Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Ilenia69    22/05/2013    0 recensioni
Cos'è che fa cambiare veramente le persone?
Cos'è che ci segna così tanto da renderci estremamente fragili oppure costruire una barriera intorno a noi?
Siamo esseri umani, facciamo scelte, sbagliamo e viviamo comunque a pieno la nostra vita?
A volte un semplice litigio potrebbe cambiare un'intera esistenza, o magari si ha solo bisogno di amore.
Ma cos'è che ci spinge a cambiare?
Sam lo scoprirà, lei lo scoprirà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo nono
-Just you and me.


Mi ero rinchiusa in bagno.
Nel grande bagno della casa di Harry.

La vasca idromassaggio era la cosa che sin dalla prima volta mi aveva incuriosito.
Non avevo mai provato una cosa del genere, ed ero convinta che fosse estremamente futile.

Presi il cellulare dalla tasca e scrissi un sms a Liam.

“Resto a dormire da Sienna stasera.
Buonanotte xx
Sam .”

Se solo avesse saputo che cosa mi era successo.

Harry bussò alla porta violentemente, sobbalzai.
Ispirai profondamente e poi girai la maniglia.

Alzai lo sguardo.
La sua mascella era tesa, e i suoi occhi erano estremamente dolci.
Niente a che fare a quand’eravamo in macchina poco prima.

“V-va tutto bene?”
Mi chiese rocamente, a voce bassa.
Calai leggermente lo sguardo.

“Me la cavo.”
Dissi freddamente.

Annuì rumorosamente,
poi si passò una mano tra il ciuffo ribelle.
Dio, era la perfezione.

Avevo pensato di svignarmela, ma la sua imponente figura occupava tutto lo spazio.

“Hai mangiato?”
Mi chiese rivolgendosi preoccupato.
“C’è dell’insalata in frigo.”
Disse non appena provai a rispondere.

Mi afferrò il polso e in pochi secondi mi trascinò in cucina.

Mi afferrò i fianchi e mi appoggiò sopra il bancone.
“Ho diciotto anni Harry, non sono una bambina.”
Riferendomi a tutti quei suoi atteggiamenti da papà.

Mentre fissava gli alimenti nel frigo mi rivolse un sorriso sfacciato.

Cercai di non cedere e abbassai lo sguardo.
“Oh, Sienna ha fatto la spesa.”
Affermò sorpreso.

Lo osservai muoversi.
Estrasse l’insalata e altri ingredienti per condire il toast.
Fece tutto attentamente e con molta dedizione.

“Liam non sa nemmeno fare un caffè!”
Enfatizzai non appena mi porse il toast con tanto di sorriso.

Ghignò divertito.

“Suppongo sia tuo fratello.”
Mi suggerì.
“Si..”
Preoccupata fissavo il toast, pensando che avrei dovuto dirgli la verità prima o poi.

Sentì il rumore dell’insalata croccante rompersi sotto i denti di Harry.
Alzai immediatamente lo sguardo e lo trovai immobile.
La bocca piena e occhi ironici.

Harry era così bello.
Scoppiammo a ridere insieme e fu come la fine della nostra mini guerra.

Io su quel bancone, lui di fronte a me.
Passammo il resto della nottata in quel modo.
Mangiammo tutte le schifezze che Sienna aveva comprato, non avevo mai mangiato così tanto.

“Il cibo di Milano mi ha sviluppato un certo appetito.”
Mi confessò quando si accorse del mio sguardo scioccato.

Sentivo il mio cuore perdere un battito ogni volta che mi sorrideva.
Ogni volta che si formava quella curva sul viso, attorniata da due meravigliose fossette e gli occhi si stringevano riuscendo a brillare, ogni volta che tutto ciò accadeva, era come se nascessi di nuovo.
Come se il mondo si fermasse ogni volta.

