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Autore: Killapikkoletta    12/06/2013    2 recensioni
Kassy non accetta la sua nuova realtà. La sua nuova vita non fa per lei e non riesce a perdere le vecchie abitudini. Il suo clan la vuole cacciare e i suoi amici non sanno più che fare per convincerla a nutrirsi, ma lei proprio non ci riesce. Rinnegata dalla sua nuova famiglia ed evitata dalla vecchia, questa è la situazione di Kassy.... Tutto cambierà il giorno in cui si lascerà tutto indietro, per ricominciare nuovamente a sperare.....
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
Leak
 
Cerco a tastoni la sveglia che tengo sul comodino, sono almeno dieci minuti che suona ininterrottamente perforandomi i timpani. Non riuscendo a trovarla decido di alzarmi, anche se a malincuore. Odio la scuola. Perché svegliarsi presto e uscire da sotto le coperte, quando fuori fanno -10°? Non è salutare! 
Mi stiracchio e trascinando i piedi a terra raggiungo il bagno prima che ci si fiondi mia madre, come al solito è in ritardo per il lavoro. Lavata e vestita, scendo giù in cucina in tempo per sentire il clacson della Ford bianca che mi aspetta di fuori. 
Prendo al volo un muffin ai mirtilli e imbracciata la cartella mi precipito lungo il vialetto, entrando in macchina.
“Tyler perché ogni giorno arrivi sempre prima?!”
“Un giorno di questi me ne andrò senza aspettarti! Sei una dormigliona!” Offesa incrocio le braccia al petto, rivolgendo al mio amico una smorfia. Lo sento sghignazzare e questo mi fa infuriare ancora di più, ma non voglio dargli la soddisfazione di essere riuscito nel suo intento, quindi chiudo gli occhi e inspiro cercando di rilassarmi. 
Arriviamo nel parcheggio del liceo con dieci minuti di anticipo, come volevasi dimostrare! Rivolgo uno sguardo furente a Tyler, ritornando poi a spazzolarmi i capelli. Scendiamo dalla macchina al suono della prima campana e ci dirigiamo verso il grande atrio insieme ad una moltitudine di ragazzi poco volenterosi, che non fanno altro che spingersi e darsi pacche sulle spalle. Uno di loro mi viene addosso facendomi cadere, Lance il playmaker della squadra di basket, mister sonoilpiùfigodellascuola, che senza degnarmi di uno sguardo se ne va lasciandomi a terra. 
Quando mi rialzo noto qualcosa di strano. Intorno a me non c’è più nessuno, il timido sole di Gennaio che prima filtrava dalle finestre dell’atrio ha lasciato il posto all’oscurità. Una risata sinistra riempie lo spazio, facendomi accapponare la pelle. Nervosa inizio a camminare lungo il corridoio, cercando di raggiungere la mia aula di scienze, che però sembra allontanarsi di più ad ogni passo. Un vento freddo mi solletica il collo facendomi rabbrividire. Cosa succede? Dove sono tutti? 
Ormai sto correndo a perdifiato cercando di seminare il pericolo. I piedi instabili sul pavimento bagnato. Un muro arresta la mia fuga e io sono costretta a fermarmi. Ho il fiatone, il battito del cuore mi rimbomba nelle orecchie, facendole fischiare. Inorridisco vedendo che quello a terra non è acqua, ma sangue. Fiumi di sangue denso e nero scorrono inarrestabili lungo i corridoi della scuola e quello che più mi spaventa, è l’attrazione. Io lo desidero, io voglio quel sangue. Sono atterrita, non riesco più a muovere un muscolo, la paura rende le mie gambe molli e inutilizzabili. Vedo una sagoma svoltare  l’angolo e dirigersi minacciosa verso di me. Mi accascio al suolo, sporcandomi i jeans e strizzo forte gli occhi cercando così di proteggermi, forse sto sognando, forse è tutto un incubo ed ora mi risveglierò. Ma l’espediente non è sufficiente, perché l’ombra si sta avvicinando, sento il suo respiro affannoso, sa di morte e putrefazione. Urla agghiaccianti mi perforano i timpani, qualcuno grida il mio nome, qualcuno che mi sembra di conoscere. Una parola si fa spazio tra le mie labbra e nel momento in cui la sagoma mi raggiunge apro la bocca e strillo.
 
