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Autore: ValeA    01/05/2013    1 recensioni
«La faccio breve...» Sperava che lui le dicesse che provava qualcosa per lei ma non se ne rendeva conto quanto fosse lontana dalla verità. Si stava sbagliando troppo.
«Tre mesi fa mi sono accorto che mi seguivi ovunque andassi, pensavo che fosse finita prima o poi ma vedendoti ancora qui...» sospirò. «Non lo è. Sono qui per dirti che sono stanco di non poter uscire tranquillamente senza che ci sia tu e ti conviene non farti più vedere perchè a me non piaci e non potrai mai piacermi!» La guardò per circa dieci secondi e poi riprese il suo discorso «Guardami e guardati... Siamo troppo diversi!»
Si era mai vista una storia tra un ragazzo popolare e una ragazza ''sfigata''? Forse sì, nelle trame dei film o dei libri ma quella era la vita reale e non sarebbe mai potuto succedere anche perchè dopo due settimane quel ragazzino dovette trasferirsi con i suoi familiari in America per il loro lavoro.
Lei non lo vide più dopo quella volta.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23

Pov Sophie

Sono SuperMegaExtraIper felice.
Non perchè oggi è il mio compleanno, cioè lo sono anche per quel motivo ma il motivo principale è Harry.
Sì, perchè è stato dolcissimo. Mi ha fatto una sorpresa che apprezzo e amo molto.
Stamattina mi sono svegliata e mi sono ritrovata sulla mia scrivania, probilmente glieli avrà poggiati mia madre, un bel mazzo di rose.
Sedici rose, sedici come i miei anni. Nessun biglietto, nessun riferimento a lui, ma era ovvio che fosse lui, no?
Amavo le rose rosse, si abbinavano perfettamente ai miei capelli, oltre ad essere i miei fiori preferiti.
Mi piaceva il loro colore così acceso e soprattutto il profumo che emanavano, era inebriante.
Ok, forse il compleanno mi sta già dando troppo alla testa e non sono nemmeno le 10.00 di mattina. 
Vibrò il cellulare, mi fiondai vicino al comò. Mi piaceva leggere i messaggi d'auguri, mi sentivo al centro dell'attenzione.
4 messaggi non letti, lessi il primo. Era di Joyce la mattiniera, il messaggio era stato inviato alle 6.30.
"Buongiorno Soph!" un semplice buongiorno? Nessun augurio di buon compleanno? 
Forse col secondo messaggio sarebbe andata meglio. Il secondo era di mia cugina Kim.
"Auguriii cuginetta, quando meno te l'aspetti ti verrò a trovare <3 Ti voglio bene!" almeno la mia adorata cuginetta si era ricordata del
mio giorno. Peccato, che non è mai ricambiato. Io non sono brava a ricordare i compleanni e quello di mia cugina Kim è uno di quelli che dimentico, come quello di mia madre o mio padre o addirittura di mio fratello, non facevano eccezione quelli delle mie amiche.
Una volta avevo dimenticato il compleanno di mia madre e dopo che aveva tentato di farmelo capire in tutti i modi, io avevo compreso
male le sue parole perchè avevo augurato un buon compleanno a mio padre.
Le risposi con un "Grazieee Kim, ti voglio bene anch'io <3" e passai subito al terzo messaggio.
Era Julie. "Buongiorno.." ma come?! Lei ha una memoria infallibile! 
Non poteva non ricordarsi il mio compleanno. Ma oggi che avevano le mie amiche?
Mi consolai con l'ultimo messaggio, era di Harry. Facendomi quel mazzo di rose mi ha dimostrato che si ricorda il mio giorno di nascita.
"Buongiorno amore! :) ci vediamo più tardi!" Ok, pensavo male. Neanche lui. Forse me li volevano fare di persona.
Iniziai a prepararmi, se perdevo tempo sarei arrivata in ritardo.
Prima di entrare nel box doccia per lavarmi, presi il cellulare. Dovevo pur rispondere ai messaggi ricevuti.
"Buongiono.. Splendida giornata, vero? Mi sono alzata di buon umore, chissà perchè :D" inoltrai a Joyce, Julie ed Harry. 
Josh invece non inviò nulla ma da lui c'era da aspettarselo, non faceva gli auguri neanche a sua sorella.
Speravo che capissero a cosa si riferisse il mio messaggio.
 

 

