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Autore: xForeverUsx    08/06/2013    31 recensioni
A cosa cavolo serve l’ordine, se tutto ritornerà in disordine? A cosa serve innamorarsi se poi sai che devi soffrire? È come scavarsi una fossa, perdere un sacco di energie, poi caderci dentro, e scoprire di non essere morti. È una strada senza uscita, e senza via di fuga; e nel caso riusciresti a trovarla, ne usciresti lesionato. E odio avere graffi sul corpo che mi ricordino cose che voglio dimenticare, soprattutto se quei graffi si incidono su quella specie di organo chiamato cuore.
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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HO FATTO IL TRAILER, SE VI VA GUARDATELO..
https://www.youtube.com/watch?v=UDmA_b4LAp8







 

-They are the petals, I’m the thorns-

Chapter one
 

 
 

Non esiste essere vivente che non provi sentimenti. Già, i sentimenti. Sono qualcosa di nostro, che appartiene ed ognuno di noi; l’unica cosa di noi stessi che qualsiasi individuo non potrà mai capire, per quanto potremo sforzarci a descrivere. Sono conservati nella parte più nascosta di noi stessi. Perfino noi, a volte, non riusciamo a trovarli. Si confondono fra di loro, ma alla fine sono due a prevelare su tutto: odio e amore. Due sentimenti così apposti che se destinati ad incontrarsi sarebbero solamente in grado di distruggersi. E noi eravamo questo: io ero l’odio, lei era l’amore. Ogni particella del suo corpo era un miscuglio di felicità, allegria, dolcezza, ogni suo gesto nascondeva gentilezza, felicità, e tutto questo era solamente una parte di ciò che riusciva aprovocare il mio odio.
Ogni particella del mio corpo era un composto di odio.


Kathryn Leila Evans era bianco, luce, bene, amore.


                 ****

 
 

Odio il fatto di non essere una persona come tutte le altre, con una vita invidiabile. Odio ciò che la vita mi ha riservato, un trattamento al quale non puoi opporre resistenza; e per quanto io ci provi, sono destino all’odio: a provare odio, invidia per chi ha tutto e dove essere punito. Perché secondo una mia logica, non mi sembra per niente giusto il fatto che qualcuno abbia una vita cosi vicina alla mia, ma così opposta, come se gli altri fossero i petali e io le spine: chi mi tocca è destinato a pungersi. Anche se la maggior parte delle volte, non sono gli altri a decidere di pungersi, ma sono io che faccio in modo che gli altri si pungano. La mia arma, quella più efficace è la naturalezza, la mia semplice dote a non far trasparire qualsiasi sentimento io provi, anche se prevalentemente tutti i miei sentimenti girano attorno all’odio. Nessuno è in grado di capirmi, eccetto una persona: Liam Payne.
Lui si è punto, ha rischiato di avvicinarsi a me, e non si è arreso, ci ha riprovato, finché, abituato a ciò che provocavano le mie spine, è riuscito a non pungersi, arrivando a capirmi perfettamente, a capire ogni centimetro di me, facendo risalire cose che io stesso credevo sepolte. E per suo dispiacere gran parte di queste cose hanno solamente aumentato la mia rabbia verso tutto e tutti. Liam, rispetto a me, è una persona davvero buona, forse l’unica che non si merita del male, ma se ne fa già abbastanza decidendo di starmi accanto. E’ un ragazzo semplice, capelli corti, castani, rasati. Ha gli occhi marroni. Abbiamo entrambi diciotto anni. Lui ha un lavoro, e ama fare tutto bene. Ed io odio quando lo fa, mi ricorda lei, ed odio quando succede, odio i suoi comportamenti, i loro comportamenti. A cosa cavolo serve l’ordine, se tutto ritornerà in disordine? A cosa serve innamorarsi se poi sai che devi soffrire? È come scavarsi una fossa, perdere un sacco di energie, poi caderci dentro, e scoprire di non essere morti. È una strada senza uscita, e senza via di fuga; e nel caso riusciresti a trovarla, ne usciresti lesionato. E odio avere graffi sul corpo che mi ricordino cose che voglio dimenticare, soprattutto se quei graffi si incidono su quella specie di organo chiamato cuore.
Liam lavora in ufficio, in realtà non so bene di cosa si occupi, ma a lui piace, e questo basta e avanza. Lavora solamente di pomeriggio, per colpa della scuola, e per fortuna di molti questo è il mio ultimo anno. Credo che mi mancherà, come mi manca questa mattina la voglia di alzarmi dal letto, ed andare in quella specie di edificio. Forse le pareti della mia cantina sono più pulite, ma devo farlo.

