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Autore: KPooh_    26/05/2013    3 recensioni
Questa è una storia vera (tranne che per le parti che non lo sono).
"Che figura avrebbe fatto ora con la ragazza per cui aveva una cotta, se lei avesse scoperto che il fratello della ragazzina a cui doveva badare era Louis Tomlinson, un diciassettenne che non sa guardare la propria sorella e che l’ultimo sabato di vacanza, sta a casa a guardare il Signore degli Anelli in tv, con un amico travestito da Gandalf il Grigio, invece di andare a spassarsela fra feste e discoteche?"
- La domanda è: Perché tu sei nella cucina del tuo migliore amico in mutande e con un cappello da mago in testa l’ultima sera di vacanze?-ribattè rivolta ad Harry.
Nerd.
-Sospesa.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenze:
Questo capitolo è un mega iper super sclero.
Ma d'altra parte chi non impazzirebbe
a sapere che l'anno prossimo
avrà la possibilità di andare
al Where We Are Tour?
Già,
le vostre amate KPooh e Fearless andranno
in quel di Wembley a vedere
una band.. non so se la conoscete
si chiamano tipo
ONE DIRECTION
e sono dei grandi!

 

-Ok, fammi capire, tu ti stai facendo fare una sorta di corso di aggiornamento sul mondo Nerd dagli stramboidi?- chiese Hanna ad Alex quasi sotto shock.
Erano in giro per la scuola nell’intervallo prima dell’ultima ora della mattina. Poi sarebbero andate a pranzo.
Alex sorrise; la sua migliore amica ancora non riusciva a capacitarsi della faccenda.
-Ricordi che mi piacevano tanto? Ho pensato: perché non riprenderli in mano? Tanto che ho da perdere? Insomma, le uniche persone di cui mi importa qualcosa siete tu e i miei genitori. Poi quei ragazzi sono molto meglio di quello che sembra, davvero!- le disse Alex, sentendosi stranamente felice di essere loro amica.
-Ok, non posso credere che tu l’abbia detto ad alta voce, fa veramente strano. E non posso nemmeno credere a quello che sto per dirti, ma, dopo una lunga e attenta riflessione, ho deciso che potrei dar loro una possibilità. . .- disse Hanna tutto d’un fiato.
Alex si fermò in mezzo al corridoio. La bionda si fermò poco dopo di lei. Poi si voltò verso la mora e le rivolse un grande sorriso. Le due si abbracciarono. Era un pezzo che Alex non si sentiva così in sintonia con la sua migliore amica.
-Ok, ok, ora smettiamola con questi sentimentalismi, nanetta! E so quello che stai pensando ma la risposta è no, non leggerò mai un fumetto!- disse sdrammatizzando Hanna.
-Va bene, non ti costringerò, tranquilla! Ok, adesso dobbiamo assolutamente dare sfogo al mio alter ego tunz-tunz e farci una foto. Prendi il tuo iPhone.- disse Alex, ancora sull’onda della felicità.
-Oh, questo è il colmo, ancora non te l’ho detto. Mamma mi ha sequestrato il cellulare lo scorso weekend. Poco dopo che te ne sei andata. Perché dice che spendo troppo in chiamate e messaggi, ma per favore! – sbuffò levandosi una ciocca di capelli biondi dal viso.
Alex le passò un braccio attorno alle spalle.
-Mi dispiace, so che tu e il tuo telefono vivete in simbiosi!- la prese in giro.
-Scherzaci! Non posso andare in giro senza il telefono! È come andare in giro senza cervello! Mi manca perfino scrivere! Guardami…- ribatté Hanna con tono serio, mostrandole le mani che si muovevano sulla tastiera di un cellulare invisbile in modo frenetico –Sto impazzendo!
 
