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Autore: ek_directioner    10/06/2013    8 recensioni
Entrambi si erano allontanati -chissà se per loro volere o per semplice destino- dalla loro ragione di vita, da quello che definivano ‘il loro sorriso’.
Entrambi speravano ormai di poter riassaporare quel profumo nelle narici, che nella memoria avevano impresso.
Speravano di poter sentire di nuovo, finalmente, quel respiro sincronizzato che avevano, o quel battito di cuore che tanto gli mancava.
Credevano davvero che l’unica persona che probabilmente gli sarebbe mancata sempre e comunque, sarebbe stata il proprio fratello e la propria sorella, più del dicibile, più di tutto, più del mondo; in modo inenarrabile. A loro non interessava quanto tempo fosse passato, quante lune fossero cresciute e quanti soli fossero tramontati. A loro non importava della distanza o della gente che avevano intorno. Non gli interessavano tutti i problemi che avevano vissuto; non gli importava.
L’unica cosa alla quale veramente avevano dato peso in tutti quei giorni, era quella di pensare che un giorno di sarebbero rincontrati e, come avevano sempre desiderato, avrebbero continuato a vivere la loro vita insieme come se, tutti quei mesi, fossero durati tutti una notte.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove sei?

 
Non avrebbe mai pensato di arrivare ad un livello del genere.
Non avrebbe mai pensato di doverlo fare.
'Se qualcosa andrà storto, lotterò con tutto il cuore; non abbandonerò mai la sfida'  diceva.
Tutto il contrario; stava commettendo l'esatto contrario.
In realtà lei non sapeva il perchè di quel gesto così affrettato; più precisamente, non aveva nemmeno badato ad esso.
Sapeva soltanto che ora era lì, seduta su quel sedile di pelle nera, a guardare oltre il finestrino.
Che poi, che senso aveva guardare oltre il vetro, se attraverso esso, si riescono  a percepire solo le cose di sfuggita, senza avere la possibilità di rimanere ad osservare veramente ognuna di  esse? Non aveva assolutamente senso.
Eppure, nonostante avendo sostenuto per  18 anni quest'ultima teoria, arrivava sempre alla conclusione che, chissà per qualche assurdo ed anomalo motivo, ancorare lo sguardo verso un punto indefinito aldilà di quella superficie, le aveva sempre trasmesso tranquillità e sicurezza.
 
'When I Was Your Man'  nelle orecchie s'interruppe d'un tratto, per lasciare spazio all'esile suoneria di un messaggio appena ricevuto.
'Isabel ma che fine hai fatto? ti ho chiamata ovunque ma nessuno sa nulla di te. Non avrai combinato un altro dei tuoi casini, vero? xx'
La sua migliore amica Clara; avrebbe fatto di tutto per lei, anche nel bel mezzo di una catastrofe mondiale.
Un 'diamine' di cuore, uscì dritto dalla bocca della ragazza, per arrivare chiaramente nelle orecchie dell'autista.
-signorina, qualche problema?-
-no, grazie per l'interesse- rispose freddamente, sbloccando il telefono.
Le dita composero automaticamente il numero fin troppo conosciuto di Clara, per poi attendere ferme, l'inizio degli squilli.
-Tesoro!- rispose con voce evidentemente preoccupata.
-Clara-
-ma che razza di fine hai fatto?- urlò, -dove sei? ma voglio dire, sono le otto e un quarto, domani è venerdì, abbiamo il compito di biologia e quello che dovrebbe essere il mio ragazzo, è nuovamente arrabbiato con me per un motivo chiaramente sconosciuto alla diretta interessata. Possibile che riesci a
renderti invisibile nei momenti meno opportuni?!- continuò.
Quello era il classico esempio di una migliore amica più protettiva di una mamma.
Erano sempre state presenti l'una nella vita dell'altra, arrabbiandosi in modo opportuno nel momento del bisogno.
-Sono a Holmes Chapel- riuscì a dire con un filo di voce.
Dall'altra parte della cornetta, non veniva pronunciata una parola.
Soltanto un lungo e preoccupante silenzio mirava dritto al timpano della ragazza.
-dove sei, scusa?- chiese chiarimenti.
-hai capito bene Clara-
-Isabel, sei a Holmes Chapel?- ripetè.
Quel nome pronunciato al completo, suonava ormai strano.
‘Bel’ , ‘Isa’ , ‘Bella’ , ‘Isabella’, ‘Annabella’. Quella ragazza veniva sempre chiamata in tutti i modi esistenti, ma mai con il suo vero nome.
-si-
Di nuovo silenzio.
Si sarebbero volute uccidere a vicenda, se avessero potuto.
'Parla. Dì qualcosa. Non rimanere così in silenzio. Ho bisogno della tua voce!' avrebbe voluto urlare.
Isabel sapeva cosa stesse pensando l'amica: che era una matta, stupida, ingenua e frettolosa.
-Cosa diamine ci stai facendo a Holmes? spiegamelo!- domandò cercando evidentemente di mantenere il tono più calmo possibile, da lei conosciuto.
-mi ha picchiata Clara.. di nuovo-                   
-Ma non ha senso quello che stai facendo Bel, te ne rendi conto? scappare di casa soltanto perchè ti ha picchiata per l'ennesima volta!-
-Hai detto bene Clara. Per l'ennesima volta!- la interruppe.
-Proprio non ti capisco. Ormai passaci sopra, calmati e vedrai che prima o poi le passerà. E' pur sempre tua madre-
-Clara..-
-Tesoro so che mi stai odiando perchè ti da fastidio che la gente ti dica determinate cose, ma ora che sei scappata, cosa risolvi? prima o poi dovrai tornare qui a Wolverhampton-
Odiavano entrambe il momento in cui una non dava ascolto all'altra per un motivo infantile.
Entrambe sapevano di sbagliare, ma nessuna voleva abbandonare la propria teoria, se non in caso di disperato bisogno.
La frase 'avevi ragione tu', era come un miraggio in quell'amicizia; ma nonostante ciò, bisognavano della fondamentale presenza dell'altra, nella propria vita.
-odio quando fai così Bel. Davvero- sbuffò Clara.
-sono arrivata, devo andare- troncò Isabel, per non creare altri diverbi.
-pensa a quello che ti ho detto-
-lo farò-
Clara sapeva benissimo quanto l'amica odiasse sentirsi dire certe cose.
Isabel sapeva perfettamente dove stava sbagliando.
Entrambe sapevano che, anche se affrettata come decisione quella, sarebbe stata la migliore delle scelte.
 