**

Prendo il mio Q7 e raggiungo casa di Liam, dove mi aspetta puntualmente appoggiato al muretto della sua piccola villetta. Graziosa direi, ma di certo non paragonabile a quella dei miei genitori adottivi: è più del doppio.
Entra in macchina e mi saluta con un sorriso, ancora assonnato. Ricambio e metto in moto schizzando verso scuola.
- Zayn, quante volte ti ho detto che devi andare piano in città con la macchina? - ecco la prima rimproverata del giorno di Payne. Ormai ci ho fatto l’abitudine, come lui ha fatto l’abitudine ai miei comportamenti poco corretti, ma non smette lo stesso di rimproverarmi. Non gli rispondo, parcheggio la macchina ed aspetto che scende prima di chiuderla.
- Cosa hai alla prima ora? - mi chiede, mentre varchiamo il cancello della scuola, sotto gli occhi di tutti, e questo in parte ci fa sentire importanti. È un effetto strano essere osservati come se fosse appena entrato un Dio, ma ormai siamo abituati, quindi percorriamo il cortile senza troppi problemi.
- Non lo so, credo storia, tu? - gli rispondo adocchiando qualche ragazza del quarto anno che potrei far divertire questa sera, anche se in questa scuola sono rare le ragazze brave a letto. Forse posso rimorchiare la Morgan, lei non se la cavava male, e non è neanche una tipa difficile, o forse lo è, ma non con me.
- Matematica, vieni a salvarmi quando ti invio un messaggio - si dilegua Liam andando dalla parte opposta alla mia. In genere è così, quando vuole saltare un’interrogazione o una semplice ora di rottura di palle, mi invia un messaggio e con una scusa vado a chiamarlo nella sua classe. Di solito saltiamo la maggior parte delle ore e siamo arrivati fino all’ultimo anno grazie alle raccomandazioni dei nostri genitori. Entro nell’aula di storia e mi siedo all’ultimo banco, notando la prof entrare, e dopo poco scorrere il dito sull’elenco.
- Malik interrogato, ha studiato? - mi guarda da sopra gli occhiali.
- No - le rispondo, come ormai faccio con la maggior parte dei professori.
- In questa scuola si fa sul serio ragazzo - mi urla contro per il mio centesimo due, ormai d’abitudine.
- Allora lei cosa ci fa qui ?- rispondo scocciato da quella voce strozzata e fastidiosa, che mi tocca ascoltare.
- Esci fuori, e non rientrare neanche per la fine dell’ora! - urla di nuovo, avendo in risposta una faccia disgustata per il suono che è uscito dalla sue labbra ed esco fuori, contento di non dover trascorrere la prima ora incatenato ad un banco. Mentre decido cosa fare mi arriva un messaggio di Liam che mi chiede di andare in suo aiuto. Rispondo con un ‘ok’ e mi dirigo verso la parte opposta della mia aula. Mentre percorro i corridoi noto una ragazza seduta di fronte la presidenza con i libri stretti fra le mani, come se quelle pagine l’avrebbero protetta. Mi avvicino di più e noto meglio il suo profilo: è lei. Stringo i pugni dal nervoso, la sua sola presenza mi infastidisce. Si può notare da metri di distanza in quanto sia perfettina in tutto quello che fa, e rimango sorpreso quando mi accorgo che il preside la invita ad entrare, suscitando la mia curiosità. Con un passo svelto raggiungo la classe di Liam e una volta libero ritorno nelle vicinanze della presidenza, appoggiato al muro.

