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Autore: PhoenixAinsel    20/05/2013    0 recensioni
Nella Valle di Salim, qualcosa è accaduto.
Un Portatore dopo secoli ha fatto il suo ritorno, per venire a prendere la Custode che gli appartiene.
Un compito da svolgere, una missione che non può essere svelata...
Ma solo letta da voi....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era l’alba quando Neve si svegliò, schiudendo gli occhi.

Dovette sbattere le palpebre formicolanti un paio di volte prima che gli occhi si abituassero alla luce che, seppur ci fossero le tende tirate, proveniva dalla finestra.

“Ti sei svegliata, Neve?”
Una voce roca e piena le accarezzò l’udito come se fosse una morbida veste di velluto. Allungò la gamba destra che sentiva nuda sotto le coperte e sfiorò un’altra gamba nuda, ricoperta da una folta peluria. Volse il capo a destra e gli occhi del Portatore la bloccarono.
Si concesse di osservarlo prima di rispondere, adesso che aveva la lucidità per fissare nella mente ogni piccolo particolare. Capelli bruni corti e curati ed una treccia che scendeva lungo la spalla, come era costume nell’Ordine dei Portatori. Sopracciglia folte ma delineate che spiccavano su una fronte ampia e segnata da qualche cicatrice. Occhi grandi, grigi, e folte ciglia che adesso la guardavano interrogativamente. Un naso elegante e privo di gobba. Labbra carnose e rosse. La guancia destra attraversata da una cicatrice che la tagliava e terminava verso il mento, ma che non turbava l’armonia dei lineamenti. Una barba lieve, curata a coprire il mento. La mano di Neve, dal polso fasciato, emerse da sotto le coperte allungandosi verso la guancia del Portatore, stavolta sfiorandola. Lui continuò a fissarla senza aggiungere altro, respirando lentamente, paziente.
Lei socchiuse gli occhi, permettendo al corpo di risvegliarsi, di sentire le bende che la fasciavano attorno polsi e caviglie e di comprendere che le Ali nere erano rientrate nelle fessure tra le scapole, probabilmente mentre era svenuta. Sentì il proprio capo sostenuto dall’addome di Lui e spostandolo appena percepì dal rumore di sfregamento che era privo di indumenti a rivestirlo. Contro la spalla invece sentì la ruvida stoffa di un paio di calzoni.
Riaprì lentamente gli occhi e tornò a guardarlo, mentre gli occhi riprendevano il solito colore dorato tipico dei Custodi.
“Si, Mio Signore”
“Aiendal” disse Lui “Sono Aiendal, Neve”
Neve trasse un respiro mentre si concedeva si sfiorare ancora ed ancora la guancia del Portatore, continuando a fissare gli occhi di Lui che parevano fatti di argento appena colato dalla forgia.
Aiendal sollevò a sua volta la mano destra, dal palmo ruvido e calloso e la avvicinò a sua volta verso il corpo coperto dal lenzuolo di lino, adagiandola al centro del petto della Custode, poco sotto la gola.

“Dormi da due giorni e due notti” continuò mentre ella sentiva il calore del suo palmo sulla pelle del petto. Restò a fissarlo, come se fosse ipnotizzata dai suoi occhi.

“Ti chiedo scusa, Portatore Aiendal, non capiterà….”
Con un gesto fulmineo e aggraziato, la mano si spostò dal petto alle labbra della Custode, dove due dita si posarono su queste senza permetterle di finire la frase. Lei tacque all’istante trattenendo il fiato.
“Ero preoccupato, Neve.” disse “smetti di scusarti per ogni respiro… ti ho liberata.” Un sospiro, staccò le dita dalle labbra della Custode e si avvicinò a lei fin a sfiorarle il naso con il proprio, flettendosi in avanti: “sono SOLO Aiendal, Neve…Aiendal e basta.” Spostò le labbra sulla fronte della fanciulla e la sfiorò con un lieve bacio. Quindi con movimento felino si ritrasse e delicatamente si scostò da lei lasciando che il suo capo ricadesse sui cuscini.

Avanzò verso la poltrona ai piedi del letto e colse la casacca nera argento che vi aveva poggiato sopra. Nel farlo diede le spalle alla Custode che poté osservare le cicatrici sulla schiena di lui che attraversavano anche il tatuaggio dell’Ordine dei Portatori: un occhio di Drago lacrimante sangue.

Gli occhi di Neve indugiarono su di Lui mentre lentamente la fanciulla si tirava a sedere sul giaciglio tenendo sollevato il lenzuolo pudicamente.

“Aiendal…” sussurrò appena sollevando gli angoli delle labbra in un sorriso accennato “ Avrò maggior cura di me cosi che tu non debba preoccuparti ulteriormente durante il nostro Viaggio” inclinò il capo mentre la mano sinistra veniva passata sui capelli a rassettarli “Quale missione richiede il tuo intervento e la mia presenza al tuo fianco?” domandò quindi mentre lui si avvicinava verso le tende e le tirava lasciando entrare la luce del giorno.
Lui si volse appena in tempo per vedere la Custode schermarsi gli occhi con la mano. La fissò mentre le mani con lentezza richiudevano la casacca lasciando aperti i ganci del colletto.
“Tutto ti sarà svelato quando sarà opportuno, Neve, fino ad allora mi seguirai e non farai domande su quale sia la nostra destinazione.” Incrociò le mani dietro la schiena. Lei sgranò gli occhi e abbassò il capo, mortificata.

“Chiedo perdono Aiendal.” disse in un soffio.

Una folata di vento le sollevò alcune ciocchè e le diede il tempo di sollevare lo sguardo per cercare di capirne la provenienza. Aiendal aveva usato il Passo del Vento per raggiungerla ed afferrarle il mento con le dita. La obbligò a guardarlo trattenendolo tra il solo indice e medio e le mormorò.
“Chiederai perdono quando te lo permetterò, chiederai pietà solo se io te ne darò motivo, vendetta se la mia mente lo vorrà, piacere quando io deciderò di offrirtene. Fino ad allora tu mi guarderai e imparerai cosa voglio dai miei occhi, da adesso in poi non dovrai staccarli mai più da me…” allentò la presa delle dita sul mento e aggiunse “Va bene Neve?”

Lei lo fissò e dovette schiudere le labbra per raccogliere altra aria che un solo respiro non riusciva ad offrirle poi espirando mormorò “Si Aiendal”

“Mi appartieni dal momento che la Lacrima ha deciso che sarei sceso in queste lande per la mia missione. Cosa sei e cosa diverrai e quando importante sarà tutto questo lo decideranno solo gli eventi. Fino ad allora non hai altra scelta che essere ciò di cui avrò bisogno.”disse mentre tornava in eretta postura.

Lei scese dal letto, avvolgendosi nel lenzuolo e portò la mano al petto. Sulla fronte un solo simbolo arcano fece capolino tra i capelli apparendo dal nulla, prima di un colore rosato, per poi diventare rosso come le fiamme infernali.
“Io Neve, Custode del Sigillo giurò fedeltà e sottomissione al mio Portatore, Aiendal. Nelle sue mani, il destino, la vita e la morte, dalle sue mani il fato che seguirà.”
Il Portatore la fissò finche il simbolo sulla sua fronte non smise di brillare e divenne una cicatrice appena arrossata per poi svanire come era apparso. Volse quindi le spalle e si avviò all’uscita richiudendosi la porta alle spalle.
La Custode restò li in piedi a fissare la porta.

“E’ iniziata” sussurrò.  

  
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