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Autore: Softman993    28/11/2007    5 recensioni
L'odio sta distruggendo il mondo,l'odio sta separando i popoli...E l'amore?Dov'è l'amore,mitigatore dei brutali istinti umani?[ULTIMO AGGIORNAMENTO:1 Dicembre 2007//Aggiunto il secondo capitolo:Midnigth.Quanti coloro leggono sono pregati di recensire.]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuka Kazama, Devil Jin, Hwoarang, Jin Kazama, Ling Xiaoyu
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Tekken 6-Chapter 1:The Midnigth Rendez-Vous
Tekken 6-Chapter 1
Midnigth


Porto di Tokyo,molo 125-12/7/2012,ore 23:20

Il vento umido e caldo che soffiava sul Giappone in quei giorni preannunciava l'arrivo dei monsoni,che si faceva sempre più imminente.
Il Porto di Tokyo,deserto nelle tarde ore notture,illuminato solo dal pallido chiarore della luna e da alcuni lampioni che emettevano una fredda luce alogena,era spazzato dalle correnti d'aria,e mulinelli di polvere e sporcizie venivano trasportate lungo traiettorie imprevedibili,sballotati dal vento che li piegava al suo volere.I variopinti container sparsi in blocchi alti quanto palazzi di quattro piani erano l'unica cosa che riusciva ad arrestare le spirali d'aria che si sollevavano.
In uno spiazzo fra i mastodonti parallelepipedi di lamierato,illuminato da alcuni potenti riflettori,come nella scena di un banale B-Movie americano qualsiasi,un plotone di soldati era schierato in apparente attesa di qualcosa.
Le lucide canne dei fucili da assalto,la formazione perfetta di quelle file,il passo marziale tenuto dai soldati e la loro fiera compostezza si tramutavano in un minaccioso segnale per l'intruso,colui che non doveva giungere lì per nessun motivo,nemmeno per sbaglio,se non avesse voluto finire sotto il fuoco incrociato di una cinquantina di armi.
Eppure,qualcuno,nascosto sopra di uno di quei container,appiattito sul ventre il più possibile quasi nel tentativo di diventare tutt'uno con la lamiera ondulata dell'enorme parallelepipedo.
Il suo intento?Comprendere quello che sarebbe successo quella notte.Quella fatale notte.

La spia,dalla sua postazione strategica,afferrò un binocolo digitale che aveva poggiato al suo fianco,ringraziando gli dei per quel poco movimento che era costretta a concedere alla sua spalla -erano ore che restava ferma lì- e lo portò agli occhi,muovendo più volte in avanti il dito sulla leva degli ingrandimenti.Ecco che qualcosa si muoveva,turbando quella calma notte,in cui anche il vento soffiava svogliatamente,come un ragazzo annoiato prende a calci una lattina per strada.
Una Maserati nera entrò nello spiazzo,un filo d'accelleratore,i fanali spenti per non produrre luci rintracciabili.Un uomo di colore,sulla trentina,in divisa elegante,l'autista del mezzo,scese dalla portiera anteriore destra,per poi muoversi verso la portiera posteriore della stessa fiancata per andare ad aprirla.
Scese un uomo,avvolto in un lungo impermeabile.
Era un giovane di razza giapponese,dall'aspetto misterioso ed aggressivo,il fisico atletico chi era abituato alla lotta,il volto difficile da scordare...Specie perchè era il volto di una delle persone più facoltose e potenti del mondo,una persona che giocava a Monopoli con le finanze mondiali e a Risiko con l'esercito più potende del mondo.Quell'uomo era Jin Kazama,l'uomo che in due anni aveva scatenato la Terza Guerra Mondiale,conquistando una buona parte delle terre emerse,e acquisendo il controllo indiretto di vaste zone del globo.
Lo seguì una donna,una giovane ed attraente donna,i cui capelli biondi ricadevano morbidi sulle sue spalle,femminili ma muscolose.Nei suoi movimenti appariva la prontezza allo scatto,nei suoi occhi del color del ghiaccio la determinazione ad uccidere,se necessario,qualsiasi persona sulla faccia della terra,anche colui che aveva più a cuore,se solo glielo fosse stato ordinato.
Per un momento,la donna sembrò fissare nelle lenti del binocolo,e l'oscuro osservatore sentì per un attimo il sangue smettere di correre nelle sue vene.

