Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Gienah    03/05/2013    1 recensioni
Melina non è come le solite protagoniste di questo tipo di storie. Lei non è romantica, è indipendente, solitaria e soprattutto non rinuncerebbe mai alla sua libertà per un uomo. Ha paura di ciò che non conosce ma quando la sua gemella muore davanti ai suoi occhi non ha esitazioni ad entrare in quel mondo oscuro e misterioso scegliendo di trasformarla in un vampiro. Il suo primo incontro con un vampiro non è né romantico né voluto e soprattutto non è c'è amore tra lei e Vincent. Almeno questo è quello che sembra.
Genere: Horror, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 photo capelli-corti-donna_zps0d99c18d.jpg

Eravamo sdraiate sul mio letto, come quando facevamo da piccole. Io a pancia sotto con i piedi sul cuscino, Andrea con la testa appoggiata al cuscino e le caviglie incrociate.
<< lo so che pensi che sia un incosciente, e hai ragione. In realtà la cosa va avanti da un bel po’ e … semplicemente non posso stare lontana da lui. >>
<< può ucciderti senza rendersene conto. >>
<< lo so. E ho paura. Ma appena gli sto vicino … tutto scompare. Mel ci ho provato. Ci abbiamo provato entrambi. E so che non potrà durare per sempre … però proprio per questo voglio godermela finché posso. È da egoisti? >>
<< si. Però siamo tutti un po’ egoisti. >>
Sentii che sorrideva, e alla fine mi lasciai contagiare anche io. Solo un po’.
<< comunque tu non c’entri nulla. Non dovrai più vedere nessuno di loro. >>
<< Andy pensi davvero che ti escluda dalla mia vita? >>
<< non permetterò che ti succeda qualcosa di nuovo. Ti ricordo che sono pur sempre la maggiore >>
<< maddai!! >> dissi alzando un sopracciglio e dandole poi un pizzico sulla coscia. Iniziammo a ridere come cretine. Che poi non c’era proprio nulla da ridere. Dovevo permettere a mia sorella di lanciarsi in un rapporto suicida? Ne valeva la pena? Che poi io che ne sapevo dell’amore. A stento avevo dato qualche bacio in tutta la mia vita.
<< Andrea … ti voglio bene. >>
Mia sorella si alzò di scatto a sedere guardandomi con tanto di occhi spalancati.
<< oddio Melina, dovevano quasi ucciderti per fartelo dire!? Erano anni che non me lo dicevi! >>
<< certe cose non c’è bisogno di dirle!! >>
Sentivo le guance in fiamme nonostante stessi parlando solo con mia sorella. Quanto facevo pena? Andrea intraprendeva con coraggio una relazione pericolosa come un cavaliere con l’armatura splendente e io a stento riuscivo a dire alla mia gemella quanto le volessi bene.
Suonò il campanello ed Andrea scattò come una molla.
<< sarà Gabriel >>
<< vado ad aprire io tranquilla, tu rimettiti in senso che sembra che hai un pagliaio in testa >>
Andrea fece una faccia sconvolta correndo subito in bagno per riassettarsi. Mentre mi incamminavo verso la porta di ingresso sorridendo tra me e me mi dissi che non c’era nulla che non fosse insormontabile. Aprii sicura di trovarmi Gabriel.
<< ma sei .. tu? >>
<< hey >>
Mi appoggiai alla maniglia della porta osservandolo stranita. Cosa ci faceva quel ragazzo scombinato dell’altra volta? Persino gli occhiali non riuscivano ancora a stare dritti.
<< hem … desideri? >>
<< è imbarazzante ma … ricordi il caffè che ti offrii? Beh al momento non ho più soldi e … accidenti che straccione che sono. Il fatto è che non ho abbastanza soldi per il pullman >>
Lo guardai un po’ meglio ed effettivamente aveva l’aspetto un po’ malconcio. Bianco come un cencio e con quegli occhiali storti. Quello era per caso nastro adesivo?
<< hem … non l’hai offerto a me il caffè. Ricordi? Io sono quella a cui sei finito addosso. >>
<< oh si, certo … scusa >> disse iniziandosi a passare una mano tra i capelli scompigliati.
<< no tranquillo .. non ti ho ancora chiesto come ti chiami. Io sono Melina >>
<< piacere Melina. >>
Restammo qualche istante in silenzio poi, come risvegliato da una trance, fece un movimento brusco con le mani andando ad incespicarsi con gli occhiali.
<< scusa, scusa .. mi chiamo Leo >>
Mi faceva davvero tenerezza nonostante avessimo la stessa età. Mi chiesi com’era possibile che non fosse arrossito.
<< ok, entra pure Leo ti offro qualcosa da bere e ti restituisco i soldi >>
<< ti ringrazio. >>
Mi voltai per dirgli che non doveva ringraziarmi per così poco ma non feci in tempo a dire nulla perché sentii una mano premermi sulle labbra e un’altra torcermi dolorosamente il collo. Spalancai gli occhi quando incontrai lo sguardo infuocato di Leo, subito prima di soffermarmi sui suoi canini pericolosamente vicini al mio volto.
<< sai, dovresti stare più attenta a chi inviti in casa, piccina. Ora, fa la brava, ed urla. >>
