Dopo la
rivelazione di Silente, la sfuriata di James e le scuse successive del
vecchio
preside per il suo comportamento, la situazione era cambiata e di
parecchio
anche.
Prima di
tutto Harry aveva iniziato a chiamarlo Albus, dire nonno sarebbe stato
prematuro, e i rapporti con il resto dei Potter si erano molto
rilassati.
“Fiesta,
fiesta, fiesta!”
Canticchiò
Sirius aiutando James a sistemare i tavoli in giardino.
“Vedo
che
sei entusiasta della cosa!”
“Altrochè!
Ma
c’è una
cosa che mi preoccupa!”
“E
sarebbe?”
“Piton.”
James
finì
di sistemare l’ultimo tavolo e si sedette sull’erba
sospirando.
“Mi
sento
così in colpa per come l’ho trattato ad
Hogwarts.”
“Anche
lui
non era da meno e lo sai.
Abbiamo
sbagliato tutti. Lui con le sue cattive influenze e noi con le
umiliazioni che
gli abbiamo inferto.”
“Lo
so
benissimo, Sir!
Ma pensa a
tutto ciò che ha fatto per Harry?
Che devo
fare? Dimenticare il passato e ricominciare?
Riconsiderarlo
di nuovo?”
“Lo
hai già
fatto.
Se non
avessi saputo che amava Lily e che aveva sempre protetto Harry non
avresti
neanche pensato a riconsiderarlo.”
“Era
innamorato di Lily….di Lily….”
“James,
calmati!
Hai detto
“era”, ricordi? Tempo imperfetto, passato, tanto
tempo fa?”
“E se
ci
riprovasse con lei?”
Sirius si
batté una mano sulla fronte.
“Mannaggia
a me che te l’ho ricordato!
Pensa prima
alla festa ed a come comportarti con lui, dopo penserai alla
gelosia!”
“Non
sono
affatto geloso!”
“Ma
se
quando l’hai saputo lassù volevi farlo fuori
perché era innamorato di lei!”
James
tacque, mentre l’amico reprimeva le risate.
“D’accordo!
Sono un po’, solo un PO’ , geloso!
Contento,
ora?”
Sirius
annuì.
“Come
vanno
i rapporti con Harry?”chiese dopo essersi seduto accanto
all’amico.
“Bene,
direi. È solo molto strano e difficile dover ricominciare
tutto.
Sapere
ciò
che ha fatto, ma non essergli mai stato vicino, se non col pensiero.
Non so come
fare, Sir. Vorrei tanto recuperare il tempo perduto, ma non so cosa
fare!
Ha 17 anni!
È così cresciuto che non so proprio
come…cosa…”
“Buongiorno!”disse
una voce allegra facendoli sobbalzare.
Era Harry
ed aveva un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Lupus in
fabula si dovrebbe dire!
“Ciao!
A
cosa dobbiamo quel sorriso radioso?”chiese Sirius.
“Niente
di
che!
Ho appena
finito di aiutare la mamma a mandare gli inviti per la festa
e….
Sono solo
felice per questa rimpatriata!”
“Ed
io che
mi aspettavo qualcosa di più piccante!”fece Sirius
malizioso.
Harry
arrossì e James, accortosene tirò un pugno sulla
spalla di Sirius,
scherzosamente.
“Lo
lasci
stare? Mica è come te!”
“Se
è per
questo da questo punto di vista non assomiglia neanche a te!”
“In
che
senso?”
“Beh,
Jamie
era un vero rubacuori alla tua età!
Anche se
era innamorato di tua madre, dato che lei non lo degnava di uno sguardo
nei
primi anni, lui usciva con le altre.
Tante
altre, vero, playboy?”
Stavolta fu
il turno di James di arrossire.
“E’
successo tanto tempo fa, Sir! Sono passati così tanti anni
da allora!”
“Ciò
non
toglie che dovresti istruire tuo figlio nella tua arte!”lo
prese in giro,
beccandosi un altro pugno, stavolta più forte del primo.
