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Autore: Yasha 26    28/05/2013    10 recensioni
Questa ff nasce dalla mia one-shot "Vivo Per Lei"
InuYasha è un pianista che non riesce a trovare un lavoro a causa della sua natura ibrida.
Malgrado la moderna società, i mezzo demoni non sono ancora ben visti né da umani né da demoni.
Un giorno incontra Kagome, ragazza ricchissima in cerca di un maestro che le insegni a suonare il piano in meno di un mese, e chiederà proprio ad InuYasha di insegnarle a farlo, anche se lui all'inizio rifiuta. Inizierà così una sorta di sfida tra i due.
Tra loro non correrà buon sangue i primi tempi...ma poi...si sa...chi disprezza compra...
STORIA IN REVISIONE
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Mi spiace signorina, non insista, è impossibile che lei possa imparare a suonare il pianoforte in ventiquattro giorni! Devo purtroppo tirarmi indietro mi spiace! Porga le mie scuse a suo padre.-
-Va bene ho capito.-        rispondo delusa all’insegnante chiamato da mio padre
Ho provato a convincerlo ma non vuole insegnarmi in così poco tempo. Teme per la sua reputazione credo.
E ora come faccio? Appena lo saprà papà andrà su tutte le furie!
Dove lo trovo adesso un insegnante di piano? E con così poco preavviso? Se perfino quel direttore d’orchestra si è rifiutato chi mai accetterà di darmi lezioni?
-Uff…-     sbuffo sprofondando sul divano del salone
-Signorina…il maestro è già andato via?-
-Sì Kaede, quindi non chiamarmi più signorina ti prego…sai che non lo sopporto!-       dico alla mia anziana tata
Malgrado io abbia quasi vent’anni ho voluto tenerla con me, altrimenti sarebbe stata licenziata da un pezzo. Le sono molto affezionata. E’ come una nonna per me. Data la sua età non avrebbe certo potuto trovare un altro lavoro quindi ho chiesto con gli occhioni dolci di poterla tenere ancora come tata.
-Bambina mia lo sai che adesso devo rivolgermi a te in modo più appropriato. È stato un ordine dei tuoi genitori.-       mi dice lei
-Sì, ma si da il caso che loro siano in viaggio adesso e quindi non sei costretta a chiamarmi signorina. Piuttosto Kaede, aiutami. Sono disperata…quell’insegnante chiamato da papà ha rifiutato di darmi lezioni. Come faccio adesso?-
-E’ un bel problema in effetti. Perché non ne cerchi tu uno?-       suggerisce lei
-E come faccio a trovarlo? Non saprei nemmeno da dove cominciare a cercarlo.-
-Prova su internet piccola. Lì troverai di sicuro qualcosa.-
-E’ vero! Potrei vedere lì! Uffa tutta questa perdita di tempo solo perché i miei non hanno mai voluto farmi imparare a suonare  il pianoforte da piccola! Ora solo perché quell’Hojo del cavolo ama il suono di questo strumento si sono presi fretta di farmelo conoscere! Non è giusto però!-       mi lamento io
-Lo sai che i tuoi non amano quello strumento da quando…beh lo sai cara. Purtroppo adesso si è resa necessaria l’utilità di impararlo e tu non puoi farci nulla.-
-Lo so Kaede, ma non è certo stato il pianoforte ad ucciderlo! E poi solo adesso gli è improvvisamente passata la fobia del piano? Uff! Comunque farò come mi hai detto tu…proverò a cercare su google.-      così facendo mi dirigo nel mega ufficio di mio padre
 
