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Autore: winifred    26/12/2007    5 recensioni
Angelique Macbeth, fascinosa vampira di oltre oceano, giunge a Forks facendo un inaspettato incontro... cosa accadrà quando il suo destino si intreccerà a quello di Edward Cullen e la sua famiglia?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Secondo Capitolo

 

Camminavo accanto ad Edward diretti nella sua casa. Mi aveva proposto di vivere con lui e la sua famiglia durante la mia permanenza a Forks nella speranza di controllare i miei pasti giornalieri a base di sangue umano.

Ero curiosa di conoscere i Cullen e i loro segreti. Avevo sentito che diversi di loro erano dotati di particolari poteri, ma non sapevo né chi di loro, né di quali poteri si trattasse.

Interruppi il silenzio che durava da qualche minuto. “Manca ancora molto?”

Sorrise “Non preoccuparti… la macchina è parcheggiata qui vicino…”

“Macchina?” chiesi. Non amavo molto la tecnologie e le nuove scoperte, preferivo di gran lunga la semplicità del passato.

Rise “Cos’è… non ti piace Angelique?”

“Diciamo che non mi sono ancora abituata a queste nuove tecnologie”

Scosse la testa divertito. Alzò il braccio per indicarmi una macchina grigia con su scritto “Volvo”. Non sapevo cosa volesse dire, e neanche mi importava. “Siamo arrivati…” mi disse.

Aprì la portiera dalla parte del passeggero per farmi salire come un vero gentiluomo, poi andò dall’altro lato e salì.

Mise in moto e sfrecciò a tutta velocità diretto alla casa dei Cullen.

“Edward potresti passare al porto della città? Mi sembra che si chiami Port Angeles… ho lasciato lì le mie valige…”

Aggrottò la fronte perplesso “Al Porto? Sei venuta con una nave?”

Lo guardai come se la risposta fosse la più ovvia del mondo “Ma certo… come sarei dovuta venire se no?”

“Con un aereo…” mi guardò scuotendo la testa prima di scoppiare in una lieve risata.

“Oh… bè… non ho mai viaggiato su un aereo… preferisco i mezzi classici…”

“Andiamo al Porto allora…”

Cambiò direzione. Mantenne una velocità molto elevata che mi fece pesare il meno possibile il viaggio. Appena arrivati a Port Angeles faticammo poco a trovare la nave che cercavo.

Era una nave da trasporto merci grande quasi come il Titanic in persona.Vi avevo trascorso diverse settimane per attraversare tutto l’Oceano Pacifico e giungere a Forks. C’erano state delle morti misteriose senza che nessuno sospettasse di me giacché mi consideravano una dolcissima ragazza russa che non capiva nulla della lingua inglese. Facevano apprezzamenti poco garbati e di scarsa classe a cui dovevo sorridere come un’ebete per non far scoprire la mia falsa.

Scesi dalla macchina e Edward mi seguì dopo aver insistito per accompagnarmi.

“Ricordati che sono russa e tu il mio fidanzato conosciuto per corrispondenza”

Stava per aprire bocca per dire qualcosa in proposito quando un uomo barbuto lo interruppe. “Nadia… sei tornata a prendere le tue valigie?” mi chiese in un russo forzato e un palese accento inglese.

“Sì” il mio russo invece era perfetto. Vi avevo passato anni prima che la Russia divenisse uno stato bolscevico in cui le mie ricche finanze sarebbero andate allo stato.

Sorrise mostrando i suoi denti marci, che non avrebbero fatto invidia a nessuno. Entrò velocemente nella nave a prendere i borsoni che avevo lasciato dal viaggio.

“Non sapevo che parlassi il russo…” ammise Edward “sicuramente non so molte altre cose di te…”

“Lo stesso vale per me… non credo di conoscere ogni tuo segreto…” mi morsi il labbro “anche se ammetto di aver visto qualcosa nella tua mente…”

Sorrise “E cosa se posso sapere?”

“…ho visto che credi di saper fare qualunque cosa…” lo guardai con malizia “sicuro di saper fare tutto magnificamente?”