Dopo aver passato il weekend a riflettere sulle parole di Alex sul fatto di mangiare con lei,  Hanna si era decisa a fare la persona matura e al suono della campanella lei e Alex si erano dirette insieme alla mensa e quando Donna aveva fatto un cenno a Hanna di sedersi con lei al tavolo dei fighi, lei aveva declinato l’offerta e aveva mandato a quel paese Kendra, che l’aveva guardata dall’alto in basso.
-Hanna, scusami per quella volta in corridoio. Non mi azzarderò mai più a guardarti negli occhi!- esordì Harry vedendola arrivare con la sua aria superiore. Il ragazzo si era coperto la faccia con le mani, temendo un attacco di qualsiasi genere, psichico o fisico.
-Calma, Styles, non sono qui per ammazzare nessuno. Sono qui, per. . .- Hanna si bloccò, non sapendo bene come definire quello che intendeva fare.
-Perché sono qui?- bisbigliò all’orecchio di Alex.
-È qui perché è una mia amica, non le va più di stare con quegli stronzi e, grande notizia, ha deciso di darvi una possibilità.- concluse Alex, sedendosi al suo solito posto.
Harry abbassò le mani lentamente, ricomponendosi.
-Oh, se è così, dite amici ed entrate!- commentò il ragazzo, suscitando come unica reazione nella bionda un’espressione confusa.
-È una citazione del Signore degli Anelli- le suggerì gentilmente Liam, che era seduto accanto al moro.
-Ah, certo. Mi pare ovvio…- rispose Hanna, sedendosi ancora incerta.
-Allora, avete idea di dove sia Louis? Di solito siete tutti già qui quando arrivo io.- chiese Alex, iniziando a mangiare la sua insalata. I ragazzi scossero la testa.
-Ma l’hai vista? Alla fine l’ha capito che non era fatta per stare fra noi, Miss Stronzetta- Kendra sussurrò queste parole alla sua amica Jess, proprio alle spalle di Hanna. Sussurrare era un parolone, sembrava l’avessero gridato ai quattro venti, per farsi sentire da tavolo dei nerd. Stronze.
Harry ebbe giusto il tempo di borbottare “Ma che cazzo..?”, che Hanna si era già voltata verso quelle due.
-State pronti all’ira di una Banshee?- sussurrò Alex ai suoi amici, mentre Hanna esclamava incazzata nera
- Che ha detto quella stronza?-
-Ops, l’ho detto ad alta voce?- disse Kendra, mettendosi una mano davanti alla bocca fingendo di essere dispiaciuta. Hanna si alzò in piedi, mentre Alex tentava di fermarla.
-Wo! Lotta fra ragazze!- esclamò entusiasta Harry, dando di gomito a Liam, che appariva invece piuttosto preoccupato.
-Brutta demente, non ti provare a dire una cosa del genere mai più, hai capito? Chi ti credi essere per dire non solo a me, ma a chiunque in questa scuola che non è adatta ad un certo status sociale? Tu in particolare dovresti stare zitta...- sbraitò Hanna, puntando contro Kendra un dito minaccioso.
Ci fu uno scambio di sguardi diabolici fra le due bionde.
-Ken, di cosa sta parlando questa falsa bionda?- chiese Jess, pensando di poter “dare le paste” a Hanna James.
La “falsa bionda” spostò lo sguardo di fuoco da una stronza all’altra -Io sarei la falsa bionda? Io? Ma se a te si vede la ricrescita di venti centimetri lontana da tre chilometri!- la zittì Hanna.
-James, ti conviene non dire a nessuno quello che sai, se no sei finita.- sputò fra i denti Kendra, avvicinandosi al viso di Hanna. Lei fece un sorrisetto supponente e mantenne il suo sguardo fisso in quello di Kendra.
-Se sto zitta sui tuoi segreti da sgualdrina, è perché non sono una stronza come te.- concluse Hanna, guardandola dall’alto in basso. E Alex, che aveva seguito la scena da dietro alla sua amica, sorrise. Hanna James la Buona era tornata , similmente a Gandalf il Grigio che ritorna dalla compagnia come Gandalf il Bianco.
Le due arpie si ritirarono come gli huruk-hai dopo la battaglia del Fosso di Helm e Hanna tornò a sedersi con i nerd con un’espressione spietata sul viso.
-Allora, voi leggete soltanto fumetti?- domandò come se nulla fosse, riacquistando il sorriso.
-Lascia stare i fumetti e parliamo di te: sei stata una bomba!- esclamò Harry, rimpiangendo che il suo migliore amico non fosse stato lì a godersi lo spettacolo.
-Oh, niente di che, quando ci vuole ci vuole e non poteva continuare a fare la stronza ad oltranza.- disse Hanna, che adorava vantarsi delle cose stupide, ma non di quelle serie.
-Questa sì è la mia migliore amica, mica seghe!- commentò Alex, indicandola con il pollice e sogghignando orgogliosa.
-Davvero, Hanna, sei… ammirevole.- disse Liam, guardandola stupito. Fino a un paio di ore prima era abituato a vederla come l’oca che aveva scaricato la sua migliore amica per poter rimanere in vista all’interno della scuola e adesso era stato costretto a cambiare idea. Hanna gli sembrava una persona completamente diversa.
-Lasciate stare, parliamo di altro, non ho voglia di discutere della mia grandiosità.- ribadì Hanna, che all’improvviso si sentiva a disagio a stare al centro dell’attenzione.
-Va bene, ma sappi che rimarrai nella storia per noi tre! – le disse fiera Alex.

