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Autore: Gemini_no_Aki    13/06/2013    0 recensioni
Pensate che le storie di zombie siano solo storie?
Pessimi film di serie C?
Lo credevo anch’io fino a qualche tempo fa.
Poi sono arrivato a Raccoon city.
Tutto ciò che credevo fantascienza di pessimo gusto si rivelò una terribile e inarrestabile verità.
Io sono Shaun Hastings, 18 anni, inglese e fiero di esserlo.
E sono un Assassino.

Versione riveduta e corretta della mia vecchia "Research".
[Resident Evil - Assassin's Creed]
Genere: Avventura, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Albert Wesker, Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Point of No Return'
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Settore Alpha



“Sarebbe inumano. Gli ultimi risultati hanno dato una sola risposta. La morte!”

“Procedete dottore.”
“Non posso permetterglielo!”
“Le sue cellule hanno reagito bene, si sono fuse al Progenitor senza venir distrutte.”
“Una provetta non è un corpo.”
“Le possibilità che il soggetto sviluppi capacità rigenerative di alto livello da subito sono dell’87.32%.”
“È un bambino! È solo un bambino, non potete fargli questo!”
“Le probabilità che il suo corpo e il cervello subiscano danni sono praticamente nulle.”
“Lo trasformerete in un’arma.”
“Corvo, mio vecchio amico... Non è forse ciò che siete tutti voi? Delle armi? Lui sarà solo più forte. Vi sto facendo un regalo, un grandissimo regalo contro i vostri nemici.”
“Tu sei uno di loro, immagino.”
“Sono dalla parte del più forte, io. Ma... Se tu vuoi avere anche solo la più piccola possibilità di ritornare a casa dovrai procedere. Solo in quel caso la mia bocca sarebbe sigillata, assassino. E ora, vogliano vedere quanto una creatura così fragile e piccola può essere forte e cambiare le sorti dell’umanità?”

Quando Lucas entrò in camera temette di aver sbagliato stanza, un vetro azzurro trasparente si alzava dal pavimento fino al soffitto.
“Luke! Puoi entrare, passaci pure attraverso non si rovina! Ma stai attento ai cavi per terra.”
La testa del compagno spuntò da sotto un tavolo con uno dei suoi soliti sorrisi prima di ritornare sotto il tavolo ad armeggiare con un cacciavite.
Guardando a terra e cercando di non pestare nulla lo scienziato raggiunse il divanetto posando i documenti che gli riempivano le mani.
“Tutto questo... Cosa sarebbe per curiosità?”
Un attimo dopo su quello schermo improvvisato apparve lo scheletro che somigliava vagamente ad un elicottero, molto più piccolo, senza coda ed eliche, insieme ad alcuni rettangoli intorno pieni di scritte.
“Seriamente Richter... Cos’è tutto questo?”
L’uomo armato di cacciavite saltò fuori da sotto al tavolo ammirando la stanza con un sorriso da un orecchio all’altro.
“Il mio ultimo progetto! È una settimana che ci lavoro.”
La voce non nascondeva per niente l’entusiasmo ma tra lo scheletro virtuale e il renderlo qualcosa di effettivamente funzionale c’era una gran differenza.
In 2 anni di matrimonio e una vita intera conoscendolo Lucas aveva imparato a non mettere mai in discussione i suoi progetti.
Solo una volta, ma solo perché si era messo in testa di voler costruire una macchina del tempo.
“Che sia un progetto lo vedo, ma non capisco cosa sia.”
Sottolineò senza spazientirsi.
“Un’aeronave. O meglio, una navetta che andrà ad integrare un’aeronave più grande!”
Batté un dito su una freccia e l’immagine cambiò, erano come le diapositive dei proiettori, con la differenza che non vedeva nessun proiettore, non si intendeva di quelle cose, usava il computer per quello che gli serviva e basta.
Una versione molto più grande era apparsa in mezzo alla stanza seguita da altri rettangoli e frecce.
“Non so ancora che nome darci ma sarà la cosa più grandiosa e fantastica che costruirò!”
Lucas sospirò riprendendo in mano le sue carte.
“Hai guardato Star Trek per l’ennesima volta?”
Domandò notando una vaga somiglianza tra quel nuovo progetto e l’Enterprise.
“Non intendo andare nello spazio, per il momento, voglio solo avere un modo per poter fuggire più velocemente se fosse necessario, e temo che lo sarà.”
Il tono improvvisamente serio fece alzare lo sguardo allo scienziato di 7 anni più giovane.
“Per un po’ saremo al sicuro qui, Rich. Non c’è alcun pericolo immediato.”
“Dove è stato messo il fascicolo di Marcus?”
Lo sguardo dell’uomo si fece più curioso e attento a quella domanda così scollegata dall’argomento di prima.
“In archivio con tutti gli altri fascicoli. Marcus è morto in ogni caso, non vedo perché dovremmo preoccuparci di...”
L’immagine dell’aeronave scomparve e, al suo posto, il meccanico aprì la casella postale con l’ultimo rapporto evidenziando la parte che lo interessava.