Rimase impassibile alla mia provocazione “Non so, se so fare anche ciò a cui alludi Angelique…”

Restai sbalordita “ In 100 anni, che credo tu abbia, non hai mai avuto l’istinto di fare determinate cose… con una donna?”

Rise “No… ”

E la tua ragazza? Avendo paura che l’uomo di prima tornasse preferii continuare la conversazione nei pensieri.

E’ umana… e il suo sangue mi attira come nessun altro… ho paura di ucciderla… Anche se pensava soltanto, sentivo un velo di malinconia nella sua voce interiore.

Mi dispiace Edward
Mi sorrise Non curartene Angelique, a breve anche lei diventerà una di noi… anche se questo mi fa soffrire… ormai glielo ho promesso…non credo che meriti una ’ vita’  di rinunce e sofferenze…”  

Se la ami veramente perché assegnarle una sorte tanto tormentata?

Secondo lei troveremo la felicità nella eternità insieme…

L’uomo tornò interrompendo la nostra conversazione. Arrivò con due borsoni di Louis Vuitton enormi che teneva stretti in mano a fatica. Dietro di lui giunsero altri due ragazzi con due borsoni identici a quelli che reggeva l’uomo.

“Grazie…” dissi in un inglese finto forzato, continuando a recitare la mia commedia.

Edward guardò sbalordito i sei borsoni Hai nascosto là dentro le tue vittime?

Lo guardai male No…ci sono i miei vestiti… non mi potrei cambiare se no…

Annuì divertito e prese due borsoni portandoli in macchina. Fece lo stesso con gli altri quattro fino a quando non ebbe finito.

Salimmo nella Volvo e mise in moto. “Angelique… ti avverto… c’è un vampiro nella nostra famiglia ancora debole al sangue umano… ti prego di non ritornare a casa impregnata di sangue… e evita anche di parlarne… per favore… ”

Annuii “Allora è meglio che mi metta un po’ di profumo… non vorrei l’odore sentisse dell’uomo che ho mangiato prima…” Allungai il braccio per prendere una boccia di profumo in una borsa che Edward aveva messo sul sedile posteriore. Me lo spruzzai e lo rimisi a posto appena finito.

“Piace?” chiesi sorridendo

“Sì… molto buono…”

“Uso questo profumo da decenni ormai…”

“Sei fortunata che sia ancora in produzione” disse tenendo gli occhi sulla strada, mentre sfrecciava a tutta velocità.

“E’ un classico di Chanel… sarà in produzione ancora per anni…” sorrisi.

“Credo che la mia ragazza diventerà gelosa quando sentirà questo profumo nella mia macchina…”

Risi “Una gelosia infondata oppure no?” feci quella domanda con un velo di malizia.

Scosse la testa serio “Angelique… io sono fedele alla mia ragazza…”

Alzai gli occhi al cielo “Andiamo Edward… stavo solo scherzando…”

“Meglio così… ”

Il silenzio calò nella macchina, così mi misi ad osservare il panorama in continuo movimento dal finestrino. Non sembrava cambiare molto. Era sempre foresta. Alberi di ogni tipo si erigevano ai margini della strada, formando un fitto muro verde.

Voltò in una stradina sterrata che conduceva fino una casa bianca.

“Siamo arrivati…” disse accennando un magnifico sorriso.

Scesi dall’auto e presi due borsoni. Edward prese gli altri che restavano e li portò in casa.

Lo seguii senza fatica ed entrai.

“Carlisle? Esme?” chiamò quelli che sembravano i nomi di altri membri della famiglia, ma nessuno rispose. “Non c’è nessun altro… saranno usciti… ma torneranno presto…”

Annuii non sapendo cosa dire in proposito.

“Vieni… portiamo i borsoni nella tua stanza… accanto alla mia… così ti sentirai più a tua agio… dal momento che non conosci nessun altro mi sembra la cosa migliore…”

Sorrisi “Va bene…”

Salii due rampe di scale fino a giungere all’ultimo piano della casa.

