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Autore: AYoloGirl    06/06/2013    1 recensioni
Rebecca, 18 anni, ha tutto nella vita: bellezza, soldi, popolarità. Ma l'ultimo giorno di High School riceve una terrificante notizia: la manderanno a studiare per un altro anno in Inghilterra, a Holmes Chapel precisamente, per avere voti abbastanza alti da consentirle l'accesso in un college "serio". Deve lasciare tutto nella soleggiata San Diego, per ricominciare da zero, senza amici e senza popolarità. Ma una cosa porta con sè, la sua reticenza ai sentimenti.
dal primo capitolo:
"Ero timida, un po’infantile, ed ero terrorizzata dal giudizio altrui: ogni volta che vedevo un gruppetto di ragazzi ridere ero certa del fatto che ridessero di me, delle mie gambe, e ogni volta che vedevo un vestito carino mi sentivo morire quando non mi entrava. Io ci tenevo davvero ad essere bella, magra ed accettata, ma la speranza da sola non faceva niente."
"In questi due anni mi sono costruita una maschera di diamante: trasparente, ma impossibile da scalfire. 'Il diamante può essere scalfito solo da un altro diamante', dice il mio libro di scienze. Ed io sto aspettando il diamante che riesca a scalfirmi"
Questa è la prima fanfiction che scrivo, spero di avervi incuriosito!
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Everybody's talking all this stuff about me
Why don't they just let me live?
I don't need permission, make my own decisions
That's my prerogative
that's my prerogative

Britney Spears, My prerogative

 
 
 

Mi sveglio presto, piuttosto riposata, in tempo per farmi una doccia veloce, fare colazione ed incamminarmi verso la biblioteca di Holmes Chapel, che stando alla cartina dovrebbe essere in una via vicina alla piazza principale. Mentre mi incammino, infilo gli auricolari e messaggio un po’ con Brit. Per la prima volta nella mia vita, mi sento davvero sola: mi manca la mia casa, la mia vita ed i miei amici. È difficile iniziare una vita qui, soprattutto se, come nel mio caso, ogni gruppetto di ragazze che incrocio si mette a fissarmi e comincia a parlottare fitto fitto. Probabilmente qui le notizie corrono in fretta, e la mia performance dell’altra sera è già sulla bocca di molti.
-Rebecca!- sento qualcuno chiamarmi da dietro. Mi volto, e mi si para davanti Logan, l’ultima persona che ora ho voglia di vedere.
-Logan-
-Ehm, come stai? Voglio dire…-
-Ho capito benissimo cosa vuoi dire. Sto alla grande. Ora scusami, sono un po’ di fretta- gli rispondo fredda, e faccio per allontanarmi, ma Logan mi blocca per un braccio.
-Ehi, aspatta. Io…io volevo chiarire quello che c’è tra di noi-
Con una risata amara mi divincolo:- Credo che tu ti sia sbagliato, tra di noi non c’è niente. È stato solo divertimento, stop. A quanto ho visto tu sei già adeguatamente accompagnato, o sbaglio? E adesso lasciami andare, sono in ritardo- senza dargli tempo di rispondermi lo lascio lì in mezzo alla piazza, ed accelerando il passo raggiungo l’entrata della biblioteca.
-Tu devi essere Rebecca. Io sono la signorina Mansfield- mi saluta una signora. Quando il mio viso assume un’espressione stupita, lei anticipa la mia domanda: -Ti ho riconosciuta grazie ad una tua foto che mi sono fatta spedire dai tuoi genitori. Spero che tu ti sia ripresa, Eveline mi ha informato del tuo ricovero. Per il resto, come ti trovi?-
-Ora sto molto meglio grazie, e mi sono trovata molto bene, sia con la signora Styles che con alcuni ragazzi che ho conosciuto nei giorni scorsi-
-Bene, mi fa piacere. Proporrei di continuare la conversazione ad un tavolino al bar qui di fianco, ho parecchie cose da dirti-
-Certo, la seguo-
Dopo esserci sedute, ed aver ordinato qualcosa da bere, torna a rivolgersi a me: -Dunque, Rebecca, io sono la tua referente, per qualsiasi problema tu abbia rivolgiti a me, non essere timida. Innanzitutto, la scuola. I corsi ricominceranno il primo settembre, quindi hai ancora un po’ di tempo per goderti l’estate, ma l’ultima settimana di agosto dovrai frequentare dei corsi, per arrivare perfettamente in pari con il programma. Anche se è ancora presto per parlarne, ti ricordo che la frequenza alle lezioni è assolutamente obbligatoria, ed ogni tua eventuale assenza mi verrà segnalata dalla scuola. Qualche domanda?
-No signorina Mansfield, tutto chiaro.-
-Bene, allora continuiamo. Io e tuoi genitori concordiamo che tu debba trovarti un lavoro part-time, quindi ti suggerisco di iniziare a cercarne uno. Ovviamente non è un’alternativa alla scuola, ma dovrai gestirli entrambi. Ora comunque puoi riposarti e stare in vacanza, anzi so che Eveline la prossima settimana partirà, sei libera di seguirla o meno.-
-Ci penserò, poi ne parlerò direttamente con Eveline.-
- Riguardo alla tua vita sociale, devo chiarire alcuni punti: è opportuno che tu mantenga un atteggiamento consono, cioè, è meglio se non iniziassero a circolare voci su di te. Sei libera di uscire quando credi, ma ti invito a non fare troppo tardi la sera, specialmente in periodo scolastico. Bene, io credo di aver finito, per qualsiasi dubbio tu abbia ti lascio il mio numero.-
-Grazie signorina Mansfield, arrivederci.-
 
