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Autore: Silver_Doe    05/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO III

1 settembre 1976
DRIIIIIIIIIIIN ... DRIIIIIIIIIIIN … DRIIIIIIIIIIN
Quanto odiava quel rumore! L’aveva sempre odiato, fin da bambina, ma quel giorno, il primo di settembre… quel giorno lo odiava più che mai. Abbastanza comprensibile il motivo. Nonostante quell’orrendo affare continuasse a strillare, Lily non aveva intenzione di alzarsi: affondò sempre più la testa nel cuscino, decisa a rimanere lì. Perché avrebbe dovuto alzarsi? Sarebbe potuta rimanere lì per sempre… E se ci fosse rimasta, come sarebbe stata la sua vita sotto le lenzuola? Erano queste le domande che frullavano nella testa di Lily Evans quella mattina, domande a cui non sapeva dare certo una risposta.
La luce del sole entrava a spicchi dalla finestra, come mille fasci luminescenti, che espandendosi ovunque, illuminavano la buia stanza che sapeva ancora di sonno.
Suo malgrado, Lily dovette ascoltare quella vocina dentro di lei, che le diceva: Alzati… alzati Lily Evans… altrimenti perderai il treno per Hogwarts! Non è quello che vuoi, vero? Ci pensò un attimo su: voleva davvero rimanere nella sua cameretta per sempre? Crescere, invecchiare… tutto su un materasso? Era davvero pronta a chiudere il mondo fuori e ad allontanarsi da tutto e da tutti? Sarebbe stata una vita quella? Certo che no. E anche Lily lo sapeva,  lo sapeva bene… sapeva che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato, e sapeva anche che era inutile illudersi del contrario.
- Lily! La colazione è pronta! –
Sentì sua madre gridare dal piano di sotto. Con un piccolo sospiro si mise a sedere.
Avanti Lily, forza e coraggio! Audacia, fegato, cavalleria… non erano forse quelli gli ideali a cui la sua Casa aspirava? Ebbene, era arrivato il momento di metterli in pratica, e dimostrare di che pasta fosse fatta, più a sé stessa che a chiunque altro.

[…]

Ore 10.45 - King’s Cross
Il cuore le batteva a mille. Non si aspettava di provare un’emozione così forte anche quel primo di settembre. Si guardò intorno: nulla era cambiato, e fu principalmente questo a sollevarla. Tutto era come al solito, sempre perfetto e sempre così dannatamente bello: tutto così magico. Ogni cosa sapeva di magia: le folle oceaniche di ragazzini davanti al binario, i carrelli stracolmi di bauli e gufi, e rospi, e gatti e chi più ne ha più ne metta. I genitori occupati ad abbracciare i figli e a salutarli, consapevoli del fatto che sarebbero stati lontani mesi; gli sguardi meravigliati dei ragazzi, molti dei quali si spostavano incessantemente da destra a sinistra, dal basso verso l’alto, non volendosi perdere niente di quello che li circondava, nulla, neanche il più piccolo e insignificante dei particolari, volendosi mangiare con gli occhi quel panorama fantastico, che come ogni anno da sempre, affascinava ognuno. Questo fece sorridere Lily, sorrise come non faceva da tanto tempo, ma non fu un sorriso di circostanza, bensì un vero ed autentico sorriso, uno di quei sorrisi che solo lei sapeva fare: meraviglioso, difficile da non notare. E finalmente si sentì bene: quella era anche casa sua.
Si spostò un ciuffo ribelle dal viso, andandolo ad arrotolare dietro l’orecchio destro. Quante facce nuove, e quante conosciute! Sarebbe riuscita a guardarle tutte?

