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Autore: Hirundo17    14/05/2013    0 recensioni
La vita di Sam scorre tranquilla. Una famiglia normale, voti normali, amici normali, una piccola casa nel centro di Londra. Niente potrebbe cambiare, o si? Perché all'improvviso Sam si risveglia in un prato, senza sapere come ci è finita, e si ritrova catapultata in un mondo di magia e guerra, un posto che lei immaginava solo nei libri, e nei suoi strani sogni. Così, grazie alle sue nuove e inaspettatamente potenti capacità magiche, viene assoldata nell'esercito del Re Arion e entra a far parte del corpo speciale che ricerca la Prescelta, che potrà capovolgere le sorti della guerra. Ma forse ciò che cerca è più vicino di quanto pensi...
Genere: Fantasy, Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Il rumore della città la infastidiva, così cercò le cuffiette nella borsa quasi annaspando in tutto quello che conteneva. Dopo aver impiegato due minuti buoni per districarle, non contenta, si accese una sigaretta e avviò la riproduzione casuale.

Baptised with a perfect name
The doubting one by heart
Alone without himself

Sorrise tra sé. I Nightwish le erano sempre piaciuti, e questa canzone particolarmente. Le faceva credere che esistesse qualcos'altro oltre la monotonia della grigia Londra dove viveva. Quando aveva provato a esprimere quel disagio interiore a Jess, questa le aveva ricordato che quando si è stanchi di Londra, si è stanchi della vita. O almeno così diceva Samuel Johnson. Eppure Sam non si sentiva stanca della vita, tutt'altro: aveva diciott'anni e lei era affamata, di vita. Ma allo stesso tempo, non sentiva nessun posto come suo, eccezion fatta per i mondi fantastici dei libri che tanto adorava. A volte, quando faceva freddo e la pioggia rendeva la sua città più grigia del solito, desiderava solo infilarsi sotto il piumone con quanti più libri si potesse immaginare e restarci fino alla fine dei suoi giorni.


Reaching, searching for something untouched
Hearing voices of the Never-Fading calling

Finalmente a casa. I suoi genitori erano partiti per un viaggio d'affari in Francia – lavoravano entrambi in una grande azienda farmaceutica, di cui erano i proprietari – e a lei la solitudine piaceva, a piccole dosi. Dopo una cena a base di avanzi di pizza riscaldata nel microonde e Lucky Strike in quantità industriale, s'infilò in doccia e decise di mettersi il pigiama. Nonostante avesse molti amici e con loro stesse bene, non aveva per niente voglia di chiamarli lì da lei e trasformare la sua casa in un coffee shop, cosa che invece avrebbe fatto almeno il novanta per cento degli adolescenti.
Si fissò nello specchio ancora un po' appannato. Carnagione leggermente abbronzata, dono di sua madre, italiana, così come i liquidi occhi nocciola da cerbiatta. I capelli rossi che incorniciavano il suo viso in morbidi boccoli, invece, li aveva presi da suo padre.
Afferrò un libro a caso dalla libreria della sua cameretta e si sdraiò sul letto, leggendo fino a quando, con gli occhi arrossati, si rese conto che ormai erano le tre del mattino. Maledicendo il fatto che l'indomani dovesse andare a scuola, perlopiù in metropolitana, spense la luce e s'infilò sotto le coperte.


E' quasi giunta l'ora... Presto dovrai combattere...
La voce che s'insinuò nel sonno di Sam parlava una lingua che lei non aveva mai udito, ma che sentiva di conoscere, in modo del tutto irrazionale. Era una voce morbida, di donna anziana. La ragazza iniziava a provare inquietudine, e si sentiva sveglia, ma per quanto si sforzasse, non riusciva ad aprire gli occhi, a smettere di udire quella voce. Cercò di gridare, ma la sua gola era muta. Per quanto si voltasse, attorno a lei c'era solo buio, e quella voce.
Dopo quello che le parve un tempo infinito, una luce flebile, poi sempre più grande e splendente, l'attirò verso di sé. Samantha Greene, sudata e tremante, si svegliò con ancora indosso il suo pigiama azzurro.
Ma quella non era la sua camera.

Il prato era inondato di luce. Alla sua destra, gli alberi di un bosco enorme frusciavano mossi da un vento tiepido. Un luogo bellissimo. Ma Sam urlava e urlava, perché aveva appena realizzato di essere completamente sveglia, e quel posto era inspiegabilmente reale. Si alzò di scatto e corse senza sapere dove andare, singhiozzando. Cos'è successo?
Respirò a fondo come faceva sempre prima di un'interrogazione.
Devo trovare delle persone, una città. Mi aiuteranno. Mi spiegheranno cos'è successo, perché c'è una spiegazione. E tornerò a casa.
Il periodo al campo estivo dei boyscout, una vita fa, le tornò in mente. Devo trovare un fiume. Dove c'è acqua, ci sono le persone.
Senza pensarci due volte, s'immerse nel bosco. 



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Note: 
La canzone è Amaranth, dei Nightwish;
La citazione esatta di Samuel Johnson è: "Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco della vita".

Grazie ai poveri malcapitati che leggeranno questa storia :)

  
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