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Autore: Evan Wolf    16/05/2013    0 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Robert è giovane, alto, bello e… in cerca di un coinquilino…
Si è trasferito da qualche tempo in una città più grande, in cerca di una svolta per la sua carriera da musicista, ma il tempo non è clemente con lui, come con nessuno, e il mutuo per il nuovo appartamento incombe ogni mese, così ha pensato bene di subaffittare una stanza del suo appartamento, una soluzione molto comune tra i giovani inglesi.
 
-         Pronto?
-         Rooobert!! Sono Andrea! Ti ricordi di me?
-         Ahm… sì, certo… s-stavo proprio pensando di richiamarti… ahm...
-         Ah si? Ma hai capito chi sono? Non ci vediamo da anni!
-         …dovrei ricordarmi?
-         Be’ non so, dimmi tu, sono la tua ex vicina di casa!
-         Ahh…Aaaaah! Andrea! Ma sei tu? La piccolina?
-         Sì, sono io e non sono piccola! – risponde la ragazza seccata – ho sentito… cioè mi hanno detto che cerchi un coinquilino…
-         Ah si, te lo ha detto tuo fratello?
-         Eh sì, ti…
-         Conosci qualcuno?
-         Sai, mi hanno ammessa al college!
-         Vai già al college?? Wow…
-         Sì, proprio per questo sono in cerca di… una sistemazione…
-         Oh, tu? Mhm... – Robert è dubbioso, non vorrebbe “bambini” tra i piedi – ma sei sicura? Cioè e se poi non ti trovi bene? Io sono un uomo, e … e c’è sempre casino a casa mia!
-         Dimentichi che ho un fratello più grande di te! Eddai… se non ci troviamo bene me ne vado, appena trovi qualcuno meglio sloggio…promesso! Non sono più una bambina che gioca con le bambole eh? La capisco la “tua vita da uomo” non mi scandalizzerò per questo! Sono grande ora.
-         Oh sei grande… certo u.u…ma non hai nemmeno visto la casa, potrebbe non piacerti… vieni a dare un occhiata prima di decidere…
-         Ok, grazieeeee!!!
-         Ma sarà un colloquio non ti prometto niente! Non faccio favoritismi sai? U.u
-         Ok, grazieee! Va bene oggi alle 4?
-         Alle 4?
-         4 e mezzo??
-         No, cioè…sai dov’è? Sono in un'altra città! O sei già sul treno?
-         Macchina Rob! Ho una macchina!
-         Ohh guidi già?
-         Te l’ho detto che sono grande! Ho 18 anni ormai!
-         Giusto…
-         Comunque sono già in città… all’ uni, per sistemare le cose, documenti.. roba simile… e so dove abiti!
-         È una minaccia? Ah ah ah
-         Ma no scemo! È una garanzia! Ed è un miracolo, dato il mio grande senso di DISorientamento!
-         Ah beh, se è così a più tardi!
-         Ok grazieeee!!
-         E basta grazie…
-         Ok g..ok e basta! A dopo!
 
 
Andrea era la piccola bambina che abitava nella casa di fronte quella dei genitori di Robert, conosceva Robert da praticamente tutta la vita, poi lui, sei anni prima, era andato via di casa, aveva voglia di indipendenza ed il sogno della musica, e a casa, dall’alto dell’esempio di un fratello avvocato, il suo sentimento ribelle e la sua aspirazione alla vita artistica non erano capiti.
Da piccolo aveva passato ore ed ore a suonare la chitarra nel giardinetto laterale della sua vecchia casa, e là attorno faceva raccogliere tutte le ragazzine del quartiere, che come tante paperette “quackavano” solo per farsi vedere dal bel biondo, che comunque non disdegnava quelle attenzioni.
Probabilmente anche Andrea avrebbe fatto lo stesso, fosse stata un po’ più grande, invece se ne stava a guardare dondolando sulla sua altalena, oppure giocava la sua preziosa carta, quella della “piccola amichetta”, andando a giocare a casa sua, dove era ben voluta dalla mamma di Robert, a cui sarebbe piaciuto avere anche una figlia femmina; Così Andrea, tra una merenda e l’altra, non perdeva occasione di corrergli incontro e saltare in braccio al suo gigante buono, che dall’alto del suo metro e ottanta le rivolgeva sempre un sorriso affettuoso che era solo per lei, la “piccolina” di casa.
