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Autore: shesfelix    08/06/2013    0 recensioni
Questa è la mia prima ff in assoluto, quindi spero siate comprensivi se non è il massimo. Ce la metterò sempre tutta per migliorare e rendere più comprensibili possibile gli avvenimenti e gli stati d'animo.
Il titolo è una frase latina che significa "se tu sarai felice, lo sarò anch'io". Se volete contattarmi su twitter, sono @shesfelix. Vi sarei anche grata se recensiste per farmi sapere come vi sembra. Grazie in anticipo!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Louis

«Lou, non credi che sia ora di scendere? Ci staranno aspettando!» esordì Evanna «E il ciuffo sta benissimo, smettila di guardarti allo specchio» aggiunse sorridendo e spingendogli lievemente il braccio.
La guardò smarrito. Erano su per giù dieci minuti che aveva parcheggiato la loro Mini blu notte sotto casa di Elisabeth e Harry, ma non si era ancora deciso a uscirne. Era nervoso: quella mattina Harry li aveva chiamati e invitati a passare del tempo insieme e Louis aveva colto la palla al balzo. Il giorno prima non era riuscito a parlare con Elisabeth, perciò aveva pensato che quella poteva essere l’occasione buona per chiarirle l’accaduto.
«C-cosa?»
Sua sorella gli ripeté ciò che aveva detto, scandendo le parole; poi sorrise e gli accarezzò una guancia. A Louis si scaldò il cuore. Era per lei se aveva tenuto duro e per cui avrebbe continuato a lottare.
Le sorrise. «Ti voglio bene» sussurrò, e le baciò piano la guancia.
«Anch’io» gli rispose intrecciandogli una mano «Andiamo?»
Annuì, e si diressero insieme verso la palazzina color del cielo quand’è sereno. L’ammirarono, poi citofonarono.
«C’incontriamo nuovamente, signori Tomlinson» annunciò Dylan solennemente apparendo sulla soglia del portone.
Louis restò incredulo. Ancora lui? Era una piaga vivente.
«Spero non ti rechi disturbo» sorride cortesemente Evanna.
«Ovvio che no» ribatté con un sorriso ipocrita.
«Ragazzi, finalmente!» Harry sbucò dietro di lui, seguito da Elisabeth. Li salutarono e li fecero entrare. «Dylan se ne sta andando e non avremo il piacere di averlo con noi quest’oggi. Non è vero, Dylan?» aggiunse quasi minaccioso.
«Proprio così. Oh, è arrivato il mio autista. A presto!» e si dileguò.
Harry chiuse il portone e vi appoggiò le spalle sospirando, sfinito. «Qualcuno mi dissuada dal commettere un omicidio!»
«Non essere così severo…»
«Liz, tu sei troppo buona»
Louis non riusciva a staccarle gli occhi di dosso mentre li conducevano in salotto. Seguiva ogni sua mossa. Gli sembrava una bellissima e aggraziata dea dalle movenze leggiadre, e la sua vista continuava a togliergli il fiato com’era successo la prima volta.
«Avete davvero una bella casa, complimenti!»
«Ti ringrazio, Evanna» rispose Elisabeth raggiante.
In effetti, Louis dovette ammettere che alla famiglia Windsor il buon gusto non mancava di certo. Si sentiva a suo agio tra mobili antichi, vasi e tappeti pregiati e bei quadri.
«Già, proprio una bella casa»
«E non hai visto la libreria! Liz, che ne dici di accompagnarci Louis? Sarà sicuramente interessato a visitarla» propose Harry speranzoso.
«Se può fargli piacere, perché no» rispose balbettando e arrossendo.
«Sì, sarebbe bello» ammise Louis sorridendole rassicurante avvicinandosi a lei.
Gli sorrise timidamente. «Vieni»
Sentì un sommesso battere di mani dietro di lui, mentre le camminava accanto. Il suo nervosismo era aumentato a dismisura e lui non faceva altro che guardarsi attorno cercando di dire qualcosa d’intelligente, dal momento che nessuno dei due proferiva parola. Infine si fermarono davanti a una porta, che Elisabeth aprì.
«Prego» sussurrò con sguardo basso.
Entrarono e Louis si ritrovò davanti uno spettacolo unico: scaffali pieni di libri e alti sino al soffitto (scolpito con motivi floreali) che seguivano il perimetro della stanza esagonale, poltrone, tavolini, moquette soffice e un pianoforte color mogano con un candeliere come soprammobile.
«Dio mio, ma è bellissima» riuscì a sussurrare, avvicinandosi agli scaffali per esaminarne il contenuto e annusarne l’odore.
«Grazie. È uno dei posti che preferisco» confessò la ragazza.
Louis prese a costeggiare gli scaffali sino al pianoforte, sotto il suo sguardo attento. Senza rendersene conto sollevò la copertura, si sedette e cominciò a suonare. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica: quanto gli era mancato quel suono, era da tanto che non toccava un pianoforte. Smise solo quando sentì poggiarsi con dolcezza una mano sulla sua spalla. Si voltò e sorrise arrossendo.
«Scusami, avrei dovuto chied…»
«Per Elisa» sussurrò sedendosi accanto a lui «Adoro questo brano. Suona ancora, per favore» richiese sorridendo timidamente.
Louis riprese e la melodia riempì nuovamente l’ambiente, risuonando all’unisono con i battiti del suo cuore.
«Elisabeth…» cominciò sospirando poco dopo aver terminato il pezzo.
«Sì…?»
«È da ieri che questo pensiero mi tormenta. Devi scusarmi»
«Per cosa?»
«Per l’episodio di Zayn»
«Oh, Zayn» sussurrò rassegnata «Louis credimi, non dirò a nessuno ciò che è successo, se è questo a preoccuparti. Sono che riguardano voi e suppongo che non vogliate che si sappia in giro, per adesso, quindi… puoi stare tranquillo»
«Elisabeth, no… A me non è mai interessato Zayn; né un ragazzo in generale» disse speranzoso che capisse.
«Allora non comprendo perché ti preme così tanto che io…»
La sua voce si affievoliva man mano che Louis avvicinava il viso al suo. L’attenzione del giovane era catturata interamente dalle sue fini, rosee e invitanti labbra, su cui premette le proprie. Quel contatto gli parve ciò che al mondo si potesse provare di più bello. Chiuse gli occhi e prese con cautela il suo viso infiammato dall’imbarazzo tra le mani come se avesse paura che potesse scomparire, o potesse farle del male; poi schiuse leggermente le labbra, accogliendo infine le sue tra le proprie e rendendo quel bacio più lungo e caldo. Louis non riusciva a sentire che il tepore e la morbidezza della sua pelle, il respiro affannato di lei che gli solleticava l’epidermide e il battito del suo cuore. Piano Elisabeth si fece coraggio e intrecciò le dita tra i suoi capelli. Quando quell’intenso momento terminò lei teneva lo sguardo basso, col viso avvampato e i boccoli che glielo incorniciavano, tutta tremante. Louis le prese una mano e le baciò dolcemente il dorso, poi la costrinse a guardarlo negli occhi. Fu come un colpo al cuore per lui incrociarli, ma tentò di conservare la calma.
«Ecco, perché m’importa»
 