James Marcus.
È il direttore della casa farmaceutica, l’ho incontrato per caso durante la visita di oggi.

“James Marcus è morto.”
Sottolineò ancora lo scienziato alzandosi e avvicinandosi allo schermo.
“Tutto questo non è possibile, non può essere sopravvissuto all’esplosione dello stabilimento, Richter, non può.”
“Un sosia allora?”
Lucas sospirò ancora senza saper bene cosa rispondere.
“Conoscendoli come li conosciamo? Non mi sento in grado di escludere nulla... Ma Marcus era nella lista dei morti quel giorno.”
“Eppure ha appena detto che si è presentato come il direttore.”
“È un clone. Discussione chiusa Rich! Marcus è morto.”
Il compagno lasciò perdere con un sospiro, Lucas odiava quell’uomo, e ne aveva tutte le ragioni dopotutto.
“Credi che Shaun abbia collegato il logo della Umbrella a quegli uomini che ci danno la caccia?”
Domandò mentre spegneva lo schermo e la luce artificiale della lampadina illuminava la stanza, un bianco accecante rispetto all’azzurro di poco prima.
“Non è stupido, lo sai... Ormai avrà capito che non è una coincidenza.”
“Cosa accadrebbe se scoprisse quella cosa?”
Lucas Hastings scosse la testa rimuovendo quel pensiero dalla sua mente, non voleva credere possibile che quella vecchia storia ormai sepolta potesse tornare a galla.
“Non può scoprirla, qualunque cosa accada... Mi sono impegnato tutta la vita a tenerla nascosta e non sarà sicuramente una stupida copia a mandare all’aria ogni cosa.”
Concluse con tono arrabbiato poco prima di venire stretto in un abbraccio dal compagno, probabilmente in un tentativo di farsi perdonare per aver tirato in ballo quell’argomento pur sapendo che era un pericoloso tabù.
Si strinse in quell’abbraccio, con una strana paura addosso, come se potesse veder svanire tutto definitivamente, gli uomini che gli davano la caccia non erano templari, o se li erano non lo sapevano ancora.
Li avevano sempre chiamati tali per non far capire a nessuno dei loro Assassini chi fosse la vera preda, chi gli uomini dalla croce rossa e bianca cercavano.
“Dici che quella tua aeronave riuscirà mai ad alzarsi da terra a più di due metri per più di dieci minuti?”
Domandò con un mezzo sorriso.
“Non ti fidi di me?”
Allargò le braccia sciogliendo l’abbraccio con disappunto dell’uomo.
“Non solo volerà... Ma ci permetterà di fare anche il giro del mondo se lo vorrai. Sarà armata e protetta, potrà mimetizzarsi con qualunque cosa.”
Lucas annuì lasciandolo continuare a parlare di quell’assurdo progetto che, se mai fosse andato veramente in porto, e non ne era sicuro dal momento che sembrava una fusione tra il T.A.R.D.I.S. e l’Enterprise, avrebbe potuto veramente dargli una speranza di sopravvivere.
A qualunque cosa accadesse.