Hanna aveva passato la pausa pranzo con i nerd e con Alex.
Si era dovuta ricredere, quei ragazzi non erano poi tanto male. Certo, non avevano tutte le rotelle a posto e citavano un po’ troppo spesso per i suoi gusti fumetti e film fantasy, ma non erano peggio di Alex durante la prima media!
Adesso si stava dirigendo con nonchalance verso il bagno delle ragazze, ma aveva una sensazione strana addosso. Sentiva come uno sguardo che premeva sulla sua nuca.
Si voltò ma non vide nessuno. – Che cavolo, a stare con Styles e Payne una sola ora mi si è già rattrappito il cervello!- borbottò, riprendendo la sua passeggiata. Chissà come mai quel giorno il corridoio era particolarmente affollato, per questo non si accorse, quando entrò in bagno che la porta non si era chiusa con un tonfo sordo alle sue spalle, ma che un’altra persona era entrata dopo di lei e aveva bloccato l’ingresso.
Ok, era piuttosto inquietante come situazione, ma non dovete pensare male, nella vita vera non ti chiudono nel bagno della scuola per stuprarti o per spararti o per sbatterti la testa dentro al water nel tentativo di farti affogare. Cioè, andiamo! Sarebbe palese chi è stato con tutte le telecamere che ci sono!
Hanna si mise tranquilla a ritoccarsi il trucco e quando alzò lo sguardo dal lavandino incrociò i suoi occhi azzurri con quelli color cioccolato del ragazzo che era entrato dopo di lei, meglio conosciuto come “il ragazzo strano e pericoloso” o “quello che fuma troppo e porta sempre quel giacchetto di pelle” o “ quello che: cazzo hai visto il suo culo?” .
-Zayn Malik, quale piacere.- disse, mettendosi il lucidalabbra.
-Ciao, Hanna, è un po’ che non ci sentiamo.- rispose lui, sorridendole enigmatico e mantenendo il suo sguardo scuro in quello chiaro di lei. Hanna trattenne il respiro quando sentì Zayn avvicinarsi alle sue spalle.
-Zayn, è meglio se te ne vada- gli consigliò, visto che si stava spaventando.
Non era infatti la prima volta che parlava con Zayn Malik. Nessuno sapeva che si conoscevano e anche bene per giunta. Era una storia strana la loro. Durante le ultime due settimane dell’estate durante la quale Hanna era dimagrita, aveva frequentato un di quei campi per bambini ciccioni. Non era più obesa, ma sua madre aveva insistito e lei non aveva potuto opporsi più di tanto. Al campeggio aveva incontrato Zayn, che non aveva bisogno di dimagrire, ma faceva una sorta di servizio di volontariato e i due avevano inaspettatamente stretto amicizia durante quelle due settimane.
Zayn era stato il primo ragazzo ad avere una cotta per Hanna e il primo che lei avesse mai baciato.
Quando aveva iniziato le superiori, però, Hanna aveva avuto una brutta sorpresa nello scoprire che Zayn non era il bravo ragazzo che le voleva far credere o perlomeno che nessuno in quella scuola pensava che lui fosse un bravo ragazzo. Insomma era una sorta di Anakin Skywalker, perché le “bravate” che faceva erano per aiutare la sua famiglia, composta da quattro sorelle minori e una nonna tutte a suo carico. Aveva anche una moto e andava sempre in giro con un giubbotto di pelle. Non era il tipo di ragazzo che la nuova Hanna si sarebbe aspettata di frequentare dopo il campo al quale si erano conosciuti e quindi aveva alzato un muro tra di loro e non si erano più parlati.
Erano tre anni che non si scambiavano parola e che non si guardavano, ma i pensieri di Hanna, pur occupata a uscire con i popolari, erano spesso ruotati intorno a lui.
-Hanna, non ti devi preoccupare e non devi aver paura di stare con me. Lo sai che non tutto quello che si dice in questa scuola è vero e non tutti sono come appaiono, tu in particolare dovresti capirlo…-le disse con la sua voce bassa e melodiosa. Hanna prese un grande respiro.
-Io. . . non so davvero cosa dirti. . . cosa vuoi dopo tutto questo tempo?- gli domandò, visto che nella sua testa al momento c’era una grande confusione.
Lui si avvicinò ancora di più alla bionda e la prese per la vita.
-Oggi, dopo tre anni, ho finalmente riconosciuto la ragazza che ho conosciuto in campeggio. La vera Hanna.- le disse appoggiando la fronte alla sua.
-Mi è piaciuto quello che hai detto e mi sei piaciuta tu.- continuò.
Hanna chiuse gli occhi, tentando di interrompere quello che poteva essere paragonato al potere psichico del Professor X, visto quanto erano profondi gli occhi di Zayn.
Inspirò il profumo del giacchetto di pelle misto a quello delle sigarette e poi riaprì gli occhi.
-Voglio starti accanto, Han. Voglio stare con te e recuperare il tempo che abbiamo perso.- le disse prima di baciarla.
In un primo momento Hanna pensò di allontanarlo, insomma non era il bad boy della scuola, il teppista che sfasciava le auto e fumava nei bagni? Ma poi pensò che era terribilmente sexy e che lei lo conosceva, lo conosceva per quello che era davvero e che probabilmente, come lei, anche lui si era creato una sorta di alter ego per sopravvivere alle superiori. Che male c’era a baciare un gran fico? Nemmeno fra i popolari c’era un ragazzo più bello di lui e poi con Zayn il detto “tutto fumo e niente arrosto” non aveva senso, perché lui fumava parecchio, ma era moooooolto arrosto. Quindi Hanna si diede alla pazza gioia e rispose felice a quel bacio, senza sapere davvero dove l’avrebbe portata.
 