“Aspetta.” I suoi occhi erano stretti e la fronte aggrottata.
Si avvicinava lentamente a me.
Sapevo che sarei morta se solo si sarebbe avvicinato ancora un po’.
“Hai qualcosa proprio qui Sam.”

Ero letteralmente concentrata a osservare i suoi mossi, quando di colpo la mia visuale inquadrò un tubetto di maionese.
Una risata e poi la maionese sulla mia faccia.

Quando compresi ciò che era appena successo tolsi, per quel che potevo, la maionese ghiacciata e appiccicosa dai miei occhi.

Lo trovai qualche passò lontano da me, a sfracellarsi dalle risate.

Capì che era un modo per passare la serata, ma avrei vinto io!

Cercai sul bancone qualche arma da guerra.
Presi il tubetto di ketchup e la bottiglia d’acqua.

Rivolsi a Harry uno sguardo minacciato.

“No Sam. Davvero, io stavo scherzando.”
Divenne improvvisamente serio.

Scesi dal bancone e immediatamente lo inseguì.
Era alto, e le sue gambe erano estremamente agili.
Così provai a buttargli l’acqua dalla poca distanza che ci divideva per tutta la corsa in casa e riuscì a bagnarlo più volte.
Ma lui si difendeva con il tubetto ormai vuoto.

“Ho un tubetto di ketchup Harry.” Lo avvertì quando provò ad avvicinarsi. “Non farmelo consumare.”
Aggiunsi scoppiando a ridere.

I suoi occhi erano spalancati e le sue mani pronte ad acciuffarmi.

Indietreggiò di qualche passo ma volevo vendicarmi definitivamente.

Aprì il tubetto e premendolo, lo buttai sulla sua faccia e parte del collo.

Non riuscivo a smettere di ridere mentre lui cercava di fermarmi a vuoto.
Ora oltre a essere bagnato era anche insalsato (?)

Ma anche il mio tubetto finì.
Harry tolse via la salsa dagli occhi e parte del viso.
“Oh cazzo.”
Esclamai a bassa voce.

Sulla sua faccia presto si formò un sorriso sfacciato.
Indietreggiai lentamente, ma fui costretta a correre non appena Harry provò a inseguirmi.

Era veloce ma riuscivo a scamparla girando attorno al divano e al tavolo.
Ebbi a mala pena il tempo di passare dalla cucina e prendere un altro tubetto, ma questo diede grande vantaggio a Harry.

Di colpo mi girai e gli puntai contro il tubetto.
Si fermò di scatto.
Guardò la mia arma e poi me, fingendosi preoccupato.

Alzò gli occhi al cielo e poi le sue grandi mani si aprirono in aria.
“Mi arrendo, hai vinto tu.”
Confessò dispiaciuto.
Abbassai il tubetto di qualche centimetro, aggrottai la fronte stupita.

“Davvero?”
Domandai.

“No!”
Afferrò il mio tubetto cercando di strapparmelo via, ma opponevo resistenza nonostante la sua forza era tanta.

Probabilmente scivolò, cadde all’indietro tirando anche me.

Fu così che il mondo di fermò in un istante.
C’erano solo i nostri occhi e il respiro pesante.
Mi scappò un sorriso.
“Ho vinto io!”
Esclamai ben convinta.
Stavo per svuotargli sulla faccia il ketchup ma fui rivoltata.

Era la posizione peggiore in cui mi trovavo.
Harry sopra di me, a due centimetri dal mio viso.
Respiri pesanti e di nuovo quello sguardo.

Mi strappò via il tubetto e senza riuscire ad opporre resistenza me lo svuotò addosso.

Da su in giù, svuotò il tubetto non lasciandone nemmeno una goccia.
I miei capelli e la mia intera camicetta erano macchiati.

Inquadrai un sorriso sfacciato e soddisfatto.

Ben presto quel sorriso me lo ritrovai a due centimetri, di nuovo.

“Così va molto meglio.”
Mi sussurrò all’orecchio.

