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Autore: Silvia_sic    11/05/2013    8 recensioni
“[...] -Ho preso una decisione e non ho intenzione di cambiare idea.- disse secco.
-Certo. L'azienda è sua e può fare quello che vuole, non sarò io a farle cambiare idea. Ma... la conosco troppo bene, Tony, e sono sicura che è stato qualcosa a farle prendere questa scelta. È vero?- domandò, guardandolo negli occhi scuri come le tenebre.
Tony si ammutolì e distolse lo sguardo da quello di lei, credendo che quegli occhi cerulei potessero leggergli dentro. Si sistemò meglio nella vasca, sollevando leggermente il petto sopra il pelo dell'acqua e Pepper notò immediatamente la lucina blu che si sprigionava dal suo torace.
La donna si inumidì le labbra con la lingua, deglutendo faticosamente, incerta se porre una domanda o meno. Alla fine prese coraggio.
-Cos'era quella luce?- Tony la guardò negli occhi, insicuro nel rispondere, ma d'altra parte cosa poteva pretendere? Era sicuro che prima o poi l'avrebbe scoperto. Fece uscire dall'acqua la parte superiore del torace, manifestando il reattore arc al centro del suo petto. -È quel qualcosa che mi ha fatto prendere quella decisione...- ammise amaramente.”
Remake del primo film di Iron Man con qualche sostanziale cambiamento che porterà Tony a prendere importanti decisioni.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 26

 

Ormai le Stark Industries per lui erano diventate una seconda casa. Dopotutto ci passava la maggior parte della giornata e tutto per lavoro. In quel momento aveva deciso di concedersi una pausa con un “poco sano” hot dog, ma pur sempre unico cibo reperibile facilmente e veloce da mangiare.

 

Sedeva nel suo completo nero fuori dallo stabilimento, masticando energicamente quel panino dalla salsa colante. A interrompere la sua pausa pranzo, però, ci pensò il telefono che aveva cominciato a vibrare nella tasca interna della giacca.

 

L'agente Coulson infilò l'ultimo pezzo di hot dog direttamente in bocca pulendosi le dita con un fazzolettino e recuperando il cellulare, attento a non sporcare l'immacolata giacca con del grasso. Masticò velocemente, notando la chiamata da parte del direttore e per poco non si soffocò.

 

-Qui, Coulson.- bofonchiò deglutendo a fatica e dandosi due colpetti sul petto.

 

-È ricomparso. È stato intercettato dai nostri satelliti non appena ha varcato la linea di demarcazione che tra il Giappone e la Cina; il raggio d'azione è rimasto sempre Afghanistan.-

 

-Gulmira?-

 

-Esattamente. Il signorino ci sta tenendo nascosto qualcosa di veramente grosso.- asserì la voce dura dell'uomo interlocutore.

 

-Non ho mai avuto l'occasione di vedere Stark, se fosse partito da qui l'avrebbero individuato. Comunque c'è qualcosa di grosso che sta per arrivare qui.- affermò sistemandosi gli occhiali da sole.

 

-Parla chiaro, Coulson, cos'hai scoperto?- domandò seccato, assolutamente non intenzionato ad ascoltare inutili giri di parole.

 

-Stamattina è stato predisposto un volo per l'Oriente e a quanto sembra si tratta di un viaggio di importazione. Stando ai dati acquisiti il velivolo è omologato per trasporti pesanti. In aggiunta a questo è stato aperto un nuovo laboratorio e sicuramente non si tratta di ricerca. Sezione 16. Ho già predisposto alcuni agenti a sorvegliare la situazione.-

 

-Molto bene. A opera di ciò?-

 

-Stane.-

 

-Immaginavo...- rispose pensieroso. -Tienimi informato.-

 

-Certo, direttore Fury.- Ripose il cellulare nella tasca della giacca per poi tornare al suo lavoro: osservare.

 

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Sentiva le palpebre sempre più pesanti, ma nonostante l'ora tarda e la stanchezza continuava a lavorare su quel pezzo di armatura che aveva ormai smontato e rimontato tanto da essere in grado di fare quel procedimento ad occhi chiusi.

