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Autore: jas_    13/05/2013    16 recensioni
Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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Capitolo 13
 
 

Lanciai un'occhiata fugace al display illuminato del mio cellulare mentre mi truccavo davanti allo specchio del bagno. Harry non aveva fatto altro che intasarmi la segreteria e riempirmi di chiamate per tutta la mattina. Aveva smesso all'ora di pranzo, per mezz'ora circa, e poi aveva ripreso. Stava diventando asfissiante, ma infondo Harry era un ragazzo insistente, se non lo fosse stato probabilmente non avrebbe combinato ciò che aveva poi fatto.
Alzai gli occhi al cielo mettendo il cellulare in tasca ed uscendo dal bagno alla ricerca della borsa che trovai appoggiata sulla scrivania. Scesi al piano di sotto nell'esatto istante in cui suonarono alla porta, andai direttamente ad aprire e mi ritrovai una Molly piuttosto scocciata attendermi sul pianerottolo.
«Il telefono?» mi domandò, stizzita.
Sospirai, uscendo di casa e incamminandomi con lei sul viale, «Harry non fa altro che chiamarmi, ormai non lo prendo neanche più in mano» mi giustificai, stringendomi nelle spalle.
Molly scosse la testa, «forse dovresti parlarci, visto che non gliene hai dato la possibilità.»
Mi arrestai di scatto guardandola truce, «parlare?» ripetei incredula, «ha avuto una settimana per parlare!» sbottai, «è rimasto in disparte a guardarmi scervellarmi per quello che poteva essere o non essere successo alla festa, ti sembra normale?»
Molly sospirò, «almeno ha detto che lo ha fatto per vederti, non si può dire che il suo piano non abbia funzionato visto che poi vi siete baciati» osservò dura.
Le tirai un pugno sul braccio prima di salire in auto, «andiamo a questo luna park, va', che ho voglia di zucchero filato.»
«Io voglio salire sulla ruota panoramica» dichiarò invece Molly, mentre accendeva l'auto e s'immetteva nel traffico londinese.
Mi voltai a guardarla scettica, «ho perso il conto di quante volte siamo state sul London Eye, e ora tu vuoi salire su una ruota panoramica qualunque?» domandai.
Lei annuì convinta, «voglio vedere Londra da un'altra prospettiva» spiegò decisa, alzai gli occhi al cielo facendomi bastare quella risposta, appoggiando la testa al sedile e chiudendo gli occhi.
Stranamente mi ritrovai a pensare a Harry, chissà cosa stava facendo in quel momento, mi chiesi, forse era ancora attaccato al telefono a chiamarmi, o forse aveva capito che non avrebbe concluso niente in quel modo e aveva lasciato perdere. Resistetti all'impulso di prendere il cellulare dalla borsa per vedere se c'erano altre chiamate da parte sua e cercai di pensare a qualcos'altro che non c'entrasse con lui, tipo lo zucchero filato che di lì a poco avrei mangiato.
«Bella addormentata nel bosco siamo arrivate» dichiarò Molly, arrestandosi bruscamente.
Aprii gli occhi di scatto voltandomi a guardarla spaventata, «che c'è?» domandò lei innocente, stringendosi nelle spalle e raccattando la sua borsa dal sedile posteriore.
Scossi la testa scendendo dall'auto, «sono sorpresa che non abbia ancora fatto un incidente» dichiarai.
«Porta sfiga eh» mi rimbeccò Molly, mentre ci dirigevamo verso l'entrata del parco divertimenti.
Era pieno di gente, e c'era d'aspettarselo dato che era domenica e che era una giornata stupenda, di quelle che capitavano molto raramente in Inghilterra.
Chissà, forse c'era anche Harry... Scossi la testa scacciando quei pensieri dalla mente, notai che Molly mi guardava confusa.
«Stai diventando pazza?» domandò, quasi preoccupata.
Le sorrisi rassicurante, «stavo solo pensando...»
«A Harry» concluse lei.
Sussultai, ma come...?