Da quando Shaun era in città erano passatemi quasi 3 settimane, in quel tempo i progressi erano stati pochi, quasi nulli.
Aveva avuto la conferma che Marcus era collegato ai Templari, se non lui stesso un Templare ma non aveva potuto vedere il fascicolo.
Richter considerava rischioso mandarglielo in qualunque modo, avrebbero potuto intercettarlo, risalire a lui e al loro nascondiglio, insomma, non era sicuro e doveva farsi bastare le poche informazioni che gli avevano mandato.
Come se cercassero di nascondere qualcosa.
Pensò.
Non c’era solo quello ovviamente, le riprese dell’Umbrella portavano tutte a dei punti morti, riunioni aziendali, via vai di gente e esperimenti perfettamente leciti e tipici di una casa farmaceutica che si rispetti.
Insomma, era tutto nella norma anche se il giovane non ci credeva per niente.
“L’ennesimo incidente.”
La voce di Barry, appena entrato nella stanza, lo fece voltare con la penna sollevata dal foglio.
“Mi ha appena informato il Capo.”
La voce dell’uomo suonava così ironica e indignata, per non dire schifata, allo stesso tempo.
Brian Irons era il Capo della Polizia, dopo una gloriosa carriera nella S.T.A.R.S., per quanto gloriosa possa essere in una città dove, fino ad alcuni mesi prima il massimo che succedeva erano incidenti stradali, non solo era nella polizia però, era anche un politico, o almeno, lo sarebbe diventato presto, tutti in città sapevano che concorreva per la carica di sindaco e, in un modo o nell’altro l’avrebbe ottenuta.
Il punto non era quello però, lui credeva che si trattasse di un serial killer, uno psicopatico, credeva che fosse opera di un umano.
“Due uomini, appena fuori città. A quanto pare li ha trovati un automobilista di passaggio.”
Wesker alzò un sopracciglio guardandolo dietro le lenti scure come per incitarlo ad arrivare al punto.
“Sbranati da un animale selvaggio, un lupo o un orso.”
Concluse mentre gli agenti si alzavano dal loro posto, sistemando le pistole e aspettando ordini.
“Non dovrebbero esserci orsi quindi stiamo cercando dei lupi.”
Precisò il Capitano poco prima che Barry lo interrompesse nuovamente.
“Lupi con zampe enormi allora.”
Disse, Wesker lo ignorò ordinando di avviarsi e prestare la massima attenzione a qualunque cosa ci fosse la fuori, non aveva voglia, né tempo, di organizzare anche un funerale, e gli agenti erano contati e sicuramente dopo quegli ultimi avvenimenti nessuno avrebbe voluto essere trasferito lì.
Shaun esitò un attimo a seguirli, negli ultimi tempi era migliorato ma un conto era una sagoma, un conto erano dei lupi, si alzò comunque seguendoli, non pienamente convinto.
“Non credo potrai scriverlo a Richter questo.”
Commentò piano Wesker guardandolo, Shaun scosse la testa piano mentre si dirigevano verso la periferia.
“Sono molte le cose che non gli scrivo, tutto quello che riguarda questi incidenti. Credo che mi farebbero rientrare prima di aver terminato la missione e ad essere sinceri non ne ho voglia.”
Nonostante tutto però era quasi sicuro che Lucas sarebbe stato interessato dalla cosa, almeno sotto un aspetto puramente scientifico e professionale.
“Non la prenderanno bene a sapere che gli nascondi queste cose.”
“Sono irrilevanti riguardo a quello che mi hanno detto di fare, io eseguo gli ordini, non altro.”
Nel frattempo erano arrivati sul posto, i corpi erano stati portati via e alcuni agenti di polizia erano ancora riuniti sul posto, quanto più distanti potevano dalle macchie di sangue.
