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Autore: Harryette    13/05/2013    11 recensioni
Non mi avrebbe mai amata. Neanche con tutto l'amore del mondo ci sarebbe riuscito.
Eppure c'era qualcosa di estremamente perverso e masochista dentro di me.
Qualcosa che continuava ad urlarmi: ''Annega con lui, vai! Ti sta aspettando da qualche parte negli inferi, pronto a distruggerti''.
[STORIA IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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‘’ha la mente pericolosa di chi ha amato troppo gli altri e odiato fino allo sfinimento se stessa’’.

 


Capitolo 11
 


DUE SETTIMANE DOPO

Oramai io e  Liam ci vedevamo pochissimo, perché lui stava praticamente sempre con Kally, e la cosa stava cominciando ad infastidirmi, anche se non glielo avrei mai detto. Che cavolo, ero ancora la sua migliore amica, se non che l’unica rimasta, no?

Come poteva abbandonarmi così? Come?

Io lo dico che tutti se ne vanno. E’ inevitabile. Come la pioggia d’inverno. E Liam mi mancava come l’aria, ma non gli avrei mai detto neanche questo. Bè, almeno Kally era simpatica.

Erano passate circa due settimane dall’ultima volta che avevo ‘visto’ Zayn, da quando me ne ero andata via come una furia, mandandolo a quel paese non molto cordialmente.

E all’inizio, tutto sommato, non mi mancava, mi distraevo a pensare alla scuola o ad altre stronzate simili, ma ora che anche Liam aveva trovato ‘l’anima gemella’ mi sentivo come un orso polare fra i cammelli nel deserto. E infondo, e neanche poi tanto infondo ,mi mancava. E avevo ancora il volto di quella donna davanti agli occhi, che mi chiedeva di promettergli di prendermi cura di Zayn. Ma Zayn di cosa aveva bisogno? Ero sicura che c’era qualcosa che non sapevo, qualcosa che riguardava il fratello, Jasper.

Comunque sia, non potevo continuare ad evitare di passare davanti a casa di Zayn, o evitarlo nei corridoi della scuola, o fingere di non conoscerlo se lo vedevo per strada.

PERCHE’ MI PIACEVA, CAZZO!

Mi piaceva uno stronzo bastardo di un pakistano di merda. Benissimo!

Il bello era che non avevo neanche il suo numero, e quando dovevo andare in ospedale a trovare Jonathan ,chiedevo prima alla madre se in camera ci fosse Zayn, e se diceva di si le chiedevo di chiamarmi quando se ne fosse andato.

E Jonathan me lo chiedeva sempre, cosa avessi.

‘Niente’ rispondevo. Non potevo mica dirgli che mi mancava da morire il mio migliore amico? Che una brunetta se lo era portato via,lontano? Non potevo mica dire ad un bambino di  nove anni che ci aveva azzeccato? Che mi piaceva quello che lui da tempo considerava il mio ‘ragazzo’? dio magari…

BASTA,MEL.

Un pomeriggio, mentre ero in autobus per tornarmene a casa, vidi che c’era un volto nuovo lì dentro. E sapevo benissimo di chi fosse. Maledetta stronza!

Era Emily, la finta bionda che mi aveva messo lo sgambetto al ‘blue moon’ tempo prima. La ,così detta, fidanzata attuale di Zayn.

Ma conoscevo fin troppo bene Zayn, e sapevo bene che non la amava, la usava per dimenticare. Che strano modo che aveva per farlo.

Il bello era che pareva che ad Emily stesse bene!

Mi squadrò dalla testa ai piedi, e ringraziai Dio di essermi messa qualcosa di carino quella mattina, o avrebbe usato la mia mancanza di stile a mio sfavore.  Infondo, era pur sempre la mia maglietta preferita, e l’abbinamento non era male. 

Mi avvicinai a lei, quando vidi che mi fece spazio per sedermi. Se voleva intimorirmi non ci era riuscita.

‘Guarda chi si vede’ disse, ironica.

‘Già, piccola Londra vero? Ah aspetta, frequentiamo la stessa scuola’.

Lei rise, una risata spudoratamente finta. ‘Senti un po’ ragazzina, io non sono antipatica. Forse scateno troppa invidia, comunque sia Zayn è di mia proprietà. E non te lo sto dicendo per fare la bastarda, mi piace davvero. Credo che sia l’unica cosa buona che abbia mai fatto nella vita, l’unica cosa positiva. Mi sento felice, mi sento bene’. Sussurrò.

Mi si strinse il cuore. Ero troppo sensibile, dannazione!

Forse Emily non era poi così male,era solo un’altra povera ragazza caduta nella trappola di Zayn sono-figo-e-lo-so Malik.

