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Autore: Lucinda_Price    02/06/2013    1 recensioni
Oggi non posso sbagliare. Oggi è un giorno nuovo, oggi è un giorno degno di essere vissuto. E io vivo, non sono più la me sbiadita che si aggira nei vicoli dell'Eur. Sono una me nuova, una me che non muove solo i suoi arti confusamente, ma che fa anche battere il suo cuore. Dopo tre anni fantasma, incastanoti tra la mia vita prima e la mia vita ora, non certo come un gioiello, eccomi qui. Pronta per un nuovo giorno e per una nuova vita. E spero vivamente di farcela, non posso sbagliare, ma non sono certa che lo farò.
Storia dedicata a voi, che la leggete, e a quattro persone che ci sono sempre state.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era una di quelle notti che sai che non ti si scrolleranno mai di dosso. Una di quelle che ti lascia i brividi, una di quelle che ti rende sporca, non di una sporcizia materiale, ma che ti sporca l’anima, che ti infetta i sensi. Una nottata vuota, ma, si sa, il vuoto, a volte, riesce a restarti appiccicato addosso più a lungo del previsto, più di qualsiasi altra cosa. Ed è così che trascino il mio alone di nulla tra le strade poco trafficate di Roma, tra quelle vie di periferia che, come me, sembrano voler scappare dal caos ma si sa che, comunque, il collegamento resta e non si può distruggere. Il caos è nel mio cuore ed io cerco di concentrarmi sulle periferie dei sensi, cammino, muovo gli arti, respiro, anche se a fatica.
 

Sono passati tre anni, tre anni inconsistenti, tre anni rigidi, senza nessuna flessione, tre anni fantasma, che si collocano tra quella notte e oggi. Oggi ho deciso che tutto cambierà, da oggi prendo io le redini della mia vita e, oggi, lo ripeto come una sorta di mantra, non posso sbagliare.                                                                                                                                                      
Il sole è una palla di fuoco che illumina la mia camera. Apro la finestra e vengo investita da una leggera brezzolina che mi scompiglia i capelli, che tanto so che non staranno mai in ordine comunque. Probabilmente dovrei domarli con un bel taglio o una messa in piega elegante, ma non sono mai entrata nello studio di una parrucchiera da tre anni e l’ultima volta che hanno perso qualche centimetro è stato grazie alle mie forbici. Beh, grazie forse non è proprio il caso di dirlo. Ma oggi si ricomincia, giusto? Nuova vita. Non so perché, ma si dice che anche il cambio di pettinatura segni una svolta e quindi oggi mi metto in gioco e inizio da qui, una visitina al salone di bellezza più vicino al mio appartamento. Ho appuntamento per le otto e mezza e, rivolgendo lo sguardo sulla sveglia adagiata sul comodino di legno chiaro, mi accorgo di essere in ritardo. In terribile ritardo. Come inizio non c’è male. Mi precipito sotto la doccia e ingurgito a fatica una tazza di caffè latte prima di restare in catalessi di fronte al mio armadio, un armadio rimasto invariato da tre anni. Un armadio che vorrei buttare per intero nel cassonetto. Tiro un sospiro, tengo a mente che oggi non posso sbagliare. Non posso sbagliare. Chiudo gli occhi e butto le mani tra gli ammassi informi di abiti monocromatici. Rimane intrappolato nella mia mano destra un dolcevita nero, che indosso immediatamente insieme a un paio di jeans slavati. Decido di andare a fare visita ad un centro commerciale appena finito l’appuntamento dalla parrucchiera. Non posso sbagliare.

