Le
tre
m@ledizioni
-
XIII ATTO -
Per
la prima volta, il suo nome pronunciato dal cugino. Che
pensò
che il suo nome non fosse così male, volgare, come lo
definiva da sempre sua
madre. Un nome comune ma non tanto. Bello, ma non eccessivo, anche
se… tutto in
Harry era eccessivo. Il coraggio, la testardaggine, la bellezza, la
dolcezza,
una certa cosina dietro di lui… ma forse era per questo che
piaceva.
-Sì?
– Harry stesso sentiva la sua voce
stanca come non mai. Non credeva che il solo ricordo di quella
battaglia gli
potesse scatenare tutto quel dolore dentro. Mai dire mai, no?
-Stai…
stai bene? – alzò il volto e Dud
poté benissimo vedere i suoi occhi riempirsi di rugiada. Non
lo voleva far
piangere. Si sentiva un mostro in quel momento… - Parlami
ancora del tuo mondo.
– il tono con una nota di calore, che sfuggì
all’altro.
-Eh?...
– disse Harry, come appena
svegliato da un lungo sonno – Ah, sì,
sì… - fece mente locale. Era tutto
passato. Faceva parte del passato! – Voldemort riusciva a
uccidere tanta gente
per merito di tre incantesimi proibiti dalla legge, per così
dire… -
-Ma
se sono proibiti e vietatati dalla
legge… perché li fa? –
Perché
non c’è nulla che affascina di
più del proibito. Ecco perché! Duddley era
così curioso che non si era reso
conto di come aveva parlato il cugino. Al passato. Non al presente.
Harry
parlò come se non l’avesse sentito
– C’è…
l’Imperio… - ripensò al suo quarto
anno, quando le aveva scoperte – che
ti permette di controllare le azioni di una persona e… -
-Come
dei burattini, insomma.-
perspicace, il cugino!
-Non
proprio… perché le persone
incantate hanno coscienza di ciò che fanno – un
toccasana per l’orgoglio di un
Grifondoro e un Serpeverde! – Poi c’è
-E
cosa è? – assottigliò gli occhi.
Harry
girò di scatto la testa verso di
lui, parlando con voce tombale, che gli uscì spontanea
– L’anatema che uccide.
–
Dud
si pietrificò. Più per il
comportamento di Harry che per altro.
-Nessuno
sopravvive a questa
maledizione. Nessuno. – si ripeté, in tono
più basso.
-Nessuno
- rifletté il cugino - … tranne
te. –
Harry
sgranò gli occhi e lo fissò
stralunato – E tu che ne sai? –
Dud
fece spallucce – Perché tu ti deve
sempre distinguere. –
Harry
si rilassò, falso allarme, e si
mise quasi a ridere per il sollievo.
-Però...
– disse Dud – Deve essere
tremendo, l’ultimo. – constatò, serio e
sconvolto assieme.
-Tu
dici? – fece con aria di sufficienza
Harry.
Sembrava
che stessero prendendo il tè
delle cinque, in amicizia e allegria, chiacchierando tranquillamente
del più e
del meno… Tipo sparlare del nuovo colore che i vicini,
rabbia, avevano dato
alla casa. Ironia della sorte, invece, stavano parlando di roba
pericolosa,
tosta, che non andava assolutamente presa sottogamba.
Ma
Harry era curioso di sapere le ultime
novità che il cervello machiavellico, ma mai quanto il suo,
del cugino, aveva
partorito.
-Certo.
– sbottò Dud – Vuoi mettere la
morte con una tortura? –
-La
tortura può sembrati la morte, Dud.
– disse, inflessibile – Può capitare che
sei talmente stanco che la… - si
bloccò e rettificò la frase –
Sei… la vorresti. Ecco. Vorresti morire,
perché…
perché la morte ti sembra nulla paragonato a ciò
che stai subendo. –
-Stai
dicendo che preferisci morire
piuttosto che combattere e sopportare… –
Harry
lo fulminò con gli occhi.
Dud
lo guardò come sconvolto. Si alzò in
piedi di scatto e si avvicinò a lui, a pochi centimetri
dalla faccia bronzea –
Non c’è nulla peggiore della morte, Potter.
– sputò – E mi stupisce che tu non
lo abbia ancora ben chiaro, questo concetto. -
Duddley
poté chiaramente vedere gli
occhi del cugino tremare, non più deboli, ma forti e tristi
al tempo stesso.
Come se si stesse trattenendo dal mettergli le mani addosso. Ma senza
quel
pezzetto di legno, e solo, Harry Potter non era poi tutta questa grande
minaccia. E ciò, purtroppo, era risaputo dal mondo intero.
Che però aveva
interpretato male il significato di quelle parole…
-Tu
lo sai? – gli domandò, apatico.
-Eh?...
–
-Tu
sai cosa vuol dire? –
-Cosa?