‘Io non voglio stare con Zayn. Emily puoi stare piu’ che tranquilla. Non mi piace’ mentii. Ma non potevo fare altrimenti.

‘Bene, meglio così. Non mi sembri una ragazza messa male, puoi trovare di meglio di Malik’ disse. Quella se la poteva risparmiare, certe volte diceva cose assurde.

‘Ehm…grazie’ balbettai. ‘Comunque, Emily, anche tu ti meriti di meglio. Non credevo che l’avrei mai detto ,ma…non sei poi tanto male’ sorrise. Era proprio una bella ragazza, non l’avevo notato mai. A parte quei capelli biondi scambiati.

‘No, non credo di meritare di meglio. Zayn mi merita, sono una stronza anche io ,sai?’ almeno lo sapeva. Però mi faceva tenerezza. Dopotutto si era convinta di essere cattiva e bastarda quanto Zayn, forse anche lei aveva delle storie alle spalle, poco carine.

Fu in quel momento che notai, che con il caldo che faceva, Emily aveva una maglia a maniche lunghe, ma lì per lì non ci feci molto caso.

‘Io non credo. In entrambi i casi, lo so che sei una stronza’ scherzai, e lei sorrise.

‘Melinda, posso farti una domanda?’ chiese, dopo pochi minuti di silenzio.

‘Spara’.

‘Devonne…come è morta? A scuola ne hanno parlato tutti per un po’, ma nessuno ha mai dato la certezza di nulla. Alcuni pensavano addirittura che fosse immischiata con una banda criminale’ disse.

Oh no. Non di nuovo quella storia. Però era vero, giravano solo voci. La verità la sapevamo solo io e  Liam, e ora anche Zayn.

‘Si è impiccata in bagno’ dissi solo. E sperai che se lo facesse bastare. E infatti, forse dalla mia faccia, capì che era meglio non interferire oltre.

‘Mi dispiace, so quanto eravate amiche. Lo sapeva tutta la scuola. Tu Liam e Devonne eravate una cosa sola’.

Sospirai. ‘Vorrei poterti dire che sono cose che succedono e che sto bene, ma mi manca un pezzo. E non credo che Liam mi basti più, anche perché si è fidanzato e non ha più tempo per me’.

PERCHE’ TI STAI SFOGANDO CON LA RAGAZZA CHE  POCO FA ODIAVI, MEL?

‘Se hai bisogno di qualcosa…’.

Quell’affermazione mi sorprese non poco, ma sorrisi. Dopotutto l’avevo giudicata male, e non la conoscevo neanche.

Poi l’autobus si fermò e lei disse che doveva scendere. L vidi alzata ed era ancora più sexy e bella, anche se io non mi sarei mai
vestita così per andare a scuola.

‘Allora ci vediamo in giro, Melinda’ esclamò ,sorridente.

‘Certo. Ah e, Emily? Chiamami Mel’.

‘A presto Mel’.

 

***
                                                     ’’il viaggio non finisce mai. solo i viaggiatori finiscono’’.



Era un pomeriggio come gli altri, noioso e monotono. E fuori pioveva a dirotto dopo giorni di caldo e afa asfissiante. Ero in camera mia a studiare biologia, per quel poco che riuscivo a fare. Avevo praticamente un programma intero arretrato!

Mia madre era di sotto che parlava da sola, o forse alla tv. Sentivo la sua flebile voce. Probabilmente i postumi di una forte sbronza. Ero così stanca.

Stanca di scendere la sera tardi, quando lei dormiva esausta, e pulire il disastro che aveva combinato. Stanca di mantenerle i capelli quando vomitava perfino l’anima, in bagno. Stanca di litigare, di evitarla, di essere trattata male.

Ma soprattutto ero tremendamente stanca di giustificarla. Di giustificare ogni cosa che facesse, anche quando non esisteva
giustificazione. Cercavo di convincermi che stava così male perché papà lo amava veramente ,ma poi mi chiedevo come fosse possibile che una donna così riuscisse ad amare fino a questo punto. Diceva di amare anche me, in passato. Ma dubitavo anche di quello. Se qualcuno ti vuole bene, se cade si rialza ad ogni costo. Non ti fa vivere nell’inferno solo perché si sente tradita da un uomo che non l’ha mai amata. Perché mia madre sapeva benissimo che mio padre non l’aveva mai amata. Che l’aveva sposata solo perché lei lo aveva ‘incastrato’ ,rimanendo incinta di me. Quando era particolarmente sbronza mi sbatteva addirittura in faccia il fatto che mi avesse fatto nascere solo per tenersi mio padre, che in realtà non mi aveva mai voluto. E cominciavo a crederci anche io.