Pov Joyce

Penso che se la sia bevuta, tutti stiamo facendo finta di non ricordare il suo compleanno perchè abbiamo organizzato una festa a sorpresa stasera e lei non deve sospettare nulla.
«Guarda..» Julie mi mise il suo I-phone sotto gli occhi, vidi che c'era lo stesso messaggio che Sophie aveva appena invitato a me.
Portai sotto gli occhi della bionda il mio Blackberry per farglielo notare.
«Che le rispondi?» domandai vedendo la mia amica pigiare ripetutamente le mani sullo schermo. Finì di scrivere e dopo averlo inviato me lo fece vedere. "Ma sta piovendo e mi sono alzata di pessimo umore..» non poteva essere una splendida giornata, il sole era nascosto tra le nuvole e piovigginava da almeno tre ore, nulla di strano. 
Era normale avere un tempo del genere a Londra, soprattutto nel periodo di Dicembre.
La risposta non tardò ad arrivare " :( "  una semplice faccina triste.
Mi faceva tenerezza, pensava che nessuno se lo fosse ricordato.
A dir la verità è così, alcuni dei miei amici l'avevano scoperto ieri e per fortuna tra questi non c'era Harry. Lui se l'era ricordato e le
aveva già comprato un regalo la settimana scorsa.
«Ci metterà il broncio tutta la giornata.» constatai, lei ci teneva. 
Aspettava i sedici anni fin da bambina, però non stava festeggiando perchè aveva preferito partire per L'America per le vacanze natalizie da sua cugina Kim, ero attaccatissime e quando quest'ultima si trasferì in America con i genitori, Sophie pianse per tre settimane, poi era passata al periodo di silenzio ed infine quello delle chiamate ad ogni ora e momento della giornata.
I suoi genitori le aveva imposto due scelte di cui solo una era fattibile, o festeggiare il compleanno in grande con gli amici e quasi tutta la scuola o partire per quindici giorni dagli zii e la sua adorata cugina rossa, sarà una cosa di famiglia avere tutti i capelli rossi.
Lei aveva scelto il viaggio dopo due settimane, non la vedeva da molto tempo e aveva una voglia matta di visitare l'America e soprattutto
Los Angeles, la città dove abitava Kim.
«Non dopo stasera...» mi assicurò, non potevo darle torto.
Le stavamo regalando la festa che voleva organizzare, non proprio come nei suoi piani ma simile. 
Nella nostra idea invece di tutta quella confusione che voleva, c'eravamo solo io, Julie, i ragazzi, Eleonor, Doug e anche mio fratello Josh che per non so quale motivo erano amici da quando lei aveva cinque anni e lui sette, anzi erano migliori amici.
é strana una cosa del genere, ma è così. Io e Julie siamo le sue migliori amiche e mio fratello è il suo migliore amico.
«Hai ragione.» concordai, appunto.
La vidi piena di fogli e mentre li sfogliava, sbuffava. Ma quanti erano? Le chiesi cosa erano e da dove provenivano, mi rispose che erano tutte le richieste che le avevano fatto i ragazzi della scuola su cosa non andava in quella scuola. 
Se ne era pentita di essere in quel posto, ogni volta che c'era un problema la disturbavano durante la lezione o addirittura mentre svolgeva una verifica, qualche volta erano anche i professori a rivolgersi a lei. 
Aveva preso il suo compito troppo seriamente e gli altri ne approfittavano della sua bontà. Pur di non scontentar nessuno ci rimetteva lei.
«Non devi per forza accontentare tutti, soprattutto non devi far contento Thompson.» ancora quel vecchio pensava che i colpevoli del disastro nella sua macchina l'avevamo archittettato e messo in atto io ed Harry.
«Vi faccio mantenere una media decente a te e al riccio.» questo era anche vero, sapeva che era una delle nostre più care amiche e lui chiudeva un occhio con noi. 
«Hai ragione, di nuovo.» andavo troppo d'accordo con lei, di solito ci trovavamo a pensarla diversamente e finivamo a baltibeccare, poi arrivava Sophie a farci smettere e farci notare che ci stavamo comportando da bambine.
«Oggi prenditi un giorno di riposo, dobbiamo pensare alla festa di stasera e nulla di più.» non poteva rovinarsi il weekend in quel modo, non poteva pensare di passare la giornata su quei fogli, non con me presente.
«Cosa ha intenzione di fare, capo?» disse uscendo la testa da quel mucchio di carta. Era buffa con quella faccina sconsolata.
«Andiamo a rompere le palle a Louis?» era allettante come idea, sicuramente lì c'era anche Eleonor. 
Ci pensò un po' su e poi annuì. «Andiamo.. Che aspetti?» andare da Louis era sempre una buona idea, anche con una frase ti fa divertire e nei momenti in cui se giù di morale con una sola parola ha il potere di cambiarti l'umore.
Julie aveva imparato a conoscerlo bene in questo ultimo periodo e sapeva che persona fantastica è. 
Negli ultimi tempi Julie e Sophie avevano legato con i ragazzi, non che prima non si parlassero ma ora c'era un rapporto che può essere
definito come amicizia. Io stavo imparando a conoscere Zayn e eccetto qualche baltibecco andavamo d'accordo.
Non era lo Zayn che mi aspettavo, mi aveva sorpresa. 
Quando all'età di dodici anni mi ero presa un cotta per lui, lo immaginavo un ragazzo sicuro di sè e a cui piace l'essere popolare, un 
ragazzo a cui piace cambiare la ragazza ogni settimana se non ogni giorno e poteva anche sembrarlo ma dopo quattro anni mi sono resa conto di essermi fatta un'idea sbagliata su di lui. 
Era consapevole di essere bello e aveva la mania di far apparire la sua figura su qualunque cosa la riflettesse, ma non era uno di quei ragazzi che andava in giro a rimorchiare ragazze e vantarsi delle generosità che madre natura gli aveva donato. Non era un tipo come Landon e questo era un bene. 
Ho scoperto in lui anche una persona timida che ogni tanto si estranea dal gruppo e si fa gli affari suoi, una persona divertente che sa fare delle faccie buffe magnifiche, un ragazzo che dice quello che pensa senza mezzi termini, soprattutto avevo scoperto in lui un ragazzo che non amava cambiare ragazza abitualmente, è un ragazzo tranquillo e simpatico ed anche un buon baby-sitter.
