21/05/2013
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Chapter three.
Non avevo idea di quello che sarebbe stato andare dall'altra parte del mare. Non avevo mai lasciato l'Inghilterra ma ho sempre sognato farlo. Si, magari senza fare dei traffici illegali e pagare con dei veri soldi, ma sarebbe stato 'lo stesso'.
Zayn sarebbe dovuto venire con me ma non sapevo cosa gli stesse succedendo in quei giorni. Era strano, come se mancasse qualcosa nel suo corpo.
Come ogni mattina ci scontravamo tra i corridoi ma io ne approfittai per fermarlo -Zayn, devo parlarti-
si girò verso di me con aria irritata -Cosa vuoi?- non avevo idea di quello che gli stesse succedendo -Voglio che tu mi spieghi cosa ti sta succedendo, non capisco, dalla mattina della ricevuta della lettera hai cominciato a comportarti in modo strano. Zayn, ti prego, sai che tengo a te. - Le parole scivolarono tutte via, come un torrente in pieno inverno.
-Non sembrava che ci tenessi molto quando hai deciso di tua spontanea volontà di spendere tutti i soldi-
-Zayn, quei soldi li abbiamo guadagnati! Insieme!-
-No, tu non sei andata a lavoro tutti i giorni a romperti la schiena con sacchi di merda sulle spalle! Non puoi capire, non sai cosa sia il vero lavoro e poi cosa fai? Spendi tutto, Josephine, non ne hai il diritto.- In realtà aveva ragione ma avevo anche io il bisogno di essere capita.
-Ti chiedo scusa ma ora puoi comportarti in modo normale?-
-No Josephine no, tu non capisci.- I suoi occhi passarono dal marrone scuro al rosso in quel preciso istante, più lo guardavo più avevo paura di lui, avevo paura che mi facesse del male. Forse se ne accorse, prese l'asciugamano caduto per terra, lo mise a posto sulla vasca e uscì di casa sbattendo violentemente la porta.
***
Era una settimana che io e Zayn non davamo segni di comunicazione, appena cominciavo a parlare lui si alzava e andava via come un segno di menefreghismo.
Non avevo voglia di andare avanti così per tutta la vita, io lo amavo in un certo senso. Quindi decisi di fermarlo, a tutti i costi.
-Ehi, aspetta un attimo-
-Non voglio parlare con te- Almeno mi aveva rivolto la parola.
-Ti prego, solo una cosa..-
-Cos'ho fatto?-
-Lo sai benissimo cosa hai fatto- Abbassai gli occhi, davvero non sapevo di cosa lui stesse parlando, come se qualcuno si fosse impossessato del mio corpo in momenti precedenti già passati, ma il seguito delle sue parole mi fece scrollare di dosso tutti i pensieri positivi che magari potevo ancora fare -Ah, ho preso una decisione, tu, fuori da questa casa. Trovati un lavoro- Ero traumatizzata, stupefatta, ipnotizzata, uccisa, uccisa dentro, non credevo alle parole. -Perchè dici questo Zayn, ti prego, non fare così-
-Non mi importa, dovevi pensarci prima.- Mi prese di peso, mi buttò sulla mia brandina-letto prese una valigia e tutti i miei pochissimi vestiti e ce li butto dentro. Voleva mandarmi via, immediatamente, come una che non merita, che non ha mai fatto niente di buono nella sua vita.
-No aspetta Zayn, ti prego. No, non puoi farlo-
-Si che posso- I suoi occhi erano sempre più rossi, sempre più rossi di rabbia.
Mi trovavo fuori, sul marciapiede di Kolton Road, mi sentivo così vuota, non avrei trovato di certo una casa, nè tantomeno una buon anima disposta ad ospitarmi.
Non avevo vestiti decenti, era una piccola camincia bianca con dei jeans. Ero da circa un'ora seduta in quella strada, non stavo facendo nè l'elemosina nè una qualche altra cosa.
Dovevo farmi una vita. Dovevo essere come Zayn voleva.
Buongiornino/serina belle pampine :33
Oggi mi sento un pò giù quindi sono depressiva... proprio come il capitolo. Ricordate che vi amo. Ciaao.