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Autore: Bluette    10/06/2013    1 recensioni
[dal quarto capitolo]
Vorrei poter comprare un vestito che nasconda tutto, che non mi faccia sembrare ridicola. La cosa più idiota che potessi fare era guardarne uno troppo a lungo, le altre mi hanno accerchiata, insistendo che dovevo provarlo.
Stranamente c’era una taglia che sembrava quasi la mia, mi trascinarono nel camerino, non avevo scelta. Mi spogliai e pregai che mi entrasse.
Mi era entrato, ma sembravo una mortadella. Mi sentivo sconfitta, quando aprii la porta del camerino e le ragazze mi riempirono di complimenti e me lo fecero comprare.
A casa ripresi il vestito che avevo comprato, lo indossai di nuovo davanti allo specchio. Sembravo ancora di più una mortadella, sconsolata mi sono seduta sul letto e il vestito si strappa. Mi sono abbandonata ad un pianto che ho cercato di trattenere tutto il giorno. Perché non posso essere come loro? Non dire fai la dieta perché ne ho già fatte troppe e con scarsi risultati.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ottavo giorno

Caro diario,

va tutto perennemente uno schifo.

Ho tentato ancora una volta di mettermi a dieta, lasciamo stare i dettagli del mio stomaco che reclamava da mangiare, ma il fatto che non riesca a controllarmi mi uccide. Letteralmente.

Salire su quella bilancia questa mattina è stato un trauma, non tanto perché avevo paura del peso che avrebbe segnato, quanto dal fatto che non riuscivo a vedermi i piedi, e quindi ho dovuto chiamare mia madre, che all’inizio sembrava sconvolta poi ha fatto una faccia come a dire finalmente ti sei decisa.

Salita su quel coso mi sono sentita morire, ho avuto paura che si rompesse, che... non lo so neanche io ma alla fine non è successo niente di quello che credevo.

È stato peggio, l’espressione di mia madre ha definitivamente pugnalato il mio cuore. Il verdetto è stato il solito, devi dimagrire assolutamente pesi troppo, potresti morire!

Le lacrime che cominciarono a bagnare le sue guance sono state un altro pugno nelle stomaco, continuava a dire che sono giovane, che lo devo fare per me, che posso farcela e che lei sarà lì per me.

Non vedevo l’ora di tornare in camera, appena dentro mi sono buttata sul letto e ho fissato il soffitto mentre sentivo i singhiozzi di mia madre, credo di esserci rimasta per una mezz'ora buona. Ora sono qui.

A scrivere di quanto la mia giornata sia iniziata uno schifo e di quanto finirà in maniera simile. Di quanto mi senta una merda per aver fatto piangere mia madre, di quanto la stia deludendo.

Mi fa male mamma. Mi fa male il cuore a vederti in pena per me.

Non ce la faccio mamma.

***********
Voglio scusarmi per non aver postato prima, ma l'università mi prende molto per via della sessione estiva, poi ho dei problemi peronale e quindi non ho avuto molto tempo per mettermi qui e continuare qui, cercherò di rifarmi in seguito ed essere più veloce nel pubblicare, grazie ancora a chi la recensisce, a chi la segue e a chi nonostante tutto continuerà a leggerla. Siete l'unica forza che mi fa alzare dal letto al momento :) grazie davvero.
  
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