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Autore: Ilenia69    08/05/2013    1 recensioni
Cos'è che fa cambiare veramente le persone?
Cos'è che ci segna così tanto da renderci estremamente fragili oppure costruire una barriera intorno a noi?
Siamo esseri umani, facciamo scelte, sbagliamo e viviamo comunque a pieno la nostra vita?
A volte un semplice litigio potrebbe cambiare un'intera esistenza, o magari si ha solo bisogno di amore.
Ma cos'è che ci spinge a cambiare?
Sam lo scoprirà, lei lo scoprirà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Capitolo settimo.
-Confessioni.

Stavo seduta sul muretto dell’ultimo piano, avevo appena finito di consumare il mio sandwich e la voce di Ed allietava, se per poco, il mio dolore.

Forse, pensavo, aver incontrato quel ragazzo aveva portato solo scompiglio nella mia mente.
Lo odiavo, lo odiavo con tutta me stessa mentre il mio cuore provava dolore.

La mia visuale di colpo inquadrò un viso pallido.
La sua mano si avvicinò alla mia guancia sfiorandola.
Niall mi tolse via una cuffia e poi l’altra mentre i suoi occhi erano fissi nei miei.
“Ti ho cercato per tutta la scuola”
M’informò preoccupato.
Chinai lo sguardo imbarazzata.
“Avevo voglia di starmene un po’ da sola.”
Il nodo alla gola saliva sempre più. “Scusami”
Ritornai a guardare i suoi splendidi occhi azzurri.

Si accomodò accanto a me, il suo braccio sfiorò il mio.
Sentì immediatamente le mie guance tingersi di un rosa che rendeva la mia pelle ancora più pallida.
Speravo non se ne accorgesse.

I suoi occhi erano fissi su di me.
“Ci stai pensando anche tu vero Sam?”
La sua voce non era mai stata così soave.
Portai indietro i capelli, sospirai.
“Non ho mai smesso di pensarci Niall.”
Incrociai il suo sguardo.
I suoi occhi non erano mai stati così profondi come in quel momento.

Dovevo dirgli che per me era solo un amico.
Chinai lo sguardo e feci un altro grande respiro.

“Niall io …”
“Lo so Sam.”
M’interruppe d’improvviso.
I miei occhi si spalancarono spaventati.
Lo guardai.
“Per te è stato solo un bacio, non c’è bisogno di tante spiegazioni Sam.”
Asserì.
“In fondo dovevo aspettarmelo.” I suoi occhi fissarono il pavimento.
Era pensieroso.
“Sono arrivato in ritardo, ecco tutto.”
Concluse mandando giù la saliva.

Mi distruggeva vederlo così.
Lui era il mio unico vero amico.

“Sei … sei il mio migliore amico Niall.”
Sussurrai.
I suoi occhi si persero nei miei.
“Io non voglio perderti.”
Aggrottai leggermente la fronte.

Sul viso di Niall si formò una leggere curva che fece nascere in me un piccolo lume di speranza.

La sua mano strinse le mie dita e mi sentì improvvisamente bene.

“Non succederà mai Sam.”

Le sue braccia avvolsero il mio collo.
L’abbraccio di Niall era la cosa più bella.

“Che ne dici di andare a prendere un gelato?”
Gli proposi con le migliori intenzioni.
“Ho promesso a Jamy che l’avrei aiutata con la biologia Sam”
Risposi dispiaciuto.
Lo rassicurai con un sorriso.
“Sarà per un’altra volta allora.”
Presi la borsa e mi alzai.
Lui fece lo stesso.
“Vai a casa quindi?”
Mi chiese preoccupato.
“Credo farò un salto in biblioteca invece.”
Risposi ricomponendomi.

Niall si rassicurò immediatamente.
Sapeva di quello che era successo l’ultima volta che uscì da sola, e non voleva che riaccadesse.

Gli pigiai un bacio sulla guancia.
“Ti chiamo appena finisco.”
M’informò con tono serio.
“Okay Horan.”
Gli risposi con un sorriso.

Mi sentì improvvisamente meglio ed era tutto merito suo.

***
Sienna mi aveva chiesto di uscire con lei quel pomeriggio, e dato che Niall non poteva mi era sembrata una buona idea accettare la sua proposta.

