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Autore: Circe    10/05/2013    3 recensioni
La battaglia non va per il verso giusto, gli Horcrux sono stati distrutti e la bacchetta di Sambuco non funziona a dovere. Il Signore Oscuro improvvisa quindi una ritirata tattica per non venire definitivamente sconfitto. Insieme a lui solo Bellatrix, la persecuzione dell'amore, un problema da affrontare e il potere da riconquistare.
E la storia ... si ripeterà.
Seguito di “Sgáth, che significa oscurità”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di luna: l'oscurità totale'
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Racconti Parte II: Andromeda

Ero decisa a prendere un precettore per i miei bambini.

Non era usuale per chiunque, anzi, era un’idea piuttosto rara nel mondo magico, ma quando ero bambina i miei genitori l’avevano fatto per me e per le mie sorelle: avevamo tutte iniziato gli studi molto prima degli undici anni, in cui iniziava la scuola di magia e stregoneria, e ho sempre trovato questo molto utile alla mia educazione alle mie idee e alla mia crescita. Era forse una delle azioni più utili che avessero fatto i miei parenti per me, dunque volevo fare anch’io lo stesso per i miei bambini.

Volevo le stesse opportunità anche per i piccoli Teddy e Sgath ovviamente, desideravo imparassero per bene a leggere e scrivere e anche a contare. Se avessero desiderato poi, avrei fatto impartire loro anche lezioni di arte, o musica e ogni sorta di desiderio avessero espresso, ma era importante per me che non tralasciassero in nessun modo le materie base.

La prima persona che mi venne in mente per aiutarmi in questo frangente fu Hermione Granger. Ero bene a conoscenza della sua reputazione di studiosa e sapevo che manteneva stretti contatti anche con il mondo Babbano.

Un giorno mi recai dunque da lei insieme ai due bambini per chiedere informazioni su cosa potessi fare.

La giovane fu gentilissima e disponibile.

“Avete voglia di imparare tante nuove cose, bambini?” chiese poco dopo averci fatto entrare nella sua casa e averci fatto accomodare nel piccolo salottino adibito a sala da pranzo e studio, con davanti abbondanti tazze di thè e tanti pasticcini.

Teddy non rispose e rimase perplesso: era troppo impegnato a scegliere i biscotti con più cioccolato, inoltre sapevo che il mio nipote più grandicello aveva già sviluppato una grande passione per il Quiddich e il suo interesse degli ultimi tempi era incentrato soprattutto su quel gioco. Poco altro poteva colpirlo particolarmente.

Sgath, al contrario, sembrava lievemente più interessato, nonostante sembrasse crescere timido e introverso, soprattuto con gli adulti, e soprattutto con gli estranei, si lanciò in alcune domande che visibilmente destavano la sua infinita curiosità.

“Cosa dovremo imparare? E che differenza c’è fra quelle cose che impareremmo ora e quelle che invece ci insegneranno alla scuola di maghi?”

Sgath era intelligente e curioso per la sua età, dimostrava uno spirito critico che non avevo mai notato in bambini così piccoli, Teddy era più innocente, più entusiasta delle cose e più sicuro: imputavo la differenza sostanziale fra i due alla primissima infanzia dei due. Il primo, forse, non aveva totalmente superato i suoi traumi e il secondo, invece, dopo un primo periodo difficoltoso, aveva aperto piano piano la sua anima e di conseguenza anche il suo carattere al mondo esterno.

“Ora vi racconterò quello che tutti i bambini del mondo devono e dovrebbero imparare e che anche voi dovrete apprendere in un periodo di tempo abbastanza lungo…”

Detto ciò Hermione sorrise, prese fiato e si lanciò in un lungo, ma sempre coinvolgente racconto a proposito delle materie ed argomenti di studio che io sapevo corrispondere più o meno a ciò che lei stessa aveva imparato a scuola, nel mondo dei Babbani. Raccontò tutto con tale trasporto che riuscì ad interessare persino Teddy.

Quella ragazza aveva una tale passione per la cultura, la lettura, la conoscenza e il sapere in generale, che incantò persino me.

Dopo lungo tempo, parole e spiegazioni, fu Teddy ad interrompere la nostra interlocutrice.

Iniziò cauto capendo di interrompere un flusso di informazioni per chiedere qualcosa che con esse aveva poco a che fare.

“Ti ricordi, Hermione, quando con Harry avevi promesso di raccontarci di Hogwarts? Dovevi raccontarci di quando verremo assegnati alle case…”

Subito intervenne Sgath:

“Vero!!” urlò stupito di essersene dimenticato “dai, raccontaci adesso!!”

Scossi la testa sorridendo, evidentemente due piccoli maghi sono maghi nell’anima e nel sangue, nulla li può interessare più di alcune caratteristiche di Hogwarts.

Anche Hermione sorrise, mi lanciò uno sguardo di sottecchi, come per chiedermi il permesso di parlare; io annuii con la testa.

“Bene ragazzi… dato che ormai siete sufficientemente grandi per capire, vi descriverò per bene le case in cui potreste capitare una volta a scuola, ma poi, promettete, vi impegnerete nelle materie base che vi permetteranno di esprimervi al meglio come maghi… un giorno.”

Fu così che la giovane iniziò la sua dettagliata descrizione di Hogwarts, mentre io mi distraevo con alcuni suoi libri dai più svariati argomenti, tutti con una stessa linea conduttrice: i diritti delle creature magiche.

I bambini si sedettero sul tappeto accanto a lei.

“Allora, dovete sapere che le case sono quattro: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ognuna legata a caratteristiche e modi di fare diversi.