Ora che vedevano le foto il commento di Barry riguardo agli orsi aveva senso, gli squarci che aprivano i due uomini non corrispondevano con le dimensioni medie di un lupo.
“Sparate a vista e non allontanatevi, i lupi cacciano in branco.”
Shaun era sempre meno entusiasta dell’idea di essere andato con loro eppure, per una qualche strana ragione, sentiva di dover essere lì.
La foresta di Raccoon City era strana, immersa nel silenzio, un innaturale silenzio, ma c’era dell’altro, qualcosa di strano e indescrivibile.
Qualcosa come un senso di inquietudine crescente, diverso dalla paura, avrebbe voluto voltarsi e tornare in città ma qualcosa lo costringeva a proseguire, ad addentrarsi nella foresta sempre di più, e sicuramente non era un senso di dovere verso quella squadra, non del tutto almeno.
Era qualcosa di più forte, che lo opprimeva e al tempo stesso lo faceva proseguire, non avrebbe saputo spiegarlo in nessun modo logico, era così e basta.
Cercava di non farci caso, di concentrare tutta la sua attenzione su quello che lo circondava, i rumori, qualsiasi cosa, che possibilmente non fossero i commenti nemmeno troppo velati di Redfield, sperava che capisse, era la prima volta che li seguiva, ed erano a caccia di lupi, se lui c’era abituato, e non riusciva a capire come potesse, era un altro conto.
Shaun non aveva mi sparato veramente, Barry gli aveva insegnato e poteva ritenersi soddisfatto, ma ad una creatura viva era diverso.
Come Assassino era troppo giovane per quello, le missioni in cui veniva mandato erano solo di spionaggio, anche in quel caso doveva solo spiare la Umbrella e invece si era ritrovato in una situazione che rasentava il possibile e non se la sentiva di riferire tutto questo a Richter, se le cose fossero peggiorate poteva tirarsi indietro, avrebbero capito, o comunque ne sarebbero stati felici.
Un ululato lo distolse da quei pensieri facendolo voltare di scatto fissando un punto non identificato della foresta, strinse la pistola senza sapere bene se sparare o aspettare.
Alcuni rami si mossero lasciando cadere le foglie a terra, indietreggiò di qualche passo mentre gli altri, al contrario, avanzavano lentamente con le pistole puntate verso l’albero, il ramo si mosse ancora, vacillò e si ruppe poco dopo con un rumore secco mentre una bestia fin troppo grande saltò a terra davanti a loro ringhiando.
Gli spari coprirono un ringhio più basso e un rumore alle loro spalle di erba e ramoscelli secchi schiacciati da zampe pesanti e grandi, non sicuramente di un lupo comune.
“Abbassati Jill!”
Shaun avrebbe voluto sparare verso quell’animale nel momento in cui gli era scattato di fianco, quasi ignorandolo, per lanciarsi sulla ragazza, ma era troppo veloce e il rischio di colpire lei era alto, sperò che almeno fosse veloce abbastanza da non volersi voltare a chiedere perché le aveva urlato di abbassarsi.
Quando il lupo mancò il bersaglio atterrò a fianco dell’altro guardando la squadra ringhiando contrariato, Jill si rialzò veloce con un sospiro sollevato, lanciò un’occhiata al più giovane come ringraziamento silenzioso, bastava quello.
“È arrivata fino a qui, quanti altri animali saranno in questo stato?”
Dalla domanda Redfield sembrava sapere molto più di lui, no, tutti loro sapevano di più, non li biasimava per non averlo messo al corrente, anche se la cosa lo irritava sotto certi aspetti, come se di colpo fosse diventato invisibile.
Quello però non era sicuro il momento di mettersi a fare domande, tenne lo sguardo fisso sui lupi senza abbassare la pistola.
Le bestie continuavano a ringhiare piano ma non avanzavano, forse li stavano studiando.