Quel guscio di donna non era, non POTEVA essere ,mia madre.

Improvvisamente squillò il cellulare, ma il numero che compariva sullo schermo non apparteneva alla mia rubrica. Chi mi cercava alle sei del pomeriggio?

Risposi, stanca.

‘Pronto?’

‘Melinda? Preparati, sto passando a prenderti, è urgente. Ti spiego quando arrivo’.

‘Ma…’obbiettai.

‘NON FARE POLEMICHE PROPRIO ORA. Preparati e basta’ e attaccò.

La voce di Zayn mi rimbombava ancora nelle orecchie. Che voleva da me? Che volesse parlare? Che volesse dirmi che voleva stare con me senza doppi fini?

IMPOSSIBILE, MEL.

Esattamente dieci minuti dopo, il tempo di pettinarmi i capelli e lavarmi i denti, sentii un clacson fuori il mio condominio, e affacciandomi riconobbi la sua range rover.

Corsi giù per le scale e urlai a mia madre che uscivo, ma lei non mi sentì,credo. Uscii di corsa e mi infilai sul sedile anteriore della sua auto. Profumava di pulito lì dentro.

Lui era ancora più bello di come lo ricordassi . Possibile?

Avevo il fiatone . ‘Mi hai fatto spaventare! Si può sapere che cosa cazzo è successo?’ ringhiai, infastidita.

Dovevo sembrare una ragazza a cui non importava nulla di tutta quella storia, una ragazza che non sembrasse innamorata.

‘Jonathan’.

Appena pronunciò il suo nome mi si gelò il sangue nelle vene. Pregai in tre secondi che stesse bene, che non gli fosse accaduto nulla. L’avevo visto ieri, e stava bene!

‘Sta bene?’ lo aggredii quasi.

‘No. E’ in coma farmacologico, si è sentito più male delle altre volte. Lo stanno operando d’urgenza’ disse ,mentre metteva in moto e sfrecciava a tutta velocità verso l’ospedale. ‘Me lo ha detto la madre, prima’ aggiunse.

Mi sentii male.

Dio , ti scongiuro, non Jonathan. Non quel bambino innocente e dolce che non aveva fatto nulla di male. Non lui, che era l’unico
casto in tutta questa storia. Non riuscii a parlare per metà del viaggio, e quella mezz’ora di macchina sembrava non volesse finire più.

Improvvisamente mi balenarono davanti agli occhi tutte le scene che avevo vissuto con Jonathan. Non stava accadendo davvero.

Io amavo troppo quel bambino, non poteva andarsene anche lui.

NON POTEVA LASCIARMI SOLA!

Senza che me ne accorgessi i miei occhi marroni si riempirono di lacrime, che scivolarono salate sulle mie guancie. Zayn mi guardò solo allora, per due nanosecondi, prima di girare la testa e continuare a guardare la strada ,guidando.

Stava male anche lui, glielo leggevo negli occhi. Riuscivo a leggere nei suoi meravigliosi occhi scuri, e non stava bene. Oh no.

‘Zayn…starà bene?’ domandai, ingenua. Quel silenzio mi stava logorando.

‘Si, si certo che starà bene, Mel’.

Mi aveva chiamato Mel, finalmente.

Quando finalmente arrivammo all’ospedale ,ci dirigemmo furi quella stanza che conoscevamo molto bene, e non potei fare a meno di ricordarmi della prima volta che avevo incontrato quell’angelo di bambino, mentre suonavo il pianoforte.

Era stato lui ad avvicinarci, ed eravamo diventati inseparabili con il suono melodioso del piano come colonna sonora.

DIO PER FAVORE, SE LO SALVI GIURO CHE NON SUONERO’ MAI PIU’.

Fuori la porta ,seduta su di una sedia, c’era la madre di Jonathan, distrutta.

‘Signora, vedrà che starà bene’ la rassicurò Zayn.

Dove trovasse tutto quella positività non lo sapevo. Rimasi sorpresa quando Zayn abbracciò la donna. Non ci restava altro da fare che aspettare.

***

Erano passate due ore. La mamma di Jonathan era al bagno, ed io ero seduta accanto a Zayn. Erano le otto di sera passate ed ero stanca. A distruggere il mio silenzio ci pensò la voce di Zayn, che avvertì la madre a telefono che avrebbe fatto tardi. Mia madre non si sarebbe preoccupata.

‘Vuoi chiamare anche tu?’ mi chiese Zayn, porgendomi il suo iphone.

‘No, grazie’.

Lo rimise in tasca. ‘Melinda io…’

‘Zayn non è il momento’ tagliai corto. Non volevo parlare con lui. Volevo Jonathan.

