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Autore: lostwithharry    02/06/2013    3 recensioni
Lacrime, in quella stanza ormai vi erano solamente tante lacrime mal versate, tristezze celate nel più profondo del cuore e infelicità palpabile con la sola punta delle dita.
Ormai nella vita di quei due splendidi ragazzi, i famosi Harry Styles e Louis Tomlinson, vi era solamente tristezza. Da quel 20 Aprile del 2015 i ragazzi non si erano più rivisti, avevano rinunciato ai loro sogni, alla bella vita, ai soldi, a tutto pur di poter avere un briciolo di quella cosa che nelle loro vite mancava da molto tempo, la Libertà.
**
Dopo un pò lo rivide, il suo cuore cominciò a palpitare a più non posso, le farfalle si ripresentavano più agguerrite che mai nel suo stomaco, e lacrime traditrici pizzicavano quei pozzi smeraldo. Era paralizzato, per la prima volta non sapeva che fare, restare lì impalato e bearsi della visione di un Louis apparentemente tranquillo o andare lì da lui e prenderlo con forza per dirgli tutto ciò che teneva dentro?
Come al solito vinse la sua mente, ancora una volta la ragione prevaleva sul sentimento, seppur immenso la ragione lo batteva sempre, così Harry scelse di nuovo la via più breve, quella più facile e meno sofferta.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The scream in my Head

 


La mattina successiva per Harry non fu proprio un buon giorno, con i mille pensieri che gli passavano per la mente non aveva proprio chiuso occhio, la sua testa era troppo impegnata a trovare quella risposta tanto difficile, a pensare e ripensare quanto era stato stupido ad invitare i suoi amici per quella benedetta – o maledetta- rimpatriata, e a quanti problemi essa gli stesse procurando.
Come aveva fatto a non pensare che anche Louis avesse fatto parte dei tanto amati One Direction? Come aveva potuto scordarsi del più importante? Di colui che rendeva migliore quel gruppo ormai alla deriva?
Con tutte queste domande che gli passavano per la testa il povero Harry non aveva proprio dormito, infatti, le giganti occhiaie e il colorito da zombie ne erano una rappresentazione più che evidente.
In preda allo sconforto totale decise così di alzarsi, mettere da parte le preoccupazioni e andare a correre.
Correre.
Si, per Harry Styles, la corsa, era ormai diventata l’unica valvola di sfogo. La corsa era il miglior calmante esistente in natura. L’unica cosa in grado di frenare i suoi perenni attacchi di pazzia, nostalgia e tristezza.
Ma non è Lou.
Puntualmente, Harry, però, si rendeva conto che nessuno, neppure la corsa, avrebbe potuto sostituire il suo Lou.
Lui era lui, era Louis Tomlinson, il ragazzo del quale si era pazzamente innamorato sin dai subito, in quel bagno alquanto squallido di xFactor, dopo essersi scambiati soltanto un semplice ed un banale “Hi” ed “Oops”. 
Ed era stato amore, vero e sincero amore a prima vista.