 
"-Louis! Finalmente! Dove prisnac eri finito? Ti ho tenuto il posto a pranzo e ti sei perso la sfuriata di Hanna James contro quelle due idiote galattiche di Kendra e Jess! – esclamò Harry entrando nell’aula di matematica. Louis era seduto al solito posto in fondo all’aula con la testa fra le mani.
Era una scena familiare.
Il ricciolo si sedette. –Tieni, Lou, gran figlio di un Joker! Ho fatto il video!- disse, porgendo il proprio telefono all’amico. Louis alzò la testa e guardò lo schermo del telefonino.
-Hazza, qui si vede soltanto la tua faccia- commentò con poco entusiasmo.
-Ma come? Ero sicuro di aver ripreso tutto! Va be’, ti farò uno spettacolino più tardi. Comunque davvero, dove eri finito?-
-Ero qui a crogiolarmi nel mio dolore.- rispose Louis sdraiandosi ancora di più sul banco.
-Lou, ma di che diavolo parli? Hai di nuovo perso l’edizione speciale del terzo episodio di Star Wars?-
-Magari! Ieri ho quasi baciato Alex…- confessò il ragazzo, tirandosi il cappuccio fin sopra la fronte e tirando le stringhe della felpa per coprirsi completamente la faccia. Poi sentì un tonfo sordo sulla schiena. Harry gli aveva tirato una sonora pacca e dallo spiraglio del cappuccio Louis poteva scorgere la sua espressione entusiasta.
-Ma allora i miracoli esistono! Lou! Congratulazioni! Sei a tanto così da dichiararle i tuoi sentimenti e da realizzare lo scopo della tua vita!- esclamò felice Harry, mentre Louis dallo spiraglio lo guardava sconsolato.
-Harry, aspetta prima di festeggiare. Qui dobbiamo considerare un sacco di fattori. Primo: non ci siamo baciati. Secondo: non credo che le parlerò mai più. Terzo: non credo che vorrà mai parlarmi di nuovo. Quarto: sono un completo disastro e ho sprecato l’opportunità della mia vita.- mugolò Louis, sbattendo di nuovo la testa contro il banco.
-Oh, suvvia, vecchio mio! Guarda che è più facile di quanto tu la faccia, molto più facile! – ribatté Harry, senza perdere il suo buonumore.
-Davvero, Harry? Davvero? Ma tu hai idea di con chi stai parlando?-
-Sì, sto parlando con un vero idiota! Louis, la prossima volta che sarete da soli, ti appendi al balcone a testa in giù, la fai venire sotto al balcone e le dai un bacio degno di ogni bravo Peter Parker. Punto. E abbiamo risolto il tuo problema.
-Io non ce l’ho nemmeno un balcone!- esclamò esasperato Louis.
-Fa lo stesso! Cioè, con il balcone sarebbe stato tutta un’altra cosa! Di gran lunga più memorabile, ma possiamo fare in un altro modo.- disse Harry risoluto.
-Ovvero?- domandò Louis, che ormai si aggrappava a ogni possibilità per non rimanere solo in posizione fetale come Batman nella caverna sotterranea quando Alfred è in ferie prima di incontrare Robin.
-Le dici quello che provi come ogni ragazzo senza poteri sovrannaturali né possibilità di salvare il mondo grazie ai suoi miliardi e ai maggiordomi versatili e perspicaci. Le dici quello che provi e accetti il tuo destino di buon grado. Guarda che ci sono cose peggiori, o devo ricordarti la fine dei genitori di Neville, torturati da una delle maledizioni senza perdono?- gli disse Harry, pensando di aver concluso il discorso e di aver trovato la soluzione migliore, anche se un po’ meno teatrale di come sperava.
-Stai scherzando? Non le dirò mai e poi mai quello che provo! Pff..- esclamò Louis con ovvietà.
-E perché no?
-Per Zeus, sono un nerd, mica un hippie!- rispose Louis, finendo lì il discorso.
 
