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Autore: Pollon98    21/05/2013    1 recensioni
Denna Hollis è una ragazza diciassettenne con due migliori amici: Zoe e Dustin. Se nella vita è sempre stata piena di certezze, arriverà a dover affrontare una situazione che non credeva possibile. E se aveva creduto di conoscere i suoi amici, si sbagliava. Amore, avventura, paura e azione diventeranno i suoi migliori amici. Per sempre.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando uscimmo dalla tenda del sarto mi sentivo benissimo. O almeno mi sentivo bene per quanto la situazione me lo permetteva. Non ci si poteva definire veramente felici all’interno di un libro, lontano da amici e genitori.

Comunque il mio morale era decisamente migliorato. E anche se non ne avevamo passato molto insieme, Aron mi aveva già dimostrato di essere un ragazzo brillante ed educato, anche un po’ esuberante, ma chi non lo era?

<< Quando incomincerò ad allenarmi? >> chiesi per fare conversazione.

<< Ti interessa proprio, eh? Comunque cominceremo da domani, appena entrerai nel libro. >> mi rispose sorridendo.

<< Grande. Senti, ma posso decidere io quando entrare e quando uscire dal libro? >>

<< Sì, certo. Ma dato che qui il tempo scorre più velocemente, passerai da noi sempre un giorno, o anche due. Dipende da cosa dovrai affrontare. >>

Dopo essermi cambiata avevamo deciso di continuare il mio giro visita del campo. In quel momento stavamo passando davanti alle cucine.

<< Raccontami com’è il tuo mondo. >> mi chiese inaspettatamente Aron.

<< Il mio mondo? Non saprei da dove cominciare…innanzitutto siamo più evoluti, credo. Intendo dire tecnologicamente. >> mi affrettai a precisare.

<< Tecnologicamente? >>

<< Sì… fai conto che da noi non servono messaggeri per invitarsi a cena. Basta un messaggio col cellulare. >>

<< Cellulare? >> mi chiese Aron, perplesso e allo stesso tempo affascinato.

<< Sì… una scatoletta che ti permette di comunicare a distanza con un’altra persona. Senti, non posso starti a spiegare cose di cui non so niente, e soprattutto non credo sia una buona idea metterti al corrente di certe cose. >> lo informai turbata. Se davvero stava per scoppiare una guerra tra soldati armati di spada e lancia e io mi mettevo a blaterare con un principe di mitra e bombe nucleari, il risultato non sarebbe stato dei migliori.

<< Come vuoi. >> mi rispose tranquillo Aron.

<< Dove mi allenerò? >> Sì, forse ero davvero ossessionata.

Aron alzò gli occhi al cielo in modo scherzoso per poi mettersi a ridere.

<< Ti ci porto. >>

Camminammo ancora per qualche minuto. Poi in lontananza scorsi un enorme recinto e quando lo raggiungemmo rimasi senza parole. All’interno c’erano un numero spropositato di uomini impegnati a tirare di spada, a scoccare le frecce sul bersaglio e anche nella lotta corpo a corpo. Sembrava di assistere alla scena di un film!

<< Mi allenerò qui? >> chiesi sbigottita ed eccitata.

<< Sicuro. >>

<< Ma sono tutti uomini! >> gli feci notare.

<< Non baderanno troppo a te, stai tranquilla. >>

<< Speriamo… >>

<< Senti, direi che possiamo andare a prepararci per la cena. >> propose Aron.

<< Ah… non posso stare così? >> chiesi, presa alla sprovvista. Mi piaceva tanto quell’abito.

<< No, quello è un vestito tipico del popolo. Dovrai indossare qualcosa di più adatto in presenza del Re. >> mi spiegò.

<< Mmm…okay. >> risposi poco convinta.

<< Ti faccio accompagnare da una serva nella tenda che ti hanno allestito. Alle sette e mezza ti verrò a chiamare, così andiamo insieme. >>

<< Sì, va bene. >>

<< D’accordo. Less! >> urlò rivolgendosi a una ragazza che stava camminando indaffarata a trasportare un cesto pieno di panni << Accompagna questa ragazza negli alloggi che le hanno preparato. Ala sud tenda quattordici. Grazie. >>

<< Si, signore. >> gli rispose lei, titubante, esibendosi in una timida riverenza.

<< Ci vediamo, Den. >> mi disse salutandomi con la mano.

<< A dopo. >> mi affrettai a rispondere.