“Se
ti
prendo!”
E
scattò in
piedi.
Sirius
intuendo il pericolo se la diede a gambe, correndo su e giù
per il giardino,
mancando di travolgere per un pelo una Lily che usciva di casa.
“Si
può
sapere che cosa state facendo?”esclamò, ridendo.
“Appena
lo
acchiappo te lo mostro!”le gridò James, correndo
dietro ad un Sirius con le
lacrime agli occhi per le risate.
“Diciamo
che Sirius ha consigliato a papà di istruirmi
sull’arte di abbordare le ragazze
e di portarle a letto.”spiegò Harry, trattenendo
le lacrime.
Anche Lily
non potè fare a meno di tapparsi la bocca per reprimerle.
“Ad
Hogwarts erano dei veri play boy.
Non
c’era
giorno in cui non stessero con una ragazza diversa.
È
per
questo che all’inizio non mi fidavo di lui, ma
poi…”
Harry la
vide guardare amorevolmente il marito che dopo sforzi era riuscito a
prendere
Sirius ed ora a cavalcioni su di lui lo torturava usando il solletico.
“Sono
proprio
dei bambini, certe volte!”fece e corse a liberare Sirius.
L’uomo
non
smise di ridere neanche dopo la liberazione e dopo aver guardato i
presenti, li
coinvolse in una risata collettiva.
Harry
sentì
James avvicinarglisi ed alzò lo sguardo.
“Ti
va di
fare un giro?”chiese tendendogli la mano per farlo alzare
dall’erba dov’era
crollato.
Cenno
d’assenso.
“Stai
bene?”chiese Harry d’un tratto.
Stavano
camminando diretti verso il parco, stranamente senza giornalisti in
vista, e
James non aveva proferito parola.
“Cosa?
Oh,
sì! Sto
bene, benissimo!”
“Non
me la
dai a bere! Cos’è successo?”
Lo
bloccò
afferrandolo per un polso e lo costrinse a voltarsi verso di lui.
“Stavo
solo
pensando.”
“A
cosa?”
“Ti
ha mai
detto nessuno che sei molto insistente?”
“E a
te che
sfuggi alle domande?
Avanti!”
“Stavo
solo
pensando al modo di conquistarti.”
“Cosa?”
“A
come…non
so starti vicino…senza…”
James
tacque ed abbassò lo sguardo riprendendo la sua marcia verso
il parco.
Harry
sbuffò e gli corse dietro afferrandogli la mano e
stringendola forte.
“Non
devi
conquistarmi in nessun modo, né viziarmi, come fanno i padri
quando si sentono
in colpa.”
“E’
quello
il punto.”
“La
colpa?”
Erano ormai
giunti al parco e si sedettero all’ombra di un faggio.
“Non
ti
sono mai stato vicino in tutti questi anni ed ora non so come fare per
rimediare.”
“Non
è
stata colpa tua!
Credi che
morire…sacrificarti…per proteggere
me…sia una colpa?”
Nessuna
risposta.
“Avrei
solo
voluto starti vicino, vederti crescere…trovare una qualsiasi
soluzione per
averti vicino…ed invece…”
“Papà…”
Harry
esitò.
Il padre
teneva lo sguardo fisso sull’erba e il ragazzo era certissimo
che stesse
piangendo.
Continuò
a
stringergli la mano.
“La
mamma….lei non si sente in colpa….gli sono
mancato, è vero.
Ma non se
ne fa una colpa per essere stata via…eravate morti, mica in
vacanza!”
James emise
una via di mezzo tra un singulto ed una risata.
“Io
ho
bisogno di voi…voglio solo avervi vicino…cosa
fate per me non è importante.
Avete
già
fatto anche troppo…”
Si
chinò su
di lui e lo abbracciò forte.
James lo
lasciò fare…si sentiva così in balia
delle emozioni!
“Ho
bisogno
di te.”sussurrò Harry all’orecchio di
James, la testa appoggiata alla sua
spalla, le braccia attorno al collo.
