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Autore: _keys_    08/06/2013    3 recensioni
-"Ma io ti amo Phoebe!"- mi disse Zayn.
-"Ti amo anche io Zayn, ma il nostro è un amore proibito!"-.
-"E come faremo?"- disse stringendomi le mani e guardando verso il basso.
-"Ci rincontreremo un giorno. Ci rincontreremo nei nostri sogni!"-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo mi svegliai tardissimo.
 
Come al solito ero da sola, ma ormai mi ci ero abituata. Non avevo una mamma che mi dicesse di sbrigarmi e che si arrabbiava, ma che poi ti salutava e ti perdonava con un bacetto sulla guancia.
 
Non feci colazione, e mi sbrigai a lavarmi e a vestirmi.
 
Londra quella mattina era calda.
 
Presi la mia bicicletta, e pedalai velocemente per arrivare in tempo a scuola. Quando arrivai, la campanella era suonata, e sapevo cosa voleva dire: detenzione, che dovevo scontare altre due ore dopo l’orario scolastico.
 
La giornata fu pesante, con sei ore, tre intere nel laboratorio di chimica. Clare quella mattina stranamente mi era vicina come i vecchi tempi, cosa che mi fece pensare che si stesse approfittando di me:  aveva fatto amicizia con Claudia, una ragazza italiana che però si era subito ambientata bene. Era una troia assurda, masticava la gomma a tutte le ore del giorno, con quel suo modo di fare poco a dire insopportabile, con quelle magliettine trasparenti e scollate che facevano vedere il suo seno, che ingrandiva con la carta igienica. Indossava sempre dei leggins neri, che gli ingrandivano il sedere. Aveva i denti perfetti e da quello che raccontava aveva avuto l’apparecchio. Aveva i capelli rasati da un lato, e più lunghi dall’altro e ci provava con tutti con quella risatina finta che io e Mary (la mia compagna di classe, con cui passavo tantissimo tempo) sapevamo imitare alla perfezione, tirando la testa indietro.
 
Era insopportabile, un canarino in calore che trovavo tutti i giorni in bagno, alla stessa ora, con uno diverso.
 
Mha.
 
In corridoio tutti sbavavano alla sua vista: sembrava una diva, e Clare non si accorgeva che la stava usando.
 
Odiavo Claudia, e non solo per il fatto che era una troia, ma perché si era impossessata della mia migliore amica.
 
Andai a pranzare con Mary in mensa; Clare era con Claudia al tavolo dei più “popolari”. Non mi era mai interessato la divisione dei meno popolari e dei più sfigati a scuola. Non eravamo in un film americano, eppure era realmente così. Secondo me, chiunque si poteva sedere dove voleva, e non doveva esserci una divisione. Sembrava essere tornata ai tempi dell’aparthaid, ma applicato alle persone sfigate.
 
Non ce n’era bisogno. Tutti sedevano dove volevano.
 
Finito di mangiare, Mary se ne andò a casa, mentre io prima di andare in detenzione andai in bagno.
Entrai nel bagno delle ragazze e in un bagno si sentivano provenire…. Come dire… “urla di piacere!”
Poco dopo uscirono dal bagno.
Rimasi interdetta nel vedere Zayn e Claudia.
Non ci potevo credere. Era un puttaniere.
Non me lo sarei aspettato da lui.
Sembrava un ragazzo gentile e dolce. Non uno … così. E poi con Claudia.
Era caduto proprio in basso. Lei era ripetente, lui invece con ottimi voti a scuola.
Diceva di essere stata bocciata per tre anni, perché aveva cambiato molte scuole.
Secondo me non era vero.
Io gli sorrisi lo stesso per educazione, mentre lui si limitò a guardarsi quasi con una faccia schifata, facendo finta di non conoscermi.
Ma chi razza si credeva di essere.
La mia cotta per lui era improvvisamente sparita.
 
Usciti dal bagno li sentii parlare.
Claudia diceva di rincontrarsi il giorno dopo, e lui gli rispose che forse non gli era stato chiaro che usciti dal bagno, diventavano estranei l’uno dell’altro, anche se prima avevano scopato nel bagno.
Che squallore.
Ero una tipa schietta che dice le cose in faccia alle persone.
Sono brava a scuola, anche se a primo impatto non sembrerebbe, dato che vesto sempre da “dura”, anche se non lo sono per niente. Cerco di sembrare forte, ma in realtà sono molto fragile.
Uscii dal bagno con una faccia schifata e guardando male Zayn. Non m’importava se se ne accorgeva.
 
Andai a scontare le mie due ore in detenzione.
 
Finito, andai nella palestra della scuola per aspettare Mary che finisse i suoi allenamenti.
Nel frattempo mi sedetti sugli spalti a leggere un libro.
 
