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Autore: AlwaysAttract    05/06/2013    9 recensioni
Louis non sapeva neanche come fosse riuscito a diventare stracotto di un tipo come Harry Styles, i giocatori di football non gli erano mai interessati, certo, ogni tanto ci faceva un pensierino quando li vedeva cambiarsi in spogliatoio, ma era sempre uscito con ragazzi semplici e divertenti, un po’ come lui.
Lui e il capitano della squadra di football non si erano mai sopportati prima dell’inizio dell’ultima estate: Harry non faceva altro che prendere di mira, insieme ai suoi amichetti, Louis per essere gay e Louis non poteva che soffiargli il primato in tutte le materie scolastiche e, ovviamente, anche la borsa di studio.
Verso metà luglio, per qualche inspiegabile motivo, avevano partecipato allo stesso campo estivo organizzato dalla parrocchia locale e, sempre per qualche inspiegabile motivo, si erano ritrovati a baciarsi, ubriachi fino al midollo, attorno alle ultime fiamme del falò mentre tutti gli altri dormivano nelle loro tende, ignari di tutto.
AU!Highschool
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Sono viva! Buonsalve lettori e lettrici, come va? Spero tutto bene (:
Dopo il precedente capitolo pieno zeppo di fluff, non potevo che postare questo, dove l'angst regna! Non voglio spoilrarvi nulla, era solo un avviso! sarà pieno zeppo di errori ma è l'una di notte e ho appena finito di scriverlo! Non ho prorpio voglia di rileggere adesso! Sorry.
voglio ringraziare tutte le bellissime fanciulle che mi hanno recesito il capitolo precedente! Voi non sapete quanto ci tengo alle vostre opinioni, mi fa sempre piacere leggerle! Gli occhi mi si fanno a cuoricino *-* (ecco non sono esattamente dei cuorici, a stelline, dai!). Grazie a tutte! Vi mando un bacio grosso grosso!
Vi prego di  non uccidermi a fine capitolo, ho appena compiuto 18 anni e ho una vita intera ancora da vivere çç
Ma se volete contattarmi sono su twitter e su ask.fm se volete farmi qualche domanda! 
Un bacio!!



 

«Cos’è, sei troppo impegnato a farti scopare da Tomlinson?»
Harry guardò con occhi assenti un punto indefinito appena Taylor girò i tacchi per allontanarsi.
Dovette appoggiarsi agli armadietti dietro di sé per non crollare a terra e non fece caso agli sguardi confusi che gli altri studenti gli rivolgevano.
Non capiva come fosse successo, già da qualche settimana molte voci circolavano su di lui e sulla sua presunta relazione con Louis. Le parole che gli aveva detto Taylor gli avevano appena fatto realizzare che, ormai, non poteva più non farci caso.
Era passato un mese da quando aveva conosciuto i genitori di Louis e tutto era filato tranquillo e liscio come l’olio in quelle settimane, non si sentiva così felice da troppo tempo e avrebbe preferito che le cose rimanessero tali, che Louis fosse sempre così raggiante e solare e che le loro ore passate insieme fossero sempre piene di amore e coccole.
Ma quando i primi sospetti iniziarono a vagare tra le voci della scuola , la relazione tra lui e Louis aveva iniziato a precipitare a picco come un grosso masso buttato già da una montagna.
Sussultò appena Ed Sheeran gli poggiò una mano sulla spalla e il suo volto si trasformò immediatamente in una smorfia di tristezza.
«Haz, stai bene?» gli chiede Ed preoccupato, sapendo già quali pensieri stessero correndo nella testa dell’amico, «ho appena sentito che cosa ha detto Taylor» lo informò.
Harry non rispose, scosse semplicemente la testa e, con grandi passi, raggiunse velocemente la classe della sua prossima lezione. Quando arrivò e notò che l’aula era completamente vuota, si lasciò cadere sull’ultimo banco e represse un singhiozzo. Estrasse il telefono dalla sua tasca e, più veloce della luce, mandò un messaggio a Louis.
Dobbiamo parlare” digitò freneticamente. Oltre alla paura, anche la rabbia iniziò a pompare nelle sue vene e per la foga si alzò dalla sedia tirò un forte calcio al banco affianco al sui
«Cazzo!» sibilò stringendo forte i pugni per resistere alla tentazione di distruggere tutto quello che capitasse sotto le sue mani.
«Styles!» gridò qualcuno dietro le sue spalle e Harry riconobbe la voce del suo professore «che ti prende?» gli chiese con tono severo.
Harry non fece in tempo a rispondere perché altri studenti iniziarono a varcare la soglia dell’aula e fu costretto e risistemare il banco che aveva fatto cadere e a sedersi di nuovo al suo posto.
L’illuminazione del suo cellulare lo avvisò di un nuovo messaggio.