“Perfetto... Assolutamente perfetto. Una meraviglia, qualcosa di inestimabile e così potente. E il merito è tutto tuo, mio caro amico.”
“Colpa, non merito.”
“Questo, tutto questo, è il futuro.”
“Sono pericolosi...”
“Sono controllati, l’hai visto. Lui è il futuro.”

Ciò che era più strano era che in quel preciso istante non si difendevano nemmeno nel momento in cui i proiettili gli arrivarono contro lasciando i due lupi modello extra large a terra morti.
“Non hanno più attaccato, come se qualcosa li bloccasse...”
“Ti consiglio di ringraziare la tua buona stella Redfield, invece che domandarti perché non abbiano attaccato.”
Wesker si avvicinò alle creature osservandole senza toccarle, Shaun mise via la pistola, come stavano facendo anche Jill e Chris, ancora incuriosito e sconcertato dal comportamento delle due bestie, mentre Barry controllava la zona attorno a loro, nel caso ci fossero altri lupi, o animali impazziti.
Stava per avvicinarsi che qualcosa lo afferrò dalla giacca costringendolo a girarsi .
In un attimo, reprimendo un urlo sicuramente poco consono alla situazione, strinse di nuovo l’arma in mano puntandola a quello che si rivelò essere semplicemente un cane.
Rimase fermo ad osservarlo senza abbassare l’arma, di cani ne aveva già incontrato uno e la cosa non era andata molto a suo favore, quello invece non faceva nulla, era fermo ad osservarlo, non sembrava una minaccia, probabilmente non lo era.
Quando si decise a dargli un po’ di fiducia abbassando la pistola, pur tenendola in mano, pronta all’uso, il cane mosse la coda corta allontanandosi di poco e raggiungendo un secondo cane, dal manto più scuro, accucciato a terra, ferito.
“Ehi! Che stai facendo!! Sei diventato pazzo ragazzino?!”
La voce di Chris lo fece voltare dopo che si era avvicinato ai due animali, doveva ammettere che poteva avere le sue buone ragioni di essere in ansia, quei cani potevano benissimo essere pericolosi quanto i lupi, anche se non li sembravano, e lui si stava fidando di cosa?
Il suo istinto.
E se avesse sbagliato e in quel momento gli fossero saltati addosso uccidendolo?
Doveva ammettere di aver agito troppo impulsivamente, non si fidava delle persone se non dopo diverso tempo, e si era fidato a due cani randagi, selvatici probabilmente, per un solo sguardo?
“So difendermi Redfield, e sono anche in grado di giudicare da solo cosa possa essere una minaccia per la mia vita e cosa no.”
Ribatté tornando a guardare il cane ferito, probabilmente da uno di quei lupi, mosse la mano verso quello, lentamente, il muso scattò in alto di colpo, forse spaventato da quella vicinanza così improvvisa.
Shaun non si mosse, continuò a guardarlo cercando di essere il più tranquillo possibile, o, quantomeno, voleva sembrarlo, non avvertendo alcuna minaccia il cane si lasciò accarezzare.
“Oh ma per favore. Capitano gli dica qualcosa la prego!”
Il secondo cane, in piedi vicino a Shaun si voltò ringhiando sommessamente in direzione di Chris che, a quel segnale di pericolo, estrasse la pistola, l’animale si preparò ad attaccarlo, e l’avrebbe fatto se il giovane non gli avesse posato una mano tra le orecchie.
“No... È un amico, non ti farà del male se stai buono.”
Sussurrò guardandolo leggermente , il cane guaì piano smettendo di ringhiare e rinunciando ad attaccare il soldato.
“Che diavolo...?!!”
“Abbassa la pistola Redfield, vedi anche tu che non sono come quelle cose, sono semplici cani.”
Il Capitano fece una breve pausa guardando il giovane alzarsi e avvicinarsi senza dare le spalle ai due animali, forse più per sicurezza che per altro.
Sussurrava qualcosa piano, con voce bassa e lenta, non poteva portarli con sé, non in quel momento, non era sicuro, da nessuna parte, che fosse nella foresta o che fosse in piena città, dal canto loro i cani sembravano capirlo e questo lasciava non poco sorpreso il gruppo, o erano animali molto intelligenti, o erano qualcosa in più, e per questo un pericolo, in qualche modo.
“E comunque sembrano averlo preso in simpatia, lo avranno scambiato per il loro padrone. Si sa, sono animali protettivi e fedeli, avranno pensato che lo stavi insultando.”
“Cosa che effettivamente credo fosse nelle sue intenzioni.”
Pensò Shaun, all’inizio ignorava i commenti dell’agente ma col tempo aveva deciso di iniziare a rispondergli per le rime, in modo più gentile e quasi scherzoso.
Peccato che Redfield non fosse riuscito ad afferrare quella parte e prendeva ogni sua risposta per una provocazione, tanto che il giovane temeva che sarebbe arrivato ad esplodere, prima o poi.
“Sarai felice di sapere che non li porterò con me.”
Chris borbottò qualcosa tornando ad ignorarlo.
“Sembra non esserci altro qui nei paraggi, Wesker.”
Annuendo il Capitano diede ordine di precederlo in città per degli impegni imminenti a cui non poteva rinunciare.
“Perché si addentra nella foresta?”
Domandò Shaun senza capire bene, qualunque fossero i suoi impegni non c’era alcuna ragione per cui dovesse addentrarsi lì.
“Non fai altro che fare domande, smettila. Sarà una scorciatoia, che diavolo ne so. Sicuramente sa difendersi meglio di te, e ora cammina, non intendo tornare indietro per raccoglierti se inciampi.”
“Ti potrei battere in una corsa qui dentro ma non ho voglia di correre e, ancora meno, di umiliarti.”
Pensò limitandosi ad annuire piano con la testa tornando sulla strada e seguendoli verso la centrale.
Ma ancora non capiva il comportamento strano, quasi misterioso, del Capitano.
Si fidava di lui sulla base di ciò che gli era stato detto, non si sarebbe mai nemmeno sognato di farlo seguire da una di quelle cimici, probabilmente aveva ragione Chris, aveva solo preso una scorciatoia.