Una volta si era offerto volontario di badare a mia sorella quando Louis era impegnato con Eleonor ed io non potevo stare con lei perchè avevo preso altri impegni. Mia sorella lo adorava, parlava sempre bene di lui e sperava che le ricapitasse di nuovo un'occasione del genere.
Da quello che aveva raccontato del suo periodo vissuto in America, io mi aspettavo Zayn simile a un "bad-boy".
Aveva detto di aver avuto un paio di ragazze ed essere stato sospeso qualche volta, mi aspettavo il peggio da quelle affermazioni e invece era simile un po' a me ed Harry a livello scolastico. Ogni tanto per caso anche lui si trovava in presidenza, soprattutto perchè si faceva beccare mentre fumava tranquillamente durante l'ora di lezione o nei bagni prima dell'inizio.
Io e Harry non visitavamo più il preside assiduamente, qualche volta Thompson ci aveva mandati nella sua saletta ma lui aveva sempre chiuso un occhio perchè sapeva che il professore non ci sopportava più di tanto dopo "l'incidente della sua auto".
Rispetto all'anno prima erano diminuite drasticamente le visite dal preside, erano diminuite anche quelle da Kate, la segretaria.
Vi andava molto spesso Julie per via del suo ruolo attuale in quella scuola, Kate l'aiutava in quell'arduo compito e in questo ultimo periodo anche per l'organizzazione della festa, mancavano circa dieci giorni.
Voleva fare la miglior festa di sempre, voleva sorprendere tutti e far passare una bella serata e far capire alla gente che la reputava incapace che non lo è, oltre che a fare quella festa per dispetto a Brianne.
Che fine aveva fatto Brianne in quest'ultimo periodo? Era ancora la fidanzata di Niall, lui però era intenzionato a lasciarla ma ogni volta che ci tentava succedeva sempre qualcosa che glielo impediva e quindi sempre rimandava il discorso.
Lui si era stancato di quella petulante, non faceva altro che lamentarsi anche per le cose più banali. 
Le si spezzava un' unghia? Si lamentava. 
Con l'umidità le si ricciavano i capelli? Lei si lamentava.
La sua estetista non era riuscita a toglierli la peluria sotto il naso? Si lamentava.
Non producevano più il suo lip-gloss preferito? Si lamentava.
Veniva voglia di darle una testata molto forte sulla bocca e farle cadere tutti i denti, impedendole di parlare per una buona volta.
Era impossibile sopportarla, non riuscivo a capire come Niall l'aveva sopportata in questi mesi o perchè si era messo insieme a lei.
Lei gli ordinava anche di non uscire con i suoi amici e lui ogni volta la madava tranquillamente a quel paese e usciva con noi. 
Anche per questo motivo Brianne non faceva altro che odiare sempre di più Julie, Niall la preferiva alla sua ragazza nonostante non andassero granchè d'accordo. 
Liam gli aveva consigliato di lasciarla quanto prima, perchè quel rapporto per lui era una sofferenza e ne risentiva anche la sua media scolastica, il mio ragazzo si era offerto di aiutarlo a recuperare senza che quella strega si intromettesse.
Era da circa due settimane che gli dava delle ripetizioni e sembrava che stesse migliorando.
Liam era sempre pronto ad aiutare un amico e questo lo apprezzavo molto ma non mi piaceva la sua gelosia insensata nei miei confronti e in quelli di Zayn, non vedeva di buon occhio questa pseudo amicizia.
Gli avevo rassicurato mille volte che non c'era nulla di male, che come ero amica di Louis, Harry e Niall, lo ero anche di Zayn.
Ma non riusciva a stare tranquillo, sembrava che ci voleva tenere sott'occhio quando parlavamo.
Gli avevo confermato che per me Zayn era un amico, che la cotta che avevo per lui si era fermata a quattro anni fa ovvero prima che partisse e che era solo una cotta fanciullesca.
Non ero neanche entrata nel periodo dell'adolescenza.
Louis e Eleonor vivevano la loro storia serenamente, insieme erano due forze della natura. 
Le idee stravaganti di Louis venivano messe in atto da entrambi ed erano simpatici e divertenti da vedere.
Si amavano veramente, lui non aveva mai guardato nessuna ragazza come guarda lei e quest'ultima quando lo vede le brillano gli occhi.
Anche Harry e Sophie vivevano la loro relazione tranquillamente, si amavano e non facevano altro che dimostrarlo con baci e bacetti.
Lui era geloso di lei, non le si poteva avvicinare un ragazzo che lui iniziava a guardarlo male, malissimo. E la stessa cosa era al contrario, neanche da lui si poteva avvicinare qualcuna oppure partiva la gelosia.
«E se è impegnato?» eravamo appena arrivati davanti casa di Louis. 
«Julie, lo conosco bene... a quest'ora o sta dormendo o in casa ci sono i ragazzi.» ne ero sicura. 
La domenica mattina era sempre così, si alzava tardi e di solito venivano i ragazzi a svegliarlo. E le abitudini non cambiano da una 
domenica all'altra. 
«Sicura?» le annuì, suonai il campanello velocemente e rinfilai le mie mani gelate nelle tasche del mio cappotto nero.
Chiunque fosse venuto ad aprirci, doveva sbrigarsi o avrebbe trovato due ghiaccioli al posto nostro.
La porta venne aperta da Niall, capisco perchè aveva fatto tutto con calma. Due ghiaccioli era uguale a cibo per il suo stomaco. ( XD) Mi spaventava l'idea che ci avrebbe mangiato. 
Era il freddo che mi faceva diventare stupida o ero io da sola che peggioravo ogni giorno?
«Oh, Ehi..» ci salutò sorpreso e un po' deluso.
«Anche io sono felice di vederti, Niall...» lo salutai con lo stesso entusiasmo, lui sorrise e mi baciò una guancia 
«Lo sai che ti voglio bene e che è sempre un piacere vedere TE.» sottolineò la parola te, Julie fece finta di nulla. «Ma aspettavo la pizza.» La pizza? Quale pizzeria è aperta la mattina e consegna pizze, soprattutto per colazione? Perchè a quest'ora non potevano di certo pranzare.
