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Autore: jas_    09/06/2013    29 recensioni
Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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Capitolo 16

 
 
 
«Ehi!» mi salutò Louis, non appena uscì dallo spogliatoio coi capelli ancora umidi.
«Ciao» dissi io, sorridendogli gentilmente.
«Allora, ti è piaciuta la partita? Hai visto il mio goal? A un certo punto di ho persa di vista...» cominciò a parlare, mentre la mia mente cercava di pensare a delle risposte sensate e credibili da dargli.
«Ecco, vedi...»
«Ho capito, non ti interessa il calcio» mi anticipò lui.
Annuii, timorosa della sua reazione, ma Louis si aprì in un sorriso rassicurante, «tranquilla lo sospettavo, ma volevo troppo uscire con te e questa è stata la prima idea che mi è saltata in mente» si giustificò, «e poi già solo il fatto che tu abbia accettato nonostante non ti piaccia il calcio mi lusinga.»
«Avete vinto, almeno?» domandai, confortata dalle sue parole.
Louis annuì trionfante, cominciando a dirigersi verso il parcheggio.
Stavamo per superare l’entrata principale per lo stadio quando si arrestò di scatto, «dovrebbe esserci anche Harry in giro, volevo salutarlo prima di andarmene» spiegò.
Sussultai a quelle parole, non potevo farmi vedere lì con Louis, non ero ancora pronta, e poi chissà cos’avrebbe potuto dire Harry solo per farmi fare una figuraccia.
«Che ne dici se io nel frattempo ti portassi il borsone in macchina?» proposi speranzosa, Louis mi guardò confuso. «Insomma» continuai a spiegare, «voi due vi metterete sicuramente a parlare della partita e se devo essere sincera è un argomento che non mi entusiasma molto. Ti porto la borsa in macchina e ti aspetto là.»
«Ma... Pesa» disse Louis, riluttante.
«Non preoccuparti!» esclamai con eccessivo entusiasmo, «sono una ragazza ma non sono fatta di porcellana, riesco a portare una borsa» ribattei, allungando la mano verso di lui.
Louis annuì ancora restio, porgendomi tuttavia il borsone che mi accorsi pesare per davvero.
«Ci vediamo dopo, allora» lo congedai, allontanandomi il più velocemente possibile da lì.
Mi ci vollero alcuni minuti per trovare la macchina di Louis, che ovviamente era quella parcheggiata nell’angolo più remoto del piazzale. Appoggiai il borsone per terra lasciandomi andare ad un sospiro di sollievo ed aprii l’auto. Mi            appoggiai al parafanghi e presi il cellulare dalla tasca trovando inaspettatamente un messaggio di Harry.
Eri bellissima oggi, e mi manchi”.
Repressi l’impulso di lanciare il telefonino il più lontano possibile da me, solo per quello che costava, e presi un respiro profondo sforzandomi di trattenere le lacrime. Si divertiva a girare il dito nella piaga? Quale parte di “non voglio parlare con te” non gli era chiara? Doveva smetterla di importunarmi, non l’avrei mai perdonato. Mai.
Mi alzai di scatto e misi il borsone nel baule per poi andare a sedermi nell’auto ed accendere la radio alla ricerca di qualcosa di carino da ascoltare.
Osservavo come incantata le macchine scorrere veloci davanti ai miei occhi quando fui riportata alla realtà da un chiacchiericcio che si faceva sempre più distinto e vicino, fino a quando non riconobbi la voce squillante di Louis.
«Sali pure, Harry.»
Sussultai a quelle parole e cominciai subito a pensare a qualcosa con la quale giustificare la mia presenza lì. Che poi, cosa voleva quello?
«Vì, diamo uno strappo ad Harry» mi avvertì Louis mentre saliva in macchina.
«Certo» squittii io cercando di mantenere la calma, mentre vedevo dallo specchietto laterale dell'auto Harry che apriva la portiera.
«Victoria?» domandò scioccato, non appena mi vide.
Sforzai un sorriso, che nascondeva anche una minaccia, e cioè quella di chiudere la bocca e fare finta di niente se non voleva che la sua voce diventasse magicamente bianca.
«Che ci fai qui?» continuò.
«Vi conoscete?» chiese Louis curioso, mentre faceva manovra per uscire dal parcheggio.
«Solo di vista» dissi io.
«Direi di sì» aggiunse Harry in contemporanea, rivolgendomi un sorriso soddisfatto.
Lo avrei preso per il collo se Louis, con quel sorriso tranquillo e rilassato, non fosse stato presente.
In quel momento il ragazzo in questione si voltò nella mia direzione, «non mi hai detto che vi conoscevate» osservò, senza alcun tono di rimprovero nella voce.
«Non... Non pensavo fosse importante» borbottai, imbarazzata.
Louis mi sorrise ed istintivamente allungò la sua mano per prendere la mia, sentii lo sguardo di Harry trafiggermi la nuca, non potevo vederlo ma sentivo quegli occhi verdi incenerirmi.
Cercai di fare finta di niente, mantenendo l'espressione più pacata e rilassata che riuscissi ad inventarmi, mentre guardavo la città che scorreva veloce fuori dal finestrino.
«E come vi siete conosciuti?» continuò ad indagare Louis.