Ho fatto qualcosa di sbagliato?” lesse e, come se Louis potesse vederlo, scosse la testa. Si meravigliò di come Louis pensasse ogni volta che fosse colpa sua per ogni cosa.
Ma la colpa non era di nessuno se non di quelle persone che non sapevano tenere la bocca chiusa.
No, ne riparliamo stasera”.
 
«Ciao Harry! Resti a cena?» lo accolse la madre di Louis appena lo fece entrare in casa. Harry le sorrise e alzò le spalle imbarazzato, «le do una risposta più tardi, signora, grazie lo stesso dell’invito» rispose gentilmente.
«Oh, ma figurati! Louis è nella sua camera, comunque».
Il ragazzo annuì e iniziò a salire le scale per andare al piano di sopra. Appena arrivò nel corridoio le due gemelle corsero dalla loro stanza fino ad arrivare vicino a lui, per abbracciarlo e dargli dei bacini sulle guance.
«Mamma ci ha comprato delle nuove mollette!» esclamò Phoebe mostrando il suo polso destro pieno di mollette rosa e arancioni con dei fiorellini pendenti.
«Ti piacciono?» chiese l’altra mostrando anche lei il suo polso, le sue erano azzurre e gialle.
Harry rise e scompigliò i capelli a tutte e due, «sono davvero bellissime, ragazze» disse.
Non si accorse che Louis era uscito dalla sua stanza e che aveva assistito a tutta la scena. Il suo cuore perse un battito appena lo vide sotto la soglia della sua camera con un sorriso sul volto e gli occhi luminosi.
«Ciao» sussurrò mettendosi di nuovo dritto.
«Ciao» fece Louis incrociando le braccia al petto, poi indicò la sua camera con il capo e «vieni?» chiese. Harry annuì.
Le gemelle fecero un “oh” dispiaciuto e si premettero contro le gambe di Harry «perché Harry non può giocare con noi?» domandò Daisy mettendo il broncio.
«Perché Harry mi deve dire un segreto, ora lasciatelo andare e andate a giocare nella vostra stanza» disse il fratello maggiore con tono autoritario. Le bambine sbuffarono e, lasciando ancora dei bacini sulle guance di Harry, si allontanarono e ritornarono nella loro camera.
Quando Harry si avvicinò abbastanza a Louis, il ragazzo lo prese per mano e lo tirò dentro chiudendo la porta dietro di sé.
«Me lo dai un bacio?» mormorò appoggiandosi con la schiena al legno laccato della porta. Fece oscillare le loro mani nell’attesa e continuò a sorridere guardando il volto di Harry, che sembrava piuttosto preoccupato, ma non se ne curò molto perché le labbra del ragazzo furono sulle sue subito dopo e le sue mani lo tenevano ben stretto al suo corpo.
Louis fece scorrere le sue dita tra i capelli ondulati di Harry e sospirò nel bacio, accarezzando piano la lingua del ragazzo più alto con la sua.
«Allora non sei arrabbiato» soffiò sulle labbra di Harry prima di baciarlo ancora. Harry scosse la testa e continuò a ricambiare il bacio, portando le sue mani sul fondo della schiena di Louis e poi ancora più giù, fino ad appoggiarle oltre la curva del suo sedere.
«Pensavo lo fossi» continuò Louis voltando la testa appena capì che Harry aveva intenzione di lambire il suo collo con baci bagnati, «mi hai fatto preoccupare con quel messaggio» sospirò aderendo la schiena perfettamente alla porta.
I baci di Harry proseguirono fino all’orecchio di Louis e le sue labbra si posarono su di esso, soffiandoci sospiri pieni di preoccupazione, «E’ una cosa importante, Lou» disse alzando le braccia per appoggiarle sulle guance dell’altro, accarezzandogli le gote con i pollici.
«Parliamone allora» fu il commento timoroso di Louis prima di trascinarlo sul letto per una mano. Lo fece sedere tra le sue gambe e appoggiò il mento sulla sua spalla, abbracciandolo da dietro e toccandogli la pancia con le mani piccole.
Harry sbuffò sonoramente e si tirò i capelli all’indietro, frustrato. Come aveva intenzione di dire a Louis che la loro relazione si stava sgretolando pezzo dopo pezzo grazie a quei dementi che frequentava?
Louis lo avrebbe sicuramente insultato, gli avrebbe detto di essere un uomo senza palle, che non è capace di reagire positivamente alle critiche. E sicuramente, avrebbe avuto ragione.
Si morse le labbra prima di parlare.
«Oggi Taylor mi ha chiesto di uscire» iniziò con voce lenta, misurando per bene le parole. Sentì Louis, dietro di sé, trattenere il respiro e si premurò di stringergli le mani, «e io ovviamente le ho detto di no» continuò e poté chiaramente accorgersi di come Louis rilassò i muscoli. «Ma.. ma lei.. lei mi ha risposto che forse sono troppo impegnato a farmi scopare da te» sputò tutto in una volta serrando forte gli occhi.
