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Autore: S_u_S_y    13/05/2013    0 recensioni
"...Scopriresti che il vento sussurra, che l'arcobaleno tintinna, assorbire a pieno la melodia della natura che si estende al di sotto dei nostri sguardi... e ogni giorno, imparare a vivere un po' di più del precedente.."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho paura. Sento che c’è qualcosa che non va… il silenzio intorno a me è troppo grande, troppo forte. Odio stare da sola. Mi sento abbandonata.. Ma i miei genitori sono al lavoro, io a casa e non posso farci niente. A casa da sola. Cerco di fare meno rumore possibile, solo per poter sentire il suono del silenzio, quel fischio quasi assordante che però ti ricorda che sei ancora vivo. Quando si è piccoli, non vedi l’ora che i tuoi ti lascino da solo a casa, perché sai che si fidano di te. Poi inizi a crescere, e ti rendi conto che ti sei talmente abituato ad avere del rumore in torno che non puoi più vivere senza. Stare fermi ad un certo punto diventa insopportabile, devo muovermi, devo fare rumore. E quindi diventa quasi un gesto automatico quello di accendere la TV per occupare quel silenzio, quel senso di vuoto. Mi sdraio sul divano, e mi avvolgo nella coperta più spessa che ho, anche se non fa poi così freddo, ma mi da quel senso di protezione e di sicurezza. Mi sento indistruttibile arrotolata in un pezzo di stoffa! È strano come, appena avverti una sensazione di vulnerabilità, improvvisamente ricominci a credere ai mostri. O almeno, a me succede questo. Tutti, in pratica, hanno la certezza che non esiste niente terribilmente pauroso come, per dire, uno zombie. Eppure io ho sempre la netta sensazione, ad esempio prima di entrare in una stanza, che mi succederà qualcosa, che da quell’angolo buio e un po’ nascosto salterà fuori una bestia che mi farà morire di paura. È ovvio, non mi è mai successo! All’improvviso, un rumore mi fa sobbalzare. Poi, magari, è solo la classica persiana che sbatte per il vento, oppure il telecomando che avevo lasciato in bilico sul bordo del divano ed è volato a terra, ma lì per lì non te ne rendi conto, e il cuore inizia a battermi a mille e non resisto all’idea di non andare a controllare che non ci sia nessuno al piano di sopra. Come mi aspettavo, non c’è nessuno. Ma, per sicurezza, chiudo tutte le persiane, do giusto un paio di giri di chiave alla porta di casa e inserisco l’allarme esterno. Non si sa mai! Ma sicuramente la cosa che odio di più della solitudine è la noia. Dopo che mi rendo conto che in televisione non c’è niente di interessante ( come di solito accade quando non ho assolutamente niente da fare), dopo che scarto ogni tipo di passatempo, libri, giochi di carte, dvd, musica, qualsiasi cosa mi venga in mente, arrivo addirittura a sperare che ci siano compiti che non ho già fatto o roba da studiare, e ovviamente non è così. Quindi inizio a vagare per la mia stessa casa, come se fossi un estraneo, osservando ogni singolo particolare. Sbircio dentro a tutti i vasi, sperando di fare una qualche scoperta incredibile, come trovare un elastico per capelli; mi metto a riordinare tutti i barattolini di spezie in ordine da quelli più pieni a quelli più vuoti; metto in rodine alfabetico tutti i dvd che abbiamo in casa; curioso in tutti i cassetti della casa così, tanto per… fino a quando non mi riduco a provare tutte le penne più costose che abbiamo nella vetrina cercando di capire quale sia quelle che scrive meglio. Tutto questo per far passare il tempo più in fretta, e, giustamente, mi sembra che ogni secondo duri un paio di vite, fino all’ora di cena, quando finalmente mia madre rientra e posso raccontarle ciò che ho fatto durante la giornata, cioè veramente poco.
  
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