Si piegò su di me e per la seconda volta sentii le lame perforarmi la carne. Mi lasciò libera la bocca e non riuscii e reprimere un urlo. Questa volta era decisamente più doloroso. Aspettai quella sensazione di torpore ma non arrivò, così non potei fare altro che piantare inutilmente le unghie nel suo braccio mentre mia sorella arrivava sconvolta, bianca e terrorizzata.
<< lasciala! >>
Leo si staccò da me lasciandomi cadere per terra con un doloroso tonfo.
<< con piacere. >>
Sentii uno spostamento d’aria e mia sorella produrre un mezzo urlo soffocato. Mi alzai sui gomiti ignorando il sangue che continuava a scorrere lungo tutto il braccio sinistro. Era come vedere la scena di poco fa da un’altra prospettiva. Solo che possibilmente ora faceva ancora più male di prima. Mi guardai febbrilmente intorno e mi maledii per non avere neanche una sedia in legno. Cercai di alzarmi ma un capogiro complice delle mani scivolose di sangue mi impedì di mettermi in piedi.
<< è incredibile quanto due gemelle possano avere sapori così diversi. Se vuoi proprio saperlo preferisco Andrea, è più dolce … >>
<< non la toccare! Perché lo stai facendo!? >> urlai mettendomi in ginocchio. La vista iniziava a sfocarsi ma volevo, dovevo restare lucida.
<< perché? Lo sai, sono un vampiro. È nella mia natura. Però questa volta c’è un’altra motivazione, e il suo nome è Vincent. >>
<< Vincent? Lui non c’entra niente con Andrea! >>
<< ma è il migliore amico di Gabriel. Ho aspettato tanto ma Vincent non si è creato mai legami con nessuno a parte con Gabriel e l’unico modo per arrivare al primo è passare per il secondo, capisci? >>
Non avevo più fiato per parlare. Andrea era sempre più immobile e pallida e io non sapevo cosa fare. Mi sentivo così inutile. Ad un certo punto lasciò cadere anche Andrea e scomparve per qualche istante. Ritornò subito dopo con il cellulare di mia sorella in mano. Mi afferrò il mento con una mano costringendomi a fissare lo sguardo in quegli occhi disumani, illuminati da una luce macabra e folle. Potevo sentire distintamente l’odore del sangue occuparmi completamente le narici.
<< lo farei fare a lei, ma credo non ne abbia le forze. Mi raccomando, ricordati di fare il mio nome. >> disse infilandomi il cellulare in una mano. Si leccò le labbra e dopo un’ultima occhiata a mia sorella scomparve. Non mi voltai a vedere se se ne era realmente andato ma mi avvicinai ad Andrea il più velocemente possibile ignorando il dolore acuto che sentivo in ogni pezzo di pelle del mio corpo.
<< Andrea!! >> la chiamai più volte ma ottenni solo qualche colpo di tosse appena accennato. Con mani tremanti pigiai il nome di Gabriel pregando con tutta me stessa che non impiegasse molto a rispondere.
<< Andrea? >>
<< Gabriel! Vieni, ti prego, sbrigati! Ti prego … >> non riuscii più a dire nulla che la mia gola si chiuse in un nodo doloroso. Non riuscivo più a parlare, non riuscivo a piangere, potevo solo stringere mia sorella che si faceva sempre più fredda. Aspettai e aspettai e aspettai. Probabilmente non ci mise molto ad arrivare ma a me parve un’eternità. Quando entrarono non mi accorsi della loro presenza fino a quando Seline non mi separò da Andrea lasciando il posto a Gabriel.
<< aiutala! Ti prego! Gabriel, sta morendo! Fa qualcosa! Qualunque cosa! >> artigliai il braccio di Seline nel tentativo di sporgermi il più possibile verso mia sorella ma ero talmente tanto debole e talmente tanto stanca che non riuscii a vedere quasi nulla ed avevo difficoltà a respirare, come se soffrissi d’asma. Sentii le braccia di Seline circondarmi chiudendomi gli occhi e io semplicemente crollai. Chiusi gli occhi e persi coscienza. Cos’altro potevo fare? Era tutta colpa mia.


Quando riaprii gli occhi Andrea non si era ancora svegliata. Gabriel non distoglieva lo sguardo dal suo viso, stringendole ed accarezzandole una mano. Seline era seduta accanto a me con una sigaretta tra le labbra e un posacenere pieno di cicche tra le mani. Non mi ci volle molto a capire che mia sorella era morta. Ma non ci misi nulla neanche a capire cosa stava diventando. Ne ebbi la conferma quando aprì gli occhi. Mi avvicinai a lei sfiorandole una guancia. Lei mi afferrò il polso con un movimento così rapido che non riuscii a notarlo. Aveva la mano fredda e dura, lei che aveva sempre le mani calde e morbide. Ma non fu tanto quello ad attirare la mia attenzione, quanto i suoi occhi. Rossi, infossati, circondati da vene nere. Gli occhi di un vampiro.

Per prima cosa volevo ringraziare tantissimo Mirrine per il suo commento! senza di te penso che mi sarei depressa tantissmo xD spero di poter ricevere altri tuoi pareri! e mi scuso per le somiglianze con the vampire diaries ma ne sono inevitabilmente influenzata xD mi scuso anche per il capitolo corto ma visto il già incredibile ritardo volevo pubblicare comunque qualcosa! =)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Gienah