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Autore: Miriime    11/06/2013    0 recensioni
Mirimë ha un sogno...
Un concerto, un giorno speciale, attimi di vita che la cambieranno per sempre...
Osa sognare
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

<Come è andata?> la madre le sorrise mentre le apriva la porta della camera con un libro di Zafon in mano.
<Ho conosciuto delle ragazze ma non sono riuscita a incontrare Josh...quello è "Le luci di settembre"?!> indicò il libro mentre chiudeva la porta spingendola con la schiena.
<Si, mi avevi detto che ti era piaciuto tanto e allora ho voluto leggerlo...>
<Si, è in assoluto il miglior libro di Zafon secondo me...a che punto sei?> prese una mela dal cestino sul tavolo e cominciò a mangiucchiarla a piccoli morsi.
La madre si stese sul letto e riaprì il libro <Irene sta parlando con Ismael> indossò gli occhiali mentre voltava pagina interessata.
<Vedrai...> Mirimë esibì un sorriso malizioso nel dare un morso alla mela.
<Non mi dire niente!> la madre fece un gesto minaccioso con la mano.
<Ma...>
<No!>
Mirimë sorrise divertita facendo spallucce. <Mi faccio una doccia...penso che andrò a vedere la casa di Romeo e Giulietta...ormai per oggi le ricerche non frutteranno granché...hanno visto Niall a Milano...penso che anche gli altri siano lì...Josh si sarà rifugiato in albergo, quindi non mi resta che aspettare domani mattina....>
<Mmh..> la madre ormai era completamente assorta nella lettura
<Mamma?> Mirimë la guardò indispettita.
<Doccia, Romeo e Giulietta, Niall Milano, Josh albergo! Si si ho capito, è la quarta volta che rileggo la stessa frase, vai a farti la doccia!>
Mirimë rise divertita mentre si chiudeva alle spalle la porta del bagno.
Lasciò l'ipod in riproduzione casuale sulla mensola vicina alla doccia mentre un getto d'acqua bollente le colpiva la schiena.
<Accidenti!> si spostò scottata con un balzo e tentò di regolare la temperatura.
Lasciò che il vapore dell'acqua calda la rilassasse e tentò di far fluire i pensieri negativi lontani dal suo fine settimana perfetto.
Si avvolse in un accappatoio bianco neve e prese l'ipod, il volto sorridente di Harry dell'ultimo servizio fotografico la isolò dalla realtà per qualche minuto, guardò lo specchio appannato e senza pensare scrisse con la punta delle dita:
Mirimë Styles
Suonava bene...
Si avvolse i capelli con un asciugamano per il viso e uscì dal bagno per cercare l'asciugacapelli.
<Sultano!> la madre la guardò divertita mentre metteva il segnalibro a pagina 120.
<Ah...?> Mirimë pensò che la madre fosse impazzita ma poi si ricordò dell'asciugamano che aveva arrotolato in testa e rise divertita insieme a lei.
Si asciugò i capelli in fretta, mise un filo di trucco waterproof e si infilò una camicetta a quadretti con dei semplici jeans neri.
<Mirimë credevo li amassi tutti allo stesso modo...> il tono canzonatorio della madre la incuriosì.
La ragazza si affacciò alla porta del bagno e avvampò vedendo la scritta sullo specchio..h...emh. Si certo li amo tutti allo stesso modo, non è che preferisca un membro in particolare...ma...ecco di Harry credo di essere innamorata sul serio...> nascose il volto indossando un capellino.
La madre le sorrise rassegnata alla passione senza limiti della figlia.
<Allora andiamo?> chiamò la madre sbrigativa mentre riprendeva possesso della reflex e della cartina.
<Ah...veramente avevo delle faccende da sbrigare...devo cercare un bancomat per l'acconto del B&B e compilare i moduli sulla nostra permanenza qua...se vuoi vai pure...ti raggiungo magari fra un'oretta. E poi quel libro mi ha presa davvero, colpa tua! > le fece un gesto incoraggiante mentre cercava il portafogli nella borsa.
<Ok...ci vediamo dopo!> le diede un bacio sulla guancia e si gettò verso l'uscio.
La casa di Romeo e Giulietta non era molto distante e la camminata fu piacevole, Verona era davvero una città carina, le persone che si incontravano per strada erano sorridenti e affabili.
Per prima casa scelse quella di Giulietta...voleva vedere a tutti i costi il famoso balcone della frase celebre: "Oh Romeo, Romeo...perché sei tu Romeo?"
In effetti i turisti erano pochi, probabilmente tutte le ragazze che erano lì per il concerto erano divise tra Piazza Brá e lo store...beh tanto meglio, avrebbe potuto godere di un po' di tranquillità.
Prima di entrare si fermò per sistemare la cartina in borsa e si tolse la tracolla della reflex.
Dopo essersi organizzata per evitare di fare figuracce come le era solito, riprese la reflex in mano per fare qualche foto al balcone.
Indietreggiò di qualche passo per inquadrare l'intera abitazione, perfetto, la classica foto che avrebbe pubblicato nel suo blog di fotografia.
Mentre perfezionava la messa a fuoco qualcuno le andò addosso correndo e la sua amata reflex finì a terra distruggendo completamente l'obbiettivo.
Si voltò furente mentre un ragazzo sul metro e 78 si rialzava impacciato da terra porgendole la mano enorme, Mirimë non lo guardò neanche in faccia mentre si alzava da sola e raccoglieva i pezzi di quella che un tempo era la sua fidata compagna di viaggio.
<Tu! Ma ti sembra normale correre senza guardare dove metti i piedi?!>
Si voltò per nascondere le lacrime che le affioravano in viso.
Quella macchina fotografica era costata sacrifici ai genitori che l'avevano voluta accontentare data la sua passione per la fotografia, e lei l'aveva trattata quasi come una persona.
<Emh...scusa...> il ragazzo le rispose con una voce profonda...ma soprattutto in inglese.
Mirimë si voltò di scatto mentre secondo ragazzo con una cuffia rossa li raggiungeva correndo. Il secondo venuto prese il primo per un braccio e lo trascinò dietro a una casa vicina.
Proprio in quel momento un gruppo di ragazze urlanti attraversò la via correndo senza degnare di uno sguardo Mirimë che ancora sconvolta teneva in mano i pezzi dell'obbiettivo.
Dopo quelli che sembravano anni il ragazzo con la cuffia rossa si affacciò dal retro dell'abitazione.
Guardò Mirimë come se si fosse accorto in quel momento della sua presenza e le sorrise mentre si sfilava una felpa decisamente troppo grande per lui lasciando intravedere dalla canotta scollata un tatuaggio che gli invadeva il petto con la scritta "It is What it is"

  
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