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Autore: Malvagiuo    10/05/2013    1 recensioni
Roy Savage non è un individuo come tutti gli altri.
Tramite l'iniezione del biotherium, una misteriosa sostanza creata in laboratorio, è in grado di trasformarsi in vampiro. Continuamente sballottato tra due identità diverse e contrapposte, Roy dovrà infiltrarsi nell'organizzazione vampirica che controlla lo spaccio di una pericolosa droga nella metropoli di Nuova Beryon, cercando di impedire che questo nuovo flagello sommerga con la sua furia la civiltà dell'intero pianeta.
Genere: Mistero, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«L’agente Savage ha stabilito un contatto con il clan DeBethoral. Un intermediario dell’organizzazione, presentatosi come Ash, ha procurato all’agente alter ego quattro emodosi da rivendere, fornendo precise specifiche sul tempo da impiegare e il guadagno da ricavare. È un piccolo inizio, ma pur sempre un inizio. Se Savage riesce a colpire Ash con le sue capacità di emotrafficante, potrebbe risalire i gradini dell’organizzazione fino a scoprire alcuni nomi dei vertici».
Un breve silenzio.
«Ottimo lavoro, Hikell. Ha portato con sé le dosi?»
«Le ho consegnate al dottor Sigurdsson per l’analisi e l’archiviazione».
«Bene. Può prelevare il denaro che le occorre dal solito conto cifrato. Ha altre informazioni da riportare?»
Esitai.
Nelle ultime ore, mi erano riaffiorate dalla memoria le pulsioni sessuali provate da Savage durante il tempo trascorso nel night club.
«Nessuna informazione. Mi è concesso fare una domanda?»
Un altro silenzio, della durata di pochi secondi.
«Sì, agente Hikell».
«Cosa prevede il protocollo in caso di perdita di controllo dell’alter ego?»
«La procedura è chiara. In caso di alienazione psichica da scissione emisferica biotherium-dipendente, il soggetto viene sollevato dall’incarico e sottoposto a mappatura cerebrale. In caso di esito positivo, si procede con la riabilitazione. In caso di esito negativo, è previsto un unico esito».
Sapevo bene a quale esito alludeva.
In passato, si erano già verificati casi di alienazione mentale biotherium-dipendente.
 La scissione degli emisferi cerebrali comportava una forma di schizofrenia dove la personalità dell’alter ego diventava prevalente. In parole povere, l’Altro assumeva il controllo del corpo. Avveniva una vera e propria sostituzione della psiche, dove l’Altro rimuoveva come un parassita vorace ogni difesa della psiche originaria e prendeva il controllo del cervello.
Era il peggior esito possibile a un’esposizione prolungata di biotherium. La gravità del fenomeno consisteva nel fatto che, oltre a venir cancellata la psiche dell’agente, la nuova psiche arriva a dominare a tal punto il cervello ospite da agire come se la falsa identità fosse sempre esistita. In sintesi, se l’Altro era convinto di essere un vampiro, assumeva definitivamente l’identità del vampiro. Diventando un vampiro, e per essere precisi un vampiro criminale, poteva arrivare a diventare una talpa all’interno della polizia al servizio di un clan. Per questo i vertici del dipartimento, in maniera paragonabili a quelli dei clan vampirici, si proteggevano con l’anonimato: c’era sempre il rischio che un agente infiltrato si trasformasse in un vampiro infiltrato. Il biotherium era un’arma a doppio taglio. Nel caso in cui il taglio ferisse la mano che l’aveva creato, quella mano non esitava un istante a sbarazzarsi dell’arma.
Diversi agenti sotto copertura erano stati soppressi per la psicosi indotta. Ben tre solo nell’ultimo anno.
Accettare l’esposizione al vampirismo non significava solo addentrarsi nel mondo dei vampiri, ma anche combattere ogni giorno per conservare la propria umanità. Una lotta che terminava solo con la cessazione della somministrazione di quella sostanza micidiale. A volte, non bastava neppure quello.
Mi alzai dalla sedia e abbandonai la sala allegra.
Quella notte avrei rivisto Ashl, con quattro emodosi in meno e parecchie migliaia di bareon in più.
Non avevo dubbi sul fatto che l’avrei impressionato. I miei dubbi erano tutti impegnati nell’esito della mia guerra quotidiana con un nemico che mi spaventava ben più di qualunque vampiro o di qualunque cartello della droga infestasse Nuova Beryon.
Un nemico che non potevo né arrestare né denunciare.
   
 
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