«Mi sento offesa. Preferisci la pizza a me...» Feci un entrata teatrale in quella casa, tirai su col naso e mi diressi dove vi erano gli altri
ma prima di solcare la soglia che divideva l'ingresso e il salone, mi fermai. Avevo un dubbio, era lecito porgere quella domanda. 
«Seriamente? La pizza alle nove di mattina?» quei ragazzi erano incredibili, Niall più di tutti.
Come cavolo facevano a mangiare una cosa del genere la mattina? Non potevano far colazione come tutte le persone normali che prendono una tazza di latte e un po' di cereali o una spremuta d'arancia o un frutto o qualunque altra cosa fosse adeguata per quell'ora?
Non gli diedi il tempo di rispondere, me ne andai dai ragazzi.
Quei due che facevano ancora davanti la porta? Mi veniva voglia di spiarli ma non volendo comportarmi da impicciona, decretai che forse era meglio di no. Quando avrebbero dovuto raccontarci qualcosa su di loro, sempre se esisteva e non erano solo le mie fantasie, erano i benvenuti ed io ero la prima ad ascoltarli e a complimentarmi con loro ed esclamare un vittorioso "Finalmente avete aperto gli occhi!".
Ma la cosa che non riuscivo a spiegarmi, la domanda a cui non trovavo una risposta era "Come erano arrivati a quel punto?" prima, quando erano piccoli erano amici, con l'inizio della scuola questa amicizia si era andata perdendo ed erano invece nate delle litigate.
Si conoscono da molto tempo, da quando lui si era trasferito a Londra dall'Irlanda. 
Nonostante fosse cresciuto qui e in Irlanda aveva vissuto per meno di cinque anni, non aveva perso l'accento.
Un giorno mi sarei fatta spiegare il motivo della fine della loro amicizia, magari quando erano sposati e con tanti bimbi.
«Vas Happenin'?» mi annunciai in quel modo, in salotto.
Tutti lasciarono perdere ciò che stavano facendo e si concentrarono su di me, squadrandomi dalla testa ai piedi. 
Avevo qualcosa di strano in faccia? Qualcosa che non andava?
«Non puoi copiare ciò che dico, Claire.» rispose infine Zayn. 
Ogni tanto mi chiamava Claire pensando di farmi un dispetto amichevolmente, invece per me era tutto il contrario.
A quel ricordo mi viene da ridere, gliel'avrei fatto credere se Liam non gli parlava di me dopo.
«Fai silenzio, Kebbabaro.» gli risposi a tono, portandomi un dito sulla bocca per indicare di stare zitto. 
«Neanche mi piace il Kebab.» quella conversazione era sempre la stessa, penso che tutti la potrebbero recitare a memoria.
«Allora stai zitto, Pakistano.» gli risposi scherzosamente.
«Ora va meglio, inglesina!» esclamarono tutti, appunto. Come volevasi dimostrare tutti sapevano come sarebbe andata a finire.
«Però basta, sempre con le stesse cose?» si lamentò Harry.
«Potete cambiare ogni tanto qualche vocabolo.» si aggiunse Liam.
«O potete evitarla del tutto questa conversazione inutile.» concluse Louis.
Ma si erano preparati il discorso? Non mi avevano neanche salutato.
«Comunque "Ciao" anche a voi...» dissi andando a sedermi accanto a Liam, gli diedi un bacio veloce e chiesi cosa stessero facendo.
Tutti scrollarono le spalle, avevano le idee molto chiare a quanto vedo.
«Niall è rimasto chiuso fuori?» domandò Liam non vedendolo ritornare. 
Mi ero quasi dimenticata di Niall e della presenza di Julie. 
La mia curiosità mi spingeva ad alzarmi e andare a controllare cosa facessero o si dicessero, ma la parte che mi faceva ragionare mi impediva di far ciò e di lasciar loro Privacy.
«é all'ingresso con Julie.» dissi normalmente.
Tutti esclamarono sorpresi un «Julie?!» chi era sorpreso, chi aveva paura che si facessero fuori, chi era contento come ad esempio 
Eleonor che entrò proprio in quel momento in salotto. Era appena uscita dal bagno, se era lì questo stava a significare che avevano 
dormito insieme stanotte.
«Stai bene?!» mi domandò preoccupata, ma perchè oggi tutti mi squadravano o addirittura c'era chi mi chiedeva come stavo?
C'era qualcosa di evidente che non andava in me?
«S-sì... perchè?» e anche quella domanda era lecita, più lecita di quella che avevo fatto precedentemente a Niall.
«Perchè non li stai spiando.» rispose. «Già hai perso troppo tempo... Andiamo!» mi prese per un braccio e mi trascinò senza far 
eccessivi rumori per non farci notare dagli altri.
Ci appiattemmo contro il muro, non stava succedendo assolutamente nulla.
Entrambi si guardavano in faccia e non spiccicavano nessuna parola, per quanto pensavano di andare avanti così?
«Non ci siamo poi persi molto...» sussurrai ad Eleonor, mi diede ragione.
Ci raggiunsero tutti gli altri. Dicevano che erano le donne che non si facevano i fatti propri e volevano sapere i gossip, gli uomini non scherzavano, curiosi quanto le donne se non di più.
«Ma non parlano?» domandò Louis.
«Forse una strega cattiva gli ha tolto la lingua e quindi l'uso della parola ad entrambi e non possono parlare oppure comunicano telepaticamente.» ma che cazzo diceva? Harry qualche volta faceva dei ragionamenti stupidi.
«Te ne sei accorto di aver detto due stronzate in una sola frase?» domandai un po' troppo a voce alta, c'eravamo fatti scoprire per colpa mia. Anche se la massima colpa l'aveva Harry per le idiozie che diceva. Come faceva a pensare delle cose del genere?
«Smettetela di nascondervi lì... vi vediamo!» parlò Niall, girandosi verso di noi.
Missione fallita, sarà per una prossima volta e magari senza i ragazzi, soprattutto Harry.
«Non c'è niente da guardare.» ritrovò la parola Julie che difficilmente perdeva.
«Appunto, mi stavo annoiando.» rispose Louis, andandosene da dove era venuto.
Tutti concordammo e uno dopo l'altro lo seguimmo, anche loro infine ci seguirono.
Però volevo sapere cosa si erano detti, se ovviamente avevano parlato. 
Avevo capito che sapevano già che eravamo lì da un po' e che aspettavano che ci facessimo scoprire da soli. Furbi i ragazzi!
Feci segno ad El di fare un interrogatorio a Julie. Più tardi non ne sarebbe uscita viva da tutte le domande.
 