La guardo uscire dalla porta ed iniziare a camminare con un passo svelto e un espressione sollevata sul volto, non durerà per molto. Sta venendo verso la mia direzione, e forse mentre mi viene a dosso non si accorge nemmeno che di fronte a lei ci sono io. Alza lo sguardo sussurrando uno "scusa", e posso notare una nota di paura nei suoi occhi grigi, troppo perfetti, anche loro.
- Qualcuno qui ha combinato qualcosa - la osservo mentre vedo la paura scorrergli nelle vene. Lei ha paura di me e questa cosa mi eccita: amo il fatto che posso avere il controllo su una come lei, che ama avere tutto sotto controllo, che non ama cacciarsi nei guai, ma qualcosa è stato calcolato male, da quando sono in questa scuola.
- Cosa hai combinato Evans? - domando, aspettandomi una sua risposta.
- Io..io n-non credo t-ti interessi - mi risponde, sorprendendo ogni mia aspettativa, non sono abituato ad essere contraddetto, ed odio quando succede, soprattutto quando è lei a farlo. Le stringo i polsi, vedendola sussultare e la sbatto contro il muro, senza curarmi di chi ci sia in giro, a quest’ora di solito i corridoi sono vuoti.
- Io credo di si - rispondo con un tono basso ma decisamente più arrabbiato, e solamente dopo poco mi risponde.
- Ho risposto male ad un prof - involontariamente mi scappa una risata. Quasi non sembra vero che una come lei risponda male e venga mandata in presidenza.
- Questo non ti dà il diritto di rispondere male a me - ritorno con un tono arrabbiato, stringendo più forte i polsi, notandola sussultare. Decido di lasciarla in pace, e la lascio cadere per terra, ritornando alla mia noiosa giornata di scuola.
 
È appena suonata la campanella che ci annuncia la fine di questa noiosa mattinata, e in men che non si dica mi ritrovo Liam al mio fianco.
- Si può sapere cosa hai fatto a quella poverina? - apre il discorso, cogliendomi di sorpresa.
- Chi? - domando, mentre cerco di ricordare cosa abbia fatto realmente questa mattina. Ripensandoci sono stato buono rispetto alle altre volte.
- Kathryn - dice. Solamente il nome mi innervosisce, anche quello è troppo perfetto, lo odio. Non rispondo, sarebbe inutile.
- Mi spieghi cos’hai contro di lei? - ritenta mentre entriamo in auto, e nonostante sappia quanto mia dia fastidio, continua ad insistere.
- Lo sai - mi limito a dire, lo sa troppo bene, e non so cosa spera di ottenere continuando a ripetermelo tutti i santi giorni. Dovrò cercare di togliergli questo vizio.
- Certo che lo so, tu non la sopporti. Non ti ha fatto niente, è una semplice ragazza, con una vita normale... Anzi è anche più di una semplice ragazza. È bella, gentile, brava ed ha un sacco di amici. Mi dici cosa ha fatto di male per essere una tua vittima? - è questo il motivo.
- Smettila - mi giro verso di lui con un tono decisamente arrabbiato, mentre freno e guardo il suo sguardo confuso.
- Certe volte non ti capisco. -
In realtà Liam mi capisce fin troppo, ma lui vuole che le parole escano dalla mia bocca, e non dal suo sesto senso. Ma non può cambiarmi. Lo guardo scendere dall’auto ed entrare in casa, mentre io rimetto in moto e vado via.
Mentre parcheggio sento il telefono squillare, e senza badare troppo a chi sia accetto la chiamata.
- Ciao Zayn, sono Rose, Rose Morgan - posso confermare il fatto che la sua voce sia terribilmente sexy anche tramite un telefono.
- Dimmi - rispondo mentre scendo dalla macchina ed entro in casa.
- Mi chiedevo se stasera hai da fare... -
- No, allora a stasera - chiudo la chiamata e mi fiondo in camera, pensando a cosa potrei combinare questo pomeriggio.
 

 
TARATTATATATAAA!!!

 

Bene, questa è una mia nuova FF, spero con tutto il cuore che vi piaccia, ed anche se la trovate orribile, come in realtà è, vi ringrazio di aver letto lool. Cooooooomunqueeee.. vi piace questo Zayn? È un puttaniere stronzo e manesco (okay lo ucciso lol) ma centrerà il suo passato? U.u e poi Liam, l’unico in grado di capirlo, e si preoccupa per Zayn, perché trova veramente strano il suo comportamento, ma come dice Malik ‘non posso essere cambiato’ voi cosa ne pensate??? Laciate una recensione xD 
Su Twitter..
xxLoveHarold

Vi lascio col nostroo Zaynn


 

 

  
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