“SHANE!!!!” Mi sento scuotere delicatamente dalle spalle. Una fitta di dolore, come se tante spine si fossero conficcate nel mio braccio, mi costringe a trattenere il fiato per non urlare di nuovo. Immediatamente le mani che mi sorreggevano lasciano la presa. 
Sollevo lentamente le palpebre, sbattendole ripetutamente per mettere a fuoco le sagome che mi circondavano. Ho le gambe intorpidite e sono talmente tanto stanca da non riuscire a muovere un dito, affondo ancora di più con la testa in un morbido giaciglio accorgendomi di non essere più nel corridoio della scuola e tantomeno al buio. 
“Finalmente hai aperto gli occhi!” dice Tyler rilassando i muscoli e sedendosi pesantemente su una roccia.
“Cosa è successo? Dove sono? L’ombra! Qualcuno mi sta seguendo!”
“Quale ombra? Kassy sei sicura di essere sveglia?” Mi guardo intorno ancora stordita.
Sono in una grotta, dovevo aver sognato anche se mi era sembrato tutto così reale. La fuga, il sangue, la sagoma e quella risata. Rabbrividisco al solo pensiero.
Mi sollevo mettendomi a sedere e mi strofino forte gli occhi per dimostrare a Tyler che non sto dormendo. Sono vigile e perfettamente in grado di capire quello che mi succede intorno. Poggiati alla parete rocciosa di fronte a me ci sono David e Shane. Improvvisamente arrossisco, ricordandomi di aver gridato il suo nome. Ora penserà che sono una bambina che piange anche per uno stupido incubo. Congratulazioni Kassy, sei veramente brava a trasmettere l’immagine migliore di te! Ma infondo che importa di quello che un Cacciatore pensa sul mio conto, sono solo un vampiro. 
“Cosa è successo?” chiedo cercando di mettermi in piedi. Barcollo leggermente e Tyler allunga un braccio per farmi appoggiare. Con la coda dell’occhio vedo Shane digrignare i denti e assottigliare gli occhi assumendo un’espressione arcigna. Che sia arrabbiato con me? Non ha tutti i torti, visto che per la mia ingenuità abbiamo perso l’unica occasione di recuperare quel dannato medaglione e di sconfiggere Kaleygh. Anche se per il momento un possibile attacco da parte di quella pazza maniaca di potere è l’ultima cosa che mi preoccupa. Senza quel ciondolo non possiamo completare il rituale e senza rituale…beh, credo sarà impossibile per me tornare un essere umano.
Sconfortata abbasso la testa, non riuscendo più a guardare negli occhi i miei compagni. Loro si erano fidati di me e io li avevo delusi.
“Stai bene? Ti fa male la spalla?”, chiede premuroso Tyler facendomi sedere nuovamente sul giaciglio improvvisato. Mugugno qualcosa tra i denti.
“Cosa?”
“Hai sete?” Shane si avvicina sorridendo timidamente, tra le mani ha una lepre. Non penserà che io beva di fronte a loro! Mai, neanche se fossi in fin di vita! Scanso la sua offerta con sgarbo e lo fisso negli occhi. Sono lucidi e arrossati, forse per la mancanza di sonno e lo stress. Anche se una vocina nella mia testa continua a suggerirmi che deve aver pianto, magari era preoccupato per me…
Impossibile. 
“Avevi ragione”, sussurro.
“Che cosa?” 
“Avevi ragione, non sarei dovuta venire” dico alzando leggermente il tono della voce. Shane mi osserva esterrefatto e getta via la preda sbattendola contro un muro. Il sangue sporca la parete, lasciando dietro di sé l’impronta della sagoma della lepre. 
“Cosa stai dicendo?!” 
“È colpa mia se la missione è fallita, se non fossi venuta probabilmente ora avreste il medaglione.” Shane mi raggiunge con due grandi falcate, afferrandomi per la maglia e costringendomi a guardarlo negli occhi.
“Ascoltami bene” inizia risoluto “se non fossi venuta, non saremmo neanche riusciti ad entrare in quello stupido covo di belve feroci”
Sgrano gli occhi, sentendomi offesa da quella affermazione. Certo, aveva cercato di complimentarsi per l’ottimo lavoro fatto nei tunnel sotterranei, ma nell’impeto aveva anche rivelato ciò che in realtà pensava di noi, di me. Per lui sono una bestia assetata di sangue, pronta a saltargli al collo in ogni momento. Come poterlo biasimare, più volte ho pensato di bere il suo sangue resistendo a stento all’impulso irrefrenabile di assaggiarlo. 
“Modera le parole Cacciatore, non tutti sono come tu li disegni”, mi difende Tyler poggiando una mano sulla mia spalla. In quel momento Shane comprende le parole appena dette e si passa una mano dietro la testa imbarazzato.
“Sai che non intendevo offenderla”, borbotta rivolto a Tyler “Kassy è diversa, lei è… insomma lei…” 
David non lo lascia finire, lo afferra per il cappuccio della felpa e lo trascina fuori dalla grotta. Shane non oppone resistenza, lo segue mansueto come un cagnolino.
Rivolgo a Tyler un’espressione affranta e lui sospira “Kassy, non ti preoccupare non è colpa tua se abbiamo fallito”
“Tu non capisci! Con quel ciondolo io…” Mi mordo la lingua impedendomi di continuare. Non voglio Tyler pensi che oltre ad essere debole, sono anche un’egoista di prima categoria. Ma il mio espediente non basta, lui mi conosce troppo bene, sa cosa mi passa per la testa in qualsiasi momento.
“Riusciremo a recuperarlo”, mi rassicura “ci inventeremo qualcosa, entreremo di nuovo nel rifugio e prenderemo quel medaglione. Così finalmente potremo tornare normali.”
“Ty, hai visto anche tu quanto sono forti. Non ce la faremo mai”, dico sconsolata “e poi non puoi chiedermi di fare del male a Allison!”
“Ci ha voltato le spalle, non possiamo comportarci altrimenti”
“Tyler! Lei è nostra amica, non possiamo abbandonarla nelle grinfie di Kaleygh! Dobbiamo aiutarla!”
“Ragiona, se ci faremo prendere dai sentimentalismi andrà male anche la prossima volta” La voce di Tyler è ferma e risoluta “ieri Allison ti ha quasi uccisa, stavi per morire dissanguata. Devo ringraziare Shane per averti portata in salvo! Anche se mi pesa ammetterlo, è stato d’aiuto”
“Allora non me lo sono immaginato”, mormoro tra me e me. Le braccia forti di Shane attorno al mio corpo, la sua stretta sicura e la foga con la quale si affrettava ad abbandonare il campo di battaglia per mettermi al sicuro. Era tutto vero. La soddisfazione si impossessa di me. Pensavo di essermi immaginata ogni cosa, invece il bel Cacciatore aveva mandato a monte la missione per me, per un vampiro! 
Le parole di Shane riecheggiano nella mia testa. 
 