Andare in giro con una spada laser alla veneranda età di 17 anni sarebbe stato imbarazzante per chiunque, ammettiamolo. Ma qui stiamo parlando di Harry Styles, Harry “Caso Umano” Styles.
E lui, a quanto pare, non si faceva problemi.
Il nostro jedi aveva passato il pomeriggio in biblioteca, rifugiato in una delle stanze dedicate ai bambini che il lunedì non veniva mai usata. Non che si volesse nascondere perché si vergognava di  far vedere agli altri che non era un idiota e che anche lui ogni tanto studiava, era solo che non voleva dare la possibilità agli altri di poter aggiungere la parola “secchione” alla lista dei tanti insulti con cui veniva chiamato dal resto della scuola e dal resto del mondo, che in quel momento, per lui, erano la stessa cosa.
Può sembrare strano, ma ad Harry, in fondo, importava ciò che pensavano di lui. Era stanco di sentirsi solo, discriminato per le sue passioni, preso per il culo da quattro scimmie che più che grattarsi la testa non sapevano fare, isolato dal resto delle persone, costretto nel suo spazio, che poi c’era il problema della claustrofobia, di cui soffriva, e sentirsi in quel modo non migliorava di gran lunga la sua salute.
Non che fosse poi così solo, insomma c’era Lou, che lo sosteneva in tutto e per tutto e lo aveva reso meno stramboide di quanto non fosse prima, Liam, che si dimostrava sempre più simpatico, con un carattere gioviale e un grande cuore, e Niall, che lo aiutava sempre a sopportare la sua situazione familiare nei suoi momenti di crisi. Sentiva solo la mancanza di qualcuno che gli volesse bene in modo… diverso.
D’altra parte era un uomo, anche lui aveva i suoi bisogni. –If you know what I mean-
Dopo aver studiato 3 ore… Ok, non erano 3 ore, erano 50 minuti, il resto del tempo era stato dedicato all’importante lettura dell’ultimo libro della saga di Percy Jackson: era un libro abbastanza infantile ma aveva imparato più cose sulla mitologia greca da quella storia che dal suo libro di testo. Dicevo, dopo essere stato 3 ore su un divanetto della biblioteca, era passato dal “Forbidden Planet”, il suo negozio di fumetti e gadget preferito, e aveva deciso, in un momento di follia e amore per se stesso, di meritarsi la nuova spada laser di Star Wars esposta in vetrina, e di comprarla. Era la cosa più figa che avesse mai posseduto, primo perché non era di plastica come tutte le altre ma di titanio, quindi, anche se non ti tagliava a metà come un laser vero, se la beccavi in testa, ti faceva male; secondo perché veniva fuori e si richiudeva in meno di 5 secondi, pigiando un pulsantino rosso; non dovevi tirarla fuori e richiuderla te a mano.
Aveva speso tutti i soldi che aveva dietro, ma ne sarebbe valsa la pena…
 