Kazama si avvicinò alla guardia in testa alla formazione.Indossava la stessa uniforme nera degli altri soldati,ma una fascia rossa legata al braccio destro lo contraddistingueva dagli altri commilitoni.I due presero a parlare,ed alla fine,dopo un paio di minuti,il comandante delle truppe -poichè quello doveva essere quell'uomo- fece rompere le file ai soldati,dividendoli in gruppi.
Le parole giungevano al ricognitore solo come suoni ovattati,trasportati dal vento umido e caldo,nonostante quel soldato doveva star urlando,o comunque parlando a voce alta.
Alcuni soldati,accendendo le torcie integrate negli elmetti,si addentrarono fra i container,il mitragliatore avanti a loro,altri si disposero alle spalle di Kazama,altri ancora si appostarono di fronte ai varchi nella circonferenza di container,per chiudere possibili spiragli ad eventuali attentatori.L'osservatore puntò il binocolo binocolo verso i capannoni che si estendevano distanti dai container alcune centinaia di metri,o meglio alla strada che avevano avanti.Qualcosa doveva star per succedere...Qualcosa di grosso,si disse,contando mentalmente gli uomini schierati in quello spiazzale ricoperto di cemento,almeno un centinaio dei più agguerriti e preparati militari che il mondo avesse mai visto,capaci di eguagliare come gelida indifferenza le SS naziste e come propensione al sacrificio i guerrieri spartani.
La sua attesa non fu delusa:dopo circa venti minuti,un furgone,evidentemente blindato,raggiunse lo spazio fra i containers,sempre a luci spente.Il blocco di soldati lasciò passare il mezzo,numerosi altri di loro si riversarono intorno al veicolo,assumendo una formazione ordinata.Le portiere posteriori vennero aperte da un soldato.Kazama si spostava a una distanza di sicurezza dal mezzo durante l'operazione.

La vedetta si alzò ora in piedi,la sua sagoma sarebbe divenuta ben visibile,ora,ad un eventuale secondo osservatore che si fosse trovato su un altro container.Era una ragazza,dalla corporatura leggiadra,la classica impostazione "alla giapponese",insomma.
Fissò la scena sottostante,ponendosi non pochi interrogativi riguardo il contenuto del furgone.La conclusione più logica era che quel mezzo trasportasse un'arma di straordinaria potenza,fondamentale ai piani elaborati dalla mente -decisamente perversa,secondo l'opinione della ragazza- di Kazama.
I militari ora avevano circondato il veicolo.Sembravano tesi come corde di violino,in uno stato d'allerta massimo.Non appena la portiera fu aperta,si voltarono verso il mezzo,indietreggiando di acluni passi,caricando le armi che ora erano puntate al retro del veicolo.Erano decisamente pronti per sparare,come se dovesse essere condotto fuori un pericoloso individuo.

"Chissà perchè quante preucazioni per un'arma o qualcosa del genere..."si chiese l'osservatrice.O meglio,provò a chiedersi,quando all'improvviso i suoi interrogativi furono interrotti da un boato assordanteU.na portiera di quello che fu il mezzo di trasporto gli sibilò in fiamme a mezzo metro dalla testa.La ragazza si accovacciò istintivamente a terra,coprendosi la nuca con le mani.Sapeva che non sarebbe servito a molto qualora un altro rottame simile avesse dovuto colpirla,ma gli dava un maggiore senso di protezione rannicchiarsi così su se stessa.
Dopo pochi istanti riassunse la sua posizione eretta.Era pronta alla fuga,ma voleva prima carpire quante più informazioni possibile sull'accaduto.Sapere che un furgone della Mishima Zaibatsu era esploso sotto gli occhi di Kazama non era una notizia molto d'aiuto ai suoi fini.
Guardò nello spiazzo.Il furgone era esploso in migliaglia di frantumi,e oramai a terra restava solo la carcassa sfondata,logorata però velocemente dalle fiamme.Le braci risalivano in aria,risucchiate dal vento,a rischiarare la notte.La spia ringrazò la presenza di quell'illuminazione supplementare offerta dal fuoco.Aveva rotto il binocolo,mentre cercava di evitare la portiera.
Alcuni cadaveri giacevano a terra,in posizioni contorte,mentre le fiamme consumavano i loro resti carbonizzati,portando presto al vento quell'odore che già tante volte la storia aveva dovuto sopportare.
La ragazza trattenne a stento i conati di vomito,per poi tranquillizzarsi un pò.Aveva già visto la morte,ma mai così cruda e brutale...Era uno spettacolo orribile.
Altri uomini si avvicinavano al mezzo,le armi spianate.Venivano semplicemente sbalzati via da una forza misteriosa,e volavano per metri in aria.L'osservatrice si rese conto che quello era già abbastanza,ma all'improvviso vide qualcosa muoversi fra le lamiere.Una creatura eterea,dal corpo piumato e con tanto di becco,uscì dai rottami,con uno sferragiare ben udibile anche da lì.
Il mostro fissò negli occhi la ragazza.

