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Autore: mitchie Justice    03/06/2013    12 recensioni
( Storia sospesa!)
Emilyn Tomlinson. Gemella di Louis.
All'ultimo anno di liceo.
Non proprio la più popolare.
Vittima di una scommessa.
Scritta a quattro mani con fedee_missmalik c:
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3. Era il mio angelo custode.

Aspettai che finisse di picchiarmi, che se ne sparisse da dov’era venuto. E, a fatica, mi alzai in piedi. Ma le gambe non mi ressero. Cercai di tornare a respirare normalmente, senza troppo successo. E, rasente al muro, riuscii a raggiungere le scale, in un modo o nell’altro.
Mi chiusi in bagno, scivolando poi contro la porta e accasciandomi contro di essa, sedendomi sul pavimento. Mi sfiorai il labbro inferiore con due dita. Mi aveva spaccato un labbro. Non era mai arrivato a tanto. Mi aveva addirittura presa per il collo, cazzo.
Sarei potuta morire. E i lividi che vidi affiorare sul mio collo quando riuscii a guardarmi allo specchio ne erano la prova. Sospirai, sciacquandomi il viso con l’acqua ghiacciata, anche per lenire il dolore. Poi presi una delle lamette di Louis e chiusi gli occhi, premendola contro la carne pallida dei miei polsi.
Ormai non sentivo nemmeno più niente.
O forse mi ero solo auto convinta di non sentire niente. Mi limitai a chiudere gli occhi e pensare a mamma, lasciando scorrere qualche lacrima, insieme al sangue. Affondai di più la lametta, gemendo appena. E ricordando…
Io e Louis avevamo dodici anni. E la mamma ci stava preparando per la scuola. Mi stava facendo le trecce, quando sentimmo mio padre borbottare dal piano di sopra. La mamma ci disse di andare in macchina… e dopo un paio di minuti ci raggiunse, con un sorriso tirato sul volto.
Stai bene?”, le chiedemmo in coro io e Lou. Lei rise, annuendo.
E noi non potemmo far altro se non ridere con lei, senza curarci troppo del fatto che probabilmente non aveva detto la verità. A me non importava in quel momento. La risata di mia madre era qualcosa di unico, sarei stata a sentirla ridere ore e ore…
Ma i miei pensieri furono interrotti dal bussare contro la porta del bagno. Lo ignorai, anche se probabilmente era mio fratello, e passai in camera mia. Era il mio bagno: una porta dava sul corridoio, l’altra in camera.
Sono in camera!”, dissi a voce alta, fasciandomi velocemente il polso e coprendo la fasciatura con la manica della felpa. “Ehi”, aggiunsi salutando Louis, che se ne stava impalato sulla soglia della mia camera. “Che c’è?”, aggiunsi sedendomi sul letto, cercando di tirare fuori un sorriso.
Che hai fatto al labbro?”.
Merda. Me ne ero quasi scordata. “Sono caduta dalle scale”, mentii prendendo una sciarpa e coprendo velocemente il collo dalle ditate di mio padre. Scossi la testa come a scacciare un brutto pensiero e quando tornai a guardare Louis notai che continuava a fissarmi. “Com’è andata a scuola?”.
E’ stato lui, vero?”, mi chiese sedendosi accanto a me e togliendomi la sciarpa. Rabbrividii al contatto con le sue dita, ma non dissi una parola. Lui era l’unico che sapeva tutto, non c’era bisogno di dire niente. “Vado a…”.
A fare cosa?”, lo bloccai prendendolo per un polso. “Non serve, tanto continuerà a picchiarmi e a incolparmi per la morte di mamma, non la smetterà, e lo sai anche tu, Lou”, gli feci notare passandomi una mano tra i capelli. “Ma se chiedono qualcosa a scuola…”.
Sei caduta dalle scale, okay”, mi disse dandomi un bacio sulla fronte. Gli sorrisi riconoscente, finché non sentii qualcuno ridere dal piano di sotto, allora inarcai un sopracciglio. “Ho invitato alcuni amici… guardiamo un film se vuoi scendere”. stavo per annuire, quando sentii la voce di Perrie.
Amici? Hai invitato Perrie? Allora passo…”.
Sicura?”. Annuii, dandogli un bacio sulla guancia e spingendolo fuori dalla mia stanza, per poi sdraiarmi dal letto, lo sguardo rivolto al soffitto. Mi ritrovai a pensare alla mattinata appena trascorsa a scuola.
A Perrie, Zayn… e a Eleonor.
Era stata davvero gentile a lezione. E quando mi aveva portata a casa. Era adorabile, simpatica e tutto il resto. Motivo per cui cominciai a pensare che forse, e ripeto forse, Eleonor avrebbe anche potuto diventare mia amica. Magari addirittura la mia migliore amica.
Mi riscossi sentendo lo stomaco brontolare.
Non mangiavo da quella mattina a colazione a pensarci bene.
Per cui, scesi le scale e mi diressi in cucina, cercando di non sentire le risatine da oca di Perrie con mio fratello. Cioè, quel figone di mio fratello. Con quella sciacquetta. Andiamo, su. Cercai di non pensarci, comunque. E presi un sacchetto di patatine dalla dispensa. Ma, quando tornai sui miei passi mi schiantai contro Zayn.
Di nuovo. Due volte in quella giornata.
Dovremmo smetterla di incontrarci così”, gli feci notare facendo per superarlo, ma lui mi bloccò per un polso. “Sono caduta dalle scale”, mormorai in un soffio quando sentii le sue dita sfiorarmi il labbro. “Dovresti tornare dalla tua ragazza comunque”, aggiunsi.
Ma non feci in tempo a dire altro che me la trovai addosso. Perrie. Appunto.
Amore, vieni a vedere il film e lascia stare la sfigata”.
Tranquilla, me ne stavo tornando in camera mia”, le feci notare dandole una spallata, che fece sorridere Zayn. “Ah, a proposito, da quanto ho capito stai con Zayn, no? Lascia in pace mio fratello, non lo meriti…”, aggiunsi, per poi tornare sui miei passi, dare un bacio su una guancia a Zayn e tornare in camera mia senza dire altro.
La conoscevo da mezza giornata, Perrie intendo, e già non la sopportavo. Chi diavolo si credeva di essere? Sul serio. Boh, proprio non la capivo. Che problemi aveva? Era bellissima, la più popolare della scuola e ce la metteva comunque tutta per farmi girare le ovaie.
Sbuffai, e un attimo dopo sentii aprire la porta della mia stanza.
Se ne sono andati”, mi disse Louis sdraiandosi accanto a me sul letto e fregandomi una manciata di patatine. Annuii, voltandomi verso di lui per guardarlo nei suoi meravigliosi color cielo. “Devo parlarti di una cosa… che forse non ti piacerà”, mi disse.
Mi misi a sedere, incrociando le gambe. “Dimmi”.
Io, credo che mi piaccia Perrie”, mi disse dopo un’eternità. Rimasi a bocca aperta. Insomma, era normale che la trovasse carina, ma che addirittura gli piacesse… “Lo so che ti ha trattata male, ma…”.
Lo bloccai dandogli un bacio su una guancia. “Tranquillo, non mi da fastidio”, mentii con un sorriso abbastanza convincente. “Davvero, Louis… ora mi lasci dormire, però? Sono stanca, ci vediamo domani”, aggiunsi abbracciandolo. Lui non disse una parola. Solo, si limitò a darmi un bacio sulla fronte e uscire dalla mia stanza.
E io, d’altro canto, mi limitai a chiudere gli occhi e addormentarmi.
Cercando di non pensare a quello che mi aveva detto poco prima Louis.