Lui sbuffò ma non disse niente.

‘Vado fuori a prendere un po’ d’aria, sto morendo qui dentro’ aggiunsi.

Fuori l’aria era fredda, così fredda che mi pentii di non aver messo  il cappotto. Rimasi a fissare le macchine che sfrecciavano sulla strada per non so quanto tempo. Forse un minuto, forse un ‘ora.

Poi sentii il morbido tessuto di una giacca di pelle nera sulle spalle, e mi voltai di scatto. Zayn.

‘Credevo ti avessero rapita’ disse.

‘Sono ancora qui, per sfortuna vostra’.

Lui osservò le macchine come me. Sembravamo statue.

‘Zayn e se l’operazione fallisse? Se rischiasse la vita? Se…?’.

‘Non morirà. Semplicemente non può morire’ mi interruppe.

‘Ma se succedesse?’.

Lui si girò arrabbiato, mi strinse forte gli avambracci e mi spinse al muro. Aveva il fuoco negli occhi.

‘Non essere paranoica. Non ti si addice’ ringhiò.

Sorrisi.

‘Perché sorridi?’ domandò, irritato.

‘Questa è esattamente  la stessa cosa che mi hai detto la prima volta che ci siamo incontrati, a scuola’.

‘E tu te lo ricordi?’ domandò.

‘Certo che me lo ricordo’ dissi, con le lacrime agli occhi. ‘Hai ragione, comunque. Non può morire’.

Lui allentò la presa, pur tenendomi sempre incollata al muro.

Poi vidi anche i suoi occhi farsi lucidi. ‘Zayn stai piangendo?’.

‘Mi sarà entrato qualcosa negli occhi’ disse. Ma sapevo benissimo che stava piangendo, annegavo nelle sue lacrime. Era così vicino a me, eppure così lontano. Avrei tanto voluto baciarlo.

‘Andrà tutto bene’ dissi, cercando di convincere più me stessa che lui.

‘Mel mi dispiace’.

‘Per cosa?’.

‘Per tutto’.

Quella risposta mi spiazzò, ma avrei accettato le sue scuse.

‘Lo so’ esclamai ,solo.

‘Ora ,puoi lasciarmi andare?’ chiesi. Mi teneva ancora incatenata al muro e avevo ancora freddo . Volevo rientrare dentro.

‘Preferisco stare così ancora per due minuti, almeno ti tengo sotto controllo  e non combini altri guai’.

‘E cosa avrei combinato?’.

‘Per iniziare hai parlato con Emily. Me lo ha raccontato e mi ha addirittura detto che sei simpatica. Che cazzata’ ironizzò.

‘Infatti lo sono, sei tu che non capisci il mio senso dell’umorismo, perché sei ottuso. E poi dovresti essere felice visto che io e la tua fidanzata non ci prenderemo più a capelli’.

‘Ma è contro natura!’ esclamò.

‘Contro natura, cosa?’.

‘Che due ragazze innamorate di me siano amiche!’ replicò ovvio.

‘Sei ancora convinto di piacermi, eh Zayn?’ chiesi. Dio se era vero.

‘CERTO’.

‘Ad ogni modo non importerebbe. Perché tu stai con lei, per un motivo o per un altro,  e io non ti piaccio quindi lasciami andare’.

‘Possiamo almeno essere amici? Senza la parola ‘scopa’ davanti?’.

In quell’istante uscì fuori la mamma di Jonathan. ‘Jonathan si è svegliato!’ urlò in preda alla gioia. Io piansi, ma erano lacrime diverse, lacrime felici. E Zayn si limitò a fare un sorriso.

GRAZIE DIO.




HEY GIRLS <3
CIAO! GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI DEL CAPITOLO PRECEDENTE, SONO CONTENTA DI SAPERE CHE LA STORIA VI PIACE GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE HANNO MESSO LA FF NELLE PREFERITE O NELLE RICORDATE O NELLE SEGUITE, SIETE MOLTE DI PIU' DI QUELLE CHE MI ASPETTAVO!
88 RECENSIONI IN TUTTO?
MUOIOOOOOO LOL
COMUNQUE SENTITO LA NOTIZIA DEL PARTY DI DEMI? CHE AMAREZZA çç
IN ENTRAMBI I CASI, NON MI AMMAZZATE PERCHE' POI NON SAPRETE COME VA' A FINIRE HAHAHAHHAHA TRANQUILLE PER JONATHAN, STA BENE <3
ORA MUOIO IN PACE
ANYWAY
H.
ps: ho trovato un'ff bellissima! se vi va di passare , è questa http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1796354&i=1
  
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