Sentì il mio cuore andare in subbuglio non appena la sua bocca cominciò a premere il mio collo appena sotto l’orecchio.

La sua lingua leccò tutta la salsa sparsa in quel punto.
Continuò tutta la strada fino a raggiungere l’angolo delle mie labbra.

Le sue iridi verdi inquadrarono i miei, quasi cercando una conferma.

“C-cosa vuoi fare?”
Balbettai.
“Voglio provare il gusto della salsa mischiato alla maionese.”

Le sue labbra in un attimo premettero le mie.
Cercò di forza l’entrata con la lingua, lo lasciai entrare.

Fu il bacio più gustoso quello.
Il bacio migliore che Harry mi diede probabilmente.

Dovevo essere arrabbiata con lui, non aveva capito niente di quello che era successo.
Ma non riuscivo a esserlo quando si comportava così.
Quando faceva di tutto pur di farsi perdonare.
Che mi stava succedendo?
Mi sentivo come se riuscissi a stare bene per una volta nella mia vita.

***
Ero scappata via in bagno.
Ero scappata come si scappa dalle cose belle quando hai paura che se a troppe quantità possano darti alla testa.
Harry era davvero la mia ‘cosa bella’ ?
Non so neanche cosa sia qualcosa di bello, la mia vita non ne aveva mai gustato il gusto.

Mi diedi una bella sciacquata sotto la doccia più moderna che avessi mai provato.
Mi costrinse a lavare anche i miei capelli, erano letteralmente oleosi di ketchup.

Non appena tirai indietro la tende della doccia, trovai dei vestiti e una tovaglia pulita sulla mensola accanto alla doccia.

Spalancai gli occhi.
Provai un po’ di vergogna a pensare che Harry era entrato mentre io ero sotto la doccia.
Non lo avevo sentito né mi sarei immaginata che avesse avuto tanta preoccupazione per me.

Eppure avevo come la sensazione che affezionarmi a quel ragazzo mi avrebbe solo messa nei guai.
 
Lasciai che l’aria calda, che probabilmente Harry aveva attivato, mi riscaldasse il corpo.
Era una sensazione bellissima.

Quelli che aveva messo sulla mensola erano una larga maglietta di basket in cui poteva letteralmente entrarci un’altra me e dei pinocchietti aderenti di Sienna.

Trovai persino una spazzola fucsia e un elastico.
Non riuscì a trattenere una risata.

Una volta vestita, sbirciai fuori dalla porta del bagno.
Harry doveva essere nella sua stanza, anche lui a darsi una ripulita.

Mi sentivo abbastanza in ansia a farmi vedere conciata con indumenti maggiormente maschili da Harry, il ragazzo che mi aveva appena baciato.
Ma non m’importava.
Ero sempre stata dell’opinione che il ragazzo a cui un giorno sarei piaciuta, avrebbe dovuto apprezzare anche la parte peggiore di me.
Cosa a cui non erano mai arrivati.
Tutti si fermavano sempre a quella migliore, chissà perché.



“Sei sexy con quella maglietta!”
Mi voltai immediatamente.

Harry era appoggiato allo schienale del divano mentre mi scrutava attentamente.

“Oh ehm…”
Mi diedi un’occhiata abbassando lo sguardo.
Cercavo in tutti modi di non arrossire.

“Ho sempre odiato il baseball veramente!”
Confessai abbozzando un sorriso.

La risata sonora di Harry riecheggiò nella stanza poco luminosa e silenziosa.

Tolsi i ciuffi bagnati dalla fronte cercando di apparire più naturale possibile, ma Harry, dopo quel bacio, mi metteva una certa ansia.

Si spinse via dallo schienale, pian piano mi raggiunse.
“Io credo che tu sia bellissima.”
Mi sussurrò, chinandosi.

Il suo tocco caldo accarezzò il mio collo, mentre mi lasciò un bacio in fronte.