 

L'intero laboratorio era immerso nel buio e Tony ne era inghiottito, o più probabilmente si nascondeva, solo un faretto dalla luce abbagliante era puntato sulle sue mani operose che meticolosamente ripetevano per l'ennesima volta lo stesso procedimento.

 

Pepper si strinse nella vestaglia, rimanendo nell'ombra a guardarlo da dietro la porta di vetro. Quella mattina qualcosa era cambiato in Tony e lei l'aveva capito subito. L'aveva capito dal modo in cui l'aveva baciata e da come per il resto della giornata l'aveva evitata. Non uno sguardo, né contatto o parola se non fosse stato per lei. E ora se ne restava lì al buio con il suo mondo nonostante fosse notte inoltrata.

 

Sospirò e con le dita digitò il codice d'accesso, facendo così sbloccare la porta che si aprì con un suono secco. Tony non si girò, ma la donna poté notare immediatamente che per una frazione di secondo lui aveva smesso di maneggiare con i suoi attrezzi. Si avvicinò alla scrivania, fermandosi qualche metro più in là della luce che rischiarava la postazione di lavoro dell'uomo. Poté finalmente guardare il suo viso, illuminato esiguamente, ma caratterizzato da un'espressione concentrata e al contempo sfinita. -Sono quasi le due... Non vieni a dormire?-

 

-Non ho ancora sonno.- mentì. -E poi volevo finire questo pezzo...- affermò non avendo neanche il coraggio di guardarla negli occhi. Sapeva di avere i suoi occhi azzurri puntati fissi su di lui, li sentiva su di sé come se fossero un grave pesantissimo.

 

Gli lasciò una carezza delicata sulla nuca. -Ok... io torno a letto.- gli disse non troppo convinta di quello che le aveva appena detto. -Cerca di non stancarti troppo.- fece premurosa con le labbra premute alla base del suo collo muscoloso.

 

Tony trattenne il fiato, mugugnando e stringendo gli occhi senza smettere di ripetere il procedimento per smontare il suo pezzo. Ritornò a respirare solo dopo qualche secondo dal chiudersi della porta. Riaprì gli occhi, fissando le sue mani ora immobili stringere quel pezzo di metallo freddo. Sarebbe stato difficile. Più difficile di quanto si era immaginato.

 

Spense la luce, muovendosi nell'oscurità come un lupo solitario si rannicchiò sul divano, lasciando che le palpebre pesanti scivolassero verso il basso. Entrò nel buio, questa volta solo e irrimediabilmente tornarono gli incubi.

 

********************************************************************************

 

Era tutta la mattina che Betty la seguiva come un cagnolino fedele e le parlava. Parole su parole. Alcune riguardavano il lavoro, altre qualcosa che Pepper non capiva assolutamente. Se voleva dire la verità non aveva ascoltato per niente ciò che le aveva detto la segretaria, la sua testa era da tutt'altra parte quella mattina e non riusciva a smettere di pensare a Tony.

 

Erano al bancone del bar interno alle Industries e mescolava distrattamente lo zucchero nel caffè, mentre la donna continuava a parlare ininterrottamente. Dopo aver annuito e mugugnato un “certo”, tornò a fissare la bevanda scura dentro la tazzina e il pensiero tornò su Tony. Su come quella mattina svegliandosi non lo aveva trovato al suo fianco e con ancora più stupore o dispiacere lo aveva scoperto a dormire sul divano del laboratorio, raggomitolato su se stesso con un'espressione veramente poco serena dipinta sul volto. Non lo aveva svegliato.

 

Per tutta la mattina aveva sperato in una sua chiamata e in modo ossessivo controllava il telefono. Ma in nessun modo aveva sentito Tony e ogni minuto che passava le faceva più male. Smise di mescolare il caffè e non riuscì a spiegarsi perchè l'aroma forte e deciso aveva cominciato a darle fastidio tanto da rifiutarsi di berlo o anche solo stare in quel bar un secondo più a lungo. Con la scusa di una telefonata congedò Betty e uscì nell'atrio dell'azienda. D'istinto prese il cellulare e con rammarico non trovò nessun avviso di chiamata. Tentennò sulla decisione di chiamare o meno Tony, poi ci provò. Si portò il telefono all'orecchio e, ascoltando il regolare suono, si guardò intorno.

