzarlo meglio, mi viene più… spontaneo, chissà! ^^
Gajra: eccomi qui… col nuovo capitolo! Spero
di non averti fatto aspettare troppo!
*Stefy*: ti ringrazio per i complimenti sul
mio “talento”. Sono apprezzamenti che fanno sempre piacere =) Sono contenta che
la storia ti sia piaciuta =)
Anonima: non ci credevo neppure io, quando ho
iniziato a scriverla… veramente… ma alla fine ne sono soddisfatta ^^
Aura: grazie del voto *-* wow 10 e lode,
addirittura! Postato abbastanza in fretta… direi, considerata la velocità con
cui aggiorno di solito!
Poyel: eheheh se ne vedranno delle belle!!
^_^
Oryenh: scritto e pubblicato!!! ^^
Alexiel84: che bello!! Leggi e segui anche
questa storia!! ^^ sono felice!! ^^ spero di non averti deluso col secondo
capitolo =)
Sendy Malfoy: agli ordini!!
Ryta Holmes e Lynn Wolf: ahhhhh finalmente!! Potevo aspettare
a vita la vostra recensione >.< eh va beh, capita! Speriamo che il
secondo capitolo vi sia piaciuto!! ^^
Luna Malfoy
Fatemi sapere
che ne pensate ç___ç vi prego!
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