Intanto, dall’altra parte della stazione, ecco uno degli scenari più belli a cui si potesse assistere: i Malandrini, quei quattro pazzi inseparabili, si erano ritrovati, dopo due mesi passati lontani. James, Sirius, Remus e Peter di nuovo insieme… e chi avrebbe potuto mai separarli adesso? Semplice… nessuno! E chiunque ci avesse provato, avrebbe solo sprecato il suo tempo: il legame che c’era tra quei ragazzi era troppo, troppo forte, troppo bello, troppo magico, impossibile da spezzare.
- I miei Malandrini… per Merlino, quanto mi siete mancati! -  esclamò James Potter, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi. Era risaputo che lui fosse il leader, non solo dei Malandrini, ma un po’ di tutta la scuola. Era visto come un campione: capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, intelligente, talentuoso in tutto, estremamente bello e desiderato da qualunque ragazza, sempre con quei capelli maledettamente fuori posto. Un piccolo Adone.
- Hey Ramoso, vacci piano! Lo sai, non siamo mica persone da sentimentalismi così esagerati! Andiamo contieniti per una buona volta! Quello sensibile qui è Remus… lui si che sarà contento di darti un abbraccio, vero Lunastorta? – rispose sarcastico Sirius Black. Quei due mesi d’estate lo avevano reso, se possibile, ancora più affascinante: i capelli ondulati sempre più scuri e gli occhi azzurri sempre più scintillanti.
- Ebbene non posso negarlo, caro Felpato! Si, sono un tipo alquanto sensibile e in questo momento abbraccerei addirittura te! – Remus Lupin, anche se era il saggio, il bravo ragazzo di turno, il prefetto e tutto, non poteva non voler bene a quei tre sciagurati.
- Hey… ci sono anch’io! A me chi mi abbraccia?! – chiese Peter Minus speranzoso, allargando le braccia grassottelle. Lui era sempre stato un ragazzino goffo, impacciato, quello che per primo veniva preso in giro da tutti; ma quando aveva incontrato loro, bè ogni cosa era cambiata: era entrato a far parte di qualcosa di grande e di meraviglioso e per la prima volta si era sentito importante: si, James, Sirius e Remus lo facevano sentire importante. Con loro poteva essere sé stesso, e sapeva che quei tre lo avrebbero accettato sempre e comunque.
- Ti abbraccio io Codaaaaa! – James si catapultò da Peter e gli buttò le braccia al collo.
Remus guardò la scena sorridendo e solo a quel punto capì davvero quanto gli fossero mancati.
- Ragazzi dovremmo avvicinarci… tra due minuti si parte! – constatò Lunastorta, guardando i tre amici.
- Si… giusto… - disse James, ricomponendosi e passandosi una mano fra i capelli corvini, scompigliandoseli come suo solito. Poi si fermò nuovamente e prese a guardarsi distrattamente intorno… Peter lo guardò.
- James, dobbiamo andare… Che stai guardando? -
- Uhhm? Oh niente, io volevo… -
- … vedere se da qualche parte c’è la Evans! Ti conosco troppo bene Jamie! – lo punzecchiò Sirius dandogli una spintarella.
Remus gli lanciò un’occhiataccia.
- Forse incontreremo Lily sul treno… andiamo! – mise una mano sulla spalla di James, che annuì speranzoso, e insieme si avvicinarono al binario…

