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Autore: Hope it    27/05/2013    1 recensioni
Abbie è una ragazza forte, che nasconde i suoi sentimenti dietro ad un sorriso.
Lei è coraggiosa, orgogliosa.
Lei sa perfettamente cosa vuol dire il dolore, visto che l'ha provato molte volte.
Lei è bellissima, ma non sa di esserlo.
Lei è dolce, quando vuole
Lei sa amare, ma non lo fa da tempo, per paura di essere ferita.
Ma sarà proprio un ragazzo, ad entrare nella sua vita casualmente, riuscirà a sconvolgerla a tal punto da cambiarla, per sempre.
Capiranno, insieme, l'importanza del vero amore, diquello che significa amare, dare la vita per una persona, capiranno l'importanza della vita e di tutto ciò che ne fa parte.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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‘’In ritardo come sempre!’’ mi disse la padrona del bar, quando entrai di fretta.
‘’scusi’’ dissi sottovoce.
 Afferrai il grembiule che era appeso all’ attaccapanni di lato alla porta. Andai dietro il bancone, dove mi aspettava Clare, la padrona del bar. Mi guardò, con i suoi occhi piccoli e scuri. Non ricambiai lo sguardo, facendo finta di non vederla. Mi faceva paura, a volte. Mentre aspettavo l’arrivo dei clienti abituali, iniziai a pensare al ragazzo, di prima. Ricordo l’attrazione forte, verso di lui, mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordavo esattamente dove. I suoi occhi, cosi azzurri, mi avevano subito catturata, mi era stato difficile distogliere lo sguardo. Mi vergognai di essere scappata via in quel modo, ma il suo sguardo mi aveva stupito. Avevo avuto paura che lui pensasse che ero brutta, o maleducata. Era la prima volta, che mi importava di quello che la gente pensava di me. soprattutto di uno sconosciuto che probabilmente non avrei rivisto mai più. La porta che si aprì di colpo, interruppe i miei pensieri. Uno dei clienti del bar entrò frettoloso. Era un’ uomo, sulla quarantina. Aveva capelli neri, occhi scuri, degli occhialetti che si avvicinava in continuazione sul naso con la mano destra. Aveva dei lunghi baffi che gli davano un’espressione austera, severa. Si avvicinò al bancone , mi salutò con un cenno del capo.
‘’il solito, signore?’’ chiesi.
Lui annuì.
Non parlava quasi mai, annuiva, o chiedeva il conto. Era uno dei quattro o cinque abituali clienti che sarebbero arrivati nel giro di poche ore. Dopo aver servito il signore, mi sedetti sullo sgabello e aspettai, era da anni che questo bar era praticamente vuoto per quasi tutto il tempo,era vecchio e brutto, solo poche persone che lo frequentavano da anni, ci venivano. L’unica cosa buona erano i cappuccini o i caffè. Mentre mi perdevo di nuovo tra i miei pensieri, non mi accorsi di Clare, che mi fissava.
‘’oggi puoi andare prima, tanto, ormai non penso venga qualcun altro.’’ Mi disse, squadrandomi.
‘’è sicura?’’ chiesi, guardandola stupita. Erano solo le  due e mezza.
‘’si, si vai, prima che cambi idea. Ma fatti trovare qui, sta sera. ‘’ disse, girandomi le spalle.
Sospirai, non mi sembrava vero, Clare non mi lasciava mai andare via prima delle quattro, per poi farmi tornare alla sera, verso le sei, visto che c’èra più afflusso di gente. Mi tolsi in fretta il grembiule, lo poggiai sull’attaccapanni.
‘’arrivederci Clare!’’ dissi, prendendo la borsa.
‘’ciao, a dopo.’’ Mugugnò, senza alzare neanche la testa dal cappuccino che si stava preparando.
Uscii dal bar, decisi che, visto che avevo ancora molto tempo, sarei andata in palestra, a provare il balletto per le regionali.
Attraversai la strada, svoltai per il centro di Londra. Mentre camminavo, notai due ragazzi, dall’altra parte della strada. Uno di loro lo riconobbi immediatamente. Era il ragazzo bello, il biondino dagli occhi azzurri con cui mi ero scontrata poche ore prima. Rimasi a bocca aperta, fissandolo. Stava parlando con un amico, un ragazzo alto, riccio. Era serio, ma appena l’altro disse qualcosa scoppiò in una grossa risata. Vedevo splendere il suo sorriso perfino da qui. Rimasi impietrita a guardarlo, lo vidi sorridere all’altro ragazzo, mentre indietreggiava leggermente. L’altro ragazzo si allontanò di pochi passi, alzando la mano a mò di saluto. dopo che l’altro ragazzo ebbe svoltato l’angolo, il biondo tirò fuori il cellulare, mentre iniziava a camminare. Lo vidi attraversare la strada, senza nemmeno guardare. Infatti non vide la macchina che arrivava a tutta velocità. Senza pensarci, attraversai la strada di corsa. Mi fermai davanti all’incrocio nella quale stava attraversando. Lo vidi continuare a camminare, senza accorgersi della macchina che ormai era vicinissima a lui. Non avrebbe avuto tempo di frenare, l’avrebbe preso in pieno. Ricominciai a correre, con tutta la forza che avevo. Dopo pochi metri, sentivo le gambe cedere, ma non mi fermai. Non volevo fermarmi. Finalmente arrivai davanti a lui, al di la della strada.
‘’attento!’’ urlai.
Lui  alzò la testa per un attimo, guardò me, incrociò i suoi occhi con i miei, sentii un brivido percorrermi tutta la spina dorsale. Distolse gli occhi da me e guardò la macchina, sempre più vicina. Corsi in avanti, ero a pochi metri da me, gli buttai le mani al petto, spingendolo via. Lui cadde a terra, sul marciapiede, dall’altro lato della strada. Lo guardai, poi mi girai verso la macchina. Era a due metri da me, non la vidi nemmeno. Mi prese in pieno, sbalzandomi in aria. Mi sentii cadere su un metallo duro, per poi sbattere di nuovo, su qualcosa di ancora più duro. Poi, il buio.
  
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