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Autore: Merlina97    10/06/2013    2 recensioni
esiste un piccolo villaggio, Starland, di cui non si conosce la posizione geografica. Questo villaggio è circondato dai boschi, le persone sono chiuse,il passato spaventa, si danno per scontate le cose, si ha paura di tentare. Dovrà arrivare una persona, forse la coscienza stessa, a far cambiare le cose. Mi scuso in anticipo per gli aggiornamenti lentissimi, spero avrete voglia di seguirmi comunque.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Compleanno

Quando Anna riemerse dal mondo dei sogni, quella mattina, non realizzò subito; aprì gli occhi come qualsiasi altro giorno e, prima che potesse anche solo pensare di connettere il cervello al mondo reale, venne bloccata nell’atto di alzarsi da una figura che le si buttò letteralmente addosso di peso, gridando:

-Auguriiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!-

Questo fu l’imput che fece venire in mente ad Anna la data del giorno, dopo i primi momenti di stordimento. Per il mondo quello era un giorno normalissimo,in cui non era accaduto nulla di speciale, ma per Starland, o almeno per la sua casa, quello era il compleanno di Anna.

La ragazza in questione si alzò con calma e, dopo un’ordinaria cappata in bagno, raggiunse la famiglia in cucina, dove ringraziò i suoi per gli auguri e per il regalo: un diario, davvero graditissimo per Anna, visto che aveva maturato l’idea di tenerne uno,e si sottopose alle varie tirate di orecchie, fingendo di protestare, ovviamente. Il tutto con un sorrisino che esprimeva una felicità moderata dalla consuetudine. L’espressione di chi sa perfettamente cos’arriverà dopo e non ne è dispiaciuto, anche se, chissà, magari non si negherebbe una sorpresa anche minima. Ma questo lo poteva sapere solo Anna, ovvio.

E questa fu la spinta della mattinata, che si trascinò pigra in un vortice di auguri, sorrisi, frasi convenzionali... A pranzo vennero Adele ed Elisabetta, che non smisero un attimo di punzecchiare Anna per tutta la durata del paato sul fatto che stesse diventando vecchia durata. Era incredibile quanto fosse insistente Elisabetta! Continuava anche se una le dava ragione! Lele, invece, si limitava ad assalire Anna solo a tratti, perchè troppo timorosa  di dare fastidio a Giulia e Lorenzo, che comu nque non sembravano concentrati su altro che il piatto di carne e verdure che avevano davanti.

Solo verso la fine, quando Giulia si alzò e con un bellissimo sorriso ordinò alle ragazze di non alzarsi, iniziando a sparecchiare, la cucina divenne per un pò silenziosa, probabilmente a causa della splendida (e buonissima!) torta con le fragole che aveva preparato la madre di Anna per il compleanno della figlia.

In seguito, la piccola comitiva di ragazze si eclissò nella camera della festeggiata,per sbrigare la feccenda dei regali e poter parlare indisturbate di questioni “urgenti”.

Così, appena varcata la soglia,Elisabetta si buttò di peso sul letto di Anna, Lele e la proprietaria del letto mirecolosamente non ancora sfondato sul letto di Sel, che invece si raggomitolò sul suo affezzionato divano blu. Seguì un momento di calma piatta che durò qualche secondo, pronta a preannunciare la tempesta.

-Lele, dove cavolo hai messo il regalo!!!- strillò Elisabetta.

-Stai calma, ce l’ho qui. Non penso che muoia se non lo vede entro cinque secondi.- le rispose Adele, riferendosi ad Anna che rideva insieme a Sel; A ben guardarle avevano un modo simile di ridere: composto,pulito,educato ma gioioso. Un bel modo di ridere, insomma.