A 12 anni poi aveva cominciato a prenderla in giro, e lei si arrabbiava terribilmente, fin quando un giorno se ne era andato, in cerca della strada per il suo futuro, e non aveva più avuto modo di vederlo, di certo non perdeva più tempo a giocare con una bambina, come era lei.
 
 
 
Sono quasi le quattro, una macchina grigio metallizzato percorre tranquilla una deserta strada di un quartiere residenziale di Birmingham a pochi isolati dal centro, ma nonostante ciò una zona molto tranquilla e silenziosa, forse perché è luglio e molti sono già in vacanza. Una fila di case ordinate si estende a sinistra della strada, sulla destra, a intervalli regolari, ci sono alberi che proiettano una fresca ombra sulla strada e alle loro spalle tipiche villette basse. Andrea è ferma ad un semaforo e nota sulla destra l’entrata di un parco, e l’altezza omogenea di quasi tutti gli edifici sulla sinistra, massimo 3 piani, ‘bel posto ’ pensa ripartendo e concentrandosi sui numeri civici appesi accanto ai portoni, ‘ancora 3 e… ci siamo!’.
Andrea parcheggia in uno dei posti a spina tracciati in un cortiletto sul fianco destro del palazzo, scende dall’auto stirandosi i vestiti con le mani e sistemandosi i capelli nel riflesso del finestrino dell’auto parcheggiata accanto.
‘ok ora bisogna solo capire dove bussare, ci sarà il suo nome nel citofono?’ il tempo di elaborare questo pensiero è sufficiente a raggiungere il portone sulla facciata principale che dà sulla strada.
‘White-Price, no… no qui non c’è, eppure dovrebbe essere qui… mi sarò persa come mio solito!’ Andrea torna nel parcheggio, si guarda attorno e, aguzzando la vista, nota un’entrata su una parete a rampicanti, sbircia dentro con la testa e vede un prato verde tipico inglese, un gazebo con poltroncine in vimini sotto e, cosa più importante, una seconda entrata: ‘ecco!’.
L’edificio condivideva con il palazzo principale tutta la parete posteriore, ed era più basso, un piano e mezzo, forse un soppalco o una mansarda, ma aveva tante finestre in legno. In tre saltelli è davanti alla porta.
‘Fantastico! Non c’è nome… va beh… io busso lo stesso, a qualcuno devo pure chiedere!’.
Driiiiin.
Sei leggeri passi e un giro di serratura più tardi la porta marrone scuro si apre lasciando arrivare al naso di Andrea una folata di odore di dopobarba che le pizzica, sbatte un paio di volte le palpebre prima di accorgersi di avere davanti due clavicole, alza lo sguardo e risponde al sorriso del biondo con un altro sorriso che le riduce gli occhi a due lunette. Lo riconosce subito, Robert al contrario è perplesso.
-         Cavol-ehm, volevo dire CIAO!
-         Ciao piccola, cerchi qualcuno?
Risponde appoggiandosi allo stipite della porta incrociando le braccia e rivolgendole uno sguardo sempre più consapevole ed incredulo allo stesso tempo, al viso bruno che si trova di fronte.
-         Sì, te! Anzi… credevo-di-aver-sbagliato-casa-sono-andata-avanti-e-non-c’era-il-tuo-nome-al-citofono, sono-tornata-indietro-ho-posteggiato-lì-vedi? Qui-non-c’era-nome-ho-bussato-lo-stesso-dovevo-chiederea-qualcuno-e-per-fortuna era giusto!
Dice tutto questo in 15 secondi, non c’è più dubbio!
-         Andrea!! Quasi non ti riconoscevo… però come sei cresciuta bene!!
-         Oh grazie! Tu credi? Io mi vedo sempre uguale!
-         Ma no, sei cambiata un sacco, sei più alta…più…- annuisce lievemente- però hai la stessa parlantina veloce di sempre… solo tu ci riesci!