Guardò l’orologio, accorgendosi che erano quasi le otto ed era in super mega ritardo sia per la cena che per prendere l’autobus, che gli sfrecciò accanto proprio in quel momento. Come può correre Bolt in un video a rallentatore, corse per la strada, sbracciandosi come un orso che balla la samba con un opossum, ma alla fine ce la fece a farsi notare dal guidatore, che lo fece salire dalla porta posteriore.
Con il fiatone e la spada laser chiusa penzolante da un braccio, si avvicinò a uno dei sedili in fondo. Non appena si fu seduto, si accorse che c’erano pochissime persone sull’autobus, solo due degli idioti che vedeva passare ogni tanto vicino casa sua, sempre a passarsi le canne neanche fossero un calumet della pace, importunando la gente, e una ragazza bionda con un borsone sportivo. Quella si girò dopo poco ed Harry notò che era Aubrey, così le sorrise e la salutò con un “ciao” mormorato. Lei rispose con un sorriso appena accennato e tornò a guardare fuori dal finestrino.
Dopo qualche minuto di strada, uno dei due ragazzi (quelli scemi strafatti di prima) si avvicinò a Aubrey con un’espressione tronfia sul volto.
-Ehi, ma tu per caso, sei la figlia di un terrorista?- le chiese l’Idiota 1.
-Cosa? No, certo che no.- rispose lei, interdetta.
-Ah, perché sei una bomba!-
“Ma che cazzo.. ? ” pensò Harry sentendo quella battuta oscena e alzandosi piano, per vedere se Aubrey aveva bisogno di aiuto; ma la ragazza se la cavava abbastanza bene.
-Hey, amico, mi dispiace, ma, come dire, è come la neve sul bagnato…-
Il ragazzo la guardò come un pesce lesso con contorno di patate al rosmarino.
- Eh?- fu quello che riuscì a formulare.
-Non attacca!- gli rispose beffarda Aubrey.
Harry, da lontano, si trattenne dal ridere.
L’Idiota 1 ci mise un po’ a capire la battuta, ma alla fine, invece di arrendersi, come avrebbe fatto qualsiasi persona intelligente,  si avvicinò ancora di più alla ragazza.
-Eddai! Non fare la difficile! Lo sanno tutti che non lo sei!- disse, afferrandola per i fianchi.
–Smettila! Mi fai male, cazzo!- si dimenò lei.
L’unico risultato fu che lui la strinse ancora più forte, mentre l’Idiota 2, fin’ora in disparte, si era avvicinato per dare manforte all’amico.
Harry era sotto shock. Non sapeva se intervenire. Cioè sì, sapeva di dover intervenire, ma era un tantino preoccupato di farsi spaccare la testa da uno dei pugni/martelli da 300 kg dell’Idiota 2.
Alla fine, preso da un coraggio divino, mandato sicuramente dal dio Ares, quel bricconcello che attacca sempre battaglia, si diresse velocemente in direzione dei tre, dritto verso l’Idiota 1. Era pronto perfino a tirargli un pugno, quando l’autobus frenò bruscamente. Harry, da acrobata qual era, perse l’equilibrio e travolse in pieno l’aggressore di Aubrey, facendolo cadere e tirandogli una gomitata in testa mentre si rialzava. –Oh cazzo! Scusa, amico, non volevo…- si scusò alzando le mani e colpendo con la spada laser, apertasi nella caduta, la faccia dell’Idiota 2, venuto in soccorso dell’amico. Quello scivolò su un sedile tenendosi il naso sanguinante con una mano e ripassando ad alta voce tutto il corollario di santi che conosceva.
Harry, notando che, miracolosamente, l’autobus era arrivato alla loro fermata, rifilò un ultimo calcio all’Idiota 1 che si stava alzando, facendolo ricrollare a terra, prese per mano Aubrey e si catapultò fuori.
Corsero per un po’, finché non furono sicuri che l’autobus fosse ripartito con i due aggressori/aggrediti ancora dentro.
A quel punto, ancora con il fiatone, ripresero a camminare, ancora mano nella mano.
Appena il loro respiro tornò regolare, Aubrey guardò Harry.
-Che c’è?- chiese lui di rimando.
- Mi stai ancora tenendo per mano- rispose lei.
-Ah, scusa, non me n’ero accorto…- disse allora imbarazzato, lasciandola.
Continuarono a camminare in silenzio finché non arrivarono all’incrocio che divideva le loro strade.
Harry allora si fermò.
- Come stai? Vuoi che ti accompagni a casa?- chiese premurosamente. Non voleva lasciarla da sola quella sera.
-Sono indecisa su come risponderti. Se fare la parte della spavalda stile venditore ambulante e dirti “Ehi capo! No preocupa. Penso tutto io! Tranquilo belo, tu va casa!”, o quella della ragazzina terrorizzata con un “ Oddio Harree! Ho paura! Ti prego, portami a casa, preferibilmente prendendomi in braccio!”- disse lei titubante.
-Fai semplicemente la parte di te stessa.- rispose lui serenamente, anche se sperava scegliesse la seconda, pensando che portarla a casa in collo non sarebbe stato poi così male.
-Per favore, accompagnami a casa.- disse lei, arrossendo fino alla punta delle orecchie.
 