Ad ogni modo, Adele estrasse un sacchettino di stoffa verde mela da una tasca del vestito e lo mise nel palmo della mano di Anna, che riconobbe il suo contenuto già dalla forma: si trattava di due bracciali in legno colorato con motivi floreali, davvero molto belli ed estivi. Inoltre, Eli e Lele dovevano aver faticato per trovarli (o farseli fare?) e averci pensato con grande anticipo, visto che quel genere di articoli non erano sempre  reperibili e a Starland. Quindi Anna apprezzò sinceramente, ripromettendosi di indossarli appena l’occasione fosse capitata.  Poi l’attenzione virò su un argomento originalissimo: le questioni sentimentali! Ebbene sì, le cose si erano evolute. Lele e Nicola ormai si salutavano regolarmente e avevano anche avuto modo di parlare in una manciata di occasioni giustificate da Lele come “semplici atti di cortesia” (- Visto che la nonna si era ripresa dopo quella brutta influenza, abbiamo fatto loro una semplicissima torta e io mi sono solo offerta di consegnarla.- aveva detto. Sicuro, come darle torto?!) a cui ovviamente Elisabetta non aveva creduto. La stessa Eli si era poi trovata a scambiare battute da prima acide e poi sempre più amichevoli con il biondissimo Tommaso, che era tra l’altro il migliore amico del cugino di Nicola. Quanto ad Anna, sosteneva che non ci fosse assolutamente nessuno, ma le altre due indagavano su un Dario il nipote della cognata della madre di Lele, a cui probabilmente lei piaceva. Insomma, da parlare ne avevano e, certo, punzecchiarono anche Sel, ma senza successo.

Il pomeriggio andò avanti così; in mezzo a quell’immensa serie di cose senza senso tra amici che si vorrebbero rinnegare già il giorno seguente, oppure che rimarranno sempre dei segreti, ma che fanno sempre bene agli adolescenti in cerca di certezze.

Le due ragazze se ne andarono nel tardo pomeriggio, quando Anna e Sel si richiusero la porta alle spalle e si ritrovarono a giocare una partita a dama che risultava noiosa per entrambe.

Sel, sorrise, mangiando la pedina bianca di Anna con la sua nera, un sorriso così per fare, spontaneo, senza pretese,ma a cui Anna decise ugualmente di rispondere, se non altro per cortesia.

Nel tardo pomeriggio, quando il caldo non fu più così allucinante,  decisero di uscire e di andare verso il centro del paese, se non altro  per vedere di incontrare qualcuno e magari di concedersi qualche piccolo vizio, cosa per cui si premurarono di portare qualche moneta proveniente dai loro risparmi. La piazzetta lastricata di Starland, quella dove si teneva il mercato quando c’era, era occupata da alcuni bambini che giocavano con una palla marroncina e malconcia, probabilmente reduce da chissà quali avventure nelle mani di quei marmocchi scalmanati. A ben guardare Anna riconobbe anche una piccola chioma castana che non stava ferma un attimo: Antonio. Anna si scossè un attimo; le era piaciuto  dare lezioni al bambino e le dispiaceva aver dovuto smettere. Era sicura che anche Sel l’avesse visto, ma questa non lo diede a vedere e fu un sollievo per Anna: di fare una discussione profonda stile “saggia Sel” non le andava, in quel momento.

Continuarono il loro giro, fermandosi qualche volta a causa di qualche conoscente che faceva gli auguri ad Anna, ma a parte quasto, non incontrarono nessuno di particolare.

Poi si fermarono davanti ad un negozio dove Anna aveva visto degli orecchini perfetti per i bracciali delle sue amiche. Così varcarono la soglia intente a fare acquisti.

Anna si fermò a contemplare gli orecchini che aveva visto in vetrina, mentre Sel iniziò a gironzolare per il negozio, guardandosi attorno. Finchè non si fermò davanti a qualcosa che doveva essere particolarmente interessante; poco dopo se ne accorse anche Anna, che la raggiunse per scoprire la fonte di tutto quel interesse. Erano degli altri orecchini, molto belli a dire il vero: erano semplici e piccoli, ma molto eleganti, a forma di farfalla con le ali spiegate ed impreziositi da una piccola pietra cangiante posta al centro.

-Ti piacciono?- chiese, retoricamente, Anna all’amica.