Harry era nervoso, tanto nervoso, aspettava con ansia il tanto atteso momento dell’audizione da ben tre ore. Tre ore insopportabili, tre ore in cui non aveva fatto altro che camminare avanti e indietro lungo il perimetro della stanza per una serie innumerevole di volte. Tre ore in cui l’ansia, la paura e il nervosismo avevano fatto da padrone al suo povero stomaco, fragile e debole.
E poi, forse perché in realtà era ormai allo stremo, o forse per via  delle continue sollecitazioni della madre, si era deciso ad andare in bagno, rinfrescarsi la faccia e sviare per un solo secondo la mente da quel pensiero costante: l’audizione.
Così lo aveva fatto, si era diretto a passo svelto verso il bagno, aveva spalancato con molta poca grazia la porta, ed ammirato la creatura più bella dell’intero creato.
Un ragazzo castano, dalla  pelle abbastanza scura, capelli lisci, lasciati liberi in un ciuffo, con un fisico bestiale. Era piegato a novanta, proteso verso il lavandino, intento a sciacquarsi il viso. Ed Harry, in quel momento, pensò vivamente di non aver mai visto creatura più bella, o con un sedere migliore di quello del misterioso ragazzo.
Poi il ragazzo chiuse l’acqua, alzo il viso, e lo vide. I loro occhi si scontrarono per la prima volta, ed Harry si sentì bene, completo, sereno. Quei occhi, erano ciò che di più bello potesse esistere in natura, erano azzurri, ma non i classici  occhi azzurri privi di armonia , erano meravigliosi, due pozzi di ghiaccio ma che comunque riuscivano a trasmettere sicurezza e forza, due ghiacciai in cui perdersi.
Si guardarono ancora, per un tempo indecifrato, ed “Hi” disse Harry, dal nulla, per spezzare l’imbarazzante silenzio.
Il castano lo guardò, sorrise, ed “Oops” rispose, asciugandosi malamente il viso con la mano.
Harry lo fissò, ancora ed ancora, e si rese conto che quel ragazzo, in soli cinque minuti, era entrato nel suo cuore. E capì, capì che non ne sarebbe uscito così facilmente.
Harry Styles, è il tuo turno, i giudici ti aspettano.” Sentirono chiamare al microfono, e il riccio, ancora imbambolato a guardare il ragazzo, indietreggiò fino a sbattere contro la facciata della porta.
L’altro ragazzo rise, leggermente, alla vista di quel ragazzino alquanto imbranato, e mantenendo il contatto con i suoi occhi disse semplicemente: “Buona fortuna Harry Styles. Ti aspetto ai Bootcamp. A presto.” Sorrise, sciogliendo del tutto il cuore di Harry, ed andando in direzione della porta, sfiorò di poco la sua mano, e l’aprì. 
Ed Harry, in quel preciso momento, ebbe paura. Ebbe paura, che quel ragazzo, avesse potuto percepire il battito accelerato del suo cuore, o la miriade di brividi, scesi giù su tutto il suo corpo.”


Si ridestò dai suoi ricordi, con un sorriso alquanto amaro sul viso, e continuò la sua corsa, lungo il tamigi.
Fece chilometri, senza sentire neanche un briciolo di stanchezza. Ecco, un altro effetto dell’assenza di Louis. Harry, da quando lo aveva lasciato, non provava più nulla, né emozioni, né sentimenti, né stanchezza, e ormai, col tempo, aveva anche imparato a non provare più nemmeno la tristezza.
Aveva pianto nella sua vita, forse anche troppo per avere soltanto ventidue anni, ma era un capitolo chiuso, le lacrime, avevano abbandonato il suo viso, perché secondo Harry, le lacrime, erano l’ultima cosa da fare in un momento brutto.
Bisognava lottare, rialzarsi e vincere, arrendersi, piangere, buttarsi giù completamente era da perdenti, e lui, non voleva più essere un perdente, avrebbe vinto quella gara, avrebbe riavuto Louis Tomlinson.
Fece ancora qualche metro, e poi si fermò vicino ad una panchina, per riposare le sue ossa, e cominciò a guardarsi intorno. Era presto, e ovviamente, ogni strada, ogni parco di Londra a quell’ora era semi deserto.
Spostò lo sguardo a destra, e riconobbe qualcosa di familiare.
Spalancò leggermente la bocca, per lo stupore, e poi, con fare deciso si avvicinò all’oggetto della sua attrazione.
-Ciao Louis..- biascicò in preda al nervosismo, perdendo ogni sicurezza e sentendo le gambe tremare.
L’altro alzò il viso, forse riconoscendo la sua voce, e lo guardò, di nuovo, dopo tanto tempo negli occhi.
Incatenarono i loro pozzi, e l’intero creato scomparve, divenne solamente un’inutile puntino in mezzo alla maestosità delle loro emozioni.
Harry si sentì mancare, non ammirava i suoi occhi in quel modo da troppo tempo, e ciò gli era maledettamente mancato. Lo fissò ancora insistentemente, imprimendo bene nella sua mente ogni singolo sospiro, fiato, movimento di Louis, per tenerne sempre il ricordo dentro di sé.
-Ciao Harry. Come va?- gli chiese Louis, dopo essersi svegliato dal suo trance temporaneo.
Harry sorrise, felice di sentirsi chiedere da Louis come andasse, felice perché  se lo sentiva, per Louis, anche se poco, era ancora importante.
-B-Bene Lou.. e tu? Stai ancora con Eleanor?- balbetto inizialmente, ma poi, pronunciando l’ultima frase, la rabbia si impadronì per poco del suo corpo: Eleanor Calder, la causa dei suoi mali.
Harry ricordava ancora ogni singola menzogna di Louis detta ai fans per riuscire a rendere credibile quella storia finta, quella palese copertura.

