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Autore: Miriime    30/05/2013    0 recensioni
Mirimë ha un sogno...
Un concerto, un giorno speciale, attimi di vita che la cambieranno per sempre...
Osa sognare
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

-1...si, su quel calendario c'era scritto esattamente questo...
Mancava solo un giorno alla data tanto attesa...
Aveva fatto di tutto per mettere da parte i soldi necessari a realizzare il suo sogno, aveva supplicato, pianto e sperato di poter ottenere anche un solo biglietto e adesso si ritrovava in aereo con il suo quadernino in mano aperto sulla pagina della cartina dell'Italia con il calendario a fianco.
Si voltò verso il suo vicino di posto che russava beatamente da quando l'aereo era decollato, sorrise divertita notando la testa ciondolare di lato con la bocca totalmente spalancata, quasi volesse inghiottire tutta la cabina.
Si chiuse la felpa lasciando intravedere parte del logo dei 1D.
A 17 anni essere ancora definita una mocciosa appassionata di una musica banale e commerciale la rendeva nervosa, si chiudeva a riccio e fingeva di non appartenere a quel mondo stereotipato, prendeva le cuffie e si isolava nel suo pianeta perfetto fatto d'amore e accompagnato da cinque voci da brivido.
Guardò la lucina delle cinture spegnersi sopra la sua testa,  non perse tempo, prese ipod e cuffiette e premette play su Take me home sapendo ormai a memoria l'ordine delle canzoni che avrebbe ascoltato e in quanto tempo avrebbe dovuto cambiare album.
"And live while we're young!" Proprio la frase che si addiceva di più a quel suo sogno... voleva vivere quei due o tre giorni a Verona come fossere gli ultimi, voleva godersi il concerto come se non ci fosse un domani, voleva impegnarsi come una matta per poterli abbracciare anche solo per un secondo e fargli sapere che l'avevano salvata in tutti i modi in cui una persona può essere salvata.
Sua madre, due file più avanti le fece un cenno del capo indicando il finestrino, Susan si sporse per poter vedere oltre l'ala dell'aereo e notò i tetti uniformi e alti di una cittá...erano arrivate.
Si separò a malincuore dalle cuffiette mentre Zayn intonava l'acuto di "I loved you first" e si riallacciò la cintura dopo aver controllato più volte di aver spento l'ipod. Non aveva problemi a viaggiare in aereo, il senso del vuoto non la disturbava...ma aveva il terrore di lasciare dispositivi elettronici accesi durante decollo e atterraggio.
Si voltò verso il signore addormentato e inorridì alla vista di un luccichio all'angolo destro della sua bocca, distolse lo sguardo dal bavoso ronfante e alzò lo schienale del suo sedile come le aveva appena ordinato in modo brusco un'hostess.
Si accorse di essere nel paese delle meraviglie appena mise piede fuori dall'aereo, l'aria fresca le sferzò il volto e lei inspirò una boccata d'aria a pieni polmoni per cogliere ogni particella che poteva essere stata respirata dai suoi idoli, si mise in spalla lo zaino e tolse il copriobbietivo dalla sua amata reflex per immortalare l'aereo al momento dell'arrivo.
Aveva bisogno di queste piccole cose, voleva fotografare ogni tappa del suo viaggio, non voleva dimenticare nulla, neanche uno sgangherato aereo di terza classe.
Sentì che la consapevolezza di essere a pochi chilometri dai suoi idoli la invadeva e malapena riuscì a capacitarsi del fatto che presto li avrebbe visti dal vivo e per davvero...non dallo schermo di un pc o dalle foto di una rivista per teenager ma a pochi metri di distanza...
Sentì un sorriso formarsi agli angoli della bocca e si gettò tra le braccia della madre per abbracciarla e ringraziarla ancora per averla appoggiata in questo suo desiderio.
L'hotel non distava più di 200 metri dal centro di Verona, pochi passi e sarebbe potuta arrivare in Piazza Brá per incontrare le ragazze che avevano fatto il conto alla rovescia con lei dai 190 giorni. Pochi metri e avrebbe potuto controllare bar e ristoranti nelle vicinanze dell'Arena.