Come sempre sul suo tavolo ci sono centinaia di carte di progetti per nuove costruzioni. Questo mese la nostra azienda deve prendere accordi per costruire tre grattacieli a Shangai. I miei genitori infatti sono andati lì per prendere accordi.
Avrei tanto voluto andarci pure io ma i miei hanno detto che sarei dovuta rimanere a casa a studiare.
Ma studiare cosa visto che io a scuola non ci sono mai andata?
Ho sempre avuto insegnanti privati che mi hanno insegnato tutto qui a casa. Avrei voluto fare l’università, ma mia madre ha detto che per adesso devo concentrarmi sul mio prossimo fidanzamento un certo Akitoki Hojo, il rampollo di una delle famiglie più influenti del Giappone. E’ il figlio di uno dei migliori amici di papà, un ricco industriale, per questo hanno combinato il nostro matrimonio. E’ più che altro un patto finanziario il loro, perché col nostro matrimonio verrebbero fuse due aziende leader nel settore edilizio con grande guadagno per entrambi.
Non sono molto d’accordo ma, i miei hanno insistito dicendo che lo fanno per il mio bene e per il nostro patrimonio, e che quando loro non ci saranno più sarà mio marito a prendere l’incarico di tutto, come fu per mia madre quando sposò papà.
Tra i due la famiglia più ricca è quella di mia madre, ma sposandola, mio padre ha acquisito tutti i suoi beni, gestendoli fino ad ora.
Alla loro morte erediterò tutto io come unica figlia.
Se ci fosse stato mio fratello Sota non sarebbe stato così. Come primogenito maschio avrebbe ereditato lui le aziende di famiglia, io avrei avuto un ruolo più marginale.
Purtroppo è morto in un incidente in moto quando io ero ancora piccola. Da allora i miei genitori sono diventati ossessivi con me, rivolgendomi tutte le attenzioni e le preoccupazioni possibili.
Questo mi ha portato a vivere parecchio tra le mura di casa, viziata e coccolata all’estremo ma senza amici della mia età. Le uniche persone che mi stanno attorno sono i camerieri con cui ho instaurato un bel rapporto di amicizia e confidenza, e non come figlia dei capi.
Malgrado tutto non mi lamento, infondo faccio una bella vita. Quando voglio qualcosa sfoglio una rivista e la ordino al telefono. Non ho ristrettezze di spesa e questo certo non mi spiace. Però sento che qualcosa mi manca anche se non so cosa.
 
Dopo una piccola ricerca trovo l’indirizzo di due insegnanti di piano, ma non hanno il numero telefonico, come faccio a parlarci?
-Kaede ho trovato due insegnanti ma sono al centro di Tokyo e non hanno recapito telefonico, come faccio?-
-Prova a farlo di persona no?-
-Cosa? Andare in città? E come? Koga è andato via coi miei genitori.-
-Ma cara tu hai la patente e l’auto, vai da sola no? Approfitta del fatto che i tuoi genitori non ci siano almeno puoi uscire da questo palazzo una volta tanto.-        mi consiglia lei
E’ vero non c’ho pensato. Sono talmente abituata ad uscire sempre accompagnata quelle poche volte che esco che quasi non ricordo che ho la patente. I miei non vogliono che guidi io perché sono un po’…come dire…spericolata alla guida. Quindi temendo che faccia la fine di mio fratello mi proibiscono di uscire da sola. Posso guidare solo se in compagnia di Koga il nostro autista.
Essendo un demone lupo ha dei riflessi invidiabili quindi in caso combinassi guai c’è sempre lui con me.
-Hai ragione Kaede! Finalmente potrò guidare la mia amata auto rosa! Che bello non avrò il cane da guardia che mi fa andare lenta come una lumaca!-
-Kagome guarda che non devi partecipare alle corse di formula uno! Quindi guida con prudenza senza correre e fare danni intesi?-      mia avvisa la mia tata
-Sì sì va bene! Ora vado a cambiarmi e a mettermi qualcosa di più semplice. Che bello dopo tanto potrò rivedere Tokyo!-
Noi abitiamo in una specie di palazzo parecchio distante dalla città. Quindi ritornarci dopo tanto tempo mi rende felice.
Dopo aver messo un  semplice e comodo jeans e un dolce vita, lego i miei lunghi capelli in una treccia.
Io li vorrei tagliare ma mia madre dice che così lunghi sono più femminili. Mi arrivano sotto il fondoschiena. Ogni sera devo spazzolarli minimo cinquanta volte perché lei è convinta che diventino più forti e lucidi. Essendo stata un’attrice e una modella è fissata con l’aspetto estetico.
Ogni due giorni sono costretta ad essere torturata dal parrucchiere con creme maleodoranti per illuminare e proteggere i capelli. La manicurista che mi cambia lo smalto. Poi durante la settimana c’è la massaggiatrice, l’estetista, il nutrizionista che mi tiene i conti delle calorie…insomma…non è che mi diverta molto. Lei invece sembra divertirsi.
 