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Erano le due del pomeriggio e mi ritrovavo nel tavolo di casa mia a cercare di risolvere almeno un problema di matematica.
Ancora non avevo parlato con Sophie e non l'avevo vista completamente, cercavo di evitarla perchè ero pessima a mantenere le sorprese e avrei potuto rivelarle tutto prima della festa.
Ma perchè non riuscivo neanche a risolvere un problema? 
Mi innervosivo quando, dopo aver fatto milioni di calcoli e pensavo di essere arrivata alla soluzione, il risultato che mi veniva fuori era 
5689 mentre nel libro era un semplice 2. Perchè la matematica mi odia così tanto?
La colpa è di Thompson e della professoressa di matematica, la signorina Tunner, a me ed a Harry non ci sopportavano e ci facevano anche odiare la materia.
Ero disperata, avevo chiesto aiuto anche a Liam. Lui se la cavava, come se la cavava in tutte le materie. 
Io anche me la cavavo in tutte le materie, tranne in alcune cose di matematica e l'educazione fisica in generale.
Un palo della luce era più bravo e più coordinato, io ho uno scarso equilibrio.
Ma c'era un problema, non riuscivo a capire i suoi ragionamenti. Liam faceva tutti i passaggi troppo velocemente, come se stesse parlando ad Albert Eistein.
Aveva anche perso le speranze con me, la Tunner non avrebbe perso occasione per mettermi un bel voto negativo.
Lei era affascinata dai voti negativi. Li metteva più volentieri di quelli positivi.
Suonarono il campanello di casa, avrei lasciato aprire a qualcun altro. 
Io non mi sarei mossa dalla cucina se almeno non riuscivo a finire un esercizio, avrei aspettato anche la decomposizione del mio corpo ma dovevo ottenere quel maledetto risultato.
Mia madre iniziò a lamentarsi della pigrizia di tutti i componenti della famiglia, evidentemente non si era scomodato nessuno per andare 
ad aprire.
Mio padre stava tranquillamente guardando la tv in un canale sportivo, Hailey stava giocando con le sue bambole e mio fratello stava sicuramente dormendo sotto una montagna di coperte per estraniarsi dal mondo il più possibile, aveva poca vita sociale il mio caro Josh. 
Dovevo trovargli una ragazza, ne aveva bisogno. Oppure mia madre lo avrebbe dovuto tenere sotto il suo tetto fino ai quarant' anni.
Forse era la volta buona che quel problema trovava una soluzione, con molta calma premetti l'uguale della calcolatrice.
Mi avvicinai lentamente al display e imprecai in tutte le lingue a me conosciute quando vidi 37. 37? Ma seriamente? 
«E ti lamenti di me per il linguaggio scurrile?» sobbalzai quando trovai Julie sull'uscio della porta della cucina. «Sembri una scaricatrice di porto!» 
Ammetto di essere stata peggio di lei, ma caspita... come dovevo reagire?
«Non riesco a risolvere questo problema.» dissi stanca, dopo essermi ripresa dalla foga delle imprecazioni. «E questo mi porta ad usare
un linguaggio inappropiato.» menomale che mia madre non aveva assistito alla scena, se no mi sarei dovuta sorbire due ore di ramanzina.
«Te lo permetto perchè ti capisco...» Lei riusciva a fare il minimo indispensabile in matematica ma aveva molti problemi con la lingua 
spagnola, anche perchè la Ramirez era molto esigente. 
Però le era andata meglio di me, almeno non aveva la professoressa Tunner che ne capiva meno di me.
In matematica aveva una professoressa giovane che aveva molta pazienza con tutti, i ragazzi del suo corso erano tutti bravi. 
Stavano così attenti che capivano anche quello che diceva senza troppi giri di parole o concetti spiegati in mille modi diversi.
Io stavo attenta ma non capivo quello che la mia insegnante volesse dire, non lo sapeva neanche lei a delle volte cosa diceva.
«Liam non può aiutarti?» 
«Ha perso ogni speranza a causa delle mie capacità e non riesco a stargli dietro.» lei prese posto accanto a me. «Lui arriva al risultato mentre io sto ancora scrivendo il testo del problema.» feci come esempio per farle capire la situazione. Annuì ma era in un altro mondo. 
Ma non riuscivo a spiegarmi cosa ci facesse a casa mia, non la stavo aspettando e non c'eravamo date appuntamento prima di stasera.
«Che ci fai qui?» glielo chiesi, potevo approfittarne per chiederle cosa si erano detti lei e Niall.
Scrollò le spalle. «Non avevo nulla da fare e sono venuta a trovarti.» non sapevo se dovevo essere offeso o contenta.
Mi aveva praticamente cercato perchè non aveva altri impegni. 
«Ah bene.» osservazione intelligente, Joyce.
«Zayn.» cosa c'entrava lui? Julie l'aveva appena nominato.
La guardai interrogativa. «é bravo in matematica, chiedi aiuto a lui.» non ce lo vedevo completamente Zayn matematico, lo vedevo come atleta perchè era inutile negare che avesse un bel fisico, lo vedevo come insegnante di inglese e forse finalmente più nessuno avrebbe fatto errori ortografici con un insegnante del genere poichè tutti l'avrebbero ascoltato attentamente... anche se pensandoci bene gli affibierei qualunque mestiere.
«Meglio di no.» però rifiutai, per quanto avessi bisogno di aiuto era giusto così. 
Mi cercò una spiegazione che ovviamente avevo ed era molto plausibile. «Liam non sarà d'accordo...» era geloso e non volevo alimentare ancora di più la sua gelosia.
«Perchè non dovrebbe? Non dovete mica fare anatomia insieme.» le diedi un colpetto al braccio e si lamentò un po'.
Alcune volte era davvero cretina. Era meglio cambiare argomento. 
«A proposito di anatomia... quando dovete ancora aspettare tu e Niall?» ora mi schiaffeggiava di sicuro.
Mi sorpresi quando non mi arrivò nessuno schiaffo, calcio, pugno o quant altro. C'erano dei progressi.
Aveva migliorato la sua pazienza e frenato la sua ira. Bene!
«Non sono affari tuoi...» mi aspettavo almeno un insulto che invece non arrivò. 
Che fine aveva fatto Julie? Quella non era la mia amica.
Non sapevo che dirle, mi aveva tolto ogni parola di bocca dopo quella sua uscita inaspettata.
«C'è qualcosa che devo sapere?» ero certa che mi ero persa qualcosa, non me la raccontavano giusta.
«Non necessariamente.» e le sue risposte enigmatiche mi confermavano ancora di più le mie convinzioni.
Aveva lo sguardo furbo, mi incuriosiva ancora di più. 
«Comunque non puoi rischiare una bocciatura perchè non vuoi far ingelosire il tuo ragazzo...» sì, non potevo.
«Sì, lo so...» Però prima di chiederlo a Zayn, dovevo parlarne con Liam. Non volevo che ne venisse a conoscenza a cosa fatta. 
«Ma come fai a sapere della sua bravura?» 
«Mi ha aiutata qualche volta...» quante cose non sapevo di lei? «Ti garantisco che è bravo.» non lo mettevo in dubbio, cioè inizialmente sì ma ero sorpresa.
Mi rassegnai a trovare il risultato a quel problema, era inutile e stavo perdendo solo del tempo prezioso.
«Che metterai stasera?» le domandai chiudendo il libro e riponendo la penna nell'astuccio.
«Non ne ho idea.» ma come? Il compleanno era fra circa cinque ore e lei non lo sapeva? «Tu?» 
Ok, non potevo parlare proprio io. Ero nella stessa situazione. «Non lo so... ma troverò qualcosa di carino nel mio armadio.» dovevo per forza. Non potevo comprarmi nulla di nuovo. «Non mi danno soldi per tutto il mese.» i miei dicevano che ne avevo speso troppi tra 
vestiti, accessori e altre cose che reputavano cianfrusaglie.
In realtà era vero, però non potevano negarmeli. 
Fra due settimane avevo un ballo, dovevo andarci vestita con dei jeans o con un abito in maschera di qualche Halloween fa?
Gli avrei fatto chiudere un occhio, in fondo mi volevano bene e pur di non sopportare le mie lamentele, cedevano.
Non volevo essere pesante e insistente sull'argomento Niall ma volevo saperne di più, dovevo di nuovo introdurre il discorso.
«Stasera viene anche la strega?» me ne uscì con quella domanda.
Scrollò le spalle. «Spero di no.» disse sorridendomi. 
«Non capisco come mai ancora non l'ha lasciata.» continua così Joyce, ce la puoi fare a non farti scoprire! Scrollò le spalle, di nuovo.
Ma aveva qualche tic? Faceva quel gesto da svariati minuti.
«Non si capiscono tante cose di quel ragazzo...» disse vagamente. 
Non poteva rispondermi così, non faceva altro che alimentare la mia curiosità illimitata.
«A cosa ti riferisci in particolare?» Sputa il rospo! Dovrai prima o poi...
«In generale.» non mi convinceva. «Nulla in particolare...» neanche lei sembrava crederci più di tanto.
Dovevo portarlo avanti quel discorso? Era meglio di no.
Oggi non avrebbe parlato, neanche domani sicuramente.
 