Ancora una volta le registrazioni non segnavano nulla di eclatante, riunioni, visite, farmaci sperimentali, cose assolutamente normali per una casa farmaceutica insomma.
Shaun stava per spegnere lo schermo quando l’attenzione venne catturata da una telecamera, ritornò seduto ingrandendo il riquadro e afferrando la tazza di the posata sulla scrivania di fianco al mouse, mentre lo faceva l’occhio gli cadde sull’orologio del pc.
Le 3 di notte erano appena scattate, per quanto fosse stanco non poteva ignorare quella registrazione.
“Finalmente le cose iniziano a muoversi.”

Settore Alpha - Ricerca e Sviluppo

Shaun stava per chiedersi cosa ci fosse dietro quella porta che questa si aprì mentre la figura di uno scienziato, o almeno così sembrava dal camice bianco, usciva e la piccola cimice si infilava indisturbata all’interno.
Per appena un paio di secondi ci fu un’interferenza, la visuale saltò lasciando una tremante scritta bianca che subito scomparve riportando sul corridoio deserto e illuminato dai neon.

“Sei nella tana del lupo ora, fai attenzione a come ti muovi, Shaun Hastings.”






Note dell'Autrice: Ancora una volta dopo un mese... scusate...
Beh, mi ero preparata tutta una scaletta ma il capitolo è andato ufficialmente per i cavoli suoi senza ascoltare nessuno... e quindi mi sono ritrovata a cambiare quasi metà capitolo scombinando tutti i piani.
Ma non importa.. cioè importa a me, non tanto a voi...
So che si passa da una cosa all'altra in questo capitolo... hanno tutte la stessa importanza.. mi servono, non è he voglio solo divertirmi con quel pazzo di Richter mentre cerca di riprodurre l'Enterprise... xD
Va beh... non so quando il prossimo capitolo... ma arriverà...

Bye Bye~
Aki





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