«Lei… che cosa?» gridò Louis nel suo orecchio, visibilmente scioccato.
Harry annuì piano pe ribadire quello che aveva detto e abbassò la testa, nascondendo il viso dietro ai boccoli scuri. Represse un singhiozzo, che tentava di uscire da quella mattina, e si portò i palmi delle mani sugli occhi per nascondere tutto il suo dolore.
Louis si districò agilmente da Harry e si mise in ginocchio per terra, appoggiando i gomiti sulle ginocchia del ragazzo che aveva davanti.
Perché nella sua vita ogni cosa bella aveva anche dei lati negativi? Harry era una cosa bella, bellissima e purtroppo era il suo più grande problema da mesi ormai. Ma non voleva rinunciare a lui, non poteva.
Ormai aveva scavato dentro di lui e ci aveva trovato l’oro e sicuramente non avrebbe permesso a nessuno di portarglielo via per distruggerlo, se non lui stesso.
«Ehi, ehi» provò circondandogli i polsi con le mani per poterlo guardare in viso «ehi, Harry guardami, tutto andrà bene, okay?» disse dolcemente. Portò le mani a coppa sulle guance di Harry e gli accarezzò le gote con i pollici mentre il ragazzo annuiva e tirava su col naso.
«Però dobbiamo stare attenti, Lou» mormorò con la voce impastata «dobbiamo evitare tutto a scuola, okay? Niente più incontri nei bagni, né al parcheggio, niente di niente».
Louis si morse le labbra non molto convinto e fece scivolare la sue mani giù per il busto di Harry, «o semplicemente possiamo dire la verità» sussurrò a bassissima voce evitando volutamente lo sguardo di Harry e solo quando un «cosa?» arrivò alle le sue orecchie si pentì di aver detto una cosa simile. Ma ormai ci era dentro.
«E’ solo che.. sono passati mesi, Harry! Hai accettato da tempo il fatto di essere gay e.. io penso che sei pronto per dirlo ai tuoi genitori» spiegò alzandosi in piedi.
«Spero tu stia scherzando, Louis! Cosa ne vuoi sapere tu se io sono pronto o meno? E’ la mia vita!».
Louis abbassò la testa sentendo quelle parole e incrociò le braccia al petto, scosse il capo divertito e rise amaramente «come se io non ne facessi parte» borbottò.
Harry sbuffò e si passò le mani sul viso «Louis, io non ho voglia di litigare, okay? E’ ovvio che fai parte della mia vita e posso assicurarti che non sono pronto e che non lo sarò per molto tempo».
Louis annuì e si voltò di spalle per avvicinarsi alla finestra della sua camera, che dava sul piccolo giardino pieno dei giochi delle gemelle, «non voglio che tu finisca a trent’anni con un segreto sulle spalle e dei genitori che ti spronano a trovarti una ragazza e sposarti» disse guardando il cielo plumbeo, pieno di nuvole grigie e minacciose. Sentì dietro di sé le molle del suo letto cigolare appena e poi, subito dopo, le la braccia Harry circondargli il busto e stringerlo forte.
«Non succederà, okay? Quando saremo più grandi, quando avrò la forza di farlo, ti porterò dai miei genitori e gli dirò che voglio sposarti e vivere con te, che lo vogliano o no, perché ti amo, ti amo da morire» soffiò Harry nel suo orecchio provocando tanti piccoli brividi di per la schiena di Louis.
Al ragazzo più bassò mancò il fiato per qualche secondo e solo quando Harry iniziò a lasciargli dei bacini sulla guancia riprese a respirare, ridendo per il solletico che i capelli ricci dell’altro creavano a contatto con la sua pelle.
«Quindi, attenti, eh?» fece voltandosi per fronteggiare l’altro ragazzo. Harry annuì e gli accarezzò una guancia con il dorso della sua mano destra, poi si chinò e raccolse dolcemente le labbra di Louis con le sue, in un casto bacio che gridava tenerezza.
Dei colpetti alla porta della stanza di Louis li fece staccare e guardare dubbiosi, «Sì?» dissero in corro.
«Lou, possiamo aprire?» fece una delle gemelle continuando a battere i piccoli pugnetti sulla porta.
Mano nella mano, si avvicinarono alla porta e l’aprirono, trovandosi, poi, Phoebe e Daisy ancora con i pugnetti alzati e dei sorrisi innocenti sul volto.
«Ve lo siete detti il segreto?» chiese Daisy tranquillissima. Phoebe, invece, si girò indignata verso la sorella e le tirò una gomitata nelle costole «sono fatti loro, non fare la ficcanaso» la rimproverò. Harry rise.