 
***
Sono le sei del pomeriggio ed invece di essere a casa mia a prepararmi, mi ritrovo a casa del mio ragazzo e i nostri amici a cazzeggiare.
Mancavano solo Harry e Louis. «Sì, è vero.» esclamò Zayn, i ragazzi stavano raccontando aneddoti del passato. 
Il Passato in cui ancora io per loro non ero nulla. Non sapevano ancora della mia esistenza, o forse lo sapevano ma mi evitavano a prescindere. «Quella incuteva terrore a chiunque.» stavano raccontando di una loro avventura scolastica alla scuola primaria.
Nel loro ultimo anno Zayn, Liam e Niall si erano imbattuti in una maestra spaventosa, la chiamavano Creepy, appunto.
In fin dei conti non mi posso lamentare per come sono andate le cose. 
Probabilmente se ci fossimo conosciuti tutti prima sarebbe andata a finire probabilmente come Niall e Julie che non si sopportano
completamente.
«Io le ho avute sempre dolcissime.» non mi potevo lamentare, le mie insegnanti erano sempre state severe al punto giusto ma amorevoli con tutti. Erano tutte come la signorina Dolcemiele, al contrario di quelle dei ragazzi che erano delle signorine Spezzaindue però meno spaventose, perlomeno non si erano mai permesse di prendere nessuno per le treccine e farla volare da un'altra parte.
«La solita fortunata!» mi tirò un cuscino Zayn. 
Presi il cuscino che mi aveva appena lanciato e quello che mi ritrovavo dietro la mia schiena e glieli tirai contemporaneamente.
Ecco, di nuovo quel fastidio da parte di Liam. Era così evidente.
«Ragazzi, mi è venuta fame.» Niall divenne subito attento. «Niall e Zayn che ne dite di portare qualcosa dalla cucina?» sembravo la padrona di casa. Zayn aveva capito che dovevo dire qualcosa a Liam in privato, Niall no perchè quando si trattava l'argomento cibo, non capiva più nulla. 
«Non vi assicuro la riuscita del compito, possibilmente mangia tutto prima di ritornare.» fece una battutina Zayn su Niall, alzandosi 
per dirigersi in cucina.
«Molto divertente!» dal tono che usava non sembrava proprio pensarla così ma poi aggiunse il suo solito sorrisone. 
No, non era arrabbiato. Forse ne era consapevole che Zayn stava dicendo quello che sarebbe potuto succedere veramente.
Appena sparirono dalla nostra visuale, mi avvicinai a Liam.
Dovevo parlargli senza usare mezzi termini, sarebbero ritornati da un momento all'altro.
«Che problemi ci sono?» domandai, speravo che capisse subito per non perderci in lunghi discorsi. 
Dalla sua espressione però notai che non aveva capito a cosa mi riferissi. «Intendo perchè guardi male me o Zayn ogni volta che 
scherziamo?» non poteva negarlo, era evidente che gli dava fastidio.
«Non vi guardo male.» Bugia, grossa ed enorme bugia. Lo faceva.
«Sì, invece.» chiunque guardasse la sua espressione poteva notare il suo fastidio. «Perchè lo fai?» riproposi la domanda.
Mi guardò per qualche secondo prima di iniziare a parlare. «Mi da un po' fastidio.» un po'? Un po' era un eufenismo, era molto di più di un po' il suo fastidio.
«Perchè?» ora volevo saperne le motivazioni, era già un passo avanti l'averlo ammesso.
«Perchè ti piaceva.» ma che giustificazione è? Io non ero gelosa di tutte le persone che aveva frequentato, o che gli vanno dietro. Perchè dovrebbe esserlo lui? Non gli ho dato nemmeno un motivo per esserlo.
«E quindi?» stavo diventando pesante, se qualcuno mi rivolgeva tutte quelle domande lo avrei mandato a fanculo. Ma volevo delle spiegazioni. Stavo anche per incazzarmi.
«Quindi cosa?» mi dava fastidio quando faceva finta di non capire. Perchè era così.
«Non girarci attorno...» lo rimproverai alzando un po' la voce.
Speravo che non ritornassero proprio in quel momento.
«Quindi mi viene da pensare che ancora ti piace!» alzò la voce anche lui. 
Era strano sentirglielo fare, di solito usava sempre un tono calmo. Mi misi a ridere, come poteva pensare una cosa del genere?
Non ero quel tipo di persona, se fosse stato così non sarei stata in una relazione con lui prendendolo in giro.
Quando stavo con una persona era perchè l'amavo e desideravo veramente stare al suo fianco.
«Non c'è nulla da ridere.» ritornò al suo solito tono pacato.
Sì, appunto. Non c'era nulla da ridere, c'era da piangere.
«Sai perchè rido?» dissi bloccando le mie risate. «Perchè mi hai appena mostrato che non mi conosci abbastanza.» mi alzai dal divano e presi la borsa. «E per tua informazione...» sono stata stupida a pensare che dovevo parlarne con lui sul problema della matematica. Io
avevo bisogno di un aiuto e se quella persona che poteva farlo era solo Zayn, gliel'avrei chiesto con o senza il permesso di Liam. «Ho 
intenzione di chiedere aiuto in matematica a Zayn, ho saputo che è bravo.» lui lo sapeva, era ovvio che fosse così. Ma non mi aveva detto nulla e se non fosse stato per Julie non l'avrei mai saputo.
Mentre stavo per andarmene tornarono Zayn e Niall dalla cucina.
«Te ne stai andando di già?» sì, per colpa del vostro amico. 
«Sì, devo prepararmi per la festa.» una piccola bugia, anche se non del tutto. Dovevo per davvero.
Niall guardò l'orologio. «Ma sono solo le sei e mezza!» 
«Appunto, sono anche in ritardo.» dissi uscendo dalla stanza.
Liam non fece nulla per fermarmi, Niall e Zayn non aggiunsero altro.
«Non capirò mai le ragazze.» fu l'ultima cosa che sentì pronunciare da Niall, poi uscì da quella casa.

