10
giorni.
Questo
vociare incessante mi farà uscire di testa… odio
tutti questi schiamazzi,
questo assordante chiasso… queste insopportabili risate, che
mi fanno tamburellare
le tempie.
Sono
anni, che in questa maledetta sala grande, sono costretta a sopportare
tutto
ciò.
Fortunatamente
manca poco alla fine di questo.
Solo
dieci giorni, dieci fottutissimi giorni, e tutti questi idioti saranno
solo
cenere.
Il
guardarli mi fa venire il vomito… avrei voglia di uccidere
ognuno di loro, con
le mie stesse mani…
Chissà
cosa farebbero nel sapere che manca poco alla fine delle loro
insignificanti
vite?
Cosa
farebbero se sapessero che neanche il loro sfregiato preferito
potrà salvarli?
Mi
viene da ridere, nel pensare ai loro visi piangenti, pieni di sgomento
e terrore…
Forse
sono troppo cattiva? La verità… è che
sono stati loro a ridurmi in questo
stato… mi chiamano “Faccia da Carlino”,
mi insultano, e a volte quando a
qualcuno viene ripetuto di esser cattivo… quello lo
diventa…
Beh
questa è la mia storia, la storia della tanto odiata
Pansy… la ragazza di
Draco, che non si rende conto che quest’ultimo le fa le corna
tutte le notti,
la malvagia Serpeverde che diventerà mangiamorte, sempre se
non lo è già… sono
tanti gli appellativi che in questi sei anni, mi sono stati
addossati… ma
adesso sarò io quella che riderà per ultima ai
loro scherni… finalmente la mia
vendetta è vicina…
Dio…
la testa mi esplode, ho voglia solo di tornare in camera mia, e
coricarmi sul
letto, nella più totale oscurità…
Mancano
ancora alcuni corridoi per arrivare all’entrata nei
sotterranei…
Oh
guarda guarda chi si vede.
Circa
all’angolo che si trova d’innanzi a me, ecco il
vistosissimo, amato delle
ragazzine…
-Harry
Potter…- rido, nel notare che quest’ultimo
è goffamente occupato a raccogliere
dei libri che gli erano scivolati di mano.
Quello
fa finta di non sentirmi e continua a prendere appunti che per colpa
degli
spifferi si erano allontanati dall’altro ammasso di cartacce.
-Che
maleducato… potresti rispondere…- dico, prima di
impugnare la bacchetta, e
dispettosamente, fare allontanare sempre di più i foglietti.
-Pansy
te lo ha mai detto nessuno che sei una stronza del cazzo?- mi domanda,
voltandosi, fissandomi con rabbia.
-Oddio…
Potter… non ti credevo così…
cattivo… vado dalla mammina a piangere…- fingo,
strofinandomi gli occhi, fingendo di piangere, prima di scoppiare in
una
fragorosa risata.
Mentre,
mi sistemo la frangia, che per le risa, si era spostata, mi accorgono
che il
santarellino si era avvicinato.
-Beh
tanto che vai da tua mamma, potresti pure dirgli che Harry ti ha
minacciato,
cacciandoti la bacchetta dalle mani…- narrando le sue
azioni, mi fa avvicinare
alla parete.
Ma
cosa gli prende?
Si
sta avvicinando troppo per i miei gusti…
Per
poco non cado sul pavimento, per colpa di un suo passo troppo
ravvicinato,
fortunatamente c’è il muro a sostenermi.
-Ora
potresti anche finirla non credi…- mi sussurra,
all’orecchio destro, facendo
spostare delle ciocche di capelli.
Non
so come reagire, di certo non sarò la prima ad abbassare lo
sguardo… non sono
stata abituata a cedere.
Quello
appoggia le mani vicino alla mia testa… aspetta qualche
secondo, e poi con uno
scatto si tira indietro, lasciando cadere la bacchetta ai miei piedi.
Ridendo
tra i denti, si allontana scuotendo la capigliatura folta e nera.
*
Entro
nel dormitorio, dove alcune ragazzine del primo anno, intimorite, mi
salutano.
-Portami
dell’acqua!- sbraito, sedendomi sul divano, appoggiando con
forza i piedi sul
tavolino di vetro, che per poco non va in frantumi.
Un
piccolo ragazzo biondo annuisce al mio ordine, e sparisce dietro una
colonna di
fredda pietra.
Distendo
le braccia, e faccio ricadere la testa sullo schienale verde.
Sbuffo
profondamente ancora pensando a quella ridicola scena.
Come
si è permesso quell’ignobile Grifondoro a
comportarsi in quel modo, con me… con
me!
Stringo
i pugni… le unghie graffiando la pelle, creano un acuto
stridio.
-Ecco,
Pansy…- il biondino è accanto a me, e mi porge un
bicchiere colmo di fresca
acqua.
Io
mi siedo, e dopo aver preso la bevanda dalle sue mani sussurro: -ora
sparisci…-.
Quello
annuisce, e va via…
La
sala comune e stranamente vuota, o forse non troppo stranamente, dato
che ogni
volta che mi innervosisco tutti spariscono nell’aria.
Bevo
tutto d’un sorso quell’acqua ghiacciata, che mi
arriva al cervello…
Sistemo
il bicchiere sul tavolino, e mi passo una mano intorno alla frangetta,
gemendo
per il dolore al capo.
Riesco
a resistere solo alcuni secondi prima di tornare a pensare a quella
scena.
Sento
un calore imperversarmi il volto, son sicura di esser diventata rossa,
e questo
mi fa imbestialire ancora di più.
Che
mi è successo?
Per
quale cazzo di motivo non ho reagito come al mio solito?
Mi
isso e continuando a ripetermi queste domande mi caccio la cravatta
pronta per
dirigermi nella mia stanza, dove spero di trovare un po’ di
pace.
Fine
primo
capitolo.
Fatemi
sapere
quello che ne pensate tramite numerosi commenti.
Un
bacio
La
vostra *The
Princess*