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Autore: Merlina97    28/08/2013    1 recensioni
esiste un piccolo villaggio, Starland, di cui non si conosce la posizione geografica. Questo villaggio è circondato dai boschi, le persone sono chiuse,il passato spaventa, si danno per scontate le cose, si ha paura di tentare. Dovrà arrivare una persona, forse la coscienza stessa, a far cambiare le cose. Mi scuso in anticipo per gli aggiornamenti lentissimi, spero avrete voglia di seguirmi comunque.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Cacciatrice di Stelle

Negli istanti che seguirono quel momento, Anna rimase interdetta ad osservare ciò che si trovava in mano. Non c’erano trucchi e quella non era una favola: quella cosa luminosa nel suo palmo era una stella, come quelle che si vedono a miliardi nel cielo notturno. Semplice. Dopo i primi attimi di stordimento, Anna non si mise ad urlare, ne chiamò qualcuno o iniziò a bombardare Selene di domande. Non fece nulla di tutto questo, semplicemente, rimise la stella nel suo involto e lo posò in un cassetto, dove intendeva custodirla. Poi andò a letto, come ogni sera. Non che non avesse nulla a cui pensare, sia chiaro, ma non le andava di fare tanto rumore. In quel regalo vedeva una confidenza e forse, si era accorta che non tutte le rivelazioni straordinarie cambiano istantaneamente la nostra vita; a volte la accompagnano parallelamente senza mischiarsi con essa, altre volte s’infilano nel quotidiano senza stravolgerlo del tutto, diventando parte di esso. Poi ci sono volte in cui la rivelazione è solo la fine di un cambiamento naturale, la conferma, la somma finale. Così era per Anna: quella stella di fatto non aveva fatto assolutamente nulla, era solo la conferma di una qualche forma di atipicità in Sel, che aveva imparato a conoscere bene, nel quotidiano.Così si addormentò.

***

Un mattino, mentre erano al mercato in compagnia di Giulia, le due ragazze incontrarono Adele e Nicola, che ormai facevano coppia fissa. Dopo essersi salutati, i due posero alle due ragazze la domanda che da due settimane serpeggiava tra gli abitanti di Starland:

-Ci siete stasera?-

Tale domanda, ormai diventata di routine, si sentiva fin da fuori dai negozi, dove le signore s’incontravano facendo la spesa, veniva urlata tra un giardino e una strada dai ragazzini, chiesta sotto forma di domanda retorica a tavola dai genitori ai figli... E la risposta? Quella era in quasi tutti i casi affermativa, eccetto per quanto riguardava i signori più in là con gli anni che sostenevano davanti alle mogli, fino al pomeriggio del giorno stesso, di non voler proprio andare alla Festa di Fine Estate, detta anche semplicemente Festa, che era roba da giovani, tutti gli anni sempre uguale!

Salvo poi presentarsi la sera con il loro abito migliore e con un gran sorriso stampato in faccia.

Comunque sia, la Festa di Fine Estate, chiamata così in assenza di un nome specifico, era vecchia di generazioni e si diceva fosse presente tra gli usi di quel popolo ancor prima che decidesse di stabilirsi  in quella vallata circondata da monti alti e difficilmente accessibili. Non si sapeva con certezza a cosa fosse legata: c’era chi ipotizzava un antico culto pagano, chi una celebrazione legata all’agricoltura, visto che si celebrava a Settembre. In ogni caso, veniva ancora celebrata con entusiasmo e la gente vi accorreva numerosa, visto che era l’unica festività pubblica presente nel villaggio.

-Certo.- assicurarono Selene ed Anna, entrambe leggermente esaltate, la prima per la possibilità di fare qualcosa di nuovo e, doveva ammetterlo, anche per avere la possibilità di indossare il suo abitino nuovo, mentre la seconda... Bè, lei probabilmente provava più gusto ad andarci quell’anno, ci andava con una mente più aperta alle sorprese, chissà perché...