–
-Tu
parli così perché non sai nulla. –
la testa alta e per nulla al mondo l’avrebbe abbassata
–
-Ora
si spiega tutto, allora. –
Gli
stava praticamente dando
dell’idiota, a lui? Ma come si permetteva? Lui aveva fatto il
suo dovere da
bravo eroe, cosa altro voleva la gente, il cugino? Aveva sprecato i
suoi primi
anni di vita a rincorrere un pazzo omicida megalomane per sentirsi dire
“Non
capisci nulla”… non si aspettava un monumento e
neanche lo voleva… ma che altro
volevano? Eh? Il suo sangue? Già dato! La sua carne? Fatto!
Il suo cuore
distrutto, la sua anima? No… gli dispiaceva mondo, ma la sua
anima e il suo
cuore appartenevano già a una persona, alla quale li aveva
dati con somma gioia
e felicità e amore.
Esattamente
l’anno prima, al Ballo del
Ceppo, nella Stanza delle Necessità. Dio, se si ricordava
quella notte. E come
si poteva dimenticare la propria salvezza per mezzo di un angelo dai
capelli
d’oro, la pelle d’alabastro e gli occhi di
cielo… ma lui non era solo questo,
glielo aveva ripetuto più volte… e questo era da
mettere in chiaro!
L’istinto
prese il sopravvento su Harry,
che con una forte spinta allontanò il cugino da
sé. Quelle parole… “Nulla è
peggiore della morte, Potter.”, le aveva sentite troppe volte
da Tom; talmente
tante che, alcune volte, gli era capitato di pensare che sì,
era vero: nulla
era peggiore della morte. Ma bastava pensare ai genitori di Neville,
per
esempio, per rendersi conto che non era assolutamente vero. Bastava
guardare
lui, colpito dalla maledizione peggiore di una semplice cicatrice.
-Tu
non sai cosa vuol dire quando chi
ami muore davanti ai tuoi occhi… chi non sa le cosa farebbe
meglio a tacere. -
Si
alzò dal divano e l’asciugamano lo
accarezzò per tutta la lunghezza della gambe, finendo
pesante sul pavimento,
lasciando scoperto il corpo pieno di tagli rosso sangue.
Harry
era in piedi e non se ne curava,
non pensava minimamente alla sua evidente nudità, e Dud non
riusciva a togliere
gli occhi di dosso ai suoi, che lo fissavano con pietà.
-Questa
scenata è durata sin troppo. –
proclamò – Buonanotte. – e si
girò, iniziando a correre verso le scale. Dud si
alzò di scatto e lo rincorse.
Chiunque
avesse visto quella scena da
fuori, avrebbe pensato senza ombra di dubbio che Dud volesse violentare
o,
quanto meno, uccidere, Harry… Così come aveva
pensato Petunia che, scesa per un
po’ d’acqua, per le scale trovò
sdraiati, suo figlio sopra al nipote, nudo in
tutta la sua bellezza e con una faccia da nevrosi degna solo di una
ragazzina
con il ciclo.
Si
appoggiò al muro tappezzato di fiori
colorati, e di pessimo gusto, perché sentiva le forze
mancargli. I due
pensarono, aspettarono, l’urlo della donna, che non ci fu,
visto che Petunia si
sentiva momentaneamente privata delle corde vocali e con la gola secca
come il
Sahara. Non riusciva neanche a biascicare “Vernon,
Vernon…” come suo solito.
Harry,
stufo di dare le spalle al cugino
e la faccia alle scale, ma più che altro di sentirsi
qualcosa premere proprio
lì, e neanche voleva pensare a cosa fosse, diede una
gomitata a Dud, che
miracolosamente si tolse da sopra di lui, così che si
potesse alzare e correre
a vedere se la zia aveva avuto un coccolone o no.
-Zia…
- chiamò, una volta in cima alle
scale, vicino a lei – Zia! –
Dud
stava ancora steso sulle scale,
apparentemente senza la minima intenzione di alzarsi: dopotutto, la
vista era
perfetta da lì, perché farlo?
Poi
pensò: se la madre si fosse sentita
male, e non ne vedeva la ragione, visto che a parer suo quello dove
stava era
il paradiso, chi gli avrebbe preparato la mattina la colazione?
Spaventato da
ciò, Dud si alzò e si diresse verso la madre che,
come al solito, anche se con
la gola secca, inveiva su Harry.
-Tu…
tu… mostro! – pareva piangere.
Harry
faceva segno di sì col capo, e,
con tono ironico e annoiato, faceva – Sì zia,
certo. –
-Scusa,
lei ti chiama mostro e tu la
ringrazi pure? – lo additò.
Harry
fece spallucce – Beh, sai com’è,
dopo anni che ti chiamano imbroglione, buffone, bugiardo, mostro, per
non
citarne altri… ci fai l’abitudine. –
sorrise.
-Oh…
– disse solo.
-Il
mio Dudino patatino…– pigolò
Petunia, arpionandosi al figlio che non sapeva che fare.
-Io
vado in camera mia, prima che si
riprenda e mi dia dello stupratore – sottolineò,
assottigliando gli occhi -
anche se non sono io quello che sbavava e palpava. -
Poi
Dud sentì il rumore della chiave
della porta di Harry girare e, senza neanche pensarci,
accompagnò la madre in
camera e gli portò l’acqua fresca che andava
cercando.
