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Autore: ifyourheartdoesntwork    02/05/2013    3 recensioni
In Italiano, "Dimentichiamo i nostri piaceri,ricordiamo i nostri dolori" (Cicerone, Pro Murena). Una fanfiction che vede come protagonista Hermione, incentrata sulla crescita e sul ricordo, e su come la mancanza di esso possa sconvolgere una vita.
Non posso dirvi niente di più, spero che leggerete la storia per scoprire che cosa voglio dire ;) Un saluto a tutti e vi prego, siate clementi... è la mia prima fanfiction!
In breve...
[-Scusate, qualcuno di voi si ricorda chi è Draco Malfoy?-]
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Spalmare la marmellata sul toast non le era mai sembrata un’azione tanto complicata e innaturale quanto quella mattina; Hermione era seduta al tavolo della cucina con addosso una camicia da notte leggera, una vestaglia di seta e delle pantofole comode mentre i suoi figli e suo marito stavano ingurgitando chili di nutella con l’aggiunta di un po’ di pane, giusto per non sembrare degli animali.
La radio appoggiata al bancone della cucina stava trasmettendo alcuni classici della musica magica e babbana: in quel momento Celestina Warbeck stava intonando “Un calderone pieno di forte amor bollente”, una delle canzoni più sdolcinate mai scritte da una persona con poteri magici.
Il calderone di Hermione, invece, non avrebbe potuto essere più freddo di così; lei e Ron non si erano parlati da quando erano tornati dall’ospedale, e si chiedeva se i ragazzi si fossero accorti di qualcosa o pensassero soltanto al loro stomaco.
Non fu molto sorpresa quando Hugo alzò il nasino sporco di cioccolato dal piatto e chiese:
-Papà, come mai hai dormito sul divano questa notte?-
Per qualche istante non rispose nessuno, lasciando che la voce di Celestina fosse l’unico suono a pervadere la cucina.
-Diciamo che papà...- iniziò a dire Hermione.
-Io e la mamma abbiamo litigato.- rispose secco Ronald.
Hugo spalancò la bocca in modo teatrale mentre Rose lasciò cadere la fetta di pane sul piatto che (come è chiaro) atterrò dal lato dove aveva spalmato la nutella.
-Su, ragazzi, sono cose che capitano.- disse Hermione.
-Ma voi non litigate mai!! – insistette Hugo.
-Non è vero,- si intromise Rose. –mi ricordo che una volta zia Ginny mi ha detto che da ragazzini litigavano tutto il tempo!-
-Secondo me zia Ginny si sbagliava...-
-Evidentemente se adesso hanno litigato vuol dire che zia Ginny aveva ragione!-
-Sì ma...-
-Basta!- esclamò Hermione. –Non è perché io e papà abbiamo litigato che adesso dovete farlo anche voi. Ora tornate su, lavatevi i denti e prendete gli zaini: lo scuolabus passerà a prendervi tra poco.-
Rose trangugiò la fetta di pane in un sol boccone e corse su per le scale dietro suo fratello, probabilmente con l’intento di occupare prima di lui il lavandino con il rubinetto che funzionava meglio: ogni mattina si sfidavano nella stessa lotta per la sua conquista.
Hermione si girò verso suo marito quando lo sentì spegnere di colpo la radio.
-Scusami, - si spiegò. –ma non sopporto proprio Celestina Warbeck.-
Lei gli sorrise, gelida.
-Tranquillo, Ron: non mi pare che tu abbia mai avuto bisogno del mio permesso per eliminare le cose che ti danno fastidio.-
-Tranquilla, Hermione: non mi pare che tu abbia mai sentito il bisogno di ringraziarmi per evitarti degli strazi.-
La donna gli si avvicinò furente, chiedendosi se questa volta avrebbe resistito alla tentazione di tirargli uno schiaffo.
-Sai perché non sento questo bisogno? Forse perché quelli che tu ritieni strazi a me piacciono.-
Ron era così vicino che sua moglie poté sentire il suo corpo fremere dalla rabbia; l’uomo stava per aprire bocca quando due vocine acute li salutarono dalle scale.
-Ciao mamma, ciao papà!-
-CIAO BAMBINI!- risposero all’unisono.
Continuarono a fissarsi negli occhi fino a quando non sentirono la porta d’ingresso chiudersi e i ragazzi salire sullo scuolabus che li aspettava dall’altro lato della strada.
-Alcuni strazi sono così terribili da non poter piacere a nessuno.-
Hermione scoppiò in una risata priva di allegria.
-Oh, ti assicuro che la voce di Celestina riempie il mio calderone di un amore molto più bollente del tuo!-
Lui la afferrò per un polso.
-Davvero? Beh, non mi sembra che il suo amore sia mai riuscito a far uscire mai niente dal tuo calderone. Siamo sicuri che fosse abbastanza grande?-
-Oh, il suo amore è molto più grande del tuo...-
Ron afferrò la sua nuca e la baciò in profondità.
Era un bacio che mancava di ogni sorta di tenerezza ma Hermione gli rispose con altrettanta decisione: non si oppose quando lui le sfilò con malagrazia la vestaglia, ma lo imitò, facendo scorrere velocemente le mani sul suo torso per levargli la maglia del pigiama.
I loro corpi si avvicinarono sempre di più, l’uno avido dell’altro, senza riguardi e anzi cercando di far pressione sull’altro quasi fino a soffocarlo per fargli sentire la propria rabbia.
Lei gli cinse i fianchi con le cosce e lui strinse le mani sui suoi glutei mentre la trasportava frettoloso sul tavolo ancora apparecchiato, dove la distese e si gettò sopra di lei.
Nessun tentativo di seduzione, nessuna ricerca del piacere più assoluto, nessun desiderio di soddisfare l’altro.
Erano soltanto due esseri umani che non sapevano più come lottare e scontrarsi se non unendosi l’uno con l’altro, consci del fatto che era la vicinanza fisica coincideva con la più grande lontananza emotiva.
Fecero l’amore mentre lo sentivano svanire dai propri cuori.

 
 
Nota: giusto un assaggino, il prossimo capitolo giuro che arriverà presto e sarà più lungo. Spero che nell’attesa non vi siate rivoltati contro di me decidendo di abbandonarmi perché –ahimé- sono un’autrice scostante.
Spero anche che nessuno sia rimasto sconcertato da quest’ultima scena coniugale, anche perché mi pare di aver mantenuto un linguaggio piuttosto pudico.
Inoltre, per chi la sta seguendo, sarà aggiornata a breve anche la mia altra storia!
Un bacio a tutti :)
 
  
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