C'era un modo per farlo zittire? Perché così tante domande? Harry era un ragazzo come un altro, io non gli avrei chiesto dove aveva conosciuto ogni persona che salutava per strada.
«Alla tua festa» mi anticipò Harry.
«Potevi dirmelo che avevi incontrato una così bella ragazza, così me l'avresti presentata» osservò Louis, stringendomi ancora di più la mano e rivolgendomi un sorriso malandrino.
Ricambiai titubante, approfittando della mia testa volta verso destra per lanciare uno sguardo ad Harry che ci osservava infuriato alle nostre spalle. Se quegli occhi verdi avessero potuto incenerirci, ero più che certa che lo avrebbero fatto.
«Oh, che bella questa canzone!» squittii, alzando esageratamente il volume della radio e facendo si che le note di Call Me Maybe rimbombassero nell'abitacolo, impedendo a chiunque di parlare.
Il resto del viaggio - che per mia fortuna durò ancora poco - lo passammo in silenzio, salutai Harry come avrei salutato qualunque altra persona, Louis gli rivolse un sorriso gentile che tuttavia non fu per nulla ricambiato. Il riccio bofonchiò un "grazie" più per educazione che altro prima di scendere dall'auto sbattendo per bene la portiera.
Spensi la radio non appena ripartimmo, «che gli prende?» chiese Louis, turbato.
Mi strinsi nelle spalle fingendomi ignara di tutto, «sei tu il suo migliore amico» osservai.
Il ragazzo sbuffò, «è da tutta la settimana che è strano e che lo vedo poco in giro, sono rimasto persino sorpreso dal fatto che si sia fatto vivo oggi. Anzi, da quanto diceva doveva esserci pure una ragazza con lui ed invece era solo, bah. Lo chiamerò stasera per chiedergli.»
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, una ragazza? Non ci voleva un gran intelletto per capire che, o Harry era un vero e proprio puttaniere che frequentava dieci ragazze alla volta oppure il soggetto in questione era la sottoscritta.
«Secondo me dovresti lasciare stare» cercai di boicottarlo, Louis si voltò a guardarmi con lo sguardo interrogativo. «Cioè...» cercai di rimediare, «voi ragazzi siete... Più dei duri, perché mettervi a parlare di ragazze? Non inizierete anche a mettervi lo smalto sulle unghie e spettegolare ora!» squittii, cominciando a gesticolare, segno che ero a disagio.
«Ehi!» mi riprese Louis indignato, «anche noi abbiamo dei sentimenti! E si da il caso che se Harry sta così male per una ragazza vuol dire che a lei ci tiene davvero tanto, non l'ho mai visto così» spiegò.
Oh no Tomlinson, questo non dovevi dirlo.
Appoggiai la testa al sedile più confusa di quanto non lo fossi un minuto prima. Mi stavo abbassando ai livelli di Harry, comportandomi così, e stavo pure mettendo a rischio la sua amicizia con Louis, nonostante quest'ultimo in effetti non avesse alcuna colpa.
«Vì, tutto bene?» domandò Louis preoccupato, lanciandomi uno sguardo fugace prima di tornare a concentrarsi sulla strada.
Annuii incerta, dandogli le spalle e guardando il panorama fuori dal finestrino.
«Sai» esordì lui, e sentii la sua mano appoggiarsi sulla mia coscia destra, come aveva fatto Harry al matrimonio. Peccato che quel contatto avesse causato la terza guerra mondiale nelle mie interiora, mentre in quel momento non sentivo assolutamente niente.
«L'ho notato fin da subito che eri una ragazza sensibile ed è proprio questo quello che mi ha colpito maggiormente di te a primo impatto, oltre che al tuo visino da angelo e il fisico da urlo» ammise, «però non c'è bisogno che tu ti preoccupi così per Harry, le cose si risolveranno, stai tranquilla.»
Dovetti trattenermi dal ridere perché il ragionamento di Louis non ci azzeccava nemmeno di striscio, non ero preoccupata per Harry, ero preoccupata per me. Tuttavia non gli avrei raccontato cosa mi passava per la testa nemmeno sotto tortura così mi limitai ad annuire e a sorridergli grata sperando che quell'espressione da "angelo", come l'aveva definita lui, fosse abbastanza convincente.
In quel momento un rumore strano si diffuse nella macchina, Louis rise portandosi una mano sullo stomaco, «scusa, sto morendo di fame» ammise divertito.
«Meno male, pensavo avessi mollato» lo presi in giro io, seguendo lo a ruota.
Louis strabuzzo gli occhi sorpreso dalle mie parole, «non oserei mai farlo in presenza di una bella ragazza!» esclamò inorridito.
Continuai a ridere, buttando la testa all'indietro, «okay scusa, non lo dirò più.»
«Bene» assenti Louis, diventando improvvisamente serio, «andiamo a mangiare.»
Annuii ancora divertita, «andiamo a mangiare.»
In quel momento sentii il mio cellulare vibrare. Un altro messaggio, sempre di Harry.
 
Chi è lo stronzo adesso?



 

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Godetevi questo capitolo, dovrete resistere fino a dopo gli esami! :)
Jas




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