-Dayson street mi ha detto, signorina?-
-esattamente-
-perfetto, siamo arrivati-
 
Isabel scese dalla macchina, rendendo l'ultimo centesimo che le era rimasto in mano, già perfettamente a conoscenza del costo di quel viaggio; prese l'unica valigia che aveva e, con la borsa sulla spalla, iniziò ad incamminarsi nella lunga via davanti alla quale era appena stata lasciata.
Intorno a lei, le villette erano illuminate all'esterno da piccoli lampioni che fuoriuscivano casualmente da cespugli tagliati in modo maniacalmente preciso, dall'interno invece nelle camere dove molto probabilmente, si stava cenando.
Tra la strada e il giardino di ogni casa, si trovava un marciapiede sul quale crescevano piante di ogni tipo.
Bel si fermò al centro, ignara di quello che potesse accadergli; iniziò a frugare nella borsa dalla quale, dopo una lunga ed esaustiva ricerca, riuscì finalmente a tirar fuori una lettera stropicciata ed evidentemente non recente, dalla quale sbucava fuori una foto.
'24B Dyson Street, Bradford' citava una frase.
La ragazza iniziò, d'istinto, a guardarsi intorno ripetendo freneticamente -24B, 24B, 24B-.
Quello, le sembrava tutto un altro mondo. Nuove case, nuove piante, nuovo terreno.
Per lei, che non si era mai allontanata dal suo quartiere, quello era tutto un altro pianeta.
-sei sicura di essere nella via giusta?- una voce interruppe il suo rosario.
Si voltò, notando davanti a sè una figura alta e riccia, con un mezzo sorriso stampato sul volto.
-Dyson street-
-Dolcezza, Dyson Street è quella lì- con tono sarcastico, indicò una via alla destra della ragazza, la quale si voltò per osservare; quelle strade erano inenarrabilmente tutte uguali.
-ok- rispose fredda, per poi posare la lettera nella borsa, prendere la valigia e voltarsi nella direzione esatta.
Odiava essere chiamata 'dolcezza, bellezza, biscottino, tesoruccio' da sconosciuti; 'non sanno nemmeno quanti sorrisi faccio al giorno' diceva sempre, provocando indubbiamente, la risata del fratello.
Non ebbe il tempo di pronunciare un passo che, subito, venne richiamata.
-comunque, se non lo sai, qui ad Holmes Chapel, la gente ringrazia dopo una gentilezza ricevuta-
-la tua era soltanto un'informazione-
-ma detta con gentilezza-
Il ragazzo avrebbe voluto soltanto ricevere un semplice ed ingenuo 'grazie' non avrebbe voluto mica portarla in un NightClub anche se, a dir la verità, un pensierino ce l'avrebbe fatto.
Isabel scosse la testa per evitar di portare avanti il dialogo che le stava letteralmente facendo saltare i nervi, per poi iniziare, finalmente, ad incamminarsi.
Odiava quando le persone, con o senza vera volontà, cercavano di parlarle come se la conoscessero da anni. Loro non sapevano nulla di lei e certamente viceversa la situazione non cambiava.
Era stata abituata non, a non dare confidenza agli sconosciuti, ma a non fidarsi della gente: ‘sono due cose completamente diverse’ precisava e, in effetti, non aveva tutti i torti.
Con il passare degli anni, le si era sviluppato nel corpo, un sistema di distacco, se così si può chiamare.
Aveva una vera e propria freddezza nei confronti di persone, che non la conoscevano da tanto tempo o che avevano compiuto un’ingiustizia nei suoi confronti.
Aveva sempre e perennemente bisogno di certezze, certezze che, la maggior parte delle volte, non arrivavano mai. Bisognava di qualcuno che le stesse accanto talmente tanto, da riuscir finalmente a scoprire tutti i lati, fino a quel momento nascosti alla società.
E chi poteva essere l’unico, ovviamente, a conoscere tutti i suoi difetti?
 
Ora come ora, credette per l’ennesima volta alla teoria della sua mente: mai fidarsi della gente.
Erano passati quasi ormai una decina di minuti da quando quel  simpatico ragazzo, aveva aggiornato le sue informazioni e, della meta che cercava, ancora nessuna traccia.  
Quella via non finiva più di esistere e quasi come per istinto, iniziò a credere di aver fallito; ancora.
 
 
 
 
 

Ma saaaaalve!
Bene, mi presento, sono Erika e sono l’autrice di questa storia (capitan ovvio (Y)) .
Questo capitolo, diciamo che è un po’ di ‘passaggio’, perché nel prossimo capitolo, ci sarà già una rivelazione molto dolce, carina, sentimentale, drammatica, cucciolosa e chi più ne ha più ne metta.
Spero che, nonostante tutto, questo capitolo vi piaccia.
Come ormai sapete (da Love Changes People) ormai, le critiche sono ben accette, quindi non vedo l’ora di leggere cosa ne pensate C:
Ciao belli xx

 
 

  
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