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Autore: King_Peter    10/05/2013    8 recensioni
[Attualmente inattiva per mancanza d'ispirazione]
Quattro ragazzi, diversi si ritrovano a dover salvare il mondo di Linphea da un'organizzazione che spadroneggia sulle sue terre e che si fa chiamare "Congrega della Morte".
Presto sangue e dolore bagneranno la terra. Loro sono gli unici a poter impedire lo scoppio di una violenta guerra.
La Congrega sta cercando i Quattro Elementi, grazie ai quali essi potranno attingere alla fonte diretta della vita e controllare la volontà e il sangue di ogni essere vivente di Linphea e degli altri sette mondi ad esso attigui.
L'uomo perderà il proprio libero arbitrio, verrà schiavizzato senza nemmeno accorgersene, compiendo gli ordini dei suoi oscuri padroni.
Scegliere di combattere o consegnarsi ai propri carnefici?
*Il sangue?
L'unico amico di cui ti puoi veramente fidare.
*
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il Sapore del Sangue



 

  Il sangue?
L'unico amico di cui ti può veramente fidare.

1. Antefatto
Un pugnale vola scuro verso di lei, come una preda corre verso il suo predatore, come la luna insegue il sole al tramonto, come la morte brama la vita.

Sangue.
Liquido cremisi impregna i vestiti candidi, ne stravolge il colore, s’insinua sino all'rame splendente dei suoi capelli, morbidi, spumosi. Il suo odore si spande nell'aria, rendendo ogni gesto macabro e folle, pazzo, scellerato.
Il cuore batte, all'impazzata, come se cercasse di salvarsi da un destino segnato, prefissato da troppo tempo da mani che si permettono di giocare con la vita umana, da mani che muovono gli uomini come si muovono le marionette.
Denso liquido rosso pulsa forte nelle tempie, quasi a far male.
La ragazza, la sua assassina, si muove leggiadra nella notte, come una stella caduta dal cielo, ma dal passo simile ad un serpente, cauto, pronto a scattare al minimo rumore, pronto ad uccidere per sopravvivere, pronto a dilaniare le carni della propria preda.
I suoi lunghi capelli neri, illuminati dalla candida luna, scendono lungo le spalle, contorcendosi in rigide trecce che si contorcono in aria, non sottoposti alla forza di gravità, dotati di volontà propria. Occhi di ghiaccio bramano il suo sangue, il suo dolore, il suo tormento, occhi di ghiaccio l'accopagneranno nel regno delle tenebre eterne, occhi di ghiaccio saranno l'ultima cosa che vedrà in vita sua.
La sua mano costringe la sofferente a guardare la sua assassina negli occhi, ammalianti, la sua voce è simile al sibilo stretto di un serpente: calda, inspiegabilmente sensuale, ma decisa.
“Dimmi dove sono e potrai avere salva la vita!”
Il suo sussurro aleggia la notte, salendo sino al nero dell'immane volta celeste, sino alla luce della luna, candida lanterna d'un fantasma, candida ammaliatrice di uomini, candida assassina di potere.
Gli occhi caldi della donna, fiammeggianti di dolore e rabbia, si scontrano contro quelli inespressivi della ragazza, dura, che la tiene per i capelli ramati, scuri di sangue.
Alberi muti osservano la scena, gufi, civette, lodano la notte con il loro canto maligno, portatore di morte.
“Dimmi dove sono prima che questa lama perfori la tua inutile gola!” sibilò, emanando nuvolette di vapore che condensano per via del freddo della notte, calcolatrice, madre delle paure, che avvolge la luce con il suo mantello, nero, brandendo minacciosa una daga d'argento, lunga più di dieci centimetri, scintillante alla luce della signora dell'oscurità.
Uno scontro muto di occhi, uno scontrarsi di emozioni, uno sputo, dritto negli occhi. Indietreggia, colta di sorpresa, nessuno aveva mai osato tanto, lasciando la presa sui capelli della donna che ora sorride nel buio, non curante della sua ferita dalla quale continua a scorgare sangue vivo, sangue che impregna la terra.