Harry

«Oh, Louis…» sospirò Evanna.
L’ultima nota della melodia risuonò per tutta la casa e la vide riaprire gli occhi, abbozzando un sorriso. Harry non aveva fatto altro che osservarla incantato per tutto il tempo e aveva constatato con preoccupazione che ora le sue iridi brillavano lucide. La guardò interdetto.
«Credo sia stato lui a suonare»
«Davvero? Cosa te lo fa pensare?» domandò incuriosendosi.
«Beh: ai pianoforti non resiste, e poi questo era il brano preferito di mia madre, quindi potrebbe essere…»
«Mi dispiace, non avevo idea che…»
Evanna fece una smorfia per fargli capire che andava tutto bene ma Harry non si sentì affatto sollevato. Si diede per l’ennesima volta dello “stupido”.
«Ecco qui, ragazzi!» Anne fece la sua comparsa in salotto con un vassoio colmo di dolci che posizionò sul tavolino al centro della cerchia di divani e poltrone dov’erano seduti. «Fammi indovinare: tu devi essere Evanna! Harry mi ha parlato molto di te e devo dire che la sua descrizione non ti rende minimamente giustizia» disse alla bionda facendole l’occhiolino.
La ragazza sorride amabilmente, leggermente rossa sugli zigomi. «Molto piacere»
«Tolgo il disturbo. Fa’ il bravo, Harry» raccomandò scompigliandogli i ricci ribelli.
«Come avrai capito, lei è mia madre» precisò imbarazzato «Devi scusarla, le piace mettermi in ridicolo»
«Vi assomigliate molto. Ha il tuo stesso sorriso» osservò Evanna addentando un muffin al cioccolato.
Intuì che molto probabilmente era un complimento quindi si sentì lusingato e le sorrise.
«Come mai Dylan era qui?»
Rifletté se fosse una buona idea parlargliene così prematuramente. Il signor Windsor aveva espressamente vietato a sua figlia di spifferarlo in giro ed era già tanto se si era confidata con Harry. Conosceva da poco Evanna, ma gli ispirava fiducia; e comunque se il progetto fosse andato in porto tutti lo avrebbero saputo.
«Vogliono costringere Liz a fidanzarsi con lui -sai, “roba da nobili”- e Dylan era qui per “corteggiarla”. Per adesso, lei resiste» le disse a voce bassa, con una punta di rassegnazione. Chissà per quanto.
 