“Smettila
di colpevolizzarti.
Non hai
fatto nulla di male.”
James
taceva, colpito dalle parole di Harry.
Gli
accarezzò i capelli neri arruffati così identici
ai suoi e lo strinse più
forte.
“Grazie…”disse,
piano.
“Per
cosa?”
“Anche
solo
di esistere…”
Vennero
interrotti da un flash fotografico.
Harry si
staccò dal padre e si voltò dietro.
Per un
attimo vide solo il fumo di un maldestro tentativo di fotografia, poi
mise a
fuoco un tailleur rosso scuro e dei boccoli biondi.
“Oh,
oh!”pensò subito.
“Ma
che
bella scenetta familiare!”
Rita
Skeeter assunse una faccia avida e posò lo sguardo su padre
e figlio.
“Cosa
vuole?”chiese James brusco, alzandosi in piedi.
“Sono
Rita
Skeeter, giornalista!”
“So
benissimo chi è lei!
Cosa vuole
da noi?”
“Voglio
sapere solo qualche notizia su voi
“Ricomparsi”.”
Lo disse
come se fossero stati un esperimento o qualcosa del genere.
Ed Harry
nel guardarla, ebbe la netta sensazione che fosse proprio
così che la pensava.
“Solo
sapere perché e come siete tornati.
Abbiamo
visto Silente ad Hogwarts.
Strano che
un morto sia ricomparso sulla Terra dopo tanto tempo, no?
E poi anche
Malocchio Moody e Tonks, auror del ministero e tutti gli
altri…
Come avete
fatto a ritornare? Cosa siete?”
“Cosa
siamo?”
James si
voltò verso di lei come una furia.
“Cosa
siamo?”ripetè allibito.
“Siamo
maghi e streghe.
Gente
normale!”
“Che
è
stata la prima a tornare dal regno dei morti!
Il pubblico
vuole sapere perché…se siete
cambiati…se avete dei poteri speciali…tutto di
voi.”
“Se
per
potere speciale intende una bella maledizione che la spedisca
all’altro
mondo…allora sì!”
James mise
mano alla bacchette e l’avrebbe mandata sul serio al diavolo,
se Harry non
l’avesse fermato.
“Lasciala
perdere, papà!
Andiamo!”
E lo
trascinò via, dopo aver sibilato un:
“Stia
lontana da noi.”
“Io
quella…non la sopporto!”esclamò James
quel pomeriggio, davanti a Lily, Harry e
Sirius riuniti in salotto.
“Noi
non
siamo speciali! Non abbiamo nessun potere particolare!
Siamo solo
ritornati in vita! Cosa vogliono da noi?”
“James,
non
è normale tornare in vita a meno che tu per vita non pensi
agli Inferi!”rispose
Lily.
“Lo
so!
Ma
non…che
diamine facciamo?
Ma non solo
noi! Non credo che gli altri vogliano stare al centro
dell’attenzione ed essere
visti come esseri creati in laboratorio o fenomeni da baraccone!
Dobbiamo
trovare una soluzione.”
“Aspettare
che le acque si calmino vi pare tanto assurda come
soluzione?”propose Lily.
James finse
di pensarci su.
“Mmm!
Sì,
direi
di sì!”
Lily
sbuffò.
“Solo
un
po’ di pazienza! Si risolverà tutto! Ne sono
certa!”
“La
cosa
più importante è preparare la festa.
La mamma di
Ron e Ginny ha detto che ci aiuterà a cucinare e anche gli
altri porteranno
qualcosa.
Andrà
tutto
bene.
Fidatevi di
me!”
Eccomi
alla fine di un
altro capitolo!!!!
Nulla
di nuovo è vero, ma per quello dovrete aspettare almeno il
prossimo!!!!
Grazie
a tutti per aver commentato o aver inserito la storia tra i
preferiti!!!!
Ora
vi lascio!!!!
Spero
che vi piaccia!!!!!
Kiss
kiss kiss
Lily
Black 90