Arrivata nel garage entro nella mia amata auto. Provando ad accenderla però noto che non parte. Perché???
Dopo che uno dei miei amici camerieri le dà un’occhiata dice che la batteria è a terra perché non viene accesa da molto.
-Mi spiace Kagome ma se non viene sostituita o ricaricata la batteria l’auto non parte.-     mi avvisa Akira
Tutti i camerieri mi danno del tu in assenza dei miei genitori, il “lei” è troppo informale per me. Questa gente mi ha vista crescere ed essendo le uniche mie compagnie  sono affezionata ad ognuno di loro. Per questo voglio mi diano del tu quando possibile. Se i miei lo sapessero mi mangerebbero viva probabilmente.
-E ora come faccio? Dovevo andare in città…-     dico dispiaciuta
-Puoi prendere la macchina di tuo padre per oggi no? Se è una cosa urgente puoi prendere la sua per stavolta.-
-Ma quella corre come la luce Akira! Non so se sarò in grado di guidarla.-
-E tu non fare la spericolata come sempre!-
-Uff e va bene! Dove le tiene le chiavi papà?-
-Dentro il cruscotto, l’auto è aperta. Mi raccomando Kagome! Ritorna tutta intera!-
-Sì sì tranquillo!-       dico dirigendomi verso la Porsche ed entrandovi
Accidenti quanto odio quest’auto! Mi sento attaccata all’asfalto talmente è bassa! E poi mi sento così stretta qua dentro! Perché agli uomini piacciono auto del genere? Mah!
Appena metto in moto, il rombo del motore mi fa ben capire perché mio padre va pazzo per quest’auto. Cavolo che potenza! Devo dire che mi piace questo suono!
 
Arrivata in città grazie al navigatore mi dirigo verso il primo indirizzo che ho. Ma anche con quest’insegnante ottengo un nulla di fatto.
Con mio enorme dispiacere mi va male anche col secondo.
Tutti dicono la stessa cosa…un mese è troppo poco per imparare a suonare il pianoforte. E come faccio adesso? Papà ci tiene molto che faccia bella figura con Hojo suonando il piano il giorno di Natale. Sarà in quell’occasione che ci conosceremo la prima volta.
Pazienza ormai è andata così. Vorrà dire che non suonerò il piano. Magari potrei usare qualche altro strumento che so già suonare.
Nel tragitto verso casa inizia a diluviare. Ma proprio oggi doveva piovere? Non esco mai da casa e quando lo faccio diluvia?
Distratta da quei pensieri non mi accorgo di guidare vicina al marciapiedi, proprio come non mi accorgo della pozzanghera che prendo in pieno alzando una piccola onda d’acqua.
Dato che l’acqua colpisce i vetri dell’auto sono costretta ad accorgermene e a fermarmi per vedere se ho per caso colpito in pieno qualcuno.
-Oh no porca miseria!-     esclamo vedendo un povero ragazzo zuppo d’acqua mentre si strizza i capelli
Cavolo che bel colore…sono bianchi e lunghi quanto i miei. Sarà un demone di sicuro!
Prendendo l’ombrello scendo subito per scusarmi. Lui mi fulmina con gli occhi. Come dargli torto!
Gli propongo di ripagargli i vestiti però rifiuta chiedendomi solo i soldi della lavanderia. Accidenti io non conosco i prezzo delle cose quindi ho fatto una bella figuraccia offrendogli una cifra spropositata. Che vergogna!
Quando dice che cerca un lavoro e che è un musicista il mio sguardo si illumina.
 
-Musicista hai detto? Per caso sai suonare bene il pianoforte?-    gli chiedo piena di speranza
-Sono specializzato in quello per la verità, perché?-     mi chiede infastidito
-Allora forse mi capiti a pennello sai? Io ho bisogno urgentemente di un maestro di piano che mi insegni a suonarlo prima di Natale. Ho già chiesto ad alcuni ma hanno tutti rifiutato dicendo che in un mese non sarò mai in grado di saperlo suonare correttamente. Ero proprio in cerca di un pianista. Forse ti ha mandato il destino. Che ne dici? Te la senti?-       domando sperando in una risposta affermativa
Lui però mi guarda come se fossi una pazza.
-Mi spiace ma ti hanno detto la verità, in un mese è impossibile imparare anche solo le basi. Io ho studiato dieci anni. In trenta giorni è impensabile che tu…-
-Ventitré veramente. Mi serve saperlo suonare entro ventitré giorni!-        lo interrompo io
-Perché proprio ventitré giorni?-      mi domanda curioso
-Perché tra ventitré giorni esatti sarà Natale e io devo tenere per forza un piccolo concerto a casa mia per il mio “futuro fidanzato”-         rispondo con poca allegria e lui lo nota
-Non mi sembri molto entusiasta però!-      
-Infatti non lo sono! E’ un fidanzamento combinato col figlio di un ricco imprenditore amico di mio padre, lo hanno deciso i miei genitori e io non posso oppormi.-     gli spiego rattristandomi un po’
-Non mi sembri minorenne, perché saresti costretta?-
-E’ vero non sono minorenne però…hanno sempre deciso loro per me, e io non saprei fare altrimenti ormai.-      e soprattutto non posso rifiutare dopo quello che hanno passato con mio fratello
Dopo aver parlato della mia auto…che confesso non so quanto fosse costata, mi chiede se può farmi una domanda..
 