«Comunque» continuò Phoebe «volete la merenda?».
«Certo» trillò Harry lasciando la mano di Louis per prendere quelle delle gemelle per indirizzarle verso le scale «però a Lou niente cioccolata, altrimenti il suo sedere diventa enorme!» esclamò facendo ridere le bambine.
«Ehi!» gridò Louis offeso seguendoli «questa me la paghi, Styles!»
 
Louis, la mattina di una settimana dopo la conversazione con Harry, oscillò lo sguardo da Zayn a Niall e li trovò disgustosamente carini.
Quei due, dopo settimane di sofferenza e dolore, finalmente erano riusciti a parlarsi e a chiarire. Louis non aveva realmente capito in che tipo di rapporto si trovassero, si stavano frequentando per qualcosa di più di semplici amici, questo era certo, ma ancora non avevano fatto niente di più intimo, o almeno, Zayn gli aveva detto così. In qualche modo Niall era riuscito a convincerlo a far passare un po’ di tempo prima di passare al passo successivo perché voleva assicurarsi di quello che provavano l’uno per l’altro. Zayn, intanto, si sfogava con Louis per il suo bisogno di farlo con Niall il prima possibile altrimenti «lo prendo, lo sbatto sul letto e lo cavalco senza pietà!». Louis rise come un matto a quell’affermazione.
Continuò ad osservarli mentre si portava una crocchetta di pollo alla bocca e non poté fare a meno di ghignare appena si accorse degli occhi adoranti di Zayn dopo aver visto Niall mangiare una banana in tutta tranquillità, ignorando il fatto di essere osservato dal suo fidanzato.
«Ehi Zayn!» lo richiamò Louis ridendo «puoi anche chiudere la bocca».
Zayn si riscosse immediatamente e tirò un pugno sul braccio di Louis, offeso, «cretino» ribatté nascondendo il viso dietro al suo panino.
Niall, ignaro di tutto, alzò gli occhi dal suo cellulare e guardò confuso i due ragazzi, «non è carino estraniarmi dai vostri discorsi» disse puntando sia il suo ragazzo che l’amico con un dito.
«Sei tu che sei troppo impegnato a mangiare banane» intervenne Louis al posto di Zayn «e sei sempre tu che fai eccitare Zayn a tal punto di farlo sbavare sul tavolo» continuò soddisfatto del suo piccolo resoconto.
Niall alzò gli occhi al cielo e «forse è meglio estraniarmi dai vostri discorsi, allora» constatò ritornando a digitare messaggi sul suo telefono.
Louis vide immediatamente il volto di Zayn cambiare in un’espressione confusa, e infatti:
«A chi mandi sms? E’ da stamattina che sei attaccato a quel telefono» borbottò il moro allungandosi per riuscire a vedere quello che stava scrivendo Niall.
«E’ Josh, stiamo parlando del ballo di sabato» spiegò «lo stanno facendo in palestra, tutti posso entrare. Noi ci andiamo, vero?».
Zayn annuì con veemenza mentre Louis alzò semplicemente le spalle.
«Non lo so, devo chiederlo ad Harry» disse a bassa voce per paura che qualcuno lo sentisse. Mandò un’occhiata ad un angolo della mensa per poter vedere la massa uniforme di ricci del suo ragazzo e sospirò tristemente notando la mano di Taylor appoggiata su una delle gambe di Harry. Cazzo, gliele taglierebbe quelle mani.
«Oh» fece Niall «beh, magari vi incontrate in qualche posto durante la festa» ammiccò malizioso.
Louis rise e scosse la testa «Harry non vuole più fare certe cose, il suo stare attenti si è talmente espanso che ormai ci vediamo solo qualche sera alla settimana e di solito sono io a chiederglielo».
«Ciao ragazzi! Di che parlate?».
Louis si mozzò appena Liam si sedette al loro tavolo e gli sorrise gentilmente alzando le spalle. I rapporti con Liam erano, più o meno, ritornati gli stessi di una volta. Anche con Niall e Zayn aveva chiarito e dopo la decisione reciproca di lasciarsi tutto alle spalle, erano ritornati gli amici di prima dell’accaduto.
«Stiamo parlando della festa che danno sabato in palestra, tu ci vieni?» fece Niall.
Liam alzò le spalle e sorrise «ne ho sentito parlare prima, comunque se voi ci siete vengo molto volentieri».
«Sì, anche perché a Louis non va di fare il terzo incomodo» ridacchiò Zayn passando un braccio sulle spalle del fidanzato.
 
1.34 p.m. “Immagino andrai alla festa sabato”
1.34 p.m. “Sì, con Taylor, tu?”