“Ti ho preparato il posto accanto a me, nella mia stanza.”
Ammiccò.
“Credo che dormirò sul divano.”
Incrociai le sue profondi iridi verdi.
“E’ molto meno pericoloso.”
Precisai.
“Non ti lascerei mai dormire su uno scomodo divano.”
Disse. “Piuttosto, se non vuoi dormire con me perché hai troppa paura di cedere, dormirai nella stanza degli ospiti.”
Continuò presuntuosamente.
Poi mi stampò un bacio.
“Io non ho paura di niente Harry.”
Gli diedi una leggera pacca sul petto.
“Oh si certo.”
Annuì fingendo di crederci.

Gesù quant’era bello.

Indietreggiò di qualche passò.
Allungai la mano, stringendo il lobo della sua maglia bianca lo tirai verso di me.
Sollevai le punte e lo baciai.

“Era solo un modo per ringraziarti.”
Asserì sotto voce.
“Mi piace come modo.”
Ammiccò sorridendo.

Mi prese la mano e mi accompagnò nella stanza in cui avrei passato la notte.
Era immensa con solamente un letto.
“Mi dispiace solo che sia particolarmente fredda.”
Mi confessò.
“E’ perfetta Harry grazie.”
Gli lanciai uno sguardo deciso.

Non mi avrebbe fatto cambiare idea.
Erano già successe troppe cose e dormire insieme  era l’ultima cosa che sarebbe dovuta succedere.

Mi rivolse un sorriso di arresa, le fossette erano più profonde del solito e i suoi occhi brillavano con la luce del neon di quella stanza.

Mi stampò un bacio sulla fronte mentre mi accarezzava il collo.
“Allora buonanotte.”
Disse quasi con tono di conferma.
“Buonanotte.”
Confermai decisa.
“Io sono qui di fronte, nel caso ti sentissi sola.”
Ammiccò maliziosamente.
“Credo di riuscire a sopportare la solitudine.”
Mi lasciai scappare un sorriso.

Uscì dalla stanza e chiuse la porta.
Lo sentì allontanarsi e poi la porta chiudersi.

Mi guardai intorno e sospirai.
Sentivo i miei occhi non reggere più ma non avevo alcuna voglia di andare a dormire.
Ma costrinsi me stessa a evitare ogni complicazione con quel ragazzo e mettermi a letto.

Mi rivoltai una decina di volte.
Non riuscivo a trovare la posizione più comoda e sentivo un freddo costante.

Immediatamente pensai che con Harry mi sarei subito riscaldata.

Tolsi via la coperta e mi alzai.
In punta di piedi raggiunsi la porta della sua stanza, la aprì lentamente e sbirciai.

Stava di spalle e sembrava già nel sonno profondo.

Pensai che mi sarei potuta intrufolare nelle coperte senza svegliarlo, così non avrebbe mostrato il suo solito sorriso sfacciato.

Chiusi la porta senza far rumore e m’infilai più lentamente possibile sotto le sue coperte.

Scorsi quel sorriso sfacciato che tanto avevo temuto.
“Non dire niente.”
Gli ordinai severamente.
Il suo sorriso soddisfatto non cessava.
Dopo qualche secondo sentì la sua mano tirarmi vicino al suo caldo corpo.

“Dio sei ghiacciata!”
Esclamò scioccato.
“Dovresti trovare un modo per scaldare quella stanza Harry.”
Balbettai mentre godevo sentire il calore del suo corpo.

“Vieni qui piccola.”
Mi strinse come nessuno aveva mai fatto.
Il suo braccio bloccò il mio corpo striminzito e freddo.
I suoi piedi s’infilarono tra le mie caviglie quasi cercando di non farmi scappare.

Nessuna sensazione era mai stata più bella di questa.
Mi sentivo protetta come non lo ero mai stata.
Cosa mi stava succedendo?
Mi sentivo al sicuro.
E io al sicuro non c’ero mai stata.




























 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ilenia69