-Sì…dimmi.-
-Ma da casa tua non esci mai?-
-Veramente molto poco. I miei genitori non vogliono stia molto tempo in mezzo alla gente.-
-Ah….ora è tutto chiaro! Scusami se te lo dico ma sembra proprio che i tuoi genitori ti vogliano rilegare in casa ed estraniarti totalmente dal mondo! Sembri una loro marionetta ragazzina.-
-Io non sono una ragazzina! Il nome ce l’ho ed è Kagome! Comunque non capisco perché supponi quelle cattiverie su i miei genitori. Loro mi vogliono bene e per me scelgono solo il meglio!-       
Ma chi si crede di essere per giudicare i miei genitori? Loro fanno tutto solo per il mio bene! O almeno così credo…anche se a dir la verità a volte mi sento quasi soffocare da loro. Ma no che penso…è la mia famiglia e io devo rispettare le loro scelte per non deluderli.
-Ok se ne sei convinta tu…-      mi dice facendo spallucce
-Ok lasciamo perdere….piuttosto, che mi dici del lavoro? Lo accetti o no?-      chiedo nuovamente
-Ti ho già detto che è impossibile imparare a suonare il piano in meno di un mese. Non ci riuscirà mai nessuno a farlo. Rassegnati e attacca un bel cd di un concerto di Mozart per il tuo ragazzo!-      mi dice sbrigativo
Ma vedi che razza di maleducato che è questo tizio!!! Se non fosse per necessità…
-Ma tu non hai bisogno di un lavoro? Almeno provaci ti prego! Io imparo in fretta! E poi non sai il compenso!-      insisto disperata
Potrebbe essere la mia ultima possibilità di imparare quel maledittissimo pianoforte impolverato che ho a casa.
A dir la verità ci tengo più per mio fratello che per il mio fidanzato. Il suo pianoforte è rimasto abbandonato in un angolo polveroso della casa e mi è sempre stato vietato andarci. Se sfrutto questa opportunità finalmente posso usare il suo pianoforte!
-E sentiamo…quanto sarebbe questo compenso?-      chiede diventando un po’ curioso
Forse se lo convinco con una bella cifra accetta. Ha bisogno di soldi a quanto ho capito. Quanto potrei offrirgli??
-Cinquecento mila yen l’ora!-  (3.800 € )     gli dico dopo aver fatto due conti
-Ci…cinque…cento mila…l’ora?-         ripete a bocca aperta
-Sì. Allora vuoi tentare? Al limite non perdi nulla! Nelle ore che mi darai lezione verrai pagato. Se entro una settimana non avrò imparato nulla interromperemo il tutto e tu avrai intascato un po’ di soldi. Se invece avrò imparato a suonare davvero il piano come si deve entro quei ventitré giorni…avrai un sostanziale incentivo, ovvero altri cinque milioni (38 mila €) di yen in più. Ci stai?-     
Lo vedo sorpreso dalla cifra che ho detto…non è che forse è troppo? Ma no non credo. Sul mio conto corrente so che ci sono circa 3 miliardi di yen.   (23 milioni di € circa, bruscolini ^_^ nda)
E’ parecchio perplesso…poi finalmente apre bocca.
 