Quando la ragazza con il cesto in mano mi fece segno di seguirla, non esitai. Mentre stavamo percorrendo la strada per arrivare alla mia tenda, non potei fare a meno di notare che la serva ogni tanto incespicava sotto il peso del cesto.

<< Less, giusto? >> le chiesi rivolgendole un caldo sorriso.

<< Sì, miss. >> mi rispose senza alzare lo sguardo e continuando a camminare.

<< Ce la fai a portare quel cesto? Se vuoi ti do una mano. >> mi offrii.

<< Oh, no, no. È il mio lavoro, devo riuscirci. Non posso permettermi di farlo fare a lei, miss. >> mi rispose frettolosamente, come se le avessi appena proposto un’assurdità.

<< Come ti pare. >> mi limitai a dirle.

Dopo cinque minuti ci fermammo davanti a una tenda di medie dimensioni.

<< Prego, miss. Le consiglio di farsi un bagno e di indossare il vestito che troverà all’interno della tenda, dopo che glielo avrò portato. Se desidera la posso aiutare a svestirsi. >> mi informò Less.

<< No! >> esclamai all’idea di farmi spogliare da una perfetta sconosciuta. Poi mi resi conto che poteva essere normale il fatto di farsi aiutare in quelle occasioni, così mi affrettai ad aggiungere: << Faccio da sola, grazie. >> Così la congedai.

Entrando nella tenda osservai che non era poi così diversa da quella del consigliere Amixus: un letto, una panca e a differenza della piccola bacinella per lavarsi il viso, scorsi una piccola vasca da bagno colma d’acqua. Non aspettai un minuto di più. Presi a sfilarmi il vestito e, non appena fui pronta, mi immersi nell’acqua calda. Un lieve torpore si impossessò di tutto il mio corpo, mentre io cominciai a sprofondare con la testa nella la vasca, in balia della stanchezza e di tutto lo stress accumulato in quella giornata, che poi nel mio mondo si sarebbe rivelata solo un paio di ore scarse. Dopo cinque minuti, Less entrò nella tenda poggiando il mio nuovo abito sul letto e portando via quello verde. Emisi un verso che parve tutto, tranne che umano, per ringraziare la ragazza. Rimasi a galla altri dieci minuti per poi, con grande disappunto da parte del mio corpo, sgusciare fuori dalla vasca avvolta in un asciugamano che avevo trovato appoggiato sul bordo. Dopo essermi asciugata tutto il corpo e essermi arrotolata l’asciugamano sui capelli, presi in mano il vestito che mi aveva appena portato la serva. Era di un color rosso intenso, ricamato con una cintura di perle sulla vita e sul petto. Era morbido e leggero, proprio come quello verde, ma più elaborato e raffinato. Ovviamente quando lo indossai non potei vedere più di tanto dato che a quanto pareva gli specchi erano un optional, in quel posto. Comunque mi sentivo a mio agio ed elegante.

Stavo per uscire dalla tenda per aspettare Aron quando scorsi Less che, agitando le braccia forsennatamente, mi faceva segno di rientrare nella tenda. Eseguii.

<< Miss! Non vorrà mica presentarsi al cospetto del Re con quei capelli arruffati e ancora umidicci? >> mi accusò con foga.

<< Be’, no, ma… >>

<< Allora lasci fare a me. >> ribatté risoluta.

Mi fece sedere sul letto, poi cominciò a intrecciarmi i lunghi capelli in un treccia riportata morbida. Non era una pettinatura troppo elaborata, ma quando mi porse uno specchio che aveva tirato fuori dalla panca, rimasi colpita da quanto mi donava la semplicità di una treccia di lato. Il vestito, poi, mi calzava a pennello e mi dava un sorta di aspetto regale. Sembravo una principessa. Non ero mai stata troppo vanitosa, ma, cavolo!, stavo proprio bene. In quel momento arrivò Aron che mi chiamò dall’esterno della tenda.

<< Scarlett? Sei pronta? >>

Less mi guardò con sguardo compiaciuto e malizioso.

<< Siete stupenda, miss. >> si complimentò.

<< Grazie, Less. >> la ringrazia rivolgendole un sorriso. Dopodiché uscii dalla tenda.

<< Caspita. >> commentò Aron.

<< Sì? >> lo incitai.

<< Ti sta davvero bene. Andiamo, miss Scarlett? >> scherzò porgendomi la mano.

<< Con infinito piacere, Principe Aron. >> risposi, mentre gliela stringevo.

Poi ci incamminammo verso la tenda dove avremmo cenato, sotto lo sguardo indagatore di Less.

 

  
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