-         Ah ah ah lo prendo come un complimento… Rooobert! Non posso crederci!
Andrea abbraccia Robert contenta, stritolandolo tra le sue braccia e sollevandolo da terra, benché lui fosse almeno 10 cm più alto di lei.
-         Ehy. Sì, però un tempo ero io a prenderti in braccio, ma che cavolo mangi?
-         Eh eh questa forza è talento naturale! – dice alzando le sopracciglia.
Robert guarda sconcertato le braccia dall’apparenza magre della ragazza, grattandosi la testa con una mano, e indicando di entrare con l’altra. Richiude la porta roteando su se stesso, raggiunge Andrea e sempre con un segno della mano le indica di accomodarsi sul divano. Andrea nota una lattina aperta e una rivista buttata sul tavolino di fronte a loro, ormai seduti; probabilmente Robert era disteso lì, prima di andare ad aprire.
Andrea inizia a rendersi conto che dentro casa, la calura non è tanto opprimente come insolitamente lo era fuori, la luce del primo pomeriggio era smorzata, si stava bene, il divano era comodo, di quei vecchi divani, che forse proprio perché vecchi sono di una comodità e confortevolezza insostituibile; si rilassa sospirando “che stanchezza”.
-         problemi con i documenti dell’uni?
-         No ma, non trovavo gli uffici… mi perdo in casa mia io!
-         Ahh… questione di familiarizzare col luogo insomma… allora…
-         Allora, si, è il momento dell’intervista: sono pronta! Spero non sarai troppo pignolo!
dice scherzosamente accomodandosi sul divano accavallando una gamba.
-         Sarò un tremendo pignolo, niente raccomandati qui!
-         Io ci speravo! – sorridono entrambi sommessamente – posso dire a mio favore che so essere silenziosa e quasi invisibile quando la situazione lo richiede! Negli ambienti condivisi sono ordinata, sono rispettosa e tollerante delle abitudini altrui e mi faccio la mia vita, sono bacchettona solo con me stessa insomma e questo non avrà minimamente che fare con la tua “vita da uomo” di cui mi accennavi a telefono!
-         E il vizio di interrompere ad esempio?
-         A quello si può rimediare da adesso! – abbassa lo sguardo in imbarazzo dietro al ciuffo di capelli neri che ora le era scivolato sugli occhi.
-         Bene, allora andiamo d’accordo… mi puoi dire come mai non sei in giro con qualche amichetta in cerca di una casa alla moda dove fare la studentessa modello e parlare di smalto la sera? Non ti annoieresti qui a… non so commentare una partita?
-         Oh…- tono deluso - è questo che fai qui? che vita triste… e io che pensavo che fossi un genio incompreso della musica! Mi muore un mito! Sigh! Ahahahah
-         Ohh che umorismo ragazzina, non me lo sarei aspettato ripensando a come eri da bambina!
-         Vedi? Con le mie risposte sempre pronte non ci si annoia! Nemmeno davanti una partita! E comunque… in 6 anni avrò combinato qualcosa nella mia vita no? Cioè.. parlo di sviluppo intellettivo.
-         Ah certo!
-         Dillo che mi aspettavi con un vestitino rosa e una bambola colorata in mano!
-         Ammetto che è così che ti ricordavo, eri una bimba simpatica.
-         Si, poi ad una certa età devo essermi guastata ah ah ah.
-         Ma no, cioè non saprei in effetti, anche se a quanto pare mi sono perso un po’ di cose, almeno sei sveglia!
-         È un bel complimento grazie!
-         Prego – pausa di silenzio, quasi a riprendere fiato – con te si dialoga a velocità surreale, potrei soffrire di mal di testa! Non è una bella cosa per un musicista!
-         È la mia tecnica per confonderti e farmi firmare il contratto! –fa un occhiolino .
-         Ahhh, sei astuta e infida pure! Cos’è? Fai psicologia?
-         Ah ah no, ho delle doti, altro talento naturale!
-         Capisco, qualche altro talento nascosto?