«Dai Vì, si vede lontano un miglio che stai pensando a lui, ma non ti biasimo, anzi, è già tanto che tu non sia chiusa in camera tua circondata da fazzoletti e con qualche canzone deprimente della Swift a palla, questo però non vuol dire che non ci stia male.»
Sospirai sconsolata, sentendo un senso di tristezza che avevo tenuto lontano fino ad allora pervadermi. Il fatto era che mi sentivo una stupida per essere stata ingannata così, credevo di essere diversa dalle altre, che si facevano abbindolare facilmente da quei ricci perfetti, gli occhi verdi, il sorriso sghembo e le fossette innocenti, invece c'ero cascata in pieno, forse peggio di chiunque altro.
«Mi ha presa per il culo» proruppi, «io...» mi arrestai, sentendo un nodo in gola causato dalle lacrime che minacciavano di uscire e che avevo tenuto dentro fino ad allora.
Non avevo mai pianto, non ancora, nonostante la sera prima al matrimonio fossi sull'orlo di una crisi mi ero sforzata di sorridere e avevo finto con mia mamma di stare male, così da potermene tornare a casa senza dover dare troppe spiegazioni.
Sentii le braccia esili di Molly stringermi in un abbraccio, «giuro che appena lo vedo gli spacco la faccia» dichiarò decisa, accarezzandomi dolcemente i capelli.
Risi, asciugandomi una lacrima dalla guancia, perché sapevo che l'avrebbe fatto se glielo avessi chiesto, per quanto sembrasse all'apparenza un angelo, Molly era un vero e proprio uragano, in tutti i sensi.
«Oh guarda, la bancarella dello zucchero filato!» esclamò poi, con esagerato entusiasmo. Mi prese per un braccio e trotterellò allegra fino a lì, chiedendone due al tizio del chiosco.
«Oggi faccio finta che sia il tuo compleanno e pago io» dichiarò seria, cercando il portafoglio nella borsa.
Sorrisi, apprezzando i suoi sforzi per cercare di farmi sentire meglio, sapevo quanto Molly fosse tirchia e il fatto che mi pagasse lo zucchero filato era un evento più unico che raro.
«Troppo gentile» la presi in giro quando mi porse la mia nuvola rosa, le diedi subito un morso senza preoccuparmi di sporcarmi tutta la faccia. In quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era una quantità industriale di zuccheri nel sangue, a costo di prendere il diabete.
«Però mi dispiace per te» esordì Molly di punto in bianco, mentre camminavano in mezzo alla folla del luna park, «la ruota panoramica te la devi sorbire lo stesso, non c'è Harry Styles che regga.»
Alzai gli occhi al cielo, ebbi la lampante idea di buttarmi per terra ed improvvisare una scenata degna da Oscar così da evitare la tortura ma la scartai immediatamente.
«Sappi che mi devi un favore» dichiarai, mentre ci avvicinavamo alla fila.
Molly mi lanciò uno sguardo truce, «ti ho offerto lo zucchero filato, mangia e taci» mi ordinò.
«Non era il mio compleanno?» ribattei acida, facendo la zittire.
Gongolai silenziosamente, era un evento più unico che raro quello che Molly rimanesse senza parole, e per una volta nella vita ero riuscita a realizzarlo.
«Senti Fanning non farmi incazzare che sono già abbastanza alterata di mio» sbottò corrucciata.
Mi voltai a guardarla confusa, con un pezzo di zucchero filato a mezz'aria, «cos'è successo?» domandai poi, preoccupata.
«Ieri, quando sono tornata dall'appuntamento con Niall ci siamo baciati, una cosa di poco conto, insomma, non ha nemmeno usato la lingua, ma quando se n'è andato ho visto Zayn dall'altra parte della strada che ci fissava» spiegò cupa.
«Oddio Molly io...» ero senza parole.
«Lo so che infondo a Zayn non è che possa interessare però... La sfiga mi perseguita» borbottò corrucciata.
Appoggiai una mano sulla spalla di Molly cercando di confortarla, «magari non vi ha visti...» tentai, poco convinta.