Portò i miei bagagli nella stanza vuota e io feci lo stesso con quelli che tenevo in mano. “Spero che vada bene…”

“Ma certo Edward… la tua ospitalità mi è molto gradita… ti ringrazio di cuore… spero di poterla ricambiare come posso…”

Era una stanza dalle pareti bianche senza un particolare arredamento. C’era un letto ad una piazza mezza e un armadio bianco. Tutto sembrava molto semplice, una stanza che nessuno usava mai, dedicata ai rari ospiti che si presentavano alla porta dei Cullen.

Uscì dalla camera per indicarmi la sua stanza “Questa è la mia camera…” sorrise. Aprì la porta sorridendo ed entrò facendomi spazio.

Lo seguii curiosa di vedere il luogo dove si rifugiava una mente tanto complessa e generosa come quella di Edward.

Mi avvicinai ad un mobile pieno di cd di ogni genere. “Ti piace tanto la musica?”

“Sì… mi piace ascoltare le note dei grandi compositori a tutto volume… la stanza è isolata per questo…” si mise seduto sul divano. Mi devo nutrire prima di andare da Bella questa sera… è da parecchio che non bevo sangue…

Intenta a leggere i titoli dei cd e la musica che contenevano mi ero persa nei pensieri e nei ricordi. Mi voltai verso di lui, appena sentii un suo pensiero.

“Non credi di pensare troppo alla tua ragazza?” chiesi incuriosita “rischi di diventare noioso…” mi avvicinai a lui appoggiando un ginocchio sulla poltrona e gli sussurrai all'orecchio: “ci sono molte altre cose Edward...”

“A lei piace che la pensi, come biasimarla?”

Si voltò ritrovandosi il suo viso vicino al mio.

“Ad esempio?”

“Vuoi davvero sapere cos'altro c'è Edward?” chiesi languida.

Mi strattonò portandomi sotto di lui. Si avvicinò al mio collo facendomi sentire la presenza dei suoni canini.

“Mi verrebbe voglia di mangiarti”

“Fallo…” mormorai.

Posò i canini sul mio collo, quasi intento a mordermi. Mi lasciò un leggero bacio prima di inserirmi i denti nel collo.

Ansimai. Non era piacevole avere i canini di un altro vampiro infilati nel collo, però sentire il sangue che fluiva via, sentire quel legame mi eccitava. Lo lasciai fare per un po' fino a quando non mi rimase troppo poco sangue, così lo staccai. “Piace...?” mormorai stordita.

Mi rimisi seduta accanto a lui guardandolo in volto.

Aveva il fiato corto anche se per i vampiri era al quanto inutile respirare. “Fin troppo… ” ammise. Sentivo l’eccitazione nella sua voce e tutto intorno a lui, come un’aura invisibile che emanava un calore appena percettibile.

Si voltò ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso. Non riuscii a resistere. Lo baciai con delicatezza. Ricambiò il mio bacio con passione prendendomi per i fianchi e portandomi sopra di sé.

Non dovrei farlo…pensò senza che le sue azioni trovassero un cambiamento.

Lasciati andare Edward...

Mi scostò via scotendo la testa. “Non posso…” mi guardò dispiaciuto “Perdonami Angelique… non avrei mai dovuto…”

“Non devi scusarti…” dissi seccata mentre si alzava.

“Ci vediamo dopo…” Così dicendo si congedò dalla stanza andando chi sa dove. Probabilmente era andato dalla sua ragazza… .

Mi toccai la ferita del morso che oramai non perdeva più sangue. Andai nella mia stanza sperando che Edward tornasse prima della sua famiglia. Sarebbe stato un problema dover spiegare la mia presenza. Mi misi seduta sul letto con un libro tra le mani. Cominciai a leggere, come avevo sempre fatto nelle giornate vuote, aspettando il suo ritorno.

****

Fine secondo capitolo. Grazie per le recensioni del primo cap *_* ! Ditemi che ne pensate anche di questo! 

Alla prossima! 

  
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