-         Ehh mica posso svelare i miei trucchi tutti in una volta! Lo saprai quando e se si presenterà l’occasione – Andrea si turba un momento, avvertendo un non so che di doppiosensato in quella conversazione e aggiunge, come distratta dal suo stesso pensiero – cioè.. del resto non mi piace darmi delle arie. – ora non è poi così sicura di aver migliorato la situazione.
‘Robert trova tutto ciò molto buffo’ pensa vedendolo sorridere fra sé e sé, c’è da dire che nonostante la lingua lunga e le battute pungenti a volte Andrea è capace di grande ingenuità!
-         allora? – il viso è quello di un’Andrea di 6 anni che aspetta che qualcuno le dica che vuole giocare con lei,  o che ha delle belle codine.
-         Allora la vuoi vedere la stanza? Certo… è già venuta gente a vedere, sai… potrebbero confermare.
-         Però non respingi proprio del tutto l’idea di prendermi in considerazione vero? – “dai dai gioca gioca!”
-         No, direi… di no…- lampo di gioia negli occhi di Andrea di 6 anni, forse c’è una bambola nuova! – questo è ovviamente il soggiorno.
-         Con il divano più comodo del mondo, e una tv che trasmette tante partite noiose – fa il segno di scrivere degli appunti.
-         Sei tanto seria quando dici certe cose che non si capisce dove finisci di scherzare e dove sei realmente seria, una simpaticona troppo seria, ti ho capita sai? – Robert pensa divertito che quella ragazza era diventata uno strano soggetto infondo, alla parola “capita” Andrea riprende immediatamente a parlare:
-         È una delle mie capacità preferite! – Robert fa lo sguardo di chi la sa lunga, “forse ci fai più di esserci” - Quella deve essere la cucina, un tavolo, un frigo, toh che intuito! –continua a prendere appunti immaginari, mentre Robert assottiglia lo sguardo prima di rilassarlo,
-         Questo è il mio tostapane preferito e la mia teiera migliore, meritano una menzione speciale nei tuoi appunti.
Andrea sogghigna udendo Robert stare al gioco, Andrea-bambina si accontenta con poco, Robert esce lasciandosi seguire.
 
La cucina era separata dal salotto da un arco e una mezza parete, alle sue spalle si trova la “leggendaria” sala delle creazioni, aveva detto il padrone di casa con un certo orgoglio, che ospitava tutti i suoi strumenti e attrezzatura varia.
-         Lì dietro c’è il bagno, e ora saliamo, prima tu – Robert aspetta di fianco alla scala, frontale alla porta di ingresso.
 
Al piano superiore, un corridoio a L portava alla stanza in questione, un altro bagno e la camera di Robert, il piano era più piccolo di quello inferiore, e dalle finestre si vedeva il tetto spiovente che si prolungava in una piccola tettoia.
-         questa casa è stupenda! – esclama entrando in quella che lei sperava diventasse presto la sua nuova stanza: era bianca e giallina, come tutto il piano, con due finestre luminose, pavimento rigorosamente parquet della stessa tonalità delle finestre, sapeva di caldo, quasi di baita di montagna, perfetta per l’inverno e la neve – e il riscaldamento?
-         Ovviamente c’è – risponde Robert dopo un attimo di esitazione, col caldo non gli passava nemmeno per la testa l’idea del riscaldamento, procede nel corridoio.
-         Wow c’è la vasca qui!
-         Sì, è molto comoda… per fare il bagno!
-         Ci scommetto! E vedo un'altra cosa molto comoda! Hai un letto a 2 piazze proprio dall’apparenza supercomodissima! – Andrea vuole la bambola.
-         Ti assicuro che lo è! Vuoi provare?
-         Ma no, il letto è sacro non si profana!  - proclama in tono solenne, Robert la guarda interdetto:
-         Cos’è una cosa religiosa?
-         Ma no… vuol dire che… è il tuo regno insomma, personale, non ci posso stare io o chiunque così tanto per, è spazio privato! È… tuo!
-         Ah si? Veramente questo letto è molto apprezzato e condiviso! Ah ah ah.
-         Non ne dubito…
-         Ma poi da piccola non ti facevi tutti questi problemi a saltarmi sul letto!
-         Ero piccola appunto! E non avevo ancora concepito questa mia teoria. – sorride.