“-Harry, Louis, venite qui.- erano intenti a scherzare, come solevano fare sin dai tempi di x Factor, quando Paul li aveva chiamati al rapporto, con un tono di voce poco rassicurante.
-Si Paul? Che c’è?- Aveva chiesto Harry, tenendo stretto tra le braccia il suo basso fidanzato, che amava da impazzire.
-Lei è Eleanor Calder, la fidanzata di Louis.- ed Harry, al sentir pronunciare quelle tre parole, era sbiancato, allontanando bruscamente Louis dal suo corpo, e guardandolo truce con le lacrime agli occhi.
Louis, in quel momento era bloccato, non riusciva a cogliere il senso di quelle parole, lui, non conosceva affatto Eleanor Calder, come potevano accusarlo di aver tradito Harry, il suo ragazzo, con quella ragazza? E soprattutto, come poteva Harry credergli? Come poteva farlo dopo tutto quello che avevano passato insieme, dopo ogni singolo bacio, ogni singola carezza, ogni singola volta in cui avevano fatto l’amore? Era assurdo, Louis proprio non riusciva a crederci.
Paul, notando lo stupore, la rabbia e la tristezza sul viso dei ragazzi, si era schiarito la voce, e mettendo in chiaro le cose aveva semplicemente detto:”Eleanor non è la ragazza di Louis, bensì la sua copertura. I vostri gesti sono troppo compromettenti, e continuando così le fan capiranno. E voi, ragazzi, non volete che tutto ciò accada, non è vero?”
E in quel momento Harry e Louis avrebbero voluto urlare, prendere Paul per i capelli e rompere l’intera stanza. Loro lo volevano, volevano giornalmente rivelare all’intero mondo il loro amore che di giorno in giorno si andava intensificando, rendendo ogni cosa più complicata. E loro, lo sapevano, sapevano che Eleanor Calder, da quel giorno, sarebbe diventata il loro problema più grande.”