Belve fameliche. 
 
No, non devo gongolare e illudermi. Non so perché l’abbia fatto, forse perché sono utile ai fini del piano di Martha e del suo gruppo di ribelli, ma sicuramente non mi ha salvato per un interesse nei miei riguardi. 
Questa nuova convinzione mi fa sprofondare nella tristezza più assoluta. Avrei fatto meglio a rimanere addormentata, così non avrei scoperto quanto ero inutile, persa o indesiderata. 
Mi trascino fuori dalla grotta e assicurandomi che Tyler non mi segua, inizio a girovagare per il boschetto dove ci siamo rifugiati. Gli alti alberi formano una cupola erbosa, che mi priva della vista del cielo. I raggi del sole penetrano appena la folta volta verde e le fronde agitate dal vento generano una malinconica melodia. Man mano che proseguo, gli alberi si fanno sempre più radi, fino a che non giungo in uno spiazzo in fondo al quale scorgo un dirupo. 
La camminata è terminata, giro sui tacchi e faccio per ripercorrere i miei passi e raggiungere gli altri, ma qualcosa mi ferma. Una sensazione di sconforto ed inadeguatezza si impossessa del mio corpo, costringendomi ad avvicinarmi allo strapiombo.
Il vento mi sferza il viso e fa ondeggiare i miei lunghi capelli, intrecciandoli. Guardo sotto di me. Lo strapiombo non è molto alto, ma a valle noto degli spuntoni di roccia acuminati, un volo da lì e sono finita. Mi sembra assurdo voler porre fine alla mia vita, visto che tirerò le cuoia a breve in ogni caso, ma non riuscirei ancora a guardare in faccia nessuno dei miei amici. 
 
Sono una vigliacca.
 
Un passo dopo l’altro raggiungo il bordo della scarpata, la roccia è friabile sotto i miei piedi e potrebbe cedere in qualunque momento. Faccio un bel respiro, chiudo gli occhi e sollevo un piede… Improvvisamente mi sento strattonare all’indietro, qualcuno sta  gridando il mio nome e mi dà della sciocca. Spalanco gli occhi e mi ritrovo la faccia preoccupata di Shane ad un palmo dal naso.
 