1.35 p.m. “Oh.. comunque sì, ci vado con Liam, Niall e Zayn”
1.37 p.m.  “Vorrei andarci con te, lo sai”
1.42 p.m. “No, non vuoi”
1.43 p.m. “Lou, ti amo”
 
«Oh, Lou, sei uno schianto!» esclamò sua sorella Lottie appena lo vide entrare in salotto. Louis sorrise dandosi un’occhiata e alzò le spalle compiaciuto, «ad Harry cadranno gli occhi appena ti vedrà!» continuò l’altra, Fizzy.
«Grazie, ragazze» fece Louis infilando le mani nelle tasche dei suoi pantaloni neri e strettissimi. In effetti Louis, per quella sera, aveva dedicato tutte le sue ore libere del pomeriggio per prepararsi: aveva abbinato ai pantaloni una camicetta beige e si era fatto aggiustare i capelli da Lottie.
Zayn sarebbe stato invidioso del suo ciuffo, adesso.
«Ma Harry neanche noterà la mia presenza, oggi» rispose lisciandosi con le mani le piegoline della camicetta che aderiva perfettamente al suo corpo.
«Beh, peggio per lui, la noteranno sicuramente gli altri!» disse Lottie alzandosi dal divano per avvicinarsi a suo fratello. Diede un’altra occhiata all’acconciatura di suo fratello e annuì contenta del suo lavoro.
«Lou, sono arrivati i tuoi amici!» gridò sua madre dalla cucina, avendo sicuramente visto l’auto di Liam parcheggiare vicino casa loro.
«Va bene! Sto andando!» l’avvisò prima di baciare le sue sorelline sulle guance e poi correre verso l’ingresso per uscire di casa.
 
«Mi hanno detto» iniziò Zayn appena varcarono le porte della scuola «che il preside ha vietato di servire l’alcool» continuò scandalizzato lasciando che Niall appoggiasse un braccio sulle sua spalle.
«E’ una ballo scolastico, Zayn, è ovvio» sbuffò Louis.
Niall ghignò divertito e «tanto lo correggeranno lo stesso il ponce» soffiò lasciando scivolare la mano sulla schiena di Zayn per poi lasciarla sul suo fianco. Zayn sorrise arrossendo.
«Io spero che abbiano messo della musica buona, invece» commentò Liam affiancandosi a Louis.
Dalla palestra si riuscivano già a sentire le note di una canzone, ma il suono era troppo ovattato per capire che canzone fosse. Altri studenti camminavano nel corridoio intorno a loro per arrivare in fretta in palestra non perdere un secondo di più della festa, tutti si erano vestiti bene per l’evento e sicuramente tutti quella sera erano più eccitati di Louis.
Avrebbe voluto rimanere a casa, sul serio.
La palestra era un insieme di palloncini, festoni, bicchieri colorati e  musica assordante. La pista da ballo era già occupata da alcuni studenti e l’area riservata alle bevande e al cibo era piena zeppa di persone.
Riuscirono a trovare un piccolo posto per quattro persone in un angolo della palestra e, con un sospiro di sollievo, si sedettero. Louis decise che non si sarebbe più alzato da lì.
«Noi andiamo a prendere da bere!» esclamò Niall trascinando Zayn con lui per la manica. Louis e Liam annuirono stancamente.
«Scommetto venti dollari che non torneranno prima di mezz’ora» disse Liam guardando i due ragazzi avvicinarsi alla calca di gente. Louis rise e si coprì la bocca con una mano «anche trenta» fece prendendo un grissino dal cestino che avevano posizionato al centro del tavolo.
Non sapendo cos’altro fare, e dire, iniziò a cercare con lo sguardo l’unica persona che aveva veramente voglia di vedere quella sera e, non trovandola, sbuffò sonoramente.
Vide Ed Sheeran ballare con una ragazzina del secondo anno, gli altri ragazzi della squadra e le amiche di Taylor affianco a loro. Solo quando il suo sguardo vagò un più in là di Ed Sheeran riconobbe la figura familiare del suo ragazzo e il suo cuore fece un balzo nel vuoto nel momento in cui si accorse che alle sue labbra erano attaccate quelle della Swift.
Spezzò il grissino tra le dita per quanto la rabbia stesse circolando nelle sue vene e, purtroppo, Liam lo notò.
«Deve darti parecchio fastidio» commentò, infatti, il ragazzo. Louis alzò un attimo lo sguardo su di lui e annuì amaramente, «sì» ammise non potendo fare altro.
«Io, se fossi in te, mi sarei già stancato di questa farsa».
«Lo amo, non posso farci niente» fu la schietta risposta di Louis.
Liam annuì, pronto a cambiare discorso, «comunque.. comunque stai bene stasera» disse sorridendogli appena «cioè, sembri diverso.. in senso buono però!».
Louis ricambiò il sorriso, cercando di non pensare ad Harry e a Taylor, e «grazie mille, i capelli son opera di mia sorella!» esclamò entusiasta.
