ATTENZIONE! Questa fanfiction
non è stata scritta a scopo di lucro e non è
intenzione delle autrici recare
offesa a nessuno. Questo scritto non presenta comportamenti da imitare;
vuole
semplicemente essere una denuncia nei confronti dei problemi
adolescenziali
quali disordini alimentari, bullismo, droga e autolesionismo. Presenta
quindi temi
e argomenti forti trattati nei limiti del rating. Nel caso non vi
piacesse il
genere, vi prego, non leggete.
CAPITOLO IV
You
can break everything I am
like I’m made of glass.
21
dicembre.
Caro
Diario,
Sai
qual è il mio difetto più grande? Non riesco ad
essere sincera con me stessa.
Ieri sera ero così confusa che la prima cosa che ho fatto
è stata chiudermi in
bagno e accostare la lametta alla mia pelle, dimenticandomi di Zayn che
sarebbe
ritornato a momenti.
Stupida.
Non sono stata sincera con me stessa, ma non lo sono stata nemmeno con
te.
Ieri pomeriggio ero in punizione, come quasi ogni giorno. Non
è che io sia una
scalmanata in classe, a dire il vero sono una persona piuttosto
tranquilla a
cui piace starsene sulle sue, ma è l’unico modo
che ho per parlare più tempo
con Niall e stare lontano da casa. È vero, Zayn è
tornato, ma è giusto che
ricostruisca la sua vita e ricominci. Perciò cerco di
rimanere da sola il meno
possibile, perché la solitudine mi porta a compiere gesti
folli e ho bisogno di
distrarmi per non pensare a quanto mi faccio schifo. E ora che Zayn mi
ha
scoperta sarà ancora peggio.
Ieri pomeriggio Niall era nel suo solito banco, quello vicino alla
finestra.
Era intento a leggere svogliatamente una rivista, e quando
l’ho raggiunto mi ha
sorriso facendo cenno di sedermi.
La stanza era quasi deserta, fatta eccezione per il professore, una
ragazzina
che stava masticando una di quelle orribili gomme rosa a bocca aperta e
un
bulletto di prima che si divertiva a tirare palline di carta sulla
testa del
professore, il quale stava leggendo assorto il giornale.
Verso le quattro, un’ora dopo, il professore ha borbottato
che andava a casa, e
poi ci ha smollati lì. I due ragazzini che erano con noi
sono corsi fuori,
felici di poter scontare la loro punizione,
mentre noi due siamo rimasti nell’aula a parlare.
« Come va? » mi ha chiesto dopo un po’.
« Come al solito » ho risposto.
« Ti tagli ancora? ».
« Sì ».
« Perché lo fai? » mi ha chiesto allora.
« Che voci girano sul mio conto, Niall? Dicono che mia madre
sia una puttana,
che mio fratello sia una specie di spacciatore in accordo con quel
mafioso di
mio padre, che mi ha abbandonato appena si è accorto di
quando fossi brutta. Mi
picchiano e mi insultano, perfino la tua ragazza lo fa. Come ti
sentiresti se
tutto nella tua vita andasse a rotoli? ».
Lui non ha risposto subito. Ero certa che queste cose le sapesse meglio
di me.
« Come se non bastasse, il ragazzo che mi piace è
già fidanzato e non ho la
minima intenzione di confessargli che lo amo ».
« Secondo me devi dirglielo, altrimenti non saprai mai se lui
prova le stesse
cose » mi ha detto, prima di passarmi un fazzoletto per
asciugarmi le lacrime.
« E se invece non fosse così, Niall? Se lui non
provasse le stesse cose? » ho
ribattuto disperata.
« Non puoi saperlo se non lo fai ».
No, no, no.
Non farlo, Joey. Pensa alle conseguenze.
Se Barbie lo scopre non ti permetterà mai più di
mettere piede in questa scuola,
mi sono detta, mentre il mio cuore ha preso a battere furiosamente
contro il
mio petto.
Improvvisamente, però, un piano folle si è fatto
strada nella mia mente. Proviamo.
« Niall » ho detto, prendendo un respiro profondo
« sei tu il ragazzo che mi
piace ».
Mi sono alzata in piedi e ho preso a correre verso la porta, senza
nemmeno
curarmi della sua reazione. Mentre stavo raggiungendo la porta sento
una mano
che tirare all’indietro il mio braccio.
Mi sono girata di scatto, le lacrime agli occhi e il respiro mozzato.