-Harry? Ci sei?- Louis iniziò a sventolare la propria mano di fronte il viso di Harry, e quest’ultimo, rendendosi conto di essersi perso, ancora una volta, nei propri pensieri, sbattè le palpebre per mettere a fuoco la situazione.
Lui, Louis, in un parco, insieme.
-S-si, ci sono. Dicevi?- gli chiese sorridendo.
-Dicevo che.. no Harry. Non sto più con Eleonor. Non sto più con lei da quando non sto più con te. Da quando Larry Stylinson non è più su tutte le prime pagine. Da quando la Band non esiste più, da quandonoi non esistiamo più, Harry.- Louis abbassò la testa, con uno sguardo stanco, spento, triste. Ed in quel momento, Harry, giurò di scorgere in quelle parole nostalgia, ma non di Eleonor, nostalgia di quella che un tempo era la “bromance” più famosa, Larry Stylinson. Nostalgia di loro e di ciò che erano, insieme.
-Lou.. Mi machi. Tanto.-
-Harry..-
cercò di bloccarlo Louis, ma Harry gli impedì qualsiasi discorso, bloccandolo con le proprie parole.
-Mi manchi tu, le tue parole dolci, il tuo respiro sul collo, il sapore delle tue labbra sulle mie, il calore dei nostri corpi uniti, mentre facevamo l’amore. Mi manca stringerti tra le mie braccia, stringere le mie dite con le tue, ammirare i tuoi occhi giorno e notte, sentire il profumo della tua pelle, mi manca farti mio ed essere tuo, sentire di essere un’unica cosa, sentire di essere di nuovo quel noi che ci è sempre stato proibito. Voglio te Louis, voglio te ed ogni cosa che ti appartiene. Non riesco più a sopportare la tua lontananza,se non ho te la mia vita non ha senso, se non ci sei tu, a colorare la mia vita con la luce che emanano i tuoi occhi, con la sicurezza che trasmette il tuo sorriso, con il colore che emana il tuo corpo, senza tutto questo, vivere, è diventato un peso. Ho bisogno di te Lou, non respingermi di nuovo. Non farlo adesso che possiamo vivere insieme, senza l’intero mondo contro.- Harry abbassò il capo, permettendo alle lacrime di sgorgare fuori dai suoi occhi ormai spenti, e aspettò un segnale, qualsiasi segnale del ragazzo al suo fianco.
Louis rimase inerme, ascoltò Harry con le lacrime agli occhi, con la voglia di stringerlo tra le sue braccia, e baciarlo, baciarlo per tutta la giornata, senza mai staccarsi. Ma no, non lo fece, non lo fece nemmeno quella volta.
-Harry.. io.. io..- balbettò Louis in preda al nervosismo.
-Lou, parla, ti prego, dimmi qualcosa, qualsiasi cosa..-
-Harry, io ti amo, l’ho sempre fatto e continuerò a farlo, ti ho amato dal primo momento, dal momento in cui i miei occhi incontrarono quei smeraldi che ti appartengono, sin dal primo momento in cui sfiorai per sbaglio la tua pelle, uscendo da quel bagno. L’ho fatto sin da subito Haz, perché ho capito che tu Harry, tu eri quello giusto, colui che con un solo sguardo riusciva a mandarmi in tilt, colui che provocava brividi lungo la mia schiena e le farfalle nello stomaco. Ho capito che ti amavo e che avrei continuato a farlo per l’intera vita. Ti amo Harry, non ho mai smesso di farlo, e nemmeno smetterò di farlo. Ma..- Louis parlò, ma Harry prontamente lo bloccò nuovamente.
-Ma cosa Louis? cosa c’è adesso che non va? Mi ami? Allora cosa ti importa del resto del mondo? Io sono qui Lou, sono pronto a stringerti tra le mie braccia tutte le volte che lo desidererai, ad asciugare le tue lacrime ogni qual volta le verserai, a baciare le tue labbra se me lo permetterai, a cederti me stesso e il mio cuore Lou, sono disposto anche a quello se solo lo vorrai.- pianse ancora Harry, avvicinandosi al suo Louis, a quell’essere stupendo che con una sola frase riusciva a spezzare il suo cuore.
-Ho paura Harry. Tanta. Sono debole, fragile, lo sai, mi conosci bene.. Ma adesso basta, voglio vivere, voglio farlo con te se mi aiuterai.-
-Lo farò Lou. Lo farò come ho sempre fatto, cercherò di infonderti tutto il coraggio di cui hai bisogno.-
-Ti amo Harry. Come non ho mai amato.-

Harry sorrise, sorrise sinceramente come non lo faceva ormai da tanto, troppo tempo. Prese il castano per i fianchi, e avvicinandosi ulteriormente, abbassò la testa, avvicinò le loro labbra, e dopo un tempo che ad entrambi era sembrata una vita intera, le congiunse di nuovo, assaporandole, gustandole ed amandole come mai prima.

//
Note autrice:

Eccomi qui, dopo ben.. uhm.. si! Dopo ben quattro mesi, aggiorno questa Larry. Avevo scritto il primo capitolo in due giorni soltanto, ma, per mancanza di ispirazione, avevo interrotto tutto lì. Scrivere questo secondo capitolo è stato un parto, ci sono stata un bel po', ed adesso, che sto pubblicando, non mi convince nemmeno, anzi, tutt'altro, trovo che sia.. banale.
Non lo so, non ne sono entusiasta.
Però, per evitare di lasciarlo all'interno del mio pc per altri quattro mesi, lo sto pubblicando, sperando vivamente, di scrivere il prossimo, il più presto possibile.
Inoltre, spero tanto, che tutte coloro che avevano recensito, letto il primo, si ricordino di me e di questa Larry, recensendo anche questo "capitolo".
Mi raccomando, fatevi sentire, voglio sapere sinceramente se conviene oppure no continuare questa Larry.
Le recensioni sono ciò di cui ho bisogno. Non abbiate paura a lasciarle, accetto con piacere anche le critiche!
Alla prossima (sempre se ci sarà!).
Un abbraccio, 
Viviana.

P.s Guardateli, sono... Perfetti <3


  
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