Una volta salutata la signora Mansfield, decido di iniziare subito a cercare un lavoro, almeno ho qualcosa da fare. Punto subito ad un pub o qualcosa di simile, non sono proprio il tipo da biblioteca, e nei negozi ci entro solo per comprare. Proprio non mi va giù il fatto che debba anche lavorare, probabilmente è l’ultima pensata di mia mamma per vendicarsi della sfuriata che le ho fatto al telefono. Sbuffando, finisco la sigaretta che mi sono accesa poco fa, e dopo averla gettata a terra con noncuranza, entro in un pub che sembra frequentato da ragazzi giovani: l’ultima cosa che voglio è trovarmi a lavorare in un posto pieno di vecchi bavosi che mi toccano il culo mentre passo. Se qualcuno mi deve proprio toccare il culo, che sia un ragazzo almeno.
Mi sono appena avvicinata al bancone, guardandomi intorno per cercare qualcuno a cui chiedere per il lavoro, quando da dietro il bancone mi si avvicina un tipo abbastanza giovane, sulla trentina credo.
-Ciao, ti serve qualcosa?-
-Ehm si, sarei in cerca di un lavoro, mi chiedevo se qui assumete qualcuno.-
-In teoria no, non assumeremmo nessuno, ma sei una bella ragazza, potresti portarci clienti in più, e se ti accontenti di uno stipendio non tanto alto puoi iniziare già domani sera.-
-Quindi sostanzialmente mi assumi solo per il mio bel faccino?-
-Hai fatto centro ragazza, sei sveglia. Le cosa comunque stanno così, ritieniti già fortunata ad aver trovato un lavoro.-
-Ok, mi sta bene. Hai detto che posso iniziare già domani sera?-
-Si, alcuni ragazzi hanno organizzato un party ristretto, hanno prenotato tutto il locale. Devi essere qui verso metà pomeriggio, c’è da pulire il locale e tutto il resto; presentati alle cinque e passa dal retro. Ah, dimenticavo, sono Richard, ma puoi chiamarmi Rick.-
-Tutto chiaro Rick. Oh, io sono Rebecca. Grazie per avermi assunto, domani porto un po’ di moduli da compilare per mettere tutto in regola, ciao.-
Mentre mi allontano verso la porta sento il suo sguardo seguirmi, e lo sento urlare: -È stato bello incontrarti Rebecca!-, al che mi giro, gli sorrido e poi esco dalla porta ancora girata a guardarlo, non accorgendomi del ragazzo contro cui vado a stamparmi. Oggi qualcuno lassù deve avercela con me, considerando che nel giro di tre ore ho incontrato l’ultima persona con cui avrei voluto parlare, scoperto di dovermi trovare un lavoro e mi sono scontrata contro un ragazzo che aveva in mano un delizioso frullato, che ora cola sulla mia maglietta.
-Oh dio, scusami, sono mortificato, io non ti avevo vista, sul serio!-
Prendo un respiro profondo per evitare di sclerargli addosso, poi gli rispondo sorridendo:-Ehi, tranquillo, ci credo, non penso che tu l’abbia fatto di proposito! Rilassati, è solo una maglietta, alla fine, non hai ucciso nessuno!-
Alzo gli occhi dalla mia canottiera irrimediabilmente imbrattata di frullato e a fissarmi trovo un ragazzo dagli occhi scuri e penetranti, i capelli corti alzati in una cresta piuttosto bassa; lui è alto, fisico abbastanza asciutto, ed ora mi fissa quasi preoccupato. Di fianco a lui, due sue amici stanno ridendo come dei deficienti per la figura di merda appena fatta dall’amico.
-Grazie al cielo non mi hai ucciso. Per qualche secondo ho temuto il peggio. Oh, a proposito, io sono Liam. E quei due cretini che stanno ridendo sono Niall e Zayn.-
-Fantastico, uno dei membri dei One Direction mi ha appena rovesciato addosso un drink e io non l’ho ucciso, le tue fan mi saranno grate per questo. Comunque, io sono Rebecca, piacere di conoscerti.-
-Se dici “le tue fan” devo dedurre che non sei tra queste?- si intromette nella conversazione il ragazzo biondo, Niall.
-Esatto, sinceramente non ho mai ascoltato nessuna delle vostre canzoni, a parte quando Brit, la mia migliore amica nonché vostra grande fan, decide di violentarmi le orecchie mettendole su a tutto volume. In sintesi, conosco talmente poco la vostra musica che non posso dirmi neanche lontanamente vostra fan.-
-E dimmi, la tua amica è bella come te?- mi chiede l’altro amico, Zayn.
-Si, lo è. Ma non scaldatevi, abita parecchio distante da qui, a San Diego.-
Prima che io possa iniziare a raccontare i motivi della mia presenza in un remotissimo paese dell’Inghilterra, Niall mi ferma, e mi chiede: -Aspetta, ma tu sei la tipa strafiga di cui ci ha parlato Harry ieri sera? Quella che sta da sua zia che è venuta qui dall’America per studiare, con un’amica figa quanto lei che lui ha visto in una foto sul tuo comodino?-
-Wow, mi sento stalkerizzata. Si, sono io, ho avuto il piacere di conoscere Harry ieri, quando mi ha fatto avances sconce in camera mia. Avances che io ho rifiutato.-
-Beh, se hai rifiutato lui puoi sempre rifarti con me.- mi dice Niall ammiccando.
-Ti piacerebbe! Scusate, ma ora devo proprio andare, devo andare a fare delle compere per Eveline. È stato bello conoscervi, ciao!-
-Anche per noi, ciao!- rispondono, più o meno in coro.
Per la seconda volta nella mattinata, sento tre occhi puntati sul mio fondoschiena mentre mi allontano verso il supermercato. Sospirando, mi accendo una sigaretta e mi lascio scivolare via la sensazione di essere radiografata.
 