“Stolta!” ribatté la donna dai mossi capelli, mettendo in quelle parole tutto il suo ribrezzo e il disprezzo per la sua aguzzina, cercando inutilmente di alzarsi per via della lama infissa nella sua gamba.
La guarda, scuote il capo, facendo ondeggiare le sue trecce nere nella nebbia che si è alzata lentamente dal terreno, dipingendo il tutto di una tonalità più scura di paura, del sentimento arcano che sconvolge tutte le cellule del corpo.
“Io non ho paura di morire! Darei la mia vita, piuttosto che rivelarti dove sono!”
La ragazza ride, di una risata fredda come la notte che le avvolge, sfiorando con le dita la sottile lama argentea che ha in mano, come a decidere di che morte migliore potesse morire la sua vittima.
“Tutti hanno un punto debole!" sussurra, "Il tuo è l'altruismo!” la sbeffeggia, camminando in cerchio alla donna, tenendo fissi i suoi occhi su quelli della bionda, fiammeggianti, desiderosi di battaglia.
Faticosamente, si mette in piedi, reggendosi al tronco contorto, corrotto, di un albero secco, spoglio, tenendosi la ferita, grondante di sangue, rosso, vivo.
“Sei davvero così stupida come sembri?" le domanda, giocherellando con la lama, passandosela di mano in man, "Sei pronta a far smettere di battere ciò che hai nel petto per proteggere due piccole vite che, volente o nolente, non vedranno la luce del giorno di domani?” chiese, provocandola.
I lineamenti regali della sua vittima, sporchi di terra, impregnati di sudore per via della fuga, così delicati per natura, si contorcono in una smorfia di dolore, i suoi occhi azzurro cielo saettano di rabbia, pura, innaturale, la sua bocca sussurra parole non degne del suo rango.
“Patetica!” sibila malignamente la ragazza, ridacchiando di lei, sbeffeggiando la preda prima di mangiarla, poi, con scatto felino, le è dietro, le tira indietro la testa, scoprendo il collo candido, bianco, immacolato.
Le punta la lama sulla vene che pulsano violentemente, come se cercassero disperatamente di scappare alla vista di quella lama d'argento alla luce della luna, scintillante di malignità al servizio di colei che la brandisce.
"Dimmi-dove-sono." sussurra, precisa, lei, premendo, ad ogni parola, un pò di più la daga sul collo della donna dai capelli di rame, dea piangente.
Lacrime fresche, salate, rigano il suo volto, mentre i suoi occhi continuano a mantenersi battaglieri, caldi, venati di sangue rosso, capaci di combattere sino all'ultimo respiro.
"Scordatelo." mormora, col fiato corto per via della pressione esercitata sul suo collo, "Non ti dirò niente."
Il ghiaccio risplende negli occhi della mora, scintillante, facendosi di un azzurro sempre più chiaro, facendo risaltare microscopici frammenti neri al loro interno.
"Sicura?" domanda, maliziosa, attraente come l'angelo più bello, fatale come il demone più pericoloso.
"Uccidimi, se devi farlo."
Rabbia.
Un urlo animalesco, sovrumano, riecheggia nella notte, una bocca distorta in un ghigno folle, malato, si dipinge sul volto della mora, una lama d'argento, mortale, scivola lungo il collo candido.
Cade a terra, morta, inutile, volgendo le spalle alla vita che le è debitrice.
Il sangue, l'unico amico di cui ti puoi veramente fidare.

 

*Angolino del pazzo autore*
Ma salve a tutti grandi e piccoli amanti del fantasy!:)
Vi piace il mio angolino?Rosso come il sangue...
*modalità macabra all'attacco*
Io sono King e mi sto cimentando per la seconda volta(la prima è stata un colossale disastro!) alla scrittura di un libro fantasy che spero vi farà impazzire!^^
Questo antefatto è solo un piccolo assaggio di quello che leggerete nei prossimi capitoli, ma io voglio sapere il vostro parere!*-*
Si, si! Proprio il vostro parere!^^
Se vi piace, se non vi piace, se vi fa schifo totalmente...non abbiate pietà!xD
Vabbè...
Ringrazio anticipatamente chi recensirà, metterà tra preferite, ricordate o seguite o semplicemente chi leggerà silenziosamente!:D
Grazie!^^

King

  
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