Questa scoprì immediatamente cosa portava quello sguardo...Quello sguardo arroventato dal fuoco eterno dell'odio,quella fiamma senza fuoco.
Sentì di colpo le sue gambe cedere,il suo cuore fermarsi,per poi iniziare a battere velocissimo,in piena tachicardia,l'aria arrivare sempre più a fatica ai polmoni.
Presto,per lei,ogni respiro diventò fuoco per la sua gola e pugnale fra le sue costole,e tuttavia aveva bisogno d'ossigeno,se non voleva morire soffocata nel giro di pochi secondi.Respirò una grande boccata d'aria,ma servì a poco.Cadde in ginocchio sul container,poi poggiò la fronte alla lamiera,già stremata.Le lacrime scendevano calde dai suoi occhi.Era finita,così,stupidamente,senza nemmeno che avesse avuto l'occasione di rendersene conto.Portò una mano al suo volto,imperlato di sudore.Piangeva lacrime di sangue...Lacrime di un pianto mistico ed antico,un pianto non suo.
Ora sentiva tutto il suo corpo bruciare,come se a posto del sangue nelle sue vene scorresse lava vulcanica.Sentiva scariche continue di dolore pervadere il suo intero corpo,dominandolo.Era in preda agli spasmi,quando perse i sensi.
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"Dove sono?"si chiese.Era in una stanza buia...Un buio perfetto.Un nero assoluto...Infinito.
Gli rispose una voce.Il timbro era dolce,la tonalità pacata.Era una voce rassicurante in quel buio e malefico nero,cupo e desertico,disorientante,disarmante.

"Sei in te stessa.Nella tua mente...Nel tuo subconscio."

"E...Cosa devo fare?Chi sei?"

"Tutto avrà un suo tempo...Tutto.Ma ora,ascoltami."

"Chi sei?Cosa ci faccio qui?"

"Non è il tempo di rispondere alla prima domanda.Dovrai trovare da te la risposta."

"Ok,ma...Coa ci faccio qui,insomma!Sono...Morta?"

"No...No.Stai calma...Devi solo conoscere meglio te stessa."

"E perchè?Insomma...Penso di conoscere abbastanza bene me stessa!"

"Scoprirai presto quanto sbagli...Quanto poco ti sei veramente chiesta chi sei e cosa puoi."

"Cosa intendi dire!Parla più chiaramente!".

Niente.Nessuna risposta.Di colpo,sentì i suoi sensi tornare nella dimensione della vita reale...
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La ragazza si alzò.Il sole stava appena sorgendo,era domenica.Il porto di Tokyo era quasi deserto,la domenica era un giorno dedicato allo smistamento delle merci,e quindi la vita in quell'angolo di mondo rivestito di duro e lucido cemento la vita iniziava molto più tardi.

Gli girava ancora la testa,sentiva che le gambe gli davano poco appoggio.Sarebbe dovuta scendere adagio,per evitare rischi.
Si,ma perchè gli girava la testa?
Di colpo ricordò.Le fiamme,le urla,i corpi...Quell'essere,quella bestia.Gli aveva dato l'impressione di essere costituita di solo odio,di rabbia oscura e fiammeggiante.Era arrivata dall'altro lato del container,ma si precipitò verso il lato opposto,poco importava del rischio di inciampare,poco importava del bisogno che aveva di vomitare,della nausea e del senso di oppressione che l'assaliva.

Guardò di sotto,nello spiazzo.Quello che vide non gli piaque per niente.I copri erano spariti...Era rimasta solo cenere,disposta a formare un pentagono circondato di rune.I segni del male...I segni del Diavolo.
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Talking whit the f'n lazy writer:evvabbè,un ritarduccio per problemi al login me lo perdonate,dai!Comunque,100 punti a chi indovina chi era l'osservatrice...Commentate,ora!
P.S:tanto per levarvi la curiosità,la storia nel suo insieme è stata ispirata dalle note del Requiem For A Dream(Requiem per un sogno) di Clint Mansell,nella versione da orchestra.Per chi si sta chiedendo dove trovarlo,fa parte della colonna sonora de "Il Signore degli Anelli:Le Due Torri",anche se non l'ho sentita li.
Questo è il vero inizio della storia...
  
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