-Sì, sono molto belli.- ammise

-Se vuoi li compriamo.- propose Anna.

-Ma no! Oggi è il tuo compleanno, mica il mio... Poi non ho nemmeno i buchi.-

- Allora fatteli. Scommetto che qui li fanno... Sempre se vuoi, ovvio.-

Altrochè se le sarebbe piaciuto, pensò Sel, non lo aveva mai provato e non era sicura che il futuro le avrebbe riservato un’altra possibilità come quella. E poi aveva voglia di concedersi un piccolo vizio. Tanta voglia che pure Anna se ne accorse e così, prima che Selene avesse il tempo di dire qualcosa, si avviò al bancone.

-Mi scusi, - chiese alla commessa – qui fate i buchi per le orecchie?-

La signora annuì e un minuto dopo Sel si ritrovò con un ago a due millimetri dal orecchio, pronto per trafiggerlo, con Anna che le assicurava che era un’autentica cavolata e che neppure le bambine piccole sentivano male.  A quel punto Sel si ripromise perlomeno di fingere di crederci.

Strinse i denti, deglutì e poi sentì una lieve puntura; un attimo dopo la signora stava bloccando l’orecchino. Selene sorrise uscendo dal negozio: era stato un bel fuori programma. E un’autentica cavolata, doveva dare ragione ad Anna.

Al rientro in casa, Giulia le accolse in cucina, alle prese con lo stufato.

-Selene, ma hai gli orecchini!- disse sorpresa

Selene abbassò gli occhi e arrossì, intimidita, anche se alla fine i genitori di Anna fecero solo finta di arrabbiarsi, solo per mantenere alto il loro onore in quella casa, avrebbe aggiunto Anna, poi le mandarono al piano di sopra a cambiarsi.

***

Anna adorava l’atmosfera che si creava dopocena, nelle sere d’estate; le piacevano il fresco ed il canto dei grilli che penetravano dalle finestre aperte e si andavano a fondere con  rumori più casalinghi e altrettanto amati come il parlottare dei suoi genitori in salotto, mentre stavano abbracciati sul divano, il canticchiare lieve di Selene in bagno... Il tutto assumeva un fascino ancora maggiore nella penombra della sua stanza illuminata solo dalla luce della Luna e delle stelle.

Anna mosse alcuni passi verso la finestra, arrivando a sfiorare il davanzale sopra il quale aveva passato tante ore insonni, ferma a rimuginare. Si chiese se i suoi sapessero di quella sua abitudine... Ridacchiò sommessamente pensando a suo padre che la vedeva con le gambe a penzoloni dalla finestra, gli sarebbe venuto un colpo! Poi, però, ci ripensò; dopotutto i genitori sanno sempre più  cose di quante i loro figli immaginino e, chissà, magari avevano deciso di lasciarla fare.

Fu il rumore della porta che si apriva a distoglierla dalle sue riflessioni; Sel seguì la porta e, non appena ci fu spazio, scivolò nella stanza elegante come un cerbiatto e svelta come un gatto allo stesso tempo.

-         Momento del davanzale?- ridacchiò

-         Forse, ci stavo pensando.- ammise Anna.

-Passato un bel compleanno?-

Anna fece spallucce:- Sì, dai.- dichiarò infine.

-La lettera dei tuoi nonni?-

-Non è arrivato niente.-

-Secondo me arriverà; bisogna aver pazienza. E poi sperare non costa nulla, anzi, ci si guadagna.- affermò Sel, convinta.

-Che cosa?- chiese Anna, con tono lievemente divertito.

- La luce nel buio.-

-Cosa?-

-Sì, quando si spera, quando ci s’impegna per raggiungere qualcosa, la notte è meno buio, meno paurosa. Più dolce e romantica, se vogliamo.-

Sel sembrava immensamente convinta della sua tesi ed incredibilmente seria. Anna, invece, non riusciva ancora a capire dove volesse andare a parare l’amica e si augurava, per la salute mentale di Sel, che si trattasse solo di un altro discorso, strano e astratto. Molto strano e astratto.