Lo stesso gusto lo provò quella sera, mentre si preparava davanti allo specchio, facendo tutto con un pizzico di attenzione in più. Anna aveva scelto il suo vestito la settimana prima, insieme alle sue amiche (tra cui anche Agnese, che si era un po’ inserita nel gruppo), che l’avevano spronata caldamente a comprarlo. Era rosso brillante, con una gonna a palloncino che terminava sopra le ginocchia e le spalline sottili. I capelli, invece, li raccolse in una crocchia volutamente disordinata, lasciando solo un paio di ciuffi neri come la pece ad incorniciarle il viso e gli occhi verdi.  Sorrise soddisfatta allo specchio: quella sera si piaceva sul serio. Si girò verso Selene, che era già pronta per uscire e l’aspettava seduta sul letto, avvolta nel suo vestito blu notte (in tinta col divano!) privo di spalline e con i capelli biondi lasciati liberi di scendere oltre la metà della schiena. Erano entrambe belle e si complimentarono a vicenda, con sincerità.

Le due ragazze uscirono da sole, visto che Lorenzo avrebbe aspettato la moglie che doveva finire di sistemare delle cose in cucina, per poi uscire insieme.

Attraversarono le stradine buie e straordinariamente silenziose, probabilmente perché non c’era anima viva, per poi avvicinarsi sempre di più alla piazza, dove s’intravedeva un bagliore fin in lontananza e dalla quale provenivano alcuni rumori e schiamazzi che le ragazze incominciavano a sentire.

Man mano che si avvicinavano la luce diventata sempre più forte fino ad esplodere in un insieme di luci e suoni che contrastava di netto con l’atmosfera al di fuori della piazza.

Anna si guardò intorno: c’erano proprio tutti! Dai bambini che si rincorrevano tra il palchetto dei musicisti e i tavoli, o meglio, passandoci sotto in barba ai pochi richiami di alcuni genitori ancora speranzosi di avere una qualche forma di controllo sul figlio, ai famigerati “non più giovani” che buttavano giù un bicchierino dopo l’altro, raccontandosi tutte le loro vicende giovanili... C’era perfino quello scapolo di Ernesto, ormai settantenne, che faceva ancora la corte a quella zitella di Elvira, che lo aveva rifiutato fin da quando aveva vent’anni e lo aveva incontrato la prima volta ed ora continuava a rispondergli in maniera acida e a minacciarlo di chiamare aiuto, se avesse continuato ad importunarla. Ma c’era chi era pronto a giurare che quella era solo una sceneggiata e che i due fossero stati insieme, al di fuori del matrimonio, e che si fossero divertiti eccome. Le due ragazze guardarono il gruppetto ridendo e facendo commentini divertiti, per poi passare oltre.  

Poco dopo trovarono Elisabetta, in un abito verde scuro, impegnata a parlare animatamente di chissà quale questione con... Agnese. Già, la vecchia amica di Anna non aveva faticato, una volta presa l’iniziativa, ad entrare in quel gruppetto e sembrava proprio che anche Eli e Lele si stessero veramente attaccando a lei. Anna picchiettò con un dito la spalla dell amica, per richiamare la sua attenzione, invano, era troppo presa dal suo discorso, nonostante Agnese si fosse perfettamente accorta di Selene ed Anna e cercasse di trattenere una risata allla scena. Anna decise di provare più  insistentemente e tornò alla carica contro la spalla di Elisabetta:

-CHE C’È?!- gridò questa, esasperata, prima di riconoscere le amiche.

-Oh siete voi... Scusate, ma Anna, lo sai benissimo che odio questo tuo modo di richiamare la mia attenzione!-

Eh già, praticamente questa particolarità di Elisabetta era nota a tutti, ma Anna amava fingere puntualmente di dimenticarselo, per vedere la reazione dell’amica. Che non era mai delle migliori, poteva assicurarlo.

Comunque, Anna fece spallucce per poi chiedere alle amiche:

-Dov’è Lele?-

-A ballare con il signor sonobelloeperfetto Nicola.-

- Ma dai, che carini!- commentò Sel

-Erano insieme anche quando siamo arrivate noi, molto vicini, ma...- disse Agnese

-Ma?- incalzarono le due appena arrivate

- Sono andata a chiederle se eravate già arrivate, non facciamone una tragedia.-

-ELI!-  seguì un coro di protesta generale.