-Eveline, sono a casa!- dico a voce alta chiudendomi la porta alle spalle, dirigendomi in cucina per svuotarle, e vi trovo Eveline intenta a preparare il pranzo.
-Oh grazie Rebecca, sei un tesoro! I soldi che ti ho dato erano sufficienti?-
-Si, ecco qui il resto.-
-Allora, come è andata con la signora Mansfield?-
-Mi ha spiegato tutto, sia per la scuola che per il resto, e ha anche detto che i miei genitori vorrebbero che mi trovassi un lavoro. Fortunatamente ne ho trovato uno al primo colpo, in un pub, ed inizio domani sera.-
-Oh, che bella notizia! Non sembri tanto entusiasta di lavorare però.- ride abbracciandomi.
Ricambio l’abbraccio con poca convinzione, e le rispondo che sinceramente non mi entusiasma l’idea di dover lavorare.
Poco prima di mettermi a tavola, ricevo un sms di Mel:
Ehi R., come va? Oggi io e le ragazze ci troviamo per un pomeriggio tra di noi, senza ragazzi! Sei con noi? Ti aspettiamo a casa mia, bacii!
Decido di andare, di passare del tempo in casa non ne ho voglia, tanto più che Eveline oggi lavora tutto il pomeriggio, quindi le rispondo subito:
Ok ci sono, grazie dell’invito! Sono da te per le cinque e mezza. x
Dopo aver pulito la cucina e risistemato la mia stanza, che in poco più di due giorni avevo già ridotto abbastanza male, decido di andare a correre per smaltire tutto quello che avevo ingurgitato in quei giorni. Da domani si torna a mangiare come Dio comanda, Rebecca mi annotai mentalmente. Mi infilo un paio di shorts, una canottiera aderente, ed una volta infilati i miei auricolari, inizio a dirigermi verso il parco, dove avrei potuto correre in pace. Sgombro la mia mente da ogni pensiero, sono concentrata solo sulla musica che ad alto volume si imprime nella mia mente, quando vedo una fontanella e mi fermo per bere. Sono chinata a bere, quando sento due grosse mani cingermi i fianchi e sussurrarmi all’orecchio:-Sei terribilmente eccitante anche quando bevi.-
Mi giro di scatto e mi trovo davanti, molto vicino, Harry.
-Razza di deficiente, vuoi farmi venire un infarto?- gli urlo inferocita, con il cuore che batte ancora forte per lo spavento.
-Ehi non ti scaldare, non ti piacciono i complimenti?-
-Non fatti da te.- rispondo seccata.
-Uh, come sei suscettibile. Senti, io e i miei amici stiamo andando a farci una birra, vuoi venire con noi?- dice indicando verso Niall e Liam, che nel frattempo si stanno avvicinando a noi.
-Ciao biondina dal bel culo!- mi saluta Niall.
-Maniaco. Ragazzo del frullato- dico ricambiando il saluto con un cenno della testa – Birra alle tre del pomeriggio? Siete tristi. E io passo volentieri, devo finire di allenarmi.-
-Dai, non dirmi che hai bisogno di migliorare il tuo corpo perfetto!- protesta Niall.
-Niall, non mi farai cambiare idea adulandomi. Ciao belli, ci vediamo.- li saluto rimettendomi gli auricolari nelle orecchie, e riprendendo a correre.
-Comunque Niall ha ragione, hai proprio un bel culo bionda!- urla Harry mentre mi allontano.
Rientro verso le quattro e mezzo, e dopo una doccia lunga e rilassante mi preparo per andare da Melanie.
 