Quelle urla, le richieste d’aiuto del mio sogno, erano le sue.
 
Non riuscendo più a contenere le emozioni mi alzo e gli getto le braccia al collo, scoppiando a piangere. Lui colto di sorpresa si irrigidisce, ma a poco a poco i muscoli gli si rilassano. Lascia scorrere le braccia attorno alla mia schiena e mi stringe forte a sé per consolarmi. I singhiozzi, sempre più forti, mi scuotono. Sento la mano di Shane giocherellare con i miei capelli e carezzarmi la testa. Perché devo sempre comportarmi così di fronte a lui? Non posso abbassare la guardia, anche se dalla stessa parte rimaniamo nemici. Lui è un Cacciatore e io sono un vampiro, la nostra tregua non durerà a lungo, ne sono certa. Ma questa convinzione mi sta dilaniando il cuore. Sapere che un giorno non potrò più rifugiarmi tra le sue braccia, mi spaventa più di ogni incubo o nemico. Devo essere impazzita, non c’è altra spiegazione. 
“Non piangere Kassy, vedrai che si risolverà ogni cosa.” Le sue labbra mi solleticano l’orecchio, è talmente vicino che potrei morderlo senza che se ne accorga e prosciugarlo nel giro di pochi minuti. 
Mi allontano da lui spingendolo via con violenza e tappandomi il naso faccio dei respiri profondi. Shane è dietro di me, a pochi passi di distanza. Sento il suo cuore galoppare, rendendomi ancora più difficile resistere alla voglia irrefrenabile di ucciderlo. Spirito di sopravvivenza e senso di colpa si mescolano in me facendomi girare la testa. Le due nature che mi caratterizzano lottano tra loro cercando di prevalere l’una su l’altra.
Shane afferra il mio braccio, facendomi voltare e non appena il mio sguardo incontra i suoi occhi mi tranquillizzo. Due pietre verdi e luminose: sono occhi fieri, che rispecchiano il suo essere orgoglioso e pieno di vita. Mi perdo in quell’immensità, non riuscendo più a capire dove sia il soffitto o il pavimento. Sto fluttuando a metà tra il cielo e la terra, lasciandomi trasportare da venti caldi che cullano il mio imprevedibile volo. Lo vedo abbassarsi su di me, il suo viso poco distante dal mio. Il suo respiro caldo mi riscalda le guance gelide, che se fossi viva ora sarebbero rosse come due semafori. Chiudo gli occhi non sapendo neanche il perché di quell’azione. Lo percepisco avvicinarsi lentamente, le sue labbra sfiorano le mie, trattengo il fiato…
“Cosa pensi di fare?!” Tyler si è frapposto tra noi due impedendomi la visuale. Il cuore immobile nel mio petto, rischia di sgretolarsi per le forti emozioni provate. Cosa era successo? Shane mi aveva consolata, io avevo provato ad ucciderlo e lui, lui… stava per baciarmi?!
Quel pensiero mi costringe a rifugiarmi dietro la schiena del mio amico vampiro, sperando di non incrociare lo sguardo di Shane. Mi vergogno da morire, non posso aver pensato di interessargli. Sono una sciocca a credere che lui possa provare qualcosa per me. Io sono morta! Un dolore acuto mi ferisce, lasciandomi vuota e senza respiro.
Mai come oggi ho desiderato essere viva.





Angolo Autrice:
Saaaalveee!!! Eccomi qui con un capitolo di transizione apparentemente inutile! Ma ditelo non vi è piaciuta la scenetta tra Kassy e Shane?? Muahahaah i nostri piccolini si stanno avvicinando, certo se Tyler si andasse a fare una passeggiata ogni tanto sarebbe tutto più facile, ma io odio le cose troppo semplici e presto lo scoprirete (non spoilero niente! XD).... Naturalmente invece di studiare scrivo capitoli insulsi in cui non succede un bel niente e la nostra eroina delira e cade in depressione, ci può essere qualcuno meno adatto di lei al ruolo? Ma Kassy ci piace così!
Ringrazio LoveForHachi e Afrociucci per le recensioni sempre bene accette! Ma ringrazio anche chi legge la storia senza recensire, se la seguite vuol dire che vi piace e questo mi rende felice >.<
Vi saluto e al prossimo capitolo (spero presto) che si intitolerà "Lost" a voi le deduzioni ;)

Killapikkoletta
  
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