Stavo aspettando già da cinque minuti alla fermata dell’autobus da cui Sienna sarebbe dovuta arrivare.
Mi aveva accennato qualcosa sulla sua abitazione;
‘è quasi in periferia quindi è meglio se vengo io in centro’
non so perché.
Ma avevo quasi l’impressione che oggi non sarebbe passato alcun autobus.

Qualche momento più in là una macchina nera catturò la mia attenzione.
Pensai immediatamente che fosse lei.

La macchina nera si fermò esattamente davanti a me, i vetri scuri m’impedirono di riconoscere chi ci fosse.
Questo finchè quando qualcuno al volante abbassò il finestrino.
La mia visuale pian piano visualizzò un ragazzo riccio dal sorriso sfacciato.

“E tu che diavolo ci fai qui?”
Gli sputai incavolata.
“Ciao anche a te Sam.”
Rispose con tono ironico.
“Non hai risposto alla mia domanda!”
Arricciai i nervi.

“Dai sali in macchina!”
Le sicure saltarono su e lo sportello si aprì.
“Puoi scordartelo!”
Replicai immediatamente.

Harry fissò un attimo il parabrezza, la sua mascella si tese.
Un secondo dopo aprì lo sportello scendendo dalla grande auto nera.
Girò dal mio lato.

Aprì lo sportello e m’invitò a salire.
“Non farmelo ripetere due volte Sam.”
Ordinò fissandomi negli occhi.
“Hai problemi di comprensione Harry?! Oppure dovrei chiamarti Edward?”
Gli gridai contro.
Probabilmente quella mia affermazione scatenò in lui una reazione pericolosa.

“Non costringermi a farlo Sam.”
Disse con tono minaccioso.
“Non salgo neanche se mi obblighi con la forza!”
Dissi determinata.

Lo sguardo di Harry divenne improvvisamente serio, come di sfida.
Un momento dopo mi ritrovai tra le sue possenti braccia.
Inquadrai le sue profonde iridi verdi e fu come morire vivendo.
Si chinò facendomi sedere con forza nella sua auto.
Allacciò in un attimo la cintura e chiuse lo sportello.
Il tempo di un sospiro e me lo ritrovai accanto.

“Questo si chiama sequestro di persona potrei denunciarti lo sai?”
Esclamai infuriata.
Mi rivolse una risata sfacciata.
“Prima dovrai riuscire ad uscire da qui.”
Tirò giù le sicure e mugugnò come un bambino.

“Ti odio!”
Sputai con tutta la rabbia che avevo in cuore.
Mi misi a braccia conserte e mi promisi di non rivolgergli più la parola.

“Sienna è mia sorella tanto perché tu lo sappia.”
Disse dopo qualche minuto.
“Cosa?!”
Spalancai gli occhi.
Sul suo viso spuntò nuovamente quel fottuto sorriso sfacciato e tutto mi fu chiaro.

Mi sentivo stupida e imbrogliata, odiavo quel ragazzo!

“Posso almeno sapere dove diavolo mi stai portando?”
Gli chiesi con tutto lo sgarbo possibile.
Mi rivolse un sorriso, uno di quelli dolci in cui le fossette comparivamo accanto alla curva.
Non dovevo cedere, non adesso.

“Ti porto a casa mia.”
Rispose ritornando a guardare oltre il parabrezza.
“Ci sono già stata.”
Asserì sgrevia.
“Quello era solo uno degli appartamenti di mio padre Sam.”
La sua risata risuonò in quell’auto scura.
Mi venne naturale aggrottare la fronte ma decisi di non fare nessun altra domanda che mi avrebbe portato a farne ancora altre.

Passò solo qualche minuto e l’auto si fermò davanti una grande abitazione.
Harry scese dall’auto mentre io toglievo la cintura, provai ad aprire lo sportello ma maledì quando ricordai che aveva chiuso solo il mio lato.

Mostrò per l’ennesima volta il suo sorriso sfacciato non appena aprì lo sportello.

La sua mano raggiunse la mia tirandomi fuori dall’auto.
Teneva ancora stretta la presa mentre con l’altra mano chiuse lo sportello.