 

Il suo sguardo si fermò su due uomini che conversavano dall'altro lato della sala. Riconobbe immediatamente l'agente di quella strana agenzia, ricordandosi subito il nome. Coulson. Sì, era proprio Coulson.

 

I loro occhi si incrociarono e l'uomo le sorrise, salutandola poi con un cenno del capo. Pepper le sorrise cortese e salutò a sua volta, domandandosi come mai l'agente si ostinasse ad aspettare Tony senza darsi pace, nonostante i continui declini di invito ricevuti.

 

Sussultò quando sentì dal telefono la voce della segreteria telefonica. Riattaccò, osservando il display del cellulare. Lo ripose nella borsa rassegnata. Quando rialzò lo sguardo Coulson era già sparito.

 

********************************************************************************

 

Non lo sentiva da tutto il giorno, non aveva risposto alle sue chiamate, né tanto meno aveva cercato di contattarla, contrariamente dai giorni successivi. Aveva la netta e chiara sensazione che Tony la evitasse e dopotutto non aveva tutti i torti.

 

Il sole era in procinto di tramontare e il cielo aveva assunto varie sfumature che si destreggiavano dal rosso all'azzurro pallido. Pepper, dopo aver passato un'altra intera giornata alle Industries, scese lentamente i gradini della scalinata che conduceva al laboratorio.

 

Come volevasi dimostrare, Tony era ancora rintanato lì, chino sulla scrivania, impegnato con chissà quale progetto per perfezionare la sua nuova armatura.

 

-Ciao...- sussurrò lei, facendo notare la sua presenza.

 

Tony per un primo momento trattenne il respiro restando immobile. Ora avrebbe dovuto fare ciò che lo avrebbe fatto soffrire per il resto della vita. Reclinò leggermente il capo di lato, fissandola avvolta nel suo tailleur grigio. -Ciao.- disse, tornando falsamente ad interessarsi al progetto a cui stava lavorando attimi prima.

 

-Stai lavorando sull'armatura?- azzardò lei, avvicinandosi a passo lento alla scrivania. Tony mugugnò in segno affermativo, sforzandosi il più possibile di non guardarla negli occhi.

 

Il silenzio calò tra di loro, mentre Pepper, ormai arrivata accanto alla scrivania, attendeva anche un piccolo accenno di interesse o attenzione da parte dell'uomo. -Ho provato a chiamarti oggi.-

 

-Non ho sentito il telefono.- rispose, fingendo di sistemare alcune viti con un cacciavite.

 

-Più volte.- precisò lei, affranta per quel comportamento.

 

-E più volte non ho sentito.- disse secco, includendo nel finale uno sbuffo esasperato, che solo a lui sembrò nitidamente falso.

 

Lei deglutì a fatica, sentendosi improvvisamente una stretta allo stomaco e un nodo alla gola. Non riusciva a capire perchè la trattasse in quel modo. Dalla mattina precedente le cose tra loro avevano cominciato a cambiare. Dopo la missione in Afghanistan e dopo quel scusa e quel mi dispiace ai quali Pepper non riusciva a dare una spiegazione, lui stava cambiando e si stava allontanando.

 

-Ti serve qualcosa? No, perchè adesso sono occupato... perciò...- Quella frase le fece più male di quanto si aspettasse. Lo fissò alcuni secondi incredula, mentre lui si ostinava a non guardarla.

 

-Sì, Tony. Ora devi spiegarmi cosa ti è preso.- asserì decisa, stupendosi del fatto che la sua voce non fosse alterata dal magone che le opprimeva il petto.

 

Tony strinse la mandibola col timore di esser stato scoperto. Tuttavia cercò ugualmente di mandarla fuori strada. -Non ti seguo... Sono assolutamente normale.- rispose tranquillo, spostando il cacciavite verso un altro punto, anche se non sapeva neanche lui cosa stesse facendo. Si sentì l'oggetto sfilare dalle sue mani, mentre le dita affusolate di lei riponevano il cacciavite sul bancone.