#HARRY’S POV
 
-Comunque Niall ha ragione, hai proprio un bel culo bionda!- le urlo mentre si allontana, piuttosto certo del fatto che lei possa sentirmi comunque. E a giudicare dal medio che alza in risposta, direi che mi ha sentito.
-Che facciamo? Birra e playstation da noi?- propone Liam. Hanno preso una casa in affitto per i prossimi tre mesi, abbastanza vicina alla mia. È decisamente grande per quattro persone, anzi, tre al momento, visto che Louis arriverà domani mattina, però è perfetta per organizzare qualche piccolo party. Non ci importa di avere tanta gente, l’importante è che ci sia la gente, e la roba, giusta.
-Oh si, birra e playstation è perfetto. E stasera?- approva Niall.
-Io di uscire stasera non ne ho voglia. Probabilmente ormai sarà girata la voce che tutti noi ci troviamo ad Holmes Chapel, ed è già un miracolo non essere già circondati da fans inferocite.- rispondo mentre rispondo ad un messaggio.
-Certo che quella Rebecca è proprio figa.- dice Niall mentre camminiamo verso casa loro.
-Già, ma voi come la conoscete? A parte per il poco che vi ho detto di lei la sera che l’ho conosciuta.- chiedo, sorpreso.
Niall inizia a ridere:- Liam, spiegalo tu ad Harry.-
Liam lo guarda storto, gli da uno spintone amichevole e poi mi spiega:-Stamattina mi sono scontrato con lei fuori dal Luxury e le ho rovesciato il mio frullato addosso.-
Niall ricomincia a ridere, seguito da me, mentre Liam ci rivolge parole poco gentili e non smette fino a casa. Lì ad aspettarci c’è Zayn, sdraiato sul divano, non da solo: sdraiata di fianco a lui, con addosso solo della biancheria intima che lascia ben poco all’immaginazione, c’è una ragazza, intenta a fumarsi una sigaretta. Ai piedi del grande divano stanno tutti i loro vestiti, sparsi sul tappeto. –Oh, Zayn, andiamo, non dove ci sediamo anche noi! Hai una camera tutta tua per quello.- commenta Liam, mentre le guance della ragazza, che si è accorta della nostra presenza, diventano leggermente più rosse.
-Forse è meglio se tolgo il disturbo.- dice lei alzandosi e guardandosi intorno alla ricerca dei suoi vestiti.
-No no, resta pure, per noi non c’è nessun problema!- le risponde Niall, guardando fisso il suo seno prosperoso, davvero prosperoso.
-Piper, prendi i vestiti e vai di sopra, aspettami lì. Seconda camera sulla destra, arrivo tra un secondo.- le dice Zayn, indicandole le scale.
Una volta che la ragazza è uscita dal salone, Zayn si alza dal divano, fruga nella tasca della felpa appoggiata ad una sedia e ne estrae una bustina, che lancia a Niall.
-Arrivata proprio oggi, regalino di Finn per la fine del tour- e, anticipando Niall, aggiunge: -è buona, l’ho già provata. Ora, se volete scusarmi, vado a concludere un certo affare al piano di sopra. Ma tra mezz’ora sono tutto vostro.-
