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Autore: White Dreamer    07/06/2013    1 recensioni
Sei sempre stato il centro del mio universo. Il mio cuore. Eri il mio tutto. Mia casa. Mio rivale. Mio amico. Mio nemico. Mio fratello. Mio, mio, mio. In un modo così viscerale, così naturale, così malato da risultare perfetto.
Fiore marcio da cui bevevo nettare nero.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Note: Questa seconda flash non era in programma. Ho deciso tuttavia di crearne una dal punto di vista di Sasuke. Lo stile di scrittura è leggermente differente.
 

 
 

Tu non potresti capirmi Naruto. Neanche se continuassi a provarci per i prossimi vent’anni.
Perché se un idiota, un fesso esagitato che distribuisce pace e amore.  Sempre sorridente - il ninja con una paresi facciale.

Perché non hai mai avuto paura di essere felice.
 



Io sono Ombra. Oscurità. Buio. Nero. Solo.  I miei occhi riflettono la mia condizione.

Occhi di serpente, famelici e assassini.

L’opposto dei tuoi. Così chiari, così azzurri, così dannatamente pieni di speranza.
 



La speranza è luce, è perdono, è casa.
Ma io non voglio essere perdonato, voglio la vendetta. Voglio che Konoha bruci con tutti i suoi abitanti. Quella non è più la mia casa. Non ho più una casa da molto tempo, e non voglio averla. Voglio vedere scorrere il sangue.

Sangue di uccellino temerario. Che continua a volare, intrepido.
 



La tua luce era forte. E io ero l'ombra. Volevi spazzarla via quella tenebra. Ma non ci saresti riuscito. Perché il mondo si era già messo in mezzo.

Il peso dell’odio e del dolore erano troppo alti. Querce secolari, con radici ben piantate nel terreno. Creando così un’ombra troppo, troppo estesa. Il sole non poteva vincere.
 
 
 

E davvero non capivo perché continuassi a corrermi dietro. Tu non te ne rendevi conto – del resto sei un dobe – ma era ovvio che quella caccia al fantasma ti stava distruggendo.
Ero così vitale per te? Così dannatamente necessario?

Se impedisci al colibrì di battere le ali, muore in meno di un minuto.

 

“Come posso meritare il titolo di Hokage se non riesco neanche a salvare il mio migliore amico?” - come se tu potessi mai essere un leader decente.
Quella era la tua risposta a tutto.  Ma se guardavo nei tuoi occhi ne potevo vedere altre cento di risposte.

“Sei il mio pezzo mancante”. “Vorrei essere in grado di odiarti”. “Non puoi lasciarmi solo”.




“La tua casa sono io Teme, e lo sarà sempre”.
 








 
 

I miei sensi si stanno affievolendo. Sento in lontananza lo scrosciare di una cascata. C’è un lago qui vicino? Non – non me lo ricordo.
Apro a fatica gl’occhi. La mia mente ormai è lontana ma il formicolio che sento in tutto il corpo mi ricorda che sono ancora vivo.
 

Giro la testa e incontro dei pezzi di cielo. Ma non mi parlano più. Non potranno più farlo. Perché sei morto, morto, morto. Il sole è tramontato, lasciando libera la tenebra di regnare.
E mi viene da piangere. Io, il grande Sasuke Uchiha. Colui che è e sempre resterà ombra.

Il serpente che ha avvelenato il cuore del colibrì prima di divorarlo.
 

Con le poche forze che mi rimangono striscio verso di lui e afferro la sua mano. E’ fredda. Il suo cuore non emana più il calore che scaldava i miei occhi.
Perché in fin dei conti, anche se ero un’ombra, non ero fredda. Lui mi scaldava. Anche se ero cieco e non ho mai voluto vedere la mano che mi veniva offerta.
 

Il suo calore mi scaldava.
 
 

Siamo a casa Naruto.





  
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