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Autore: NewYorker91    14/06/2013    1 recensioni
Salve a tutti!!!! Questa è la mia prima FF e spero tanto che vi piaccia. Mi raccomando, recensite in tanti, anche per dirmi cosa vi piace e cosa no. Sto cercando di migliorare il mio modo di scrittura quindi perché non esercitarmi con queste storie? Grazieeeee
Draco vuole cambiare la reputazione della sua famiglia e quando gli si presenterà l'occasione la coglierà al volo. Anche se questo significa andare contro tutti i suoi ideali.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La mattina seguente, Ashley si alzò molto nervosa e agitata. Era il giorno in cui avrebbe salutato sua madre, perché l'avrebbe rivista solo a Natale. Non era mai stata così lontana da lei. Era l'unica figura genitoriale che aveva, non poteva e non voleva perdere anche lei.

Quando quella mattina arrivò a scuola era sovrappensiero sia per il viaggio che doveva intraprendere sia perché quando sentì il nome della scuola, qualcosa dentro di lei si agitò. Non sapeva perché, non ne aveva mai sentito parlare, ma qualcosa dentro la sua testa e dentro il suo cuore le disse che avrebbe trovato le risposte alle domande che l'assalivano da una settimana.

“Perché non sei in divisa? Oggi abbiamo la foto ufficiale”. Ah già... la foto. Ashley aveva la testa talmente incasinata che della foto se ne dimenticò.

“Scusa Geny, me ne sono dimenticata. Comunque ce l'ho dentro la borsa. Ci metto poco a metterla” le rispose la ragazza facendo notare la borsa che aveva sulle spalle, con accanto le valigie.

“Quante cose ti sei portata?” Urlò quasi Geny vedendo le tre valigie della sua amica.

“Beh, proprio tu parli eh? E poi, se tu dovessi vedere gli altri ti meraviglieresti che sono l'unica ad averne di meno”

“Si come no.... Scommetto che ti sei portata tutta la cabina armadio dietro”

Le ragazze si misero a ridere ripensando alla cabina armadio della ragazza. Stracolma di vestiti, unico lusso che voleva permettersi.

“E il bagno.... E la cabina scarpe.” ripensando solo a quanto aveva faticato per far entrare tutto le corsero brividi sulla schiena.

“Si si va bene.... Comunque tra poco dovremmo partire. Ma dove sono tutti?” le ragazze si girarono verso la scuola sperando di poter vedere qualcuno che conosceva che sarebbe venuto con noi. Invece a loro si avvicinarono tre ragazzi, due ragazze e un ragazzo che non avevano mai visto. Così almeno loro pensavano.

“Ciao... partiamo anche noi con voi stamane”. Fu il ragazzo a parlare. Un tipo scialbo, con un taglio di capelli che proprio non gli donava e un po' più basso di Genevieve. Mentre le ragazze erano tutte e due studentesse di fisica, non avevano i corsi insieme. Ma anche loro due non erano tutta questa gran bellezza. Forse una ma nascondeva un bel viso sotto degli occhiali spessissimi e le gambe in gonne di lana pesanti.

“Ok.... a quanto pare di divertimento ce n'è poco da queste parti” sussurrò Geny nell'orecchio della sua amica la quale a stento trattenne una risata.

“Ciao ragazzi. Io sono....”

“Ashley Coobamin.... Ti conosciamo. E tu sei Genevieve Duchap” disse la ragazza con gli occhiali spessi.

“Bene... voi conoscete noi e noi non conosciamo voi... Voi siete?” questa incomincia a darmi sui nervi.

“Io sono Marienne, lei è Carly... invece lui si chiama Philip” rispose la ragazza facendo le presentazioni.

“Oh... vedo che avete già fatto conoscenza... Bene. Dobbiamo andare!” una donna vestita particolarmente strana si era avvicinata, guardando la scena da lontano.

I ragazzi più la donna si avviarono alla stazione con l'autobus della scuola. Quando si misero a sedere i ragazzi presero posto nella prima fila mentre le ragazze andarono più indietro.

“Che strani che sono... io quasi quasi torno a casa” bisbigliò Geny,

“No! Non mi vorrai mica abbandonare con... quelli vero? Pensa un anno con loro e potrei diventare la fotocopia di quella li... come si chiama?”

“Ah non me lo ricordo.... e non m'importa”.

Quando arrivarono alla stazione si affrettarono ad arrivare ad un binario che non avevano mai visto e salirono sul treno mentre un uomo con la faccia deforme si apprestò a riporre i bagagli.