Il ragazzo lo guardò ancora per alcuni secondi, in modo ossessivo, prima di tendergli la mano.
«Ti va di ballare?».
Louis, non aspettandosi quella proposta, lo guardò dubbioso e, anche se aveva deciso che sarebbe rimasto su quella sedia per tutta la festa, accettò.
Non fu un caso che Liam lo portasse in un punto della pista ben visibile agli occhi di Harry. Un po’ incerto, Louis fece scivolare le mani sulle spalle di Liam e gli sorrise appena quello gli circondò prepotente la vita, portandolo più vicino.
«Ci stanno guardando tutti» mormorò Louis congiungendo le mani dietro la nuca del ragazzo e osservando gli sguardi delle altre coppie. Ne ignorò una in particolare.
«Che cosa te ne frega? Sanno che ci piacciono i ragazzi, ormai, non ci sarà nessuno scandalo domani, non preoccuparti» lo rassicurò Liam avvicinandosi di più per poter lasciare un bacio sulla sua guancia, «e questa è la tua dolce vendetta nei confronti di Harry visto che ha limonato con la biondina» continuò a sussurrargli nell’orecchio.
Louis annuì incrociando per un attimo lo sguardo minaccioso di Harry e non riuscì a non fremere davanti a quel verde pericoloso.
 
 
«Vuoi sapere la novità?» gli chiese Liam sedendosi affianco a lui e porgendogli un bicchiere di ponce. Louis alzò le spalle indifferente prendendo il bicchiere, «quale?».
«Hanno aggiunto il mio e il tuo nome sulla lista per il re e la reginetta del ballo» disse sospirando.
Louis tossì forte per colpa della bevanda che gli era andata di traverso sentendo la notizia di Liam e «che cosa?» strillò indignato.
Liam fece spallucce e annuì, incapace di poter fare altro. «Gli ho gentilmente chiesto se potessero toglierli ma mi hanno detto che le votazioni sono già iniziate e quindi non possono».
Il ragazzo affianco a lui sbuffò sonoramente e si scosse la testa, «lo hanno fatto per umiliarmi» disse amaramente bevendo l’ultimo sorso della sua bevanda.
«Mi dispiace».
«Scusami, vado un attimo in bagno».
«Vuoi che ti accompagni?»
«No, ci vado da solo».
Con tante voci nella testa, Louis si allontanò velocemente dal loro piccolo tavolo e iniziò a schivare persone a destra e a manca. Le mani gli fremevano, aveva voglia di prendere a pugni tutti i cretini che si erano permessi ad aggiungere il suo nome a quella maledetta lista e non gli fu molto difficile capire chi fosse stato, gli era bastato incontrare solamente lo sguardo di quella vipera della Swift per capire.
Ringhiò infuriato e si fece spazio gomitando la gente per riuscire ad uscire da quella fottuta palestra nel minor tempo possibile. Non voleva vedere più nessuno.
Non si accorse di un largo busto di cui conosceva ogni centimetro e ogni tatuaggio fin quando non ci andò a sbattere contro.
«Ehi, guarda dove cazzo vai!» la sua voce gli entrò dritta nelle orecchie. Louis alzò lo sguardo e vide, nello sguardo smeraldino dell’altro ragazzo, solo un po’ di rabbia. Si domandò se fosse vera e se Harry lo avesse fatto di proposito di andargli a finire contro.
«Scusami» mormorò a bassa voce indietreggiando di un passo, i pugni ben stretti vicino ai fianchi.
La rabbia stava ribollendo ancora dentro tutto al suo corpo quando Harry lo oltrepassò e aumentò appena riiniziò a camminare.
Non capiva affatto il comportamento di Harry, solo quello stesso pomeriggio gli aveva mandato dei messaggi pieni di ti amo e di voglio te, per non contare tutti quello in cui c’era scrittoquando arriva venerdì prossimo? Ieri sono stato bene, vorrei poter fare l’amore con te ogni giorno.
E ora cosa stava ricevendo? Solo odio gratis da una persona che diceva di amarlo.
Raggiunse il bagno con le guance rosse per la rabbia e, subito dopo essersi assicurato che non ci fosse nessuno, sferzò un calcio dritto contro la porta di un cubicolo.
«Maledizione!» gridò tirandone un altro. Le lacrime arrivarono un secondo dopo e, troppo spaventato che qualcuno lo vedesse, si chiuse nello stesso cubicolo su cui aveva sfogato la sua rabbia.
Si sfregò forte gli occhi nella speranza che nessuna goccia salata uscisse dai suoi occhi ma una, bastarda, percorse quel poco tratto di pelle prima di essere cancellata via dal tessuto della camicia di Louis.
Inspirò forte dal naso e cercò con tutto sé stesso di calmarsi.