Sono di fronte al salone di bellezza, non posso tirarmi indietro, non oggi, premo il dito indice sul campanello, due volte. Viene ad aprirmi una bionda ossigenata che sembra avere stampato a caratteri cubitali sulla fronte ‘Guardami, sono bellissima!’. Gambe chilometriche e rossetto rosso, mi invita ad entrare e a sedermi ad aspettare, sarà da me in pochi minuti, dice. Prendo in mano una rivista di moda e mi sento a disagio vestita da barbona, con quell’accozzaglia di peli che ho in testa e so che questo deve cambiare. Non c’è scampo. Non per me. Miss copertina di Vanity Fair mi viene incontro sui suoi trampoli e mi invita a seguirla. Nella sala c’è profumo di lavanda e smalto. Miss Mondo inizia a lavarmi la massa  informe sul mio capo utilizzando una sfilza di prodotti che non mi sarei mai sognata di acquistare. Dopo avermi passato le mani in testa per circa venti minuti, mi avvolge un asciugamano rosa in testa. Ma perché proprio rosa? Smetto di chiedermelo quando mi conduce nella saletta adiacente, piena di donne che si concedono una rinfrescata settimanale del loro look, perfette nei loro abitini colorati e a loro agio su quelli che per me sarebbero sempre stati dei trampoli. La stanza è talmente rosa da provocarmi un conato di vomito, rosa le pareti, rosa i divani, le sedie, i phon persino. Mi siedo sulla poltroncina che mi è stata indicata, rosa pure quella, e ti pareva. La voce smielata di Miss gambe chilometriche mi chiede da quanto tempo è che non faccio un taglio come si deve. Penso che è decisamente troppo impicciona ed evito di rispondere, cercando di mantenere la calma. Ma ecco che arriva un’altra domanda, mi chiede che cosa desidero, stavolta non posso negargli una risposta e cerco di essere educata, per come mi riesce. Oggi non posso sbagliare.

Mi guardo allo specchio e non mi riconosco. Dove sono finita? Che fine ha fatto la mia massa di peli crespi e irregolari castano scuro? Al loro posto vedo dei bei boccoli che scendono regolari ai lati del mio viso, di un intenso blu, un blu carico, come richiesto. Blu come il cielo, come il mare e, adesso, come i miei capelli. Blu sono anche i miei occhi e credo che questo nuovo look li risalti. Per la prima volta dopo tanto tempo mi sento più me stessa, più viva, più blu, quindi più libera di esplorare, più viva e basta, è sufficiente questo. Sento che oggi inizio con il piede giusto e non intendo fare passi falsi, non più.

Il centro commerciale che ho sempre amato, prima di quella notte, mi invita con fare seducente a percorrere i suoi corridoi e a comprare la sua merce. Euroma è un spettacolo, qui si può trovare di tutto e, altro lato positivo quando me ne importava, è a pochi isolati dal mio appartamento all’Eur. Da quando sono venuta a vivere nella capitale è sempre stato il mio posto preferito, credo. Quei giorni felici che so di aver vissuto all’interno di queste pareti, mi appaiono troppo lontani, quasi irreali, relegati ad un tempo che non tornerà e il loro pensiero mi fa ancora male, come una ferita che so che non si cicatrizzerà, forse mai, di certo non adesso.                                                                                                                                                                                                                                        
Provo un abito color menta, di solito non oserei con colori come questi o, diciamocelo, con nessun altro colore, ma oggi è oggi e va vissuto. Non mi sta neanche tanto male, esalta il mio incarnato e snellisce la mia figura. Compro anche un paio di ballerine, non è il caso di fare il passo più lungo della gamba ed assomigliare ad un tirannosauro Rex su un tacco dodici. Soddisfatta dei miei acquisti entro nel bagno. Uno dei bagni pubblici più puliti in cui sia mai stata. Stacco le etichette e indosso ciò che ho comprato. Non sembro più io, cioè no, rettifico, sembro più me stessa ora di quanto lo sia mai stata. Sembra che, per ora, io non stia sbagliando.

Esco in strada e, al contrario di come pensavo che mi sarei sentita, sono a mio agio, mi sento nuova, più io. La trasformazione fuori sta avvenendo con successo, ma so che non basta. Ci vuole dell’altro e sto per confrontarmici. Mi accorgo di nuovi sguardi posati su di me, fissano i miei capelli, il mio abito nuovo, e la cosa mi piace. Oggi inizia la vita, oggi elimino il nero dal manto del mio essere, tolgo il telo grigio, incarto mal riuscito del mio cuore, e lui inizia a battere. Batte, ed oggi è diverso. Oggi non posso sbagliare.
  
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