-         Ohh fai filosofia allora!
-         Ma che! Ah ah ah no per favore, è che arriva un’età in cui inizi a farti domande e farti delle idee di come va il mondo e cose così… - Andrea matricola pseudo-intellettuale.
-         Ahhh… come siamo saggi, pensare che l’ultima volta che ti ho vista, il pensiero più elaborato che pronunciavi era il testo di una canzone dello zecchino d’oro, un bel progresso, devo ancora abituarmi a questa nuova versione di te!
-         Ahaah oddio, che ricordi imbarazzanti hai di me? Devo lavorare sodo per riscattare la mia immagine!
-         Sarà un lavoro molto duro!
-         Non mi fa paura!
-         Piuttosto – Robert riprende la strada per le scale, poi si riaccomoda – non mi hai risposto alla domanda di prima, come mai non sei in cerca con qualche amica, quelle… come si chiamavano? Le senti più? Alice e Gre..no Margareth?
-         Le tue gemelline del cuore, sono a Londra!
-         Ahhaah chi ti ha detto che sono le mie preferite? Avevano strane idee sul mio interesse per loro ricordo, chissà come si devono essere vantate inutilmente, comunque… loro sono a Londra, perché tu sei qui?
-         Perché ci sei tu! Che domande! Mi hanno presa qui e i prezzi sono più bassi, è più vicina a casa e… cose così, altre mie amiche, visto che lo vuoi sapere, sono qui, ma hanno preso il campus, o hanno vecchie zie, cugine, fidanzati, forse hanno preso tante scuse per non venire a vivere con me, incuto timore con la mia forza sovrumana e il mio approccio psicologico!
-         Miss ironia, mi riesce ancora difficile prenderti sul serio quando parli, comunque non penso che tu sia poi tanto pericolosa, insomma, ti hanno fatto pacco!
-         Potrebbe anche essere vista così in effetti, sì; poi c’è mamma che è tanto contenta di sapermi con gente conosciuta, ah ah ma...
-         Ahhh sarei il tuo babysitter insomma!
-         Ma! –continua come se non fosse stata interrotta – mia madre non spicca per la capacità di riconoscere la gente affidabile!
-         Ehy! – robert la guarda come a dire “ragazzina impertinente” poi sorride –in effetti non posso darti torto – ride e poi finge un tono serio – il tuo approccio psicologico ha di sicuro intimidito le tue amichette!
-         Sì, è l’ipotesi più accreditata!
-         Non che ancora tu sia ufficialmente membro del clan, ma, in ogni caso, ciò che succede a casa mia rimane a casa mia, non so se mi spiego!
-         Forte e chiaro capo! È mia madre che mi sente controllata, non sarò un’infiltrata e come ti ho già detto sarò molto discreta e silenziosa, sono un po’ una gatta! – robert alza un sopracciglio, silenzio – nel senso…mi muovo nell’ombra… e non faccio notare la mia presenza – Robert si gratta la barba, silenzio – pur non essendo una spia però! Ok, mi sto incartando!
Robert scoppia a ridere:
-         Secondo me ti fai troppi viaggi mentali mentre parli! Anche questo è un tuo talento naturale?
-         Mhm.. be.. direi di si… lo ammetto.
-         Cos’altro dovrei sapere di te, in conclusione? Convinci la giuria a votarti!
-         Ti ho detto che non mi vanto no? Però posso dirti che il mio pezzo forte è saper muovere le orecchie!
Robert scoppia di nuovo a ridere, poi si ricompone più in fretta che può accennando uno sguardo finto severo:
-         Tu! Ragazzina! Non farlo mai più!
-         Cosa? – Andrea bimba svampita.
-         Questo!
E con “questo” intendeva “farmi morire dal ridere perché non si riesce a capire su che piano sta il discorso che stai facendo!” ma ciò rimase inespresso, e forse era stato comunque recepito, come sembrava dire lo sguardo complice di Andrea, ma dopo tutto, Robert, non aveva ancora ben capito se fosse davvero svampita a volte, oppure se scherzasse a sua volta essendo in realtà pienamente cosciente di ciò che dicendo, lasciava intendere.
  
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