-Non la inviti a restare per cena?- lo prende in giro Niall.
-Fottiti, Horan. Torna pure a fumarti l’erba mentre io scopo.- ribatte Zayn ridendo.
-Sfondala, Malik!- grido a Zayn mentre sale le scale, e lui in risposta scuote leggermente la testa, divertito.
Sto per aprirmi la birra che ho appena tirato fuori dal frigo quando mi suona il cellulare. È mia madre; sbuffando, rispondo.
-Tra mezz’ora in punto a casa o ti scordi di uscire per i prossimi tre mesi.- mi ordina.
-Come scusa? Sono con i miei amici e- non mi lascia finire di parlare.
–Nessuna protesta. Alle otto arrivano i nonni per una cena in famiglia e sei tenuto a degnarci della tua presenza. Ti voglio a casa entro le sei e mezza prepararti ed aiutarci a sistemare per la sera.
-Ma io avevo già dei programmi con loro per stasera.- ribatto, piuttosto scocciato.
-Harry, fino a prova contraria sono tua madre. Non mi importa la superstar che sei diventata, ora sei a casa e mi farebbe piacere che passassi del tempo con la tua famiglia. È da tanto che non li vedi, non credi che loro vorrebbero rivedere il loro nipote?- dice, addolcendosi leggermente.
-Ve bene, ci sarò. Per le sei e mezza sarò a casa, promesso.- dico sospirando.
-A dopo. Oh, passa in rosticceria dalla signora Kender a ritirare la busta che mi ha lasciato da parte.-
Mi alzo dal divano svogliatamente e spiego la situazione ai ragazzi. Prima di uscire, Niall mi lancia un sacchettino –La tua parte- spiega, in risposta al mio sguardo interrogativo. Con un cenno saluto tutti, e dopo essermi tirato su il cappuccio, mi dirigo verso casa.
Sto camminando verso il negozio della signora Kender quando vedo Rebecca che si guarda intorno, piuttosto spaesata. Quando mi vede, prima alza gli occhi al cielo, poi sorride e mi si avvicina.
-Harry!- mi saluta, stranamente in modo caloroso.
-Bella bionda, come va?- le chiedo in risposta.
-Senti, tu per caso sai quale è il negozio della signora Kender? Devo ritirare una busta per Eveline ma non ho idea di dove cazzo sia.-
-Ecco perché eri gentile con me. Dai vieni, ci sto andando anch’io.-
Una volta usciti di lì, ci dividiamo, ognuno diretto alla rispettiva abitazione.
-Beh, ci vediamo più tardi- mi saluta Rebecca.
-Oh, ci siete anche voi a cena?-
-Così pare, Anne ci teneva ad avere anche Eveline e me stasera.-
-A dopo allora- le dico a mia volta, sorridendole mentre la guardo allontanarsi lungo St Daniel Street.
 
-Sono tornato!- annuncio a voce alta mentre chiudo con la spalla la porta di casa.
-Vieni ad appoggiare la busta in cucina e vai a prepararti.-
Dopo averle portato tutto quanto, vado in camera mia, ma prima di andarmi a fare una doccia nascondo attentamente il sacchetto che mi ha dato Niall: l’ultima cosa che voglio adesso è che scoppi uno scandalo sulle brutte abitudini di Harry Styles.
 