Avrebbe dovuto rimanere a casa, quel ballo gli stava rovinando la serata. Soprattutto con Harry e la sua bassissima reputazione.
Sussultò appena il suo cellulare squillò nella tasca dei pantaloni.
Lou, sei bellissimo stasera” lesse e scosse la testa per la falsità di quelle parole.
Fottiti” gli scrisse sbattendo ancora una volta il piede contro la porta.
Rimase seduto sulla tazza chiusa per minuti interi a torturarsi il cervello, in quello spazio angusto non avrebbe sicuramente risolto la situazione ma almeno poteva scappare dal suo più grande problema.
Ma è quando il problema ti segue che sei fottuto.
Louis tese le orecchie appena un paio di voci invasero il piccolo bagno.
«Ohi, quand’è che potremo bere seriamente a questa cazzo di festa?» gracchiò uno.
«Non ne ho idea, Matt ha detto che ci avrebbe pensato lui».
«Tu, Harry, sai qualcosa?»
Louis spalancò gli occhi appena sentì il nome del suo ragazzo e il cuore prese a battergli più forte appena quello rispose.
«Mi ha detto che correggerà tutto il ponce subito dopo l’incoronazione, i professori saranno di meno a quell’ora».
«Io ho solo voglia di ubriacarmi, tesoro»
Quella era sicuramente la voce di Taylor e il suono di un bacio schioccato fece rizzare i peli a Louis.
Cercò in tutti i modi di fare silenzio e di non respirare troppo pesantemente per non farsi scoprire ma proprio quando credette di avercela fatta, il suo cellulare squillò un’altra volta.
«Cazzo!» imprecò a bassa voce.
«Ehi, avete sentito?» chiese una voce dall’altra parte della stanza.
«Sembra che ci sia qualcun’altro qui dentro».
Louis non fece in tempo a chiudere la porta con la sicura perché il proprietario di quella voce, Victor Rogers, la aprì scoprendo il suo nascondiglio. Trattenne il fiato per diversi secondo prima che quello lì lo prendesse per un braccio e lo trascinasse là fuori, incastrando le sue braccia sotto le ascelle di Louis per tenerlo fermo.
«Guarda qui, Tay, abbiamo trovato la tua rivale» ghignò.
«Quella corona non è stata fatta per i froci» ridacchiò lei spalmandosi di più contro Harry, rendendo quella vista insopportabile per gli occhi di Louis.
Louis rimase fermo a subire le sue umiliazioni guardando ossessivamente Harry, in una tacita richiesta d’aiuto. Che non arrivò, ovviamente. Harry aveva la testa rivolta verso la porta del bagno e non sembrava avesse alcuna voglia di ricambiare il suo sguardo.
«Ehi principessa, che fai, fissi il nostro Harry? Tranquillo, ci ha già detto che gli fa schifo anche solo guardarti» lo apostrofò l’altro ragazzo punzecchiandolo su un fianco.
«E poi..» continuò a ridacchiare la bionda «Harry mi ha dato modo di non credere a tutte quelle dicerie questa sera stessa!»
Louis abbassò la testa non sopportando oltre. Dovette guardarsi il petto per non credere alle mille lame che aveva sentito squarciargli il cuore e distruggerlo. Altre lacrime bastarde gli bagnarono il viso e, purtroppo, Rogers se ne accorge.
«E per ciliegina sulla torta, la nostra principessa sta piangendo!».
«Lasciatemi stare» ordinò stremato Louis provando a divincolarsi e ottenendo, però, un pugno di Rogers nel fianco. Non urlò, ma il suo sussulto di dolore arrivò anche alle orecchie estranee di Harry che, con finta aria indifferente, si voltò a guardarlo e la sua visuale fu invasa da un celeste annacquato e implorante.
Louis si stava facendo umiliare, insultare e picchiare per Harry, e allora perché Harry non stava facendo nulla per lui?
«Ti prego» mormorò in lacrime cercando ancora una volta il suo aiuto. Harry lo ignorò distogliendo lo sguardo, nonostante dentro stesse gridando di perdonarlo.
Rogers ghignò divertito dalla situazione «Styles, visto che ti sta pregando, dimmi cosa dobbiamo farci con lui!».
Louis trattenne per l’ennesima volta il respiro e attese la sua risposta.
Non mi ama, non mi ha mai amato, sono sempre state un carico di bugie pensò singhiozzando.
Harry lo guardò con il cuore in gola, Louis tremava e fissava il pavimento. Riusciva a captare tutta la paura del suo corpo e insieme a quella anche la delusione e non poteva fare altro che darsi dello stupido vigliacco.
Stronzo, la sua mente gli suggerì.
«Fategli quel cazzo che vi pare, non me ne frega niente di uno come lui!» sentì dire da se stesso e, con la paura nel cuore, prese Taylor per mano per uscire da quel bagno più in fretta possibile.