Quando
riscese per posare il bicchiere,
vide l’asciugamano, il mito, che giaceva inerme ai piedi del
divano, che aveva
ancora la forma di Harry. Lo raccolse e, senza pensarci, ne
saggiò la
consistenza morbida, come aveva constatato essere la sua pelle, e se lo
portò
in faccia. Si sfregò sulla spugna e poi la odorò.
-Mmhh…
- biascicò, sentendo il dolce
profumo del cugino.
Si
chiedeva se stava diventando una
sorta di maniaco e si rispose che non gli importava nulla.
Andò a dormire con
quel panno profumato tra le braccia.
*
Era
sdraiato sul suo letto, a pensare
che si era fatto vedere nudo per ben due volte dal cugino e dalla zia,
ma
vabbe’, lei non era prevista… perché?
Dud era previsto che s’improvvisasse in
versione maniac-style? Eh, eh? Oltretutto, lo aveva anche seguito per
le scale,
afferrato per un gomito e poi schiacciato sotto il suo peso, questo era
tentato
omicidio, altrochè Voldemort! Il maledetto aveva anche avuto
la sfacciataggine
di palparlo e se solo pensava che aveva sentito, appunto,
l’apprezzamento che
questo provava per il suo corpo… gli venivano la nausea e il
vomito. Quel…
quel… quel… MAIALE!
Prese
un libro di scuola, assicurandosi
bene che fosse di Pozioni, e lo tirò con tutta la sua forza
contro la parete,
facendo ben attenzione a far più danni possibili, al libro.
Aggiungiamo che gli
tornava in mente la faccia di Piton e siamo a posto!
Ma
subito si raddolcì, al pensiero di
calde mani vellutate, dalle dita affusolate, sul suo corpo…
gli venivano i
brividi e la pelle d’oca e…
qualcos’altro, in tutta sincerità, per quanto
riguardava una certa voglia. Sorrise perché solo il suo
angelo lo faceva
sentire amato e tranquillo. Anche quando c’era Tom ad
attentare alla sua vita,
bastava un abbraccio del biondo, e qualcos’altro, per farlo
sentire sereno e
felice.
Si
risdraiò sul suo giaciglio, con la
nostalgia di quelle forti braccia come vestiti, e si
addormentò, sognando il
suo bell’angelo perverso e dolce. Ghignando nel sonno coi
canini.
ANGOLINO
Innanzitutto
Tantizzimi Augurizzimi di
un Buonizzimo Natale a tutti^^, poi volevo dire; questo capitolo non
doveva
essere così, ma l’ho iniziato e finito in tempi un
po’ separati per questo è
così! Anche per dare un bel colpa di coda al finale della
bella chiacchierata
nottura tra quei due.
Grazie
mille alla zietta Ada che ha
betato il capitoluzzo [ ho ricevuto la mail e vedrai te XD ] ma sai che
c’è?Credo che la taglia su di me ci sia,
è questo il punto! Ci sono nata con la
sfiga addosso éé!
DJKIKA
a me nessuno ha detto che col
passare del tempo diventavano arancioni Oo… ma, aspetta
cara, non è che loro si
riferivano allo shampoo colorato? Perché, quando quella
pazza della mia compara
de banco mi ha vista mi ha chiesto se lo era, ma io mi ricordo bene la
puzza
del colore e la carta stagnola che pizzicava e come mi sono sporcata!
Io me li
sono proprio colorati, tipo la tinta delle signore in giallo [ ovvero;
anzianotte ] e magari loro credono che tu te le voglia fare
così con lo
shampoo, quando le vuoi permanenti.
SPARTA
scura il mio ritardo, ma ho
passato un po’ di tempo ad arrovellarmi il mezzo neuroncino
perché le
recensioni non quadravano e poi ho visto bene al primo capitolo e
mistero
svelato XD! Ti volevo ringraziare tantizzimo^^. Zi, anche se il
più delle volte
una loro storia ( orrore ) è messa tra dei ricordi a parole
nel presente. Zi,
lo zo, non posso dire che sia colpa della scuola, anche
perché non studio quasi
nulla, litigo coi prof e via dicendo… per questo ho un conto
in sospeso con
quello di italiano e storia, e appena finito qua vado a fare la
parafrasi, la
sintesi e il ripasso generale di Dante e Petrarca, visto che domani ho
il
compito… L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA UN COMPITO! Ma
ti pare possibile? Vabbe! Che
ce vo?^^. Azzie mille, davvero, spero che la fanfa continui a piacerti!
A
TUTTI GLI ALTRI visto che ci sono
stati dei problemicci con efp, le fanfe e le recensioni si sono tolte
çç, però
me avere fatto in tempo a vedere che erano diventate 96 e vi svolevo
ringraziare tantizzimo regà çç, a
molti è piaciuta l’ultima frase e infatti
sono stata un bel po’ a pensare come impostarla ma vedo che
alla fine, con la
supervisione di Ada, sia andato tutto bene^^! Spero che la fanfa
continui a
piacervi e… al 15° arriva il cavalier serbante *_*!
xla
RIDETE
E MANGIATE CIOCCOLATO