Scrutavo i suoi atteggiamenti attenti e semplici, riconoscevo in quei gesti la dolcezza del ragazzo che mi aveva salvato la vita.

Mi fece voltare interrompendo i miei pensieri.
La mia visuale inquadrò una possente casa moderna.
Spalancai gli occhi scioccata dalla grandezza di quell’abitazione.
“E’-è casa tua?”
Balbettai stupita.
Immaginai immediatamente la situazione economica di Harry.
La sua sonora risata riecheggiò nell’aria come un sono dolce.
Mi resi conto che teneva ancora stretta la mia mano mentre mi trascinava verso l’entrata.
Si fermò davanti l’ingresso rivolgendomi una sguardo solenne.
“Non voglio più mentirti Sam.”
Affermò con voce roca.
Mugugnai un semplice ‘umh’.
Harry aprì il portone e non appena vidi quel posto capì subito cos’intendesse.

Lui entrò per primo lasciandomi meravigliata davanti la soglia.
“Hai intenzione di rimanere lì per sempre?”
Ridacchiò con una dolce risata.
Salì il gradino ed entrai anch’io.

Non riuscivo a capire come mi sentissi.
Ero scossa e sorpresa ma anche felice per quello che stava succedendo.

“Mi piace come ti sei vestita oggi Sam.”
Mi accorsi che mi stava scrutando da cima a fondo.
Sentì le mie guance tingersi di rosa mentre un sorriso malizioso prese forma sul suo viso.
Unì le mani e chinai lo sguardo, non mi ero mai sentita così in imbarazzo.

I suoi grandi piedi si fermarono davanti ai miei.
Sentì il suo indice sollevare il mio mento.
Le sue iridi non erano mai state così verdi.

“Vado a farmi una doccia Sam, tu mettiti pure comoda.”
Mi sussurrò con estrema dolcezza.
Mandai giù la saliva cercando di restare con i piedi per terra.
Ma tutte le mie sicurezze andarono improvvisamente a puttane quando le sue labbra si unirono alle mie.
Le nostre lingue si attorcigliarono delicatamente per qualche istante poi Harry lasciò che restassi  stregata da quel momento.

Sfiorai leggermente le mie labbra.
Non mi ero mai sentita così emozionata come in quel momento.

Tolsi la tracolla nera e la appoggiai sul comò, accanto alle chiavi della macchina di Harry.
Mi accorsi delle tante foto presenti in quell’immensa stanza che doveva essere il soggiorno.
Riconobbi Sienna in quasi tutte le foto.
Sembravano così uniti.
Nonostante mi avesse imbrogliata ero felice di averla conosciuta e in fondo anche di aver incontrato Harry.

Tutto faceva odore di nuovo in quella stanza.
Gironzolai un po’, stupendomi ogni volta che trovavo strani oggetti in ceramica chiedendomi a che servissero.
Per esempio accanto alla televisione, appoggiata al muro c’era una mega chiava senza alcun senso, così come l’ombrello gigante e la bottiglia energetica raffigurata su una parte del muro.

Feci un giro su me stessa sentendo un grande stupore sotto forma di sorriso invadere il mio viso.
Sobbalzai quando vidi Harry scrutarmi con un sorriso sfacciato.
Spalancai gli occhi e mandai giù il nodo alla gola che minacciava di uscire ogni volta che mi guardava in quel modo.

Poi mi resi conto che indossava solo una canottiera bianca e dei boxer neri.
“Mi sono messo a mio agio”
M’informò notando il mio imbarazzo.

Non mi era mai capitato di ritrovarmi un ragazzo mezzo nudo fissarmi in quel modo; quasi mi metteva in soggezione.

“M-mi piace casa tua, Harry.”
Cercai di uscirmene.
“Sei la prima che mette piede qui.” Disse mentre si avvicinava drasticamente. “Dovresti esserne fiera.”
Le sue iridi verdi piombarono su di me come una doccia bollente mentre le sue mani cinsero il mio bacino.

Non riuscì a fermarlo mentre lentamente il suo respiro penetrava sempre più nelle mie ossa unendoci di nuovo in un dolce bacio.