-Senti ma….di chi accidenti sei figlia? Non sarai mica la figlia di qualche capo della Yakuza vero?-      chiede preoccupato
A queste parole scoppio a ridere. In effetti qualche capo della Yakuza l’ho conosciuto. Nel mondo della politica va sempre così, ma noi non ci abbiamo mai avuto nulla a che fare. Spesso erano invitati a delle feste di altri politici. Mio padre non voleva che mi allontanassi da lui nemmeno per un secondo a quelle noiose feste. Solo da grande ne ho capito i motivi.
-Oh no affatto! Credo che la mia famiglia sia perfino più ricca della Yakuza! La mia è una famiglia che da generazioni fa parte del mondo della politica. Quasi tutti gli appartenenti della mia famiglia paterna sono stati ministri e premier. Mentre quelli della mia famiglia materna sono industriali e architetti che hanno costruito la Tokyo come la conosci oggi. Mio nonno materno alcuni anni fa era stato inserito nella classifica degli uomini più ricchi del mondo arrivando secondo. Senza contare che molti miei cugini sono imparentati con la famiglia imperiale.-       gli spiego semplicemente
-….ah….-        risponde stupito
-Allora accetti o no?-      domando interrompendo il silenzio venutosi a creare
-Mmmh…e va bene! Basta che non mi richiedi i soldi indietro se poi non impari nulla!-     mi dice alla fine
-Grazie grazie grazie! Mi hai salvata dai rimproveri di mio padre!-     esulto felice
Evviva ci sono riuscita!
-Tzs…-        risponde lui scocciato
-Attento che se parli molto esplodi eh?-             gli dico sarcasticamente
-Senti ma com’è che ti sei fatta furba così all’improvviso? Cinque minuti fa sembravi venuta da un altro pianeta e ora mi fai tanto di conti in tasca insieme al sarcasmo…senza contare l’idea dell’ultimo minuto dell’incentivo.-          mi fa notare infastidito
Accidenti è più furbo di quello che pensassi! Però è davvero antipatico accidenti!
-Ah, ti sei accorto che era un’idea venutami adesso per convincerti? Comunque te l’ho detto che imparo in fretta no? Mi è bastato farmi due conti per sapere quanto darti. Sarò anche un po’ ingenua ma non sono certo stupida mio caro! A proposito, posso sapere come ti chiami?-       gli chiedo avendo dimenticato di farlo prima
-InuYasha Taisho. E tu sei Kagome…?-      wow ha ricordato il mio nome
-Kagome Higurashi. Piacere!-
-Higurashi? Allora sei la figlia del primo ministro Naraku Higurashi?-
-Sì proprio lui. E mia madre è Kikyo Tama, la famosa attrice ed ereditiera della Tama Building e Co.-
-Complimenti allora…ecco perché sei così ricca. Comunque Kagome, ora scusami ma è bene che vada a casa a cambiarmi prima che mi venga un accidenti dopo la doccia che mia hai fatto! Ti lascio il mio numero così mi chiami ok?-
-Ok ma se vuoi ti do un passaggio a casa. Piove ancora…-        gli dico osservando il cielo
-Grazie ma non vorrei rovinarti la tappezzeria…-       dice cinico
-Non preoccuparti…la farò lavare. Non è un problema.-     rispondo ignorandolo
-Immagino…al limite la buttate e ne comprate una nuova.-       replica con tono sprezzante
Che caratteraccio schifoso che ha questo ragazzo! Ma le buone maniere non gliel’hanno insegnate?
Avrei quasi voglia di picchiarlo!
-Cavolo quanto sei pungente e velenoso! Guarda che essere ricchi non è una colpa!-
-Ma fare spreco sì!-        ma tu senti questo!
-Noto che non ami la gente ricca vero?-     
-Affatto…-     risponde secco
-Beh io non ho alcuna colpa delle mie ricchezze. Ti conviene abituarti allo spreco comunque, perché le lezioni le terrai a casa mia. E lì ne vedrai parecchio di lusso.-        lo avverto io
-Ah bene a sapersi…-
-Allora lo vuoi il passaggio sì o no?-        chiedo irritata
Se proprio non vuole lo lascio a piedi sotto la pioggia e chi se ne frega!
-Va bene accetto. Solo vorrei farti una domanda…-
-Quale?-
-Non ti crea problemi che io sia un han’yō?-
Un han’yō? Ah ecco perché ha quelle graziose orecchiette. Ma perché dovrebbe infastidirmi? Non capisco che intende dire. Forse gli altri non lo accettano per questo?
-No perché dovrebbe darmi problemi scusa? Che differenza fa?-      
A casa mia ce ne sono molti e non ho mai trovato differenze tra loro e gli umani o i demoni completi.
-Sei troppo ingenua ragazza mia! Ti consiglio di uscire più spesso dalla tua gabbia d’oro.-      mi dice entrando in auto
Vorrei soffermarmi di più su questa sua provocazione e capire cosa intendeva dire ma…forse è meglio non entrare nella sua vita privata. In fondo a me non interessa. Mi interessa solo imparare quel pianoforte!
 
