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Autore: Rossoamore    04/05/2013    0 recensioni
Giorgia ha sedici anni e dopo aver combinato un'altra delle sue, litiga con il padre. Questa volta però deve riparare il danno. Costretta a lavorare in negozietto incontra persone che la cambieranno per sempre.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Mi stai dicendo che mi lascerai partire da sola con i nostri compagni di classe?! »

Sara non poteva sopportare quest'idea. Lei e Giorgia erano in pratica sorelle, si incontravano ogni giorno, a scuola, nel pomeriggio, nei weekend. Non erano abituate a trascorrere troppo tempo lontane. Erano ognuna parte dell'altra, come se fossero una cosa sola. Fin dal primo giorno delle elementari era stato così, Giorgia lo ricordava come se fosse ieri. Si era appena trasferita e non conosceva nessuno ma subito i suoi occhi nocciola incontrarono quelli azzurri dell'amica. «Vuoi essere la mia amica del cuore? » le chiese Sara e così fu da quel giorno. Niente riuscì a separarle da quel giorno e ora eccole là, su una panchina a mangiare biscotti pensierose.

«No, io non ci vado più! Senza di te non voglio andare da nessuna parte! » interruppe Sara il silenzio. « Ma non dire sciocchezze! Devi andarci, mi sentirei troppo in colpa!» « Ma senza di te non è la stessa cosa!» « Neanche qui senza di te sarà la stessa cosa ma ovviamente ci saranno altri mille posti dove andremo insieme giusto? » «Si lo so ma poi senza di me diventeresti una ladra professionista! » « Aahahahah sei proprio una scema! » « Tu di più ahhahahahhah! »
Risero fino alle lacrime ma loro avevano una risata speciale, ridevano anche con gli occhi.  Queste sono le risate più rare e spontanee perché quando ridi con gli occhi significa che la tua anima è sedotta dalla gioia. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, non mentono mai. Occhi innamorati, occhi stravolti, occhi curiosi, occhi assenti, occhi inespressivi. Gli occhi dicono sempre la verità, non tradiscono nessuna emozione. Sono in stretto contatto con l'anima, non a caso da lì nascono le lacrime, massime espressioni di gioia e di dolore della nostra anima. 
Le due amiche risero senza un motivo quel pomeriggio e i loro occhi ero stracolmi di gioia. Giorgia alla fine riuscì a convincere Sara a partire ma cerco di nascondere i suoi occhi tristi quando si salutarono. Sarebbe partita l'indomani e lei sarebbe rimasta sola con suo padre.  Sì, perché lei una madre non ce l'aveva o meglio l'aveva ma chissà in quale parte del pianeta. Sua madre non la voleva, era questa la realtà.
Non aveva mai provato la sensazione di averla. Quando all'asilo tutte le madri venivano a prendere i figli, Giorgia vedeva suo padre ed era felice. I problemi nacquero quando lei entrò in una fase chiamata "adolescenza".
Da piccola il padre ogni sera le raccontava che la madre era una fata e che era andata via perché doveva aiutare i bambini di tutto il mondo. Così la bambina si addormentava immaginandosi la madre con un paio di ali lucenti che volava nel cielo. Giorgia era davvero felice di avere una mamma speciale e a scuola con i suoi amici si vantava di questo. Crescendo questa piccola favola le sembrava sempre più improbabile. Non le bastava più voleva sapere quando tornava, com'era ma soprattutto perché non aveva una mamma come gli altri. Il suo mondo iniziò a crollare in quarta elementare, se lo ricordava bene. Quel giorno la maestra aveva assegnato agli alunni di scrivere un tema sul lavoro dei propri genitori, Giorgia preoccupata chiese «La mia mamma è una fata, va bene come lavoro? » La maestra non ebbe neanche il tempo di rispondere che si sentì una voce « Non è vero! Sei una bugiarda, lo dici solo perché non hai una mamma! » Era la voce di Davide, un bambino impertinente che prendeva sempre in giro Giorgia. A queste parole lei rimase senza parole, come aveva potuto darle della bugiarda? Davide non sapeva niente oppure era lei che non sapeva niente. Appena vide il padre gli raccontò tutto « Papi ma la mamma è davvero una fata? » Il padre non sapeva cosa rispondere, sua figlia era cresciuta e lui non sapeva come comportarsi. Alla fine si fece coraggio « Sai Giorgia molte volte non tutto è vero come Babbo Natale» Giorgia da poco aveva scoperto che non esisteva nessun Babbo Natale, all'inizio si era rattristata ma poi subito si riprese. Ora però non riusciva proprio a capire cosa c'entrasse. «Si papà ma cosa c'entra? » « Giorgia tua madre non è una fata ma era una donna come le altre che ha dovuto andare via.» Quelle parole furono dolorose ma Giorgia conservò sempre la speranza che sua madre sarebbe tornata. A scuola non rivolse più la parola a Davide, non poteva perdonarlo per quello che aveva fatto. Tutti i suoi compagni che i giorni prima erano stati amichevoli adesso la prendevano in giro, solo Sara si era rivelata una buona amica. Si unirono sempre di più e la loro amicizia si fortificò.
Crescendo si rese conto che la favola che le raccontava il padre in fondo era una cosa tenera ma non le bastava. Stava crescendo e assillava sempre di più suo padre per avere più notizie della madre ma lui non voleva parlare, diventava nervoso e cambiava argomento così finivano sempre per litigare. L’unica spiegazione che Giorgia riusciva a darsi era che sua madre se ne era andata perché non la voleva. Non l’avrebbe più rivista, ne era convinta. Non riuscì mai ad accettarlo veramente, non riusciva a perdonare sua madre e nemmeno suo padre che non le diceva la verità. Il loro rapporto cambiò e si ruppe completamente quando suo padre trovò una fidanzata, Sabrina. Era una persona insopportabile che non perdeva mai l’occasione di sminuire Giorgia. Ancora non poteva crederci che suo padre l’avrebbe sposata presto.
Ultimamente non le andava mai bene niente. Non le piaceva lamentarsi ma era arrivata alla conclusione che in lei c’era qualcosa di sbagliato. Quella maledetta sensazione di vuoto che la opprimeva a cosa era dovuto? Aveva delle mancanze, ma quali? Il punto che non sapeva neanche lei cosa sentiva, forse non sentiva affatto. Era come se fosse stata derubata e ora non aveva niente da dare a nessuno. Era una persona triste e scarica e le persone tristi e scariche non piacciono a nessuno. Le persone, che bizzarre! Giorgia proprio non riusciva a capire come facessero a vivere in questo strano mondo. Non riusciva a capire e nessuno avrebbe mai capito lei. Certe volte si vergognava anche di parlarne a Sara, allora si chiudeva in se stessa, al sicuro. Si teneva tutto dentro e aspettava che la tempesta dentro di lei si calmasse. Sara la capiva, non le diceva niente, aspettava. Che fortunata che era ad avere al suo fianco una persona come Sara. Chissà ora cosa stava facendo. Era passata ormai una settimana da quando l’aveva salutata e già le mancava troppo. Senza di lei si sentiva completamente sola ma le aveva promesso di godersi i giorni estivi tanto attesi anche in sua assenza. Così l’indomani sarebbe andata in quel negozio e avrebbe cercato di aiutare quella signora che non le aveva fatto proprio niente. Al contrario lei aveva sbagliato e ora doveva rimediare. Tra questi pensieri si abbassarono le palpebre di Sara nella speranza di un domani migliore.

  
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