Si avviarono verso Old Wish Road, dove abitavano gli Horan, quando, a un tratto, videro due tizi nell’ombra sbucare dal viottolo laterale, correndo verso di loro. Aubrey, pensando che fossero i due Idioti di prima pronti a vendicarsi per essere stati picchiati, si strinse ad Harry, nascondendo la faccia nel suo petto.
Fortunatamente i due erano solo dei corridori, che in effetti Harry vedeva spesso allenarsi la sera.
-Hey Aubrey, è tutto ok. Non sono loro…- le sussurrò nell’orecchio, accarezzandole i capelli.
Lei allora alzò gli occhi, ancora stretta a lui, più in imbarazzo di prima.
Stettero lì a guardarsi per qualche momento.
Harry in quel momento iniziò a vedere Aubrey per come era realmente per la prima volta.
Iniziò a pensare a come sarebbe stato stare con lei, baciarla, stringerla a sé e baciarla di nuovo. Non riusciva a capire come non avesse fatto ad accorgersi prima di come lei fosse perfetta per lui, di come lo capisse, di come non lo giudicasse per il pazzo che era, di come ridesse meravigliosamente alle sue battute, di come fosse bella anche nei suoi giorni peggiori, con i capelli bagnati dalla pioggia o tenuti fermi da un elastico in una coda disordinata. Se avesse potuto tornare indietro, a quando la trattava solo come una ragazzina, solo come la sorella del suo amico, si sarebbe volentieri tirato un pugno “Ehi, sveglia, non vedi che questa è la donna perfetta, hai del prosciutto negli occhi per caso?”.
La guardò, e capì che per tutto quel tempo era stato un idiota. Si avvicinò con il viso alle sue labbra, sfiorandole appena, per paura che lei si ritirasse improvvisamente, rifiutandolo.
Ma lei non lo fece.
Harry allora non perse l’occasione e la strinse forte a sé, baciandola come avrebbe dovuto fare molto tempo prima.
 