Lei mi guardò truce, «sì certo e io sono Babbo Natale» ribatté acida.
Alzai gli occhi al cielo e feci un passo in avanti quando la fila avanzò, finendo il poco zucchero che era rimasto sulla bacchetta. Mi voltai alla ricerca di un cestino della spazzatura ma rischiai di andare addosso a qualcuno.
«Scusa!» esclamai istintivamente, alzando gli occhi verso il ragazzo davanti a me.
Mi sorrise dolcemente, un sorriso sincero, i suoi occhi azzurri come il ghiaccio mi guardavano divertiti e non riuscii a non perdermi in essi.
Era dannatamente bello, e sembrava così spontaneo e genuino e puro e...
«Victoria?»
Voltai la testa di scatto verso il ragazzo che mi aveva chiamata, «Zayn!» esclamai, piacevolmente sorpresa.
In quel momento anche Molly si voltò indietro, limitandosi ad osservare come incantata Zayn che ci sorrideva gentilmente.
«Che ci fate qui?» domandò poi, piacevolmente sorpreso.
Molly boccheggiò, ancora scioccata per l'incontro, così intervenni io.
«Molly mi ha praticamente obbligata a salire sulla ruota panoramica» spiegai brevemente, lei mi tirò un colpo sul braccio e Zayn si limitò a sorridere divertito.
«Beh, non sei l'unica, Louis ha fatto la stessa cosa con me.»
Mi voltai di scatto verso il ragazzo in questione, che stava assistendo al dialogo in silenzio, lo osservai attentamente, che fosse lui quel Louis?
«Che idiota, mi sono dimenticato di presentarvi, Lou, loro sono Molly e Victoria, ragazze, lui è Louis» disse brevemente.
Strinsi educatamente la mano al ragazzo, «Louis... Tomlinson?» chiesi poi, titubante.
Il ragazzo inarco le sopracciglia piacevolmente sorpreso dalla ma domanda, «sì!» esclamò, e solo allora mi accorsi di quanto la sua voce fosse squillante e i suoi atteggiamenti così... Infantili quasi, ma in senso buono. Mi dava un'idea di innocenza quel ragazzo, tutto il contrario di quello che mi aspettavo dal famigerato Louis Tomlinson.
«Non dirmi che dovrei conoscerti e che ho fatto una figura di merda» aggiunse poi, passandosi una mano tra i capelli, già spettinati di per loro.
Scossi la testa, «tranquillo, è solo che...» mi sono imbucata alla tua festa e ho dormito a casa tua senza nemmeno sapere che faccia avessi, niente di che, «Molly mi ha parlato molto di te!» buttai lì all'ultimo, battendo una pacca sulla spalla della mia amica.
Lei mi guardo truce, sicuramente in quel momento mi stava maledicendo in tutte le lingue del mondo.
«Sì beh, le ho parlato di te perché... Fai le feste migliori del mondo!» squittì, con la voce più acuta del solito, cosa che le accadeva quando era nervosa. «Insomma, chi non ama le tue feste?»
«Victoria e Molly erano anche alla tua ultima festa» spiegò Zayn, sorridente.
Louis parve piacevolmente sorpreso, «davvero?» mi domandò, mi limitai ad annuire imbarazzata, «sì beh... Mi sono divertita» farfugliai, a disagio.
Lui mi sorrise gentile, «ne sono felice, mi dispiace non averti vista quella sera!»
Abbassai lo sguardo leggermente imbarazzata dalle sue parole, mi sentii le guance andare in fiamme ma cercai di ignorare quella fastidiosa sensazione, nonostante fosse piuttosto difficile farlo sotto lo sguardo di ghiaccio di Louis.
«Perfetto!» intervenne Molly, fin troppo esuberante, «che ne dite se salissimo sulla ruota ora?»


 

-




Eccomi qua!
Lo so che sono in ritardissimo e mi dispiace moltissimo, voi non avete idea di quanto mi senta in colpa ma sono piuttosto incasinata con tutto.
Farò del mio meglio per aggiornare il prima possibile ora ma non vi garantisco niente!
Scusate ma devo scappare, grazie millissime per le 28 recensioni (un record!) e per leggere la storia ed attendere i miei aggiornamenti lentissimissimissimissimi.
Alla prossima!
Jas




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