Harry non poté guardare lo sguardo spezzato di Louis ma riuscì distintamente sentire il rumore dei cocci del suo cuore cadere per terra.
 
Taylor fremeva d’eccitazione accanto a lui. Uno dei professori era appena salito sul palchetto per annunciare la reginetta e il re del ballo scolastico di quell’anno. Harry sbuffò guardandosi attorno, sperando di trovare i due occhi azzurri del suo ragazzo. Quando non li trovò, sospirò pesantemente e si passò una mano tremante nei capelli.
Stava morendo d’ansia, voleva vederlo e scusarsi per il suo comportamento, voleva baciarlo e farci l’amore.
Si chiese se stesse bene e non seppe rispondersi.
«E con grande piacere vi annuncio che la reginetta di quest’anno è…» Taylor squittì stringendo forte il braccio di Harry. La professoressa, la signorina Perez, indugiò leggendo il nome e solo quando ebbe il permesso dagli altri professori poté dire «Louis Tomlinson» al microfono.
Nella sala calò il silenzio e ad Harry prese a battere come una furia il cuore nel petto. Nessuno si mosse, neanche Taylor, la quale era rimasta pietrificata, troppo scioccata dalla triste verità.
«Louis Tomlinson?» richiamò la signorina Perez ma ancora una volta non ci fu nessuna risposta.
«Harry!»
Il ragazzo sussultò appena Ed lo prese per un braccio, «cosa vuoi?» gli chiese.
«E’ successo un casino!» borbottò Ed trascinandolo fuori dalla palestra «si tratta di Louis».
Ad Harry balzò il cuore in gola per poi ritornare giù fino alle caviglie, «Louis?» chiese spaventato.
Ed aspettò di uscire e di allontanarsi in un corridoio deserto prima di parlare. Harry era chiaramente in panico, lo poteva dedurre dai suoi occhi incredibilmente spalancati e dalle sue mani che continuavano a tremare.
«I suoi amici hanno trovato Louis svenuto in un bagno» disse passandosi le mani tra i capelli arancioni «erano andati a cercarlo perché mancava da troppo tempo e lo hanno trovato svenuto, insanguinato e livido in viso, non sanno cosa sia successo ma lo hanno portato immediatamente in ospedale, ho incrociato Horan dieci minuti fa e mi ha raccontato tutto» concluse.
Harry restò secondi interi a fissare il vuoto realizzando tutto ciò che gli aveva appena detto Ed e, purtroppo, capì di essere stato lui stesso la causa di tutto quello. Era colpa sua, solamente colpa sua se adesso Louis non stava bene.
Come un automa si voltò e incominciò a camminare velocemente.
«Harry.. Harry, dove credi di andare?» lo trattenne Ed afferrandogli un braccio.
«Io.. devo andare da lui, è colpa mia, lo amo» balbettò Harry provando a liberarsi dalla forte presa dell’amico.
«Non puoi, non sappiamo neanche in che ospedale lo hanno portato! E’ meglio se resti qui!».
Non si accorse delle lacrime che iniziarono a rigare il suo volto, né di essersi buttato sul petto di Ed per cercare conforto, l’unica cosa che aveva in mente erano solo gli occhi di Louis, quelli bellissimi e profondi che quella sera avevano cercato aiuto più di una volta, quelli che aveva tradito. Si sentiva una merda, una schifosa e totale merda.
«E’ colpa mia» singhiozzò sul petto di Ed «è tutta colpa mia» continuò.
«Harry, cosa stai dicendo?»
«Sono stato io!» sbottò incazzato con se stesso «ho detto io a quei due di fargli quello che volevano, che non mi interessava» si lagnò come un bambino. Ed rimase spiazzato da quell’affermazione e lasciò andare immediatamente il suo amico, «sei veramente uno stronzo, Harry» disse spingendolo.
Harry traballò un attimo e «lo so» rispose in lacrime.
«No, Harry, sei veramente, veramente uno stronzo! Dici di amarlo, mi ripeti ogni secondo che lo vuoi con te per tutta la vita ma non fai mai un cazzo per lui! Lo fai picchiare a sangue e non alzi un misero dito, lo insulti e lo tratti male a scuola quando lui fa tutto per te! Se non fosse perché è fottutamente innamorato di te, Harry, Louis non avrebbe problemi! Capisci? Sei tu il suo problema» gli urlò contro Ed, rincarando più del dovuto la dose.
Harry si fece cadere addosso tutti gli insulti, tutta la verità e annuì dando ragione al suo migliore amico.
Era un problema, un fottuto problema per Louis.
«Ma io lo amo» ripeté scivolando a terra, distrutto.
«Basta con le bugie, Harry, lo hai già deluso abbastanza».

   
 
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