Ore 11.00
L’ora di salire sull’espresso per Hogwarts era arrivata: tutti i ragazzi presenti si catapultarono sul treno, sventolando mani e mandando baci volanti.
Lily salutò prima suo padre con un forte abbraccio, e poi andò verso la madre.
- Ciao mamma! Ti voglio bene! – dopodiché si stinsero forte.
- Ciao tesoro! Mi raccomando, forza e coraggio! Ci vediamo a Natale! Ti voglio bene anch’io! -
Dopo essersi sciolte, Lily si girò verso Petunia: non che fosse lì di sua spontanea volontà, ovvio…  Ella e Patrick l’avevano costretta ad andare, ed era stata una lunga lotta riuscire a convincerla.
- Allora… ciao anche a te Petunia… -
Dato che non ricevette alcuna risposta, fece un ultimo sorriso ai suoi genitori e si avviò da sola verso il treno…
Mentre stava issando il baule, i suoi occhi verdi ne incontrarono un paio di un nero così intenso da avere la sensazione di sprofondarvi dentro: di chi altro potevano essere se non i suoi? Ovviamente Severus fece finta di non averla vista, e distolse immediatamente lo sguardo: fu roba di un secondo. Insieme ai suoi amici serpeverde, riprese a camminare come se nulla fosse successo.
Lily al contrario, non riusciva più a muoversi: era come se le sue gambe rifiutassero di fare qualsiasi movimento. No, non di nuovo!  Pensò tra sé, non voleva cadere nuovamente in quell’incubo.
- Serve una mano? – un sorridente Remus apparve di fronte a lei. Il loro era stato sempre un rapporto un po’… indecifrabile. Fin dal loro primo anno, Lily aveva ritenuto Remus un bravo ragazzo, sempre gentile con chiunque, studioso, disponibile… ma in realtà il fatto che fosse nella gang di Potter l’aveva sempre messa un po’ in difficoltà. Si erano ritrovati a parlare diverse volte, ma non sapeva ancora se ritenerlo un amico o meno. Tuttavia gli sorrise di rimando.
- Oh ciao Remus… no, non preoccuparti… sono un’imbranata, sto ferma qui a bloccare il passaggio… - rispose un po’ incerta: non poteva certo dirgli che le sue gambe si erano rifiutate di muoversi non appena aveva visto Severus! Sarebbe sembrata sicuramente più strana di quanto già non fosse.
- Se vuoi ti aiuto col baule, per me è un piacere! -
Il più delle volte la sua dolcezza la metteva in imbarazzo, non sapeva bene come comportarsi.
- Oh… d’accordo… t-ti ringrazio! – poi pensò di chiedergli qualcosa, era sempre lui ad iniziare una conversazione, e almeno per una volta avrebbe anche potuto provarci lei. – Allora… hai passato una bella estate? -
- Si abbastanza! Mi sono rilassato molto, forse troppo! Non vedevo l’ora di ritornare a Hogwarts! E a te Lily? Come sono andate le vacanze? -  rigirò la domanda.
- Tu-tutto bene anche a me… - mentì Lily.
- Oh guarda chi c’è! Finalmente ti ho trovata Evans! Dove ti eri cacciata? Volevo salutarti… mi sei mancata! -
Lo sguardo di Lily si posò su uno sfacciato Potter che avanzava con quel suo sorriso da ebete stampato in faccia. Idiota.
- Piantala Potter! – disse subito la rossa, con il tono glaciale che riservava solo ed esclusivamente a Potter. – Comunque Remus, grazie ancora per il tuo aiuto… ci si vede in giro… - e detto ciò fece per andarsene.
- Hey Lily… aspetta! Mi chiedevo se ti andrebbe di stare… si, di stare con noi, nello scompartimento insieme, a meno che tu non ti sia già sistemata… ci farebbe molto piacere! – azzardò Remus, cercando di riparare ciò che James aveva… guastato.
Lily non ci pensò due volte, e quando vide arrivare gli altri due Malandrini, o come diamine si facevano chiamare, la risposta le uscì dalla bocca quasi automaticamente.
- Ehm… mi dispiace Remus, ma io credo che sia meglio di no…  -
- Avanti Evans! Basta fare la difficile! Come si fa a sciogliere quel tuo cuoricino di pietra? Ci sarà un modo vero? Altrimenti Jamie sarà costretto a rifilarti un filtro d’amore! – ecco che partì alla carica Sirius, con quel suo tono beffardo, per poi fare un sorrisone alla ragazza. Quest’ultima gli lanciò uno sguardo quasi omicida, uno di quegli sguardi che ti entra dentro e al quale è difficile scappare. Sirius si sentì raggelare.
- Hey… stavo solo scherzando! Mmh… che caratterino! James, amico, credo che non riuscirai mai a conquistarla! -
- Si vedrà… io non mi arrendo, questo è sicuro Evans! Arriverà il giorno in cui accetterai il mio invito a Hogsmeade! – disse James, guardando Lily negli occhi, scompigliandosi nuovamente la chioma ribelle.
- Ma la volete smettere?! Potter mettitelo bene in testa: io non uscirò MAI con te, fine della questione. Buon viaggio a tutti. -  e già, Lily Evans non si smentiva mai. Non sapeva perché, ma quando si trovava di fronte James Potter, qualcosa in lei prendeva vita: poteva benissimo essere un piccolo mostro pronto a sbranarlo. Fatto sta che non lo sopportava, non l’aveva mai sopportato e forse mai l’avrebbe sopportato. Era così dannatamente presuntuoso, sempre pronto ad attaccar brighe con chiunque, così desideroso di stare al centro dell’attenzione e di sentirsi sopra tutti. Non poteva essere più lontano da lei. Ogni volta che le rivolgeva la parola, pensava, era per prenderla in giro e metterla in ridicolo: di certo non credeva che lui fosse veramente innamorato di lei, impossibile! Come poteva uno come lui, invaghirsi di una come lei? Semplicemente ridicolo. E poi c’era quel Sirius Black! Le conveniva andarsene subito prima di perdere la testa. Voltatasi, i capelli ondeggianti, si mise quasi a correre, volendo allontanarsi subito. In meno di trenta secondi aveva raggiunto il suo scompartimento: all’interno vi erano già Alice, Sonya e Marlene.
Lily sbatté la porta scorrevole con tutta la rabbia che covava dentro.
- Idiota, stupido, pallone gonfiato, egocentrico, odioso… - cominciò a ripetere a voce un po’ troppo alta, non curandosi del fatto che di fronte a lei ci fossero tre ragazze che la osservavano stupite a bocca spalancata.
Le tre si guardarono e poi con un sospiro, Alice e Marlene esclamarono all’unisono: - Potter… - Chi altro poteva essere se non lui? Chi altro faceva quell’effetto alla loro amica? Nessuno, soltanto lui aveva quella speciale dote.
- Lily… che è successo stavolta? – chiese con premura Alice, la più vicina a Lily delle tre. Non avevano legato subito: il loro rapporto si era fatto più stretto a partire dal terzo anno.
- Che è successo? Che è successo?! Niente, non è successo niente di nuovo! E’ un idiota, questo lo sapevamo già no? – disse come in preda ad un attacco isterico. Si buttò a sedere, incrociando rabbiosa le braccia al petto. – Lo odio! -

  
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