~

E mi svegliai la mattina dopo, stranamente allegra, nonostante il dolore al viso e al fianco. Soprattutto al fianco. Ma non me ne curai. Mi infilai un paio di jeans e una canotta aderente, con sopra una maglia a maniche corte più larga. Almeno non ero vestita né da spogliarellista, né da maschio.
Era già un passo avanti, no?
Scesi le scale, ignorando il borbottio sconclusionato di mio padre, ubriaco, di nuovo, alle sette del mattino. Ma sarà? Insomma, non è normale che uno beva a quell’ora no? Come non è normale che una persona beva per dimenticare la propria ex moglie morta. Esistono tanti altri modi per dimenticare. E lui si ostina a bere come una spugna. E a picchiarmi. Ma vabbè, quella è un’altra storia.
Louis, dobbiamo passare a prendere Eleonor prima di andare a scuola”, gli dissi dandogli un bacio su una guancia e bevendo un bicchiere di succo di frutta. “Una ragazza che ho conosciuto ieri al corso di teatro… è carina, magari potresti uscirci”, scherzai passandomi una mano tra i capelli.
Non riuscirai a farmi passare di mente il sorriso di Perrie”.
Sbuffai, prendendo la borsa e il telefono, per poi uscire di casa e salire in macchina. Un paio di minuti e mio fratello mi raggiunse, sorridendo come un ebete. Alzai gli occhi al cielo, era ridicolo. Gli diedi l’indirizzo di El e la andammo a prendere, nel più completo silenzio.
Non avevo voglia di discutere con mio fratello. Non per Perrie. E non alle otto del mattino. Ma lui di certo non voleva abbandonare l’argomento. Scese dall’auto ancora con quel sorriso da ebete sulle labbra, sotto lo sguardo incredulo di Eleonor, che quasi non gli scoppiò a ridere in faccia.
Ma che ha?”, mi chiese prendendomi sottobraccio. “Ah, e non mi hai detto come ti sei spaccata il labbro… a casa ho una pomata che sgonfia ogni tipo di livido possibile e immaginabile…”.
Sbuffai, indicando Perrie con la testa, che ci veniva incontro. “L’abbiamo perso”, scherzai mentre Perrie lo abbracciava, lanciandomi un’occhiata di fuoco. “Sono caduta dalle scale, comunque”, aggiunsi con un mezzo sorriso.
Ma dentro di me speravo solo che ci credesse.
Allora, Louis, che ne dici di venire con me e lasciar perdere le sfigate?”.
Vidi l’espressione di mio fratello cambiare radicalmente. Sembrava incazzato sul serio. Cosa che, dentro di me, mi fece sorridere. Ma quasi non mi strozzai con la saliva, vedendo Perrie dargli un bacio su una guancia. E mio fratello arrossire. Ma la cosa che mi fece più male fu vederlo andare via con lei, senza riuscire a dire una parola.
Mi veniva da piangere, ma El mi rassicurò stringendomi una mano.
Quasi non me ne accorsi. Il mio Lou aveva appena scelto lei, Perrie Edwards, e non me… ma da quando? Eravamo sempre stati io e lui contro il mondo, soprattutto dopo la morte di mamma. Era il mio angelo custode, lo era sempre stato.
Era. Quindi non lo è più?


 


Ehilà, pelle pampine (?)
Scrivo due righe di corsa che mia mamma mi chiama per la cena...
Grazie mille a chi ha recensito, un sacco grazie.
Grazie a chi ha messo la storia tra le tizie/caie/sempronie.
Grazie, da parte di entrambe c:
Ora sparisco bella gente...
Aggiorniamo a 10 recensioni.
Alla prossima, xx.
mitchie Justice e fedee_missmalik.

  
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