#REBECCA’S POV
 
Ho passato un bel pomeriggio con Melanie, e adesso la cena a casa Styles è davvero piacevole. C’è un atmosfera così tranquilla e serena, ben diversa dalle cene di famiglia a cui ero abituata a San Diego. Harry sembra così diverso, una persona completamente estranea a quella che mi si è presentata in camera pochi giorni fa.
Verso le dieci Anne, Eveline ed i nonni di Harry decidono di andare a fare una passeggiata per Holmes Chapel, mentre Harry ed io restiamo a casa. O meglio, Harry convince tutti che per noi ragazzi sarebbe noioso passeggiare e fermarsi all’esibizione della banda prevista per questa sera, così propone di restare a casa a guardare un film.
Poco prima di uscire di casa, Anne chiama il figlio in cucina. Io devo andare in bagno, così passandoci davanti non posso fare a meno di sentire uno stralcio della loro conversazione:
-Allora mamma,sono stato il figlio perfetto che vuoi?-
-Non fare il cretino, sai quanto ci resterebbero male i nonni se venissero a sapere del ragazzo che sei diventato; già è strano che non abbiano letto i casini degli ultimi mesi, le ragazze in hotel, gli after parties, le tue tante, troppe foto da ubriaco che circolano, per menzionarne solo alcuni. Che ti è successo, Harry? Tre anni fa non eri così.
-Mamma, non ti intromettere in questo. È la mia vita, me la gestisco io.-
A quel punto non voglio sentire altro, e mi affretto a tornare nel salone, dove intanto si erano accomodati gli altri.
Una volta che sono usciti, mi lancio sul divano, e chiedo ad Harry: -Allora, che film guardiamo?-
-Su questo televisore niente, vieni.-
Con un sospiro mi alzo e lo seguo fino a camera sua.
-Ecco, qui si sta molto più comodi. Visto che io ho scelto il posto, a te lascio scegliere il film. La mia collezione è là nell’angolo, vacci a vedere.-
-Sul serio Harry, guardi porno così scadenti?- ridacchio sventolando un dvd che ho trovato sullo scaffale che mi aveva indicato.
-Non ne ho bisogno, fidati. È roba vecchia. Dai ora muoviti.-
Una volta che ho scelto il film, American Pie, giusto per non farci mancare niente, lo raggiungo sul grande letto matrimoniale.
-Vuoi fare un tiro?- mi chiede allungandomi la canna che si era appena fatto su.
-E così sei diventato un ragazzo cattivo, Harry? La mamma lo sa cosa fai mentre sei in giro per il mondo?-lo prendo in giro, per poi ritornare a guardare il film.
 
Una volta che ha fatto anche l’ultimo tiro, Harry si affretta ad aprire la finestra per far si che l’odore si disperda, ed una volta abbassate le tapparelle (-per far si che i paparazzi non facciano foto strane- si giustifica) torna a sdraiarsi, mettendosi attaccato a me e cingendomi le spalle con un braccio.
-Allora, bella biondina, non trovi che questa serata sia un po’ troppo noiosa?- mi sussurra vicino all’orecchio.
-No, direi proprio di no, anzi, questo film è davvero divertente.- quanto mi diverto a prenderlo per il culo.
-Andiamo, non fare la difficile, so perfettamente quanto vuoi prendermi il cazzo in bocca.- ringhia sempre vicino al mio orecchio. Sto per annullare ogni distanza tra i nostri visi, quando sentiamo il tonfo della porta che si richiude, seguito da un -Siamo tornati!- di Anne. Subito ci allontaniamo, ed io mi alzodi scatto, raggiungendo gli altri in salotto, e seguita poco dopo da Harry.
-Come mai così presto?- chiede lui, leggermente scocciato.
-Ha iniziato a piovere, l’esibizione è stata annullata- spiega Anne
-È ora che io e Rebecca torniamo a casa, domani ho il turno di mattina.-
-Ma non vorrete tornare a piedi e bagnarvi? Harry, prendi la tua macchina ed accompagnale!- chiede Anne al figlio.
-Va bene mamma, vado a prendere le chiavi in camera e arrivo. Rebecca, credo tu abbia lasciato il tuo maglione in camera mia, mi accompagni?-
-Ma certo, facciamo in un attimo!- dico in risposta ad Harry ed al suo sguardo decisamente eloquente.
Harry mi trascina in camera e chiude la porta alle sue spalle, per poi avvicinarsi a me, sempre di più
-Dove eravamo rimasti?- mormora con lo sguardo fisso sulle mie labbra.
-Eravamo rimasti ad io che me ne torno a casa. E a te che mi ci accompagni.- gli rispondo divincolandomi da lui ed infilandomi il maglione che avevo abbandonato sul letto, e dirigendomi subito dopo verso la porta.
E quando lo sento dire -Stronza- tra i denti, ma a voce abbastanza alta da farsi sentire dalla sottoscritta, non posso fare a meno di sorridere.
  
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