 
***
Alla fine avevo optato per un vestitino bordeaux sopra il ginocchio, era uno dei miei vestiti preferiti. 
L'avevo comprato un mese fa ma non avevo ancora avuto l'occasione di indossarlo. E quale era meglio di questa?
Piastrai i capelli e misi un po' di trucco. Potevo ritenermi soddisfatta del risultato finale.
Sono ancora arrabbiata con Liam, mi ha dimostrato che non ha piena fiducia nei miei confronti o in quelli di Zayn che reputa anche uno 
dei suoi migliori amici.
Non mi sarei scusata, era lui che doveva fare il primo passo. Io non avevo nessuna colpa.
«Sei pronta?» entrò nella mia stanza Josh.
«Josh!» lo rimproverai. «Potevo anche essere nuda!» ma diamine! Ma non gli avevano insegnato a bussare prima di entrare da qualche
parte?
«Come se non ti avessi mai vista nuda.» usò il mio stesso tono di rimprovero. Mi prendeva in giro?
«Quando eravamo piccoli non conta, idiota!» gli tirai una maglietta che avevo lasciato vicino alla sedia. La schivò, era ufficiale.
Quella poco atletica ero io, nella mia famiglia tutti se la cavavano bene. Anche mia nonna era più atletica di me.
«Sono rimasto traumatizzato a vita...» io l'ho dovuto sopportare... chi era più traumatizzato? Ovvio, io.
Mi avvicinai allo specchio situato vicino all'armadio e controllai che fosse tutto in ordine. 
Sì, non potevo lamentarmi.
«Hai finito?» mi fece fretta. 
Non lo sopportavo quando faceva così. Lui poteva ritardare anche di mezz'ora ma appena lo facevo io anche solo di due minuti, mi faceva fare tutto di corsa.
«Sì, andiamo.» presi la borsa abbinata al vestito e alle scarpe. Misi il cappotto grigio e scendemmo sotto.
Salutai la mia sorellina che stava per andare a dormire, salutai i miei genitori che ci fecero le solite raccomandazioni prima di uscire di
casa, tra cui di non ritornare tardi e di non bere perchè è pericoloso.
Dopo circa cinque minuti di parole ininterotte di mia madre, salimmo in macchina.
«Come mai non vai con Liam?» ma quanto poteva essere curioso?
«Abbiamo litigato.» un po' il mio caro fratellone si preoccupava. Infatti fu quasi "sconcertato" quando glielo dissi.
Era strano sentire che io e il mio ragazzo avevamo litigato, non succedeva quasi mai.
«Che è successo?» oltre a preoccuparsi era anche molto curioso.
«Non ripone fiducia in me.» forse la stavo facendo un po' troppo tragica. Ma non era bello sapere che il proprio fidanzato pensava una
cosa del genere. «Non vede di buon occhio il rapporto tra me e Zayn.»
«Beh chiunque farebbe come lui sapendo cosa in passato provavi per Malik.» Come avevo detto prima, mio fratello era curioso e quindi sapeva della mia cotta per Zayn. Sapeva tutto quello che riguardava la mia vita, cioè non proprio tutto-tutto.
«Devo litigare anche con te?» mi dava fastidio quando non mi appoggiava. «A me non piace più... Lo volete capire?» urlai esasperata.
Mi chiedevo se forse il mio modo di fare era ambiguo, perchè tutti pensavano la stessa cosa.
«Ok, scusa... cambiamo argomento.» era meglio. Non volevo discutere ulteriormente con qualcuno.
 