Il treno aveva un solo vagone. C'erano dei sedili molto comodi a mò di divano e un piccolo bar dovevano potevano mangiare qualcosa per pranzo.

“Allora ragazzi, il viaggio terminerà questa sera. Arriveremo verso l'ora di cena, quindi vi prego... riposatevi e... fate conoscenza” disse la donna prima di dileguarsi dietro la porta del conduttore.

I ragazzi stettero li a guardarsi per un po' prima che ognuno di loro incominciò a parlare con chi conosceva. I tre ragazzi non scambiarono parola con le ragazze e né avvenne l'incontrario se non prima di tardo pomeriggio. Mancava ancora un ora all'arrivo e Ashley si era dovuta cambiare e mettersi la divisa per la foto ufficiale che avrebbero fatto quella sera stessa.

“Come mai non siete partiti anche voi una settimana fa?” chiese Geny ai tre ragazzi.

Si guardarono stupiti. Non potevano ancora credere che una di LORO li avrebbe rivolto la parola. Alla fine fu Marienne a rompere il silenzio e parlare.

“Mmm... avevamo una gara della scuola” rispose imbarazzata e con gli occhi ostili. Le ragazze come loro le odiava.

“Ah... ok. E avete vinto?”

“Geny basta.... la stai mettendo in imbarazzo” sussurrando alla sua amica curiosa.

“Oh no.. tranquilla. E si. Abbiamo vinto” disse Marienne rendendosi orgogliosa di se stessa. “Voi invece?”

Le ragazze si guardarono curiose. Insomma... come poteva non sapere quella ragazza che la sera precedente c'era la partita di basket della loro scuola?

Furono salvate nel rispondere dal treno che si era fermato e la porta improvvisamente aperta. Erano scese e notarono che la stazione era molto piccola e un solo sentiero di annidava da essa.

“Non penseranno che camminiamo vero?” Per la prima volta tutti e cinque i ragazzi si trovarono d'accordo quando la voce della stessa donna della partenza le prese alle spalle spaventandole.

“Certo che no, signorina Duchap... Andrete in carrozza”

Una carrozza comparve davanti a loro. Ben decorata e per loro fortunata chiusa. Ma notarono anche che la carrozza non era trainata da nessun animale e fu questa constatazione che le spaventò ancora di più.

Titubanti salirono e dopo quasi mezz'ora di viaggio dentro una foresta illuminata solo dai dei semplici lampioncini, arrivarono davanti ad un cancello che si aprì subito quando si fermarono.

Un castello era davanti ai loro occhi. Maestoso, nero per la notte.

“Dimmi che noi non passeremo un anno qui”

“Secondo me, di giorno ha un altro aspetto”. Ashley e Geny guardarono la ragazza che aveva detto che si chiamava Carly con occhi truci.

“Ok... ok... come non detto”

Il portone principale si aprì e furono scortate davanti un altro portone dal quale sentivano mormorii e schiamazzi di... ragazzi giovani.

Quando si aprì anche questo, l'unica cosa che riuscirono a fare era entrare.

 

 

“Allora... passato bene la notte?” Blaise non sapeva proprio farsi i fatti suoi, pensò Draco, quando il suo amico chiese ai due nuovi arrivati della notte scorsa.

Questi, o impauriti o accordatisi di non proferir parola con loro, annuirono solamente.

“Vedi? Alla fine non siamo così male come.... come.... non mi viene la parola”

Salazar... qualcuno lo faccia star zitto.

“Blaise – iniziò Astoria, seduta vicino a Draco – stavi cercando la parola... amici?”

“Proprio amici no ma... qualcosa ci assomigliava” rispose lui.

“Come fai a trovare una parola che assomigli ad.... amici se.. nemmeno ci hai parlato con quei due.. babbani!” chiese la ragazza guardando Draco e cercando un suo appoggio. Ma questo rimase zitto, quasi impassibile.

“Ecco.....secondo me..” Blaise rinunciò a finire la frase quando vide la Preside alzarsi per parlare.

“I ragazzi della scuola superiore babbana – rivolgendo uno sguardo dolce alla professoressa della scuola – sono arrivati. Ora, e mi rivolgo soprattutto a voi Serpeverde, questi ragazzi verranno nella vostra casa, e deduco che la stessa accoglienza dei primi due venga riservata anche per il resto del gruppo” finì la Preside guardando storto ogni ragazzo Serpeverde presente al tavolo.

  
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