La casa di Grifondoro, per esempio, richiede coraggio, audacia, lealtà e nobiltà. Nello stemma è presente un leone d'oro in campo scarlatto, cioè rosso; il fondatore della casa è Godric Grifondoro, uno dei quattro maghi più famosi della storia, a cui appartenne la famosa spada che solo un vero Grifondoro può estrarre dal Cappello Parlante nel momento del bisogno. Gli studenti si caratterizzano, come Godric, per il loro coraggio, audacia, cortesia e il lanciarsi in molte sfide, anche se ciò li porta ad agire prima di pensare e spesso disubbidire alle regole. La sala comune della casa è situata in una delle torri del castello. Io appartenevo ai Grifondoro, per questo vi sono particolarmente affezionata…”

Hermione terminò il discorso con enfasi evidenziando l’ultima frase: i due bimbi rimasero affascinati, ma non la interruppero.

“La casa di Serpeverde, invece,” continuò “richiede ambizione, furbizia ed intraprendenza e talvolta anche malignità. Lo stemma della casa è un serpente d'argento in campo verde. Sono i nemici da sempre dei Grifondoro, anche se devo ammettere che ha ospitato personaggi interessanti,talvolta molto coraggiosi e leali. La sala comune è situata nei sotterranei, in una stanza lunga e bassa pervasa da una luce verdastra poiché posizionata direttamente sotto il lago della scuola, l’ho sentita descrivere più volte da Harry e Ron… perché l’hanno visitata durante una delle nostre grandi imprese!”

Fece una pausa e sorrise divertita. Poi continuò in tono cupo.

“Quella di Serpeverde è la casa con la reputazione più oscura. Infatti da essa sono usciti più maghi malvagi che da ogni altra casa. Grande importanza viene data alla cosiddetta purezza di sangue, proprio dalla convinzione di Salazar Serpeverde in merito alla superiorità dei maghi discendenti da più generazioni magiche. Ciò lo portò a rifiutare studenti mezzosangue o nati Babbani, causando anche il litigio con gli altri fondatori. Tuttavia la purezza del sangue non è una discriminante, in quanto sono o sono stati presenti diversi studenti non purosangue, primo fra tutti Tom Riddle stesso, ovvero Voldemort di cui vi ha parlato la zia. Dopo la morte di Voldemort, la casa diventa più transigente sulla questione del sangue, anche se la sua reputazione oscura rimane tuttora. Altra particolarità dei Serpeverde è la costante ed attenta valutazione delle situazioni, che li porta a prenderne parte o a starne fuori; per questo sono accusati dai Grifondoro di essere dei vigliacchi.

Pare che il grande mago Merlino appartenesse a questa casa.”

I piccoli erano sempre più estasiati: il mago Merlino era il protagonista di tante storie che raccontavo la sera prima di farli addormentare, un personaggio ormai mitico. Voldemort, invece, capeggiava in vari racconti miei e di tante persone che li circondavano, proprio perché faceva parte della storia recente.

Ancora una volta però, non dissero una parola, dunque Hermione continuò.

“La casa di Corvonero richiede intelligenza, creatività, apprendimento e saggezza. Non ultimo una naturale bellezza e tendenza alla raffinatezza di aspetto e stile. Lo stemma della casa è un'aquila di bronzo in campo blu. Nella sala comune è presente il busto della fondatrice Priscilla che indossa una riproduzione del diadema una volta perduto, ora ritrovato. Al contrario di quanto accade per le altre case, non bisogna conoscere una parola d'ordine, bensì rispondere ad una domanda sempre diversa per entrarvi. Se non si sa la risposta si deve aspettare che qualcuno dia la risposta giusta. I Corvonero sono attratti dal sapere, il che li porta a studiare molto più di chiunque altro, anche se non vi mancano soggetti stravaganti. La frase di Corvonero, incisa anche sul Diadema perduto è: "Un ingegno smisurato per il mago è dono grato".

Infine, la casa di Tassorosso, richiede costanza, tolleranza, pazienza e correttezza. L'animale della casa è un tasso, mentre i colori sono il giallo e il nero. La sala comune è situata nel seminterrato, vicino alle cucine e l'ingresso è nascosto in una catasta di botti. La sala comune e i dormitori, pare, sono di forma circolare e ricordano le tane dei tassi, ma io non l’ho mai vista personalmente. La casa di Tassorosso raramente si ricopre di gloria, ma un ragazzo di nome Cedric Diggory gliene ha regalata una buona quantità durante un torneo importante, che si tiene periodicamente fra le scuola di maghi.”

Prima di terminare il discorso, Hermione fece una piccola pausa e in seguito ad essa, con voce dolce e delicata, rivolgendosi a Teddy, aggiunse:

“L’ Auror Ninfadora Tonks, la tua mamma, Teddy, apparteneva proprio a questa casa! Mentre il tuo papà, membro dell’Ordine della Fenice, era un Grifondoro.”

Un silenzio carico di pensieri e ricordi calò nella stanza come un velo di eterna e dolce tristezza, nessuno disse più nulla, anche i bambini, di solito rumorosi e allegri, rimasero zitti per diversi istanti.

Quando ci congedammo, quando Hermione mi salutò con la promessa di occuparsi della faccenda dei precettori, i piccoli ricominciarono gradatamente a chiacchierare, ridere e giocare tra loro; entrambi, ovviamente, non fecero altro che ipotizzare in quale casa sarebbero stati smistati una volta ad Hogwarts e andarono avanti, valutando le ipotesi più svariate, per molti giorni a venire.

 

……………….

Note:

Dopo secoli sono tornata! Con questo capitolo sono finiti quelli descrittivi, dal prossimo ci saranno azioni e spiegazioni…

Non ho potuto però evitare di descrivere anch’io le quattro case e immaginare in quali di esse finiranno Teddy e Sgath.

Lascio immaginare anche voi!

A presto

Circe

 

 

 

   
 
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