Dopo averlo accompagnato a casa sua ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo. Passerò io a prenderlo dato che lui non ha l’auto.
Ritornata a casa parcheggio la Porsche nuovamente in garage e rientro dentro casa felice per aver risolto il problema.
-KAGOME!-      urla una voce fredda e severa che riconosco subito
-Pa…papà?-       dico sbiancando
Ma che ci fa qui? Sarebbe dovuto ritornare tra due giorni!
-Che diavolo ci facevi fuori e con la mia auto?-      chiede con tono rigido
-Ecco io…-
-Anzi non mi importa sapere del perché! Lo sai che non tollero che tu esca di casa senza permesso e soprattutto da sola in auto! E con la mia di auto per giunta! Non è una macchina adatta a te quella!-     continua inflessibile
-Ma papà dovevo cercare un maestro di pianoforte! Quello che hai chiamato tu ha rifiutato. La mia auto non funziona così ho preso la tua e sono andata a cercarlo in città.-      cerco di spiegargli
-Che cosa? Sei stata in città da sola? Sai benissimo che non devi andarci! Non è un luogo adatto ad una ragazzina sola. Non permetterti mai più di disobbedire ai miei ordini sono stato chiaro?-
-Papà non sono più una bambina. E poi non mi sembra di aver fatto qualcosa di male.-
-Signorina, il fatto che tu sia maggiorenne non ti da il diritto di fare come vuoi! Finché vivrai sotto questo tetto farai come dico capito? E non rispondere mai più ai miei rimproveri! Vai in camera tua e restaci! E ti avviso che non vedrai la tua auto per un bel po’ di mesi!-
-Ma io domani devo andare a prendere il nuovo insegnante! O vuoi forse che non impari più il pianoforte? Hojo non ci teneva a sentirmi suonare?-      ribatto infastidita
-Non osare ricattarmi con questa scusa! Domani andrà Koga a prenderlo. E poi quando si è sentito dire mai che una ragazza di un certo livello va a prendere il suo insegnante?-
-Va bene scusami papà.-       è inutile insistere tanto avrà sempre ragione lui
Salita in camera mia mi butto sul letto.
-Uffa sono solo uscita un po’. Che sarà mai…esagerato!-
-Kagome…non dire così! Sai che ci preoccupiamo per te!-        sento dire dalla voce delicata di mia madre entrata in camera
-Ah…ciao mamma…-      le dico semplicemente
Ora mi aspetta il secondo round con lei.
-Kagome non saresti dovuta uscire da sola. Lo sai che abbiamo paura ti accada qualcosa dopo quello che è successo con Sota.-        mi spiega sedendosi accanto a me
-Mamma, io lo so che avete paura, ma non posso stare sempre chiusa qui. Potrei anche morire cadendo dalle scale sai?-
-Oh Kami Kagome ma che pensieri ti vengono in mente? Ci rimani solo tu figlia mia! La nostra famiglia sarebbe rovinata! Senza contare che il nostro impero economico finirebbe in chissà quali mani!-   
Non so il perché ma a questa frase mi ritornano in mente le parole di quell’ InuYasha…
“-Scusami se te lo dico ma sembra proprio che i tuoi genitori ti vogliano rilegare in casa ed estraniarti totalmente dal mondo! Sembri una loro marionetta ragazzina.-“
Questa frese mi infastidisce però….
-Mamma, toglimi una curiosità…siete più interessati a preservare i vostri soldi o la mia vita?-
Accidenti ma che domanda mi viene fuori? Che cavolo di pensieri sto facendo? Come ho potuto dire questo a mia madre?
-Kagome…ma che dici? Ti sembrano domande e supposizioni da fare queste verso i tuoi genitori? Dopo quello che abbiamo passato con tuo fratello poi….sei ingiusta!-       mi accusa iniziando a piangere
-Scusami mamma non volevo dirlo perdonami! Non so che mi è preso! Ok ti prometto che non uscirò mai più da sola ok?-        le giuro sentendomi terribilmente in colpa
Quando si calma mi abbraccia e poi va via.
Non devo pensare queste cose sui miei genitori. Loro mi amano e io devo renderli fieri di me, anche se…questo mi farà soffrire.
 
 
 
 









 
 
 
 
Secondo capitolo dedicato a Kagome ^_^
Iniziamo un po’ a conoscerla e a capire il suo carattere.
Certo la sua ricchezza è invidiabile ma anche per lei vale il detto che i soldi non fanno la felicità e lo imparerà presto.
Cresciuta nella bambagia da sempre, le sarà molto utile conoscere il mondo attraverso gli occhi di InuYasha, ma questo lo vedremo più avanti ^_^
Grazie a chi segue anche questa mia storia ^_^ ne sono molto felice ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 
   
 
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