Che cosa ho fatto?!
Niall era lì, la sua mano che stringeva forte il mio
braccio. Trattenevo il
respiro, non sono mai riuscita a guardarlo veramente negli occhi.
L’unica volta
che mi sono immersa in quel mare di azzurro, ho capito di essere
veramente
innamorata di lui.
Ieri, quando l’ho fatto per la seconda volta, ne ho avuto la
conferma.
« Joey… » ha incominciato. Eravamo
ancora lì, sulla soglia della porta dell’aula
« Joey, io non so cosa—».
« Non c’è niente da dire » ho
ribattuto bruscamente.
« No! » ha urlato lui « Non era quello
che volevo dire. Cioè, io… anche tu mi
piaci ».
Ho iniziato a ridere istericamente, portandomi la mano libera dalla sua
presa
alla bocca. Le lacrime iniziarono di nuovo a scendere e a danzare sulla
mia
guancia, ma questa volta non erano di tristezza. Era da tanto tempo che
non
ridevo fino alle lacrime.
« Horan, questa non me l’aspettavo davvero
» ho detto scossa dalle risa « non
credevo che fossi uno a cui piace prendere per il culo ».
Lui era lì che mi fissava sbigottito per la mia reazione,
incapace di proferire
parola. Qualche istante dopo, però, sempre senza dire
niente, si è chinato
verso di me e mi ha baciata.
Non è facile descrivere un bacio. Non so dire se ci fosse
passione, delusione,
rabbia, rancore, gioia, felicità in esso, so solo che
è stata la cosa migliore
della mia vita.
Le mie labbra incollate alle sue nel gesto più semplice
eppure così difficile
per due come noi, fatti di bugie e parole non dette, sguardi e sorrisi
nascosti.
Quello che mi ha stupita di più, però,
è stato quando ha fatto delicatamente
scivolare la sua mano sotto la mia maglietta, sempre senza staccarsi da
me.
Niall mi vuole. No, è impossibile,
Joey,
mettitelo in testa. Niall non ti vuole. Farebbe così con
ogni ragazza.
Ma io non sono la solita ragazza “in” con
il quale passare il tempo. No, io
sono una ragazza complicata e fatta di insicurezze, e un solo suo gesto
avrebbe
potuto distruggermi. Sono io, ero io e
mi sono odiata per questo.
In quel momento, però, non ci ho pensato. Quella era
l’occasione della mia
vita, l’unica occasione che avevo per sentirmi almeno per una
volta sua. Per cui, l’ho
assecondato.
*
Non
è stato squallido come
avrei creduto. In quell’aula, su quei banchi pieni di inutili
scritte fatte da
studenti chissà quanti anni prima, ho fatto
l’amore con Niall Horan.
Non lo definirò sesso perché per me non lo
è stato. Forse per lui, che non è
innamorato di me. Ma io, io che lo amo alla pazzia e darei la mia vita
per lui,
io non posso definirlo sesso.
C’era lui, che mi ha accarezzata e baciata, mi ha fatta
sentire sua come
nessuno aveva mai fatto prima. E c’ero io. Io, che sono stata
abituata fin da
piccola a provare dolore e mi ero immaginata quel momento
così tante volte, io
che l’ho amato ogni singolo secondo, ogni singolo attimo che
ho percepito il
suo caldo respiro sul mio collo e le sue mani delicate sul mio corpo.
Io, che
avrei dovuto capire che per lui non
sarebbe cambiato niente.
Sono stata la prima a rialzarmi dallo scomodo banco, a rivestirmi e ad
andarmene. Senza dire una parola.
Ho avuto il cervello libero da ogni pensiero per tutto il restante
pomeriggio e
la notte, troppo sconvolta per pensare a qualsiasi cosa. Stamattina non
sono andata
ovunque fuorché a scuola per paura di Barbie e della sua
vendetta alla quale
ormai non posso più sfuggire, perché se prima era
un sorriso adesso è diventato
qualcosa di molto più grosso, per paura di Niall, delle
parole che avrebbe
potuto dirmi e che mi avrebbero senz’altro distrutta.
E ora, dopo che Zayn ha quasi minacciato di spaccare la faccia a Niall
per
quello che mi ha fatto, ora sono praticamente certa che Niall abbia
detto tutto
alla sua ragazza e che lei e Jade ce l’abbiano a morte con me.
Ma è il suo sguardo che temo di più.