“Sembri così forte Sam.”
Sentivo le sue mani percorrere tutto il mio addome, quasi come volesse prendere le misure del mio corpo.
“Invece sei così fragile”

Le sue grandi mani riuscivano a giungersi quando cingeva il mio bacino.
Avevo sempre odiato il mio corpo così esile.
“Forse le tue mani sono solo troppo grandi.”
Sfiorai le sue mani, incrociando gli spazi tra le dita.

Una dolce curva  prese forma sul viso caldo di Harry.
Realizzai di non aver mai visto un ragazzo più bello di lui.

“Chi sei veramente?”
Gli sussurrai mentre le mie dita percorrevano disegni sulla sua mano.
Harry lanciò uno sguardo alle mie piccole mani, poi il verde si fermò su di me.

“Chiunque vuoi che io sia Samantha.”
Rispose con voce roca.

“Voglio che tu sia solo te stesso Harry.”
Le mie nocche sfioravano il suo avambraccio nudo.

Mi accorsi che il suo sguardo era diventato pieno di paure.
Perché aveva così tanta paura di essere se stesso?
“Non credo tu conosca William Styles.”
La sua voce divenne debole.
“E’ uno degli avvocati più ricchi e famosi di Londra ed è conosciuto in tutta la regione.”
Il suo sguardo si chinò.
“E’ tuo padre?”
Domandai con un fil di voce.

Annuì debolmente mentre i suoi occhi diventavano sempre più scuri.

“A volte vorrei che non lo fosse Sam.”
Le sue iridi tornarono a guardarmi.
“Ci regala ottocento mila dollari alla settimana, ci compra vestiti costosi, macchine di lusso e ci permette di frequentare i migliori posti di Londra.”
Continuava a fingersi forte.
“Ma l’ultima volta che abbiamo passato del tempo con lui, avevamo solamente otto anni e … adesso io farò quasi diciannove anni e Sienna sedici e …”

I suoi occhi divennero pian piano lucidi ed io mi sentivo incapace.

“Io riesco a resistere ma Sienna è quella che soffre di più.”
Comprese che stava scoppiando e calò subito lo sguardo.

“Non è vero Harry.”
Alzò lo sguardo di colpo.
“A te manca esattamente come a Sienna.”
Abbozzai un sorriso di compassione mentre la mia mano istintivamente accarezzava la sua guancia.

“Sono il più grande e non posso permettermelo.”
Sospirò.
“Perché non dovresti?”
Gli chiesi.
“Sienna ha bisogno di una spalla su cui piangere e … io sono suo fratello.”
Disse mandando giù una lacrima che minacciava di uscire.
“Adesso anche tu hai una spalla su cui piangere.”
Il suo sguardo incrociò di nuovo il mio, come perplesso.
“Io sono qui adesso.”
Scoppiai a piangere io al suo posto.
“In fondo sono in debito con te Harry.”
Mi asciugò delicatamente le lacrime.
“Mi hai salvato la vita e adesso anche io voglio fare qualcosa per te.”
Confessai con il cuore in mano.
“Non sai quanto io potrei essere stronzo Sam.”
Si difese con intensità.
“Oh certo che lo sei Harry!”
Cercai di spingerlo con una paccata ma non si mosse di un millimetro.
“Sei il più stronzo che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita!”
Ribadì decisa.
“Ma ogni stronzo nasconde un lato debole.”
Abbozzai un timido sorriso.

Gli occhi di Harry non battevano ciglia.
Erano fissi su di me quasi come stesse riflettendo.

Chinai la testa cercando d’inventarmi qualcosa e sciogliere quell’assoluto momento di imbarazzo.

Poi, d’improvviso, le sue dita dolcemente sollevarono il mio mento e il suo sguardo ritornò a essere profondo e pieno d’amore.

Lo stava facendo di nuovo.
Mi guardava in quel modo ed io mi sentivo impotente.
Le sue iridi erano fissi nei miei, si facevano sempre più smeraldo ed io mi sentivo morire.
Poi sentì il suo respiro sulla mia pelle e il calore delle sue soffici labbra.
Fu come un brivido lungo la schiena.
Fu come un emozione indescrivibile.
Ma quel bacio fu il bacio più bello che avessi mai ricevuto in tutta la mia vita.

































 
   
 
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