-Ma ti sei bevuta il cervello?!- sbottò, un pò divertita e un pò perchè aveva la sensazione di non riuscire a cogliere qualcosa.

Selene, dal canto suo, si limitò a scuotere la testa in silenzio e si avviò verso la finestra, aperta, precedendo Anna sul davanzale.

Si sedette, per poi rimanere qualche secondo in contemplazione.

-Di che cosa sono fatte?- chiese ad Anna.

-Cosa?-

-Le stelle.-

Anna rimase in silenzio per un pò; non ci aveva mai pensato e non sapeva che risposta dare.

-Non lo so.- ammise infine. – So solo che ci sono.-

Selene annuì con la testa: il discorso stava andando dove voleva lei.

 

-Però se ci sono vuol dire che di qualcosa sono fatte.- insistette

- Forse sono fatte di luce.- azzardò Anna

-Esatto.-

-Tu come fai a saperlo?- chiese Anna.

- Io le ho viste,da vicino.- tagliò Sel, per poi continuare: - Sai di cos’è fatta la luce?-

No che Anna non lo sapeva, così scosse la testa.

-La luce la creiamo noi, Anna. La creiamo con una risata sincera, con l’energia che utilizziamo, con i nostro sogni... Tutti i nostri sogni alimentano la luce delle stelle, così come l’impegno che ci mettiamo per realizzarli.-

Anna non fece alcun commento di critica du quella spiegazione. Il fatto che Sel glielo stesse raccontando metteva a posto vari tasselli: la sua apparizione improvvisa, la sua sparizione, quella mattina di qualche mese prima, il fatto che sapesse tante cose inspiegabilmente, il suo “essere fuori dal mondo”... E lo doveva essere sul serio.

Anna decise di credere a quella spiegazione, ma le sorse comunque una domanda:

-Perchè lo stai dicendo a me?-

-Perchè sei la persona giusta. Sono arrivata qui perchè da Starland proveniva poca energia, poi tua madre mi ha presa in casa e ho conosciuto te, per puro caso, non c’è una ragione. O forse era destino.-

- Non ci hai detto subito del pericolo che correvamo, però.-

- Brava Anna, è un pericolo.- Selene sorrise – Comunque, pensaci: mi avreste forse creduto? E poi dovevi, anzi, dovevate arrivarci voi. Sei una persona dal carattere forte, Anna, e ora che la rotta si sta invertendo tu puoi indirizzarla verso la direzione giusta.-

Anna rimase in silenzio: non sapeva cosa dire.

-Ti ho fatto un regalo, per il compleanno.- disse Selene , assumendo un tono più leggero,  per poi mettere una mano nella saccoccia che teneva attaccata alla cintura ed estrarne una piccola cosa, tutta avvolta in un fazzoletto rosso scuro, da quel che si poteva capire nella penombra. Anna lo afferrò:

-Grazie, non dovevi.-

-Non c’è di che. Il regalo è all’interno.- spiegò Sel.

Anna tolse il fazzoletto che avvolgeva il regalo, scoprendone un oggetto luminoso e leggero. Anzi! Anna si accorse che non aveva peso e che emanava un lieve calore. Non aveva contorni. Era solo luce, un piccola matassa di sogni intrecciati fra loro.

 

Spazio autrice: allora, prima di tutto... SCUSATEEEE!!!!!!!!!!!! So di essere in enorme ritardo, ma a mia dascolpa, vorrei aggiungere che l’ultimo mese di scuola è sempre incasinatissimo, ma penso lo sappiate.

Dunque, questo è il penultimo capitolo prima dell’epilogo ed è un pò la chiave della storia, il succo, se vogliamo. Di Selene non è ancora chiaro tutto e ci tengo a precisare che mai lo sarà, lascio spazio all’immaginazione e, anzi, sarei curiosa di sapere cosa ne pensate voi! Solo, spero di non avervi deluso con la spiegazione della storia... Ora vi saluto e, a presto (spero!)

Ila

 

  
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