Si gettò sul letto scricchiolante del suo B&B e attivò il collegamento wifi inserendo la password scritta su un foglio affisso sul muro davanti a lei, dopo aver risposto ai messaggi della zia, che voleva sapere come stava andando il viaggio, aprì Twitter sperando in qualche notizia.
Tutto taceva, o almeno le Directioner che erano a Verona stavano disperatamente cercando informazioni senza grandi risultati mentre le ragazze che non erano riuscite a comprare i biglietti o non le avevano lasciate andare si erano chiuse in un silenzio di tomba.
Mise da parte il cellulare e posizionò una cartina della città sul tavolino davanti al letto, addentò una merendina al cioccolato e iniziò a cerchiare i posti dove sarebbe stato possibile incontrare "loro".
Si guardò la punta delle dita tinte dai colori vivaci dei suoi pennarelli e si ricordò di quando era bambina e avere le mani pasticciate in quel modo era del tutto normale, le mancava la sua infanzia...bastava così poco per divertirsi, non esistevano sofferenze d'amore non ricambiato, distanze incolmabili, nessuno veniva giudicato per come pensava bastava che giocasse insieme a te ed era accolto come un fratello o una sorella.
La vibrazione del cellulare la distolse dalla sua malinconia e si ricordò di essere a Verona per realizzare il suo sogno, chi aveva detto che si poteva essere felici solo da bambini?
Era una notifica di whatsapp...le ragazze del gruppo avevano avvistato Josh Devine in Piazza Brá.
Prese la reflex e un quaderno di appunti e si precipitò in tutta fretta verso le scale salutando velocemente la madre con un bacio sulla guancia.
<Dove vai?!> Le urlò mentre arrivava all'ultimo gradino.
<A dare inizio al mio sogno!> Prese una boccata d'aria prima di precipitarsi verso la Piazza gremita di ragazze urlanti che invocavano l'uscita del batterista da un bar vicino.
Mirimë si avvicinò a una ragazza sui 16 anni che litigava con un cameriere.
<Che succede?>
La ragazza sembrò destarsi da un sogno e abbandonò l'uomo esasperato che era sul punto di chiamare la polizia.
<Josh è dentro il bar ma non ci permettono di vederlo...dicono che è andato via e che stiamo solo disturbando i clienti...> fece un gesto teatrale con le mani <quali clienti?! Siamo tutte Directioner a cui non interessa nulla del loro ultimo gusto di gelato...>
Mirimë le sorrise mentre la ragazza riprendeva fiato <Comunque...qua non ne caviamo piede...guardie del corpo dappertutto e camerieri convinti di lavorare per chissà quale bar di lusso...dobbiamo allontanarci dalle porte e dimostrargli che siamo persone civili...magari così potrebbe uscire...>
Mirimë annuì convinta dalle sue parole <Concordo..mmh..il tuo nome?>
<Ah certo! Si scusami davvero, con tutto questo casino> rise impacciata  <sono Rachel>
<Mirimë>
<Bene mia cara Mirimë che ne dici se facciamo un po' d'ordine?> non le diede neanche il tempo di rispondere che già impartiva consigli, che suonavano più come ordini, alle Directioner accalcate davanti alle porte del bar.
Ben presto le ragazze si convinsero che Josh non sarebbe certo uscito vedendo quel caos, così formarono un cerchio al centro della piazza e unite dalla stessa passione iniziarono a cantare il ritornello di Kiss You, accompagnando la voce con i balletti improvvisati dei video visti e rivisti su youtube.
Susan prese la fotocamera e scattò qualche foto alla Piazza e al bar mentre guardava sospettosa una guardia del corpo con un folto pizzetto grigio entrare nel bar e parlare con il responsabile.
Adesso ne era certa, lui non sarebbe uscito, troppe ragazze impazzite, una folla incontenibile che la polizia di un posto tranquillo come Verona non era pronta a contenere. Il retro del bar probabilmente era giá pronto alla fuga del ragazzo incappucciato o di una sua controfigura.
Non provò neanche a seguire la corsa disperata delle ragazze che si precipitarono come un solo uomo verso l'imboccatura della via piú vicina.
Sapeva sarebbe stato impossibile parlare con lui, fare una foto o provare un qualunque tipo di approccio.
  
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