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Autore: _nihonjin_    03/06/2013    6 recensioni
“Voglio sapere…” fa una breve pausa in cui vorrei mangiarmi le unghie e strapparmi i capelli, ma cerco di rimanere tranquilla. “se Harry e Louis sono omosessuali.”
Tiro un sospiro di sollievo. Vuole solo sapere se Harry e Louis sono…COSA?! VUOLE SAPERE SE SONO GAY?!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



Accavallo le gambe e mi avvicino alla scrivania annoiata dalla solita routine del mio ufficio. Sono settimane che non lavoro.  Aspiro con forza ed avidità dalla mia sigaretta e poi butto tutto fuori.  Sono qui a Londra da quanto? Saranno sei anni, più precisamente dal 2016.

Già, Londra. La città che tutto ti offre e poi tocca a te saper prendere al volo le opportunità. E io di opportunità ne ho avute, e le ho afferrate tutte. Capita che avvolte ci siano dei momenti “no”. Almeno credo.

Nell’ufficio fa caldo. E in più una terribile puzza di fumo si insinua nei mobili e nelle numerose carte abbandonate un po’ ovunque. Puzza che a me non da fastidio ma devo per forza aprire la finestra per far passare un po’ d’aria pulita. Non si sa mai che arrivi qualche cliente. Penso ancora a come riempire quella giornata: una sigaretta non basta di certo a togliere la noia di torno.

Guardo fuori dalla piccola finestra e mi appoggio ad essa. Tutta gente troppo indaffarata per accorgersi di una super detective come me. Un’investigatrice coi fiocchi. Poco famosa certo. Ma molto in gamba.

Mentre rifletto su cosa mangiare stasera per cena sento qualcuno bussare alla porta. Finalmente un cliente! Guardo la sigaretta. La metto in bocca e tiro quello che ne rimane per poi buttarla giù e far uscire tutto il fumo dalla mia bocca. Mi sistemo leggermente la gonna e la camicia. Mi siedo e mi do un contegno mettendo  un po’ in disordine varie scartoffie per far vedere di essere indaffarata. Infilo gli occhiali da lettura.

“Avanti.”  Dico cortesemente.

“Buongiorno!”

Un uomo sulla trentina calvo con due piccoli occhi neri mi saluta con aria allegra. E’ vestito proprio in modo impeccabile, giacca e cravatta, quasi a voler nascondere il suo lato da cafone maleducato. Beh, ci sta riuscendo bene. Sospiro scocciata.

“Gordon.”

“Ross! Saranno tre anni che non ci sentiamo? Vieni, fatti abbracciare!”

Mi alzo e gli porgo la mano ma lui tira e mi stringe forte, fin troppo, a sé. Mi sento mancare l’aria.

“Cazzo, Gordon, sei ingrassato di cento chili!” urlo dopo aver sciolto l’abbraccio.

“Grazie Ross, anche io ti vedo bene!”

Mi risiedo al mio posto e controllo l’orario sul computer. E’ ancora presto, diamine. Fingo di ridere, ma si vede che sono falsa. E poi perché dovrei ridere alle sue battutine squallide? Ah, si. Forse perché è venuto a spendere i suoi soldi da me.

“E i tuoi capelli rossi? Che fine hanno fatto?” mi chiede scrutandomi attentamente.

“Li ho ritinti tutti castani. Con i capelli mezzi rossi sembravo poco professionale.”

“Da quanto hai iniziato a fumare?”

Mi agito sulla sedia.

“Si sente così tanto la puzza di fumo?”

Corruga la fronte, storce il naso. Lo prendo come un “Cavolo, eccome che si sente!”
Ma lui non risponde, anzi. Si siede sulla sedia di fronte a me e mi fissa come se mi stesse facendo una carta di identità.

“Come posso aiutarti? Deve essere successo qualcosa di importante per essere venuto qui, a chiedere il mio aiuto.” Dico cercando di mostrarmi interessata ai suoi problemi.

“In realtà, sono passato a salutarti.” Confessa.

Sento la rabbia uscirmi da ogni parte del corpo. Mi pento immediatamente di aver riso alla stronzata che ha detto prima. Cambio espressione, il sorriso finto che indosso con tutti i clienti è svanito improvvisamente.

“Perché quella faccia, Ross?”

“E me lo chiedi anche?! Spero tu stia scherzando Gordon! Sono tre fottute settimane che non viene neanche un cliente e adesso tu ti presenti dicendomi di essere venuto solo a salutarmi? E dopo tre anni, cazzo! Pensavo ti fossi dimenticato di me!”

“I clienti se ne andrebbero subito via se li trattassi come tu ora stai trattando me.” Ride. Ed io ho voglia di prenderlo per il collo e di strozzarlo. “Mi ero allontanato perché credevo fossi diventata una donna, che fossi cresciuta, invece sei ancora una ragazzina. Una ragazzina a cui piacciono i One Direction!”

Rimango basita. Non perché mi ha dato della ragazzina. Ma per aver nominato…quel gruppo. Sia chiaro, sono segretamente innamorata di loro da quando avevo tredici anni, ma sentirmelo rinfacciare in questo modo mi fa rabbia. Mi alzo di scatto dalla sedia poggiando saldamente le mani sulla scrivania.

“Non pensavo che giudicassi le persone in base ai loro gusti musicali!”

“Infatti non è così. Volevo solo farti arrabbiare di più.”

Mi fa l’occhiolino. Devo ammetterlo, lo odio. Ma non posso fare a meno di ridere. Mi avvicino a lui ancora ridendo e lo abbraccio forte. Lo ringrazio per essere venuto e poi lo mando a quel paese. Rimane ancora un po’, insieme a me a farmi compagnia. Per la maggior parte del tempo rimaniamo in silenzio mentre io rifletto e lui mi fissa. Si alza e mi annuncia il suo ritorno a casa, da sua moglie e dai suoi deliziosi figli.

“Passa a trovarmi qualche volta.” Rispondo solamente.

Esce mentre lo osservo chiudersi la porta alla spalle. Sospiro. Sono di nuovo sola.
  
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