 

Pov Sophie

"Fra cinque minuti sono da te <3" mi arrivò il messaggio dal mio ragazzo.
Non l'avevo sentito per tutto il giorno, mi aveva chiamata per dirmi che sarebbe venuto per uscire.
Mi truccai leggermente e scesi al piano di sotto ad aspettare.
«Dove vai così conciata?» mi domandò Doug. Che avevo di strano? Stavo andando in discoteca e avevo un normale vestito azzurro.
Anche lui era ben conciato, dovevo ammettere che quando voleva sapeva rendersi presentabile.
«In discoteca con i miei amici... Tu piuttosto?» 
«Anche...» speravo non nella stessa, era imbarazzante uscire nello stesso posto dove si trovava mio fratello.
Non frequentavamo neanche la stessa gente, i suoi amici non li conoscevo nemmeno. 
Si portò una mano alla tasca e ne uscì un pacchetto di sigarette. Ne estrasse una e la portò alla bocca, dall'altra tasca tirò fuori un accendino. L'accese ed iniziò a fumare.
«Abbi la decenza di fumare fuori...» portò gli occhi su e poi si diresse verso il giardino.
Mia madre e mio padre avevano perso le speranze per farlo smettere di fumare, più glielo impedivano più lui fumava.
Alla fine avevano accettato la situazione malgrado tutto.
Suonarono il campanello, doveva essere Harry.
Aprì la porta tutta sorridente, ancora nessuno mi aveva augurato buon compleanno oltre i miei genitori, mio fratello e Kim.
I miei amici erano stati pessimi, io non li avevo cercati. Per quel giorno era giusto che quella briga se la prendessero loro.
Però non fui tanto contenta quando alla porta mi trovai Landon, che caspita ci faceva lui lì?
«Landon?» 
«Sì, Auguri ancora.» si avvicinò per baciarmi una guancia. Ancora? Ma era la prima volta che me li faceva in tutta la giornata. «Spero
che le rose ti siano piaciute.» Rose? Che ne sapeva lui delle rose?
Almeno che.. Oh no, no e no. Era impossibile, quelle rose me le aveva regalate Harry, il mio ragazzo.
«Le hai ricevute vero?» se erano sue, allora Harry non sapeva del mio compleanno. Per questo non mi aveva detto nulla, così come le mie amiche. Anche se mi sorprendeva Julie, lei ha una memoria infallibile. Ricorda sempre tutto, anche i minimi particolari.
«Sì.» annuì sconsolata, dovevo ammettere di esserci rimasta male. 
Non mi erano state regalate dalle persona che speravo.
Addirittura il mio compleanno se l'era ricordato anche il mio ex, che quando stavamo insieme pensavo che non sapesse neanche il mio 
secondo nome e invece mi aveva sorpresa.
«C'è una possibilità per noi?» ma che aveva in mente? 
«Landon, apprezzo il gesto dei fiori...» era stato davvero carino da parte sua. «Ma io sto con Harry e lo amo.» anche se si dimenticava
una data così importante. «Non lo lascerei per nulla al mondo.»
Proprio in quel momento arrivò Harry. Mi salutò con un bacio a fior di labbra.
«Che ci fa lui qui?» Landon stava per ribattere ma lo anticipai.
«Se ne stava andando.» sembrò capire. Infatti senza aggiungere altro se ne andò.
Landon non era uno che si arrendeva facilmente, non mi convinceva.
«Perchè era qui?» meglio non dirgli la verità, non volevo farlo arrabbiare inutilmente.
«Era venuto per farmi gli auguri... cioè perchè parto.» mi corressi, del mio compleanno se lo doveva ricordare da solo.
Non indagò più di tanto. «Andiamo?» sì, ero pronta ma prima dovevo fare una cosa.
«Dammi SEDICI minuti..» tirai quella cifra appositamente. 
Dovevo far sparire quelle rose da camera mia immediatamente!






Note dell'autrice:
L' orario in cui sto pubblicando è improponibile, è vero. Ma se non l'avessi fatto adesso non so nemmeno io quando avrei potuto, penso che il prossimo lo metterò o sabato o domenica, spero di arrivarci prima di partire e poi quello dopo ancora si vedrà :D
Nel caso in cui non arrivo a postare in tempo è perchè sto facendo la valigia, comprando le cose che mi servono e cose di vario genere ma questo non importa a nessuno. Quindi, vi piace questo capitolone? Lunghetto, eh?
Liam e Joyce hanno litigato :( Non può essere sempre tutto rose e fiori! Zayn la può aiutare, perchè non cogliere l'occasione. Lo sappiamo tutti che Zayn non ama la matematica, nella mia storia non è la sua materia preferita ma è bravo :* 
Julie e Niall, SHIPPO JIALL / NULIE <3
E beh, boh... Non ho niente d'aggiungere quindi ciaooo e alla prossima! <3


I vestiti: http://www.polyvore.com/capitolo_23/set?id=74255226 (Tutte)
 
Alla prossima!
Un bacione <3
  
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