-“Sono brave vero?”- disse una voce che mi fece sobbalzare e interrompere la mia letture.
Mi girai e vidi Zayn vicino a me. Giornata peggiore non poteva esserci.
-“Si”- risposi alquanto fredda.
-“Che leggi?”- mi chiese interessato a quello che stavo facendo e improvvisamente ricordandosi che mi conosceva.
-“Un libro!?”- gli risposi ironica facendo una smorfia.
-“Che caratterino!”- disse lui sperando di non sentirmi.
Continuai la mia lettura, sperando che se ne andasse, ma invece rimase lì.
-“Come mai qui?”- mi chiese disturbandomi di nuovo.
-“Aspetto una mia amica!”- risposi freddamente e disturbata.
-“Io aspetto un mio amico!”- mi disse lui guardando la porta dello spogliatoio.
-“Nessuno te l’ha chiesto!”- dissi a bassa voce.
Lui non se ne accorse credo, ma anche se fosse non me ne importava niente.
-“Allora per le ripetizione di spagnolo?”- disse guardandomi.
-“Mia madre si inventa troppe cazzate. Ho ottimi voti in tutte le materie, non mi servono ripetizioni di nessuna materia!”- disse continuando a tenere gli occhi sul mio libro.
-“Non ci credo che si sia inventata una cazzata. Una ragazza come te…”-.
-“Come scusa?”- sbottai guardandolo incazzata.
-“Beh … guarda come vesti. Vesti da dura. Se avessi buoni voti in tutte le materie, vestiresti da secchiona, con gli occhiali, con una coda da cavallo e con dei vestiti anni sessanta, con la sottana e le calze!”- disse ridendo.
-“Che cazzo centra il modo in cui mi vesto. Tu vesti da stronzo e lo sei realmente!”- dissi incazzandomi.
-“Io sarei stronzo?”- mi chiese con un modo da arrogante.
-“Si sei uno stronzo. Ti ho sentito prima in bagno. Te la sei scopata e quando sei uscito fuori, mentre ti stavi abbottonando ancora i bottoni della camicia, gli hai detto di non conoscerla e che tornava tutto come era prima. Hai usato una ragazza per gioco, l’hai scopata solo per il piacere di farlo!”- gli urlai quasi.
-“Si lo so ho sbagliato. Io non sono così. Sono diverso. Sono stato appena mollato dalla mia ragazza, e volevo farla rosicare. Mi piace ancora, ma lei ha fatto la stronza con me e gli volevo far vedere che anche io posso essere stronzo!”- disse con gli occhi lucidi.
-“Non mi farò incantare dalle tue parole, non ci credo!”- dissi guardando Mary che faceva i salti mortali.
-“Ma è così credimi. Non sono così. Non sono uno stronzo. Non mi piace nemmeno esserlo. Sono stato trattato male e volevo farla pagare alla mia ragazza. Credimi!”- disse convincendomi.
-“Non capisco il perché tu lo stia dicendo a me scusa!”- dissi guardandolo.
-“Non voglio apparire per quello che non sono, io non sono così, sono diverso. Sono come quello ieri a casa tua!”-.
-“E allora perché non mi hai nemmeno salutata quando ti ho sorriso?”- dissi interdetta.
-“Te l’ho detto, stavo facendo lo stronzo! Te lo giuro non sono così!”- continuò a dirmi.
-“Beh la parte da stronzo ti è uscita bene, e comunque non devi convincere me. Non mi interessa come ti poni alla gente. Ti do solo un consiglio. Se non vuoi sembrare quello che non sei, non prendere atteggiamenti diversi dal tuo io vero. Se mostrerai sempre la tua falsità, un giorno tutte le persone smetteranno di crederti e perderanno la fiducia in te. Chiedi scusa a Claudia. Anche se è una troia, non devi trattarla così. Ne lei, ne tutte le ragazze!”- disse chiudendo il libro e mettendolo nella borsa.
-“Si, ma tu mi credi che non sono così?”-.
-“Zayn non ci conosciamo per niente. Non vedo perché ti stai scusando con me. Non hai fatto un torto a me!”-.
-“Ti prego credimi!”-.
-“Perché mi stai convincendo ancora?”- chiesi scocciata – ci siamo conosciuti solo ieri, che vuoi da me? Non capisco il perché stai dicendo a me queste cose. Scusa ma ora devo andare!- dissi infine mettendo la borsa a tracollo e raggiungendo Mary che mi stava aspettando.
 
Uscimmo fuori e tornammo a casa insieme.
 
Nel tragitto raccontai tutto a Mary che voleva sapere tutto.
 
Lei mi disse che forse, il fatto che mi stava raccontando queste cose, era perché mi facessi un’idea sbagliata su di lui e che magari e che aveva paura di sputtanarlo.
 
Io le risposi che non me ne fregava niente di quello che faceva e che era la sua vita, e come tale la viveva come cavolo voleva.
 
Entrai a casa, come al solito vuota e desolata.
 
Misi qualcosa sotto ai denti, dopodiché studiai un po’ e mi andai a dormire, chiedendomi ancora perché stesse a raccontare a me queste cose.
 
Mi addormentai con un gran mal di testa.
 
 
Spazio autrice.
Sono delusa da questo capitolo. Improvvisamente non ho avuto più ispirazione e ho scritto una ciofeca.
Vi prego di commentare. Accetto critiche. Cercherò di fare u capitolo migliore di questo la prossima volta.
Grazie a chi commenterà e mi dirà che cosa ne pensa.
  
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