Oh sì, era stato proprio un idiota.
 
 
 
“Harry è un carissimo amico, gentile, simpatico. Ma ne ha passate tante, non credo sia la persona più adatta con cui stare, perciò vedi di togliertelo dalla testa!”.
 
La voce di Niall rimbombava nella testa diAubrey.
Per i primi 10 secondi si era goduta il momento, lasciandosi trasportare dalle labbra di Harry sulle sue, dalle mani che le tenevano un fianco e le accarezzavano la schiena, dal suo profumo che lo avvolgeva sempre, passandogli una mano fra i capelli.
Poi la voce del fratello aveva interrotto la festicciola nella sua testa.
Allontanò di scatto le proprie labbra da quelle di Harry.
-Non… Non possiamo.- sussurrò, facendo sfiorare le loro fronti e guardandolo negli occhi.
-Perché ?- chiese il riccio, con sguardo improvvisamente serio.
-Niall… è mio fratello, il tuo migliore amico, insomma…- cercò di difendersi, senza concludere niente.
Si staccarono di qualche passo.
-Oh, certo, mi sembra logico.
-Che poi siamo solo stati presi dal momento, no?
-Ovvio, è stata… l’emozione!
-Già, avevamo solo paura di essere pestati.
-Ehm, certo, stile “ultimo bacio prima di morire”.
-Ovvio!
-Già, non vogliamo cadere nei soliti cliché solo per un momento di follia…
-Ecco! Ci sono in giro tutti quelli che pensano “Ragazzini con gli ormoni in subbuglio che non si sanno controllare” che però si sbagliano alla grande. Suvvia! Possiamo controllarci.
-Certo che sì!
-Siamo capaci benissimo di prendere delle decisioni razionali e sensate.
-Ne stiamo prendendo una ora, niente più baci!
-Esatto, pienamente d’accordo…
-D’accordissimo.
-Bene!
-…
-Oh, fanculo!
Harry fece due passi avanti, avvicinando il proprio petto a quello di Aubrey, mentre lei gli stringeva le gambe ai fianchi, saltandogli in collo.
Si baciarono con più passione di prima per quanto potessero, appoggiati al muro del palazzo all’incrocio, incuranti di chi potesse passare, pensando soltanto a scontrare le loro labbra e a stringersi l’uno a l’altra.
 








"Che ha detto quella stronza?!"



"OH, fanculo!"

 

 

 
Aloha!

Ok, ditemi che state saltando sul letto anche voi dalla gioia! Ma com'è questo capitolo?? Aaaah, quanto adoro Aubrey e Hazza!
Comunque passando a cose più serie, grazie di seguire la storia, so che sono stata un po' una stronzetta a dirvi di recensire sempre ma ero davvero in crisi a un certo punto e non avevamo più idee, un aiuto sarebbe stato gradito, perché ricordate, STIAMO LAVORANDO PER VOI!
Comunque niente, spero che questo ammasso di parole qua sopra sia di vostro gradimento, altrimenti io e Fearless saremo molto molto sad.
OK, bando alle ciance.

Ci vediamo nel prossimo capitolo, che non sappiamo neanche come sarà, ma va bene così, i misteri sono fighi!
LOVE YOU THIIIIIIIIIIIIIIIS MUCH
KPooh_


 
  
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