-Che sarà mai, se la voleva baciare l’avrà fatto anche dopo.- si difese la diretta interessata, con fare ovvio.

-Complimenti, sei davvero romantica. Quanto una serata passata sotto un acquazzone.- la prese in giro Anna.

Elisabetta le fece la linguaccia.

Poi sentì qualcosa che le toccava la spalla. O meglio, che le picchiettava la spalla. Si girò di scatto:

-QUEL DITO TE LO MANGIO, CHIUNQUE TU SI... Oh, ciao Tommaso.-

Seguì un momento di gelo in cui Elisabetta si augurò di venire inghiottita dalla terra, le altre tre si sforzarono di trattenere le risate, rischiando letteralmente di affogarsi, mentre il ragazzo osservava la scena, o meglio, più che altro osservava Elisbetta, con un sopracciglio alzato e un sorrisino divertito.

-Ti da così fastidio?- le chiese

-Ehm... Leggermente.- ammise Elisabetta, anche se “leggermente” era un eufemismo.

Tommaso fece una bassa e piccola risata, per poi porgerle una mano:

-Vieni a ballare?-

Arrossì leggermente, Elisabetta che arrossiva?, per poi rispondere:

-Non sono molto brava.-

-Ti guido io.- il ragazzo sorrise e la condusse verso il centro della piazza.

Anna e Agnese si guardarono con la bocca a forma di O, come due pesci lessi, mentra Sel sorrideva.

-Wow,un po’ di romanticismo sembra presente anche in lei.- osservò  Agnese.

-Già...-

-Andiamo a ballare anche noi!- Propose, allora, sempre Agnese. Selene cambiò per un nano secondo espressione, mentre Anna chiese, in modo davvero poco credibile:

-E con chi?-

-C’è Dario là.- rispose l’amica convinta.

-Sì,ma...-

-Ha pure un paio di amici carini che sembrano simpatici e parecchio annoiati, quindi anche io e Selene abbiamo un occupazione, non è vero?- le chiese con un occhiolino.

-Va bene...- rispose Sel, con un sorriso di circostanza, mentre Anna annuiva rassegnata, d’altronde la maggioranza vince in democrazia.

Però c’è da dire che la scena fu molto meno imbarazzante di quanto Anna si apettasse, anzi, praticamente non lo fu, visto che lei e Dario passarono dal saluto alla pista da ballo in davvero pochissimo tempo. Infondo, era quello che volevano entrambi dall’inizio della serata. Dario piaceva ad Anna; era un ragazzo assolutamente normale, con difetti a cui però Anna riusciva a passare tranquillamente sopra grazie ai pregi del ragazzo su cui si concentrava. Come nel caso del suo nome: “Dario”, decisamente le suonava troppo aspro, ma gli occhi castani da cerbiatto del ragazzo riuscivano ad addolcirlo, secondo Anna, che sorrise guardandoli.

Selene, invece, se ne stava dal bordo della piazza, dove aveva esortato Agnese ad andare a ballare con l’amico di Dario, a guardare tutte quelle coppiette carine ballare. Però ad un certo punto venne distratta da una mano stesa a mo’ di invito da un altro degli amici del ragazzo, rimasto anche lui un po’ in disparte. Guardandolo, Selene si concesse di pensare che fosse un bel ragazzo dai lineamenti forti e dolci allo stesso tempo, prima di afferrare quella mano e concedergli un sorriso. Un sorriso di circostanza, che poi mutò, mentre ballavano, in un sorriso dalla duplice funzione: quella di distruggere tutte le speranze del ragazzo e quella di scusarsi.

La serata fu piacevole per tutti e, probabilmente, lo fu per Anna più di tutti gli altri, che l’avrebbe ricordata molto bene negli anni, per vari motivi.

Quella sera, anche se probabilmente non lo era, vedeva tutto più colorato, più sereno, più felice. Si sentiva più ottimista e anche più responsabile e le sembrava di capire che anche le sue amiche lo stavano diventando inconsciamente. E forse non solo loro; vide in un angolo, intenta a parlare con delle signore, la sarta del paese. Era da anni che non veniva e Anna sorrise istintivamente.