Liam

Quella notte era stata una delle più soddisfacenti della sua vita. Liam si era ben impresso in mente i sospiri di Phoebe, le sue mani sul proprio corpo, l’espressione di piacere e brama con cui l’osservava, le iridi marron-verdi inchiodate alle sue color miele, per non parlare dei graffi che gli aveva inciso nella pelle, che gli bruciavano ancora. Nonostante la doccia il suo profumo non era andato via.
Ogni volta che passava era più coinvolto, più attratto da lei, dal suo modo di fare. Quando si trovavano così (petto contro petto, fronte contro fronte, vulnerabili, senza né controllo né pudore) lei si presentava diversa ai suoi occhi: sembrava che si desse a lui completamente, anima e corpo; che con lui facesse sul serio; che facessero l’amore, insomma.
Liam affondò il capo nel poggiatesta della sua auto, sospirando aveva sentito il bisogno di tornare in garage e risiedersi sul sedile del guidatore, quella mattina. Il loro odore, il loro sudore, il loro sapore, erano tutti lì dentro, come imprigionati. E quei momenti e quei ricordi erano tutti suoi.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dalla suoneria del cellulare. Guardò lo schermo e sgranò gli occhi: un messaggio da parte di Phoebe. I battiti del cuore cominciarono ad accavallarsi all’interno della cassa toracica. Col fiato corto lo aprì e lesse:
Io e Niall abbiamo fatto pace. Dimentica stanotte e non cercarmi.”
A Liam ci volle del tempo prima che potesse realizzarne il significato. Avevano fatto pace, giusto? Per lei ciò che era successo tra di loro era stato solo un errore, solo sesso? Avrebbe dovuto immaginarlo. In fondo, sapeva che Phoebe teneva fin troppo a Niall; sapeva che non lo avrebbe mai lasciato, ma soprattutto che non si sarebbe mai innamorata di lui.
«Sai cosa, Phoebe Malik? Fottiti» sibilò con rabbia scagliando il cellulare sul sedile accanto.
Uscì dall’auto e si passò una mano tra i capelli per poi dare un calcio alla cassettina degli attrezzi.
«Hey, Payne!»
Liam si voltò in direzione della voce smielata, preso alla sprovvista.
«Eleanor, ma Cristo avvisare non si usa più? Un messaggio, una chiamata, dei segnali di fumo… no…?»
La ragazza squittì una risata mentre scendeva la scalinata e si levava il cappotto. «Non dirmi che ti ho spaventato»
«No, non mi hai spaventato» cantilenò lui di rimando «Come hai fatto a trovarmi?»
«Mi ha fatto entrare la tua governante» spiegò fiera per chissà quale oscuro motivo , studiando le proprie unghie. Poi lo guardò negli occhi. «Che succede? Ti vedo… triste»
«No, non sono triste. Perché sei venuta?»
«Sai, Payne…» sussurrò guardandolo innocentemente e mordendosi il labbro inferiore, mentre gli accarezzava il collo con un’unghia «Non me lo ricordo. A volte, si fanno delle cose senza motivo o solo perché se ne ha voglia» continuò, portandogli una mano sul senso e abbassandosi la cerniera laterale del corto vestito.
Liam cominciò ad andare in tilt, osservando il tubino che scendeva aderendo alle sue forme e notando che era completamente nuda. «E tu di cos’hai voglia, Eleanor?» sussurrò serio stringendo ancora di più la protuberanza.
Lei schiuse leggermente le labbra e un lampo d’insicurezza le guizzò nelle iridi, così lui ne approfittò per prenderla in braccio e lasciarla attorcigliare le gambe attorno ai suoi fianchi, per poi comprimerla allo sportello dell’auto.




Eccomi con un capitolo fresco fresco di giornata, dal momento che l'ho terminato proprio poco fa! Allora, raccontatemi, che ne pensate in generale e degli intrecci che si stanno creando? Qual è la vostra coppia preferita sino ad adesso?
Prima dei saluti, volevo dire che LA SCUOLA E' FINITA E COMINCIANO LE VACANZE. Passate una bella e rilassante estate!
Fel.
  
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