 

-Tu non sei normale.- affermò lei convinta. Tony tenne gli occhi sul prototipo di fronte a sé. -A meno che tu non reputi normale il fatto di non cercarmi, toccarmi o anche solo guardarmi negli occhi.- gli passò una mano sulla guancia, portandolo ad alzare il viso così da incontrare le sue iridi scure.

 

Tony ebbe la sensazione di esser preso a pugni nello stomaco nel momento in cui incontrò i suoi occhi chiari. Sarebbe volentieri sprofondato nei meandri della terra, pur di evitare di ferire i suoi sentimenti, ma allo stesso tempo sapeva che l'unico modo per allontanarla da sé, facendo in modo di tenerla al sicuro, era permetterle di farlo di sua spontanea volontà. Solo così non sarebbe più tornata da lui.

 

Si scostò dal tocco delicato della sua mano, poggiando la schiena alla sedia e fissandola ancora un paio di secondi in quegli occhi che per lui erano pura vita. Infine prese quella giusta ma amara decisione e continuò a mentire. -Non starai parlando sul serio, vero?-

 

Pepper lo fissò ammutolita, mentre sentiva le lacrime inumidirle gli occhi e quella stretta allo stomaco spostarsi più in alto, all'altezza del suo petto.

 

Tony ghignò. -Eri davvero convinta che tutto questo potesse funzionare?- Solamente pronunciare quella frase gli bastò per sentirsi un vero e proprio verme e in cuor suo non riuscì a capire come facesse a guardarla negli occhi dicendole quelle parole. Gli occhi azzurri di lei furono attraversati da un barlume di delusione e afflizione, notato immediatamente da Tony, che si alzò in piedi, mentre lei indietreggiò subito di qualche passo. -Oh andiamo!- sorrise beffardo, anche se si sarebbe preso a pugni da solo. -Credevi davvero che sarebbe continuato tutto tra rose e fiori? Ah no! Non sono l'uomo giusto per affrontare una relazione stabile. Devo cambiare, perchè dopo un po' mi annoio. Non tutto è come nelle fiabe, io non sono un principe azzurro e mai lo sarò. Hai sbagliato proprio persona!-

 

Lei lo fissò sgomenta, sentendosi tradita, ingannata e ferita... Incredula di aver creduto a tutto quello che avevano passato insieme i giorni precedenti. Sembrava tutto così reale che solamente poi aveva sospettato che fosse tutto un sogno. Un meraviglioso sogno, destinato però ad infrangersi.

 

Una lacrima umida le rigò la guancia e immediatamente si asciugò la gote con le dita. Abbassò lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi senza scoppiare a piangere. Gli voltò le spalle, mentre altre lacrime fuggivano dal controllo del suo volere, e mosse qualche passò verso la scalinata.

 

Si fermò sulla soglia. -Domani mattina troverà le mie dimissioni sulla scrivania...- disse, trattenendo un singhiozzo per poi sparire lungo le scale senza neanche voltarsi.

 

Tony la vide fuggire, ormai certo che gli sarebbe stata lontano. Saperla al sicuro era la sua prima preoccupazione anche se tutto quello avrebbe fatto soffrire entrambi. Si passò una mano sugli occhi, stringendo poi le dita in due pugni stretti tanto da sentire le unghie premere sul palmo. Tirò un calcio al carrellino accanto ai suoi piedi, facendolo andare a sbattere contro l'armatura rosso e oro, forse unica causa di tutte quelle disgrazie.

 

********************************************************************************

 

Corse velocemente nella sua stanza al piano superiore con la vista offuscata dalle lacrime e il cuore a pezzi. Sbatté la porta alle sue spalle con una forza che mai si sarebbe immaginata, perdendo subito dopo tutte le energie e scivolando con la schiena lungo il pannello ligneo.

 

Rannicchiò le ginocchia al petto col desiderio di diventare così piccola da sparire, nascondendo il viso tra le braccia, mentre i singhiozzi la percuotevano senza sosta.

 

Quelle parole taglienti le risuonavano continuamente nella testa in opposizione a tutti quei ricordi in cui si ritrovava stretta tra le sue braccia, ridendo, piangendo, facendo l'amore. Tutto quello non poteva essere una bugia... non ci voleva credere ma l'espressione di Tony, mentre le sputava contro tutte quelle parole terribili, le fece intendere diversamente.

 

Trattenne un singhiozzo, riempiendo i polmoni d'aria e cercando di calmarsi. I sussulti diminuirono, ma non fu lo stesso per le lacrime, che senza pace le scendevano copiose dagli occhi. Nonostante tutto quello che le aveva detto lei non riusciva ad odiarlo, perchè l'amore che provava per lui era così grande da oscurare tutto il resto. Non poteva stare lì, neanche qualche minuto in più. Avrebbe sofferto troppo la sua indifferenza dopo tutto quello che avevano passato insieme e soprattutto tenendo conto dei suoi sentimenti.

 

Si rialzò lentamente, stando appoggiata alla porta liscia e fissando il letto al centro della stanza. Le si bloccò il respiro quando ricordò la sera del ritorno di Tony. Era entrato da quella stessa porta che ora lei teneva chiusa, e poi... il realizzarsi di un sogno. Venne sorpresa da un altro singhiozzo, quando il pensiero che fosse tutto falso le attraversò la mente.

 

Entrò nella cabina armadio e, recuperando un borsone, cominciò a riempirlo con un paio di vestiti e altre cose che sarebbero potute esserle utili. Lo stretto necessario per una notte. Aveva già deciso che l'indomani mattina avrebbe mandato qualcuno a recuperare tutti i suoi averi e lei non avrebbe messo più piede in quella casa.

 

Tornò nella camera da letto e lasciò cadere il borsone sul materasso, mentre riponeva il telefono e il tablet nella borsetta. Allungò il braccio verso il comodino dove era posata l'agenda e i suoi occhi si fermarono sulla piccola maniglia del cassetto. Lo fissò insicura, sapendo perfettamente cosa custodisse, ma incapace di prendere una decisione. Si sedette sul bordo del letto, recuperando l'oggetto all'interno del comodino.

 

La brillantezza azzurra si sprigionò dalle sue mani abbandonate in grembo, che tenevano delicatamente il mini reattore. Quel piccolo oggetto che Tony le aveva donato e che per lei aveva un significato importantissimo. Lo guardò per qualche secondo, indecisa se tenerlo con sé o meno.

 

Un'altra lacrima le rigò la guancia. Strinse forte gli occhi per poi riporre il suo piccolo tesoro nella borsa. Era l'unica cosa che le sarebbe rimasta di lui.

 

 

Continua...

 

 

 

NdA:

D: Noooooo ma sul serio?! o.o oooooooooh yes! Ve lo avevo detto io che Tony era incerto :'(

E ora, dite? Bhè ora arriva il meglio dai xD sorpresona per i prossimi chappy (ho sputato pallini per scriverli) ahahah

Cmq, sorvolando tutte le cose tristi... per la gioia di _Maria_ è tornato Coulson ^^ che brava personcina :3 e pensare che una volta non lo sopportavo xD lo chiamavo Prezzemolo :P

E: IMPORTANTISSIMO! Tenete a mente il reattore arc! Sarà molto importante nel prox chappy ;)

Voi come stato passando Maggio (il mese in cui lo studente deve farsi coraggio)? Io davvero non ce la faccio più con i libri -.- li brucerei tutti tra le fiamme che c'erano in IRM3! XD

Ringrazio come sempre la gentilezza delle utenti che lasciano una recensione e mi scuso anche per le mancate risposte :( Cmq grazie a _BertAdor_, nicolettasole, Anne White, _M4R3TT4_, evenstar e Fipsi :D

Un bacione a tutti e spero di riuscir a recuperare tutte le recensioni arretrate xP

Ciaoooo!

Sic

   
 
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