Fu allora, subito dopo che ebbe girato di nuovo la testa verso la sua compagnia che notò che mancava Selene.

-L’avete vista da qualche parte?- provò a chiedere alle amiche, che però scossero tutte la testa.

Dunque, Anna decise di cercarla nella piazza, girandoci attorno per più volte, per poi prendere atto del fatto che non fosse lì. Forse era andata verso casa, si ritrovò a pensare, prendendo quella direzione. Se la trovò, si ritrovò a pensare in seguito, fu più che altro per pura fortuna: Anna non si era allontanata poi così tanto dalla piazza, tant’è  che riusciva ancora a distinguerne i rumori e a vederne il bagliore, quando, arrivata in una zona caratterizzata dalla vicinanza  con la foresta e da case più larghe tra loro, la vide. Lì, al margine della radura,  nel  buio, dove col suo vestito scuro non l’avrebbe mai vista se non fosse stato per i capelli biondi che risplendevano illuminati dalla luna.

Anna si avvicinò sbuffando

-Sel! Mi hai fatto prendere un colpo, non ti abbiamo più vista!- le urlò, per attirare la sua attenzione ed anche per rimproverarla.

-Anna...- l’altrà si girò, ma senza accennare a muoversi.

-Non volevo farvi spaventare, è solo che, nonostante  mi sia divertita, queste feste rumorose a lungo andare non fanno per me.- continuò, una volta che l’amica l’ebbe raggiunta.

Anna stette un attimo in silenzio e, guardando quel bosco scuro, le venne in mente per un attimo il mercante con cui una volta aveva parlato Sel, che abitava al di là di esso con la sua famiglia...

Avrebbe voluto chiederle un “vuoi andare a casa?, ma invece venne totalmente fregata dal suo subsconscio che chiese a Selene:

-Cosa ci fai qui?-

Altro silenzio.

Poi, però, la risposta scivolò lentamente fuori dalle labbra di Selene:

-Pensavo di andare a caccia di stelle.- disse all’amica, strizzandole l’occhio, per poi aggiungere: - stasera sono così belle e luminose.-

Anna sorrise.

-Allora ci vediamo domani.- disse

L’altra sorrise di rimando, per poi abbracciare Anna, colta di sorpresa: Sel aveva regalato milioni di sorrisi bellissimi, ma aveva abbracciato di rado qualcuno, quasi mai, solo quando l’educazione lo rendeva necessario, a ben pensarci.

Poi si staccò, guardò Anna e scomparve in un attimo, nel buio.

Anna non tornò alla festa, ma a casa sua, rimuginando sui suoi pensieri. Infondo, sebbene uno strano tipo di tristezza si stesse facendo largo dentro di lei, era serena e... consapevole; a  quella storia del domani non ci credeva realmente, anche se stava tentando di fingere nel modo più convincente possibile con sè stessa.  E forse, fu proprio per questo che, una volta rientrata nella casa ancora vuota, si chiuse la porta della loro cameretta e si mise dul divano, davanti alla finestra aperta, ad aspettarla.

E lì si addormentò, il resto, realtà compresa, lo avrebbe affrontato domani.

Spazio autrice: vi prego non picchiatemi, so di averci messo veramente troppo ad aggiornare, solo che quest’estate sono stata catapultata da una parte all’altra e sono stata veramente pochissimo a casa. Comunque... Siamo giunti finalmente all’ultimo capitolo! Spero davvero che la fine non vi abbia deluso, ma ho sempre immaginato Sel come una specie di aiutante, più che come la risolutrice di tutto, non so se mi spiego... Riguardo alla decisione di mandarla via, invece, mi è sembrata opportuna, visto che Sel non appartiene al mondo degli umani.

Vorrei ringraziare Fanny e Pendragon per essere arrivate fin qui, senza di voi non sarei mai riuscita a finirla e questo capitolo è tutto dedicato a voi! Un altro ringraziamento va a tutti i lettori anonimi. In ogni caso, anche se ho già